ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14645

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 699 del 26/10/2016
Firmatari
Primo firmatario: SCOTTO ARTURO
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 26/10/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NICCHI MARISA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 26/10/2016
GIORDANO GIANCARLO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 28/10/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 26/10/2016
Stato iter:
30/06/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 30/06/2017
LORENZIN BEATRICE MINISTRO - (SALUTE)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 02/11/2016

RISPOSTA PUBBLICATA IL 30/06/2017

CONCLUSO IL 30/06/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14645
presentato da
SCOTTO Arturo
testo presentato
Mercoledì 26 ottobre 2016
modificato
Mercoledì 2 novembre 2016, seduta n. 700

   SCOTTO, NICCHI, GIANCARLO GIORDANO. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   a Parma sono usciti i primi risultati dell'indagine epidemiologica sull'epidemia di legionella che ha già colpito 37 persone, prevalentemente residenti nella zona del Montebello e che ha causato il decesso di due anziane;
   le indagini sono state avviate il 26 settembre 2016, non appena i casi si sono impennati rispetto alla media di 4 all'anno;
   le prime preoccupazioni e i primi interventi cautelari si erano concentrati sulla rete idropotabile, ma i risultati delle analisi sui campionamenti tendono ad escludere che il contagio provenga dall'acqua corrente;
   le colture dei 3 prelievi effettuati nella rete del pozzo Bizzozero sono risultate negative. Di 67 campionamenti in abitazioni di infettati, ad oggi sono disponibili 7 risultati negativi. C’è un campione provvisoriamente positivo a una legionella di tipo non patogeno, non infrequente nelle tubature e trattabile con la sanificazione delle tubature domestiche. Inoltre, anche la tipologia di contagio, così rapido a diffondersi in una zona in un tempo così limitato, fa pensare che non si tratti di inquinamento delle reti domestiche ma di contagio per via aerea;
   i principali «sospettati» dell'origine del contagio sono due impianti di «torri di evaporazione», sistemi di raffreddamento utilizzati in grandi edifici che ospitano attività lavorative. Si tratta degli impianti sul tetto delle Poste di via Pastrengo (disattivato a settembre con i condizionatori) e le 11 torri sul tetto del Centro di calcolo di Banca Intesa, tra via Po e via Langhirano. È stata acquisita la documentazione sulla manutenzione di tali impianti ed effettuati prelievi sulle acque di scolo, in relazione ai quali sono attesi i risultati delle colture. Le torri della banca non possono essere bloccate in via cautelare perché necessarie per il raffreddamento dei server e quindi per il funzionamento di tutto il sistema;
   il sindaco emetterà un'ordinanza perché tutti i possessori di tali impianti forniscano, entro un certo periodo, tutta la documentazione relativa al fine di avviare un monitoraggio e opere di sanificazione straordinaria. Saranno monitorati nei prossimi giorni gli impianti del Barilla Center, anche se si trova in un'area molto distante dal Montebello;
   il baricentro del focolaio epidemico è stato rilevato in piazzale Maestri, una zona molto frequentata anche da non residenti per questioni di lavoro;
   le persone comuni possono fare ben poco per difendersi dal contagio. Le «mascherine» da chirurgo non servono a nulla, quelle che potrebbero riparare dal batterio sono di tipo FFP2 utilizzate solitamente in ambiti di lavoro (smaltimento rifiuti, verniciature, costruzioni) e rendono piuttosto difficile la respirazione, dunque, per ora non resta che attendere gli esiti delle analisi e la manutenzione delle torri di evaporazione –:
   quali iniziative il Ministro interrogato, per quanto di competenza, intenda intraprendere urgentemente per tutelare la salute e favorire l'accertamento delle cause della diffusione della legionella;
   se il Ministro interrogato non ritengano necessario promuovere un urgente accertamento sullo stato e sull'efficacia degli interventi disposti per fronteggiare l'epidemia di legionella in corso, anche al fine di prevenire un ulteriore diffondersi della patologia;
   se e quando si intenda attivare una campagna informativa rivolta ai cittadini;
   se il Ministro interrogato intenda promuovere nuove e più stringenti misure sanitarie al fine di tutelare i cittadini e gli operatori che vengono a contatto con le zone in cui sono stati riscontrati i casi di contagio;
   se il Governo abbia previsto lo stanziamento di fondi per iniziative di contrasto all'epidemia. (4-14645)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 30 giugno 2017
nell'allegato B della seduta n. 824
4-14645
presentata da
SCOTTO Arturo

  Risposta. — Il genere legionella comprende 61 diverse specie e circa 70 sierogruppi, ma non tutte sono state associate a casi di malattia nell'uomo.
  Le legionelle sono presenti negli ambienti acquatici naturali e artificiali: acque sorgive, comprese quelle termali, fiumi, laghi, fanghi, ecc.
  Da questi ambienti esse raggiungono quelli artificiali, come condotte cittadine e impianti idrici degli edifici, quali serbatoi, tubature, fontane e piscine, che possono agire come amplificatori e disseminatori del microrganismo, creando una potenziale situazione di rischio per la salute umana.
  «Legionellosi» è la definizione di tutte le forme morbose causate da legionella: la Legionellosi viene normalmente acquisita per via respiratoria mediante inalazione, aspirazione o microaspirazione di aerosol contenente legionella, oppure di particelle derivate per essiccamento.
  Le goccioline si possono formare sia spruzzando l'acqua che facendo gorgogliare aria in essa, o per impatto su superfici solide.
  Non è mai stata dimostrata la trasmissione interumana della malattia.
  Mentre i primi casi di legionellosi sono stati attribuiti a particelle di acqua aerodisperse, contenenti batteri provenienti da torri di raffreddamento o condensatori evaporativi o sezioni di umidificazione delle unità di trattamento dell'aria, successivamente numerose infezioni sono risultate causate anche dalla contaminazione di impianti di acqua potabile, apparecchi sanitari, fontane e umidificatori ultrasonici.
  Essendo il microrganismo ubiquitario, la malattia può manifestarsi con epidemie dovute ad un'unica fonte con limitata esposizione nel tempo e nello spazio all'agente eziologico, oppure con una serie di casi indipendenti in un'area ad alta endemia, o con casi sporadici senza un evidente raggruppamento temporale o geografico.
  Focolai epidemici si sono ripetutamente verificati in ambienti collettivi a residenza temporanea, come ospedali o alberghi, navi da crociera, esposizioni commerciali, ecc.
  I casi di polmonite da legionella di origine comunitaria si manifestano prevalentemente nei mesi estivo-autunnali, mentre quelli di origine nosocomiale non presentano una particolare stagionalità.
  Questo Ministero, dopo le «Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi» (Gazzetta ufficiale 5 maggio 2000) ed i successivi accordi in conferenza Stato regioni su «Linee guida recanti indicazioni sulla legionellosi per i gestori di strutture turistico-recettive e termali» e su «Linee guida recanti indicazioni ai laboratori con attività di diagnosi microbiologica e controllo ambientale della legionellosi» (Gazzetta ufficiale n. 28 del 4 Febbraio 2005 e Gazzetta ufficiale n. 29 del 5 Febbraio 2005), ha aggiornato le stesse linee guida alla luce delle nuove conoscenze scientifiche, con l'ausilio tecnico-scientifico dell'istituto Superiore di Sanità e di figure istituzionali esperte del settore.
  Il documento è stato sancito come accordo tra il Governo, le regioni e le province Autonome di Trento e di Bolzano, nella seduta della conferenza Stato-regioni del 7 maggio 2015.
  Si precisa che le linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi del 2015 aggiornano ed integrano, in un unico testo, tutte le indicazioni riportate nelle precedenti linee guida nazionali e normative e, pertanto, le sostituisce integralmente.
  È possibile consultare l'intero documento alla seguente pagina web di questo Ministero: http://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6–2–2–1.jsp ?lingua=italiano& id=2362.
  Per quanto attiene al focolaio di legionellosi nella città di Parma, si informa che a partire da agosto 2016 e fino al 20 ottobre scorso, le autorità sanitarie locali hanno segnalato 42 casi di legionellosi e due decessi.
  Tutti i casi sono di origine comunitaria e riguardano persone residenti, in particolare, nella zona urbana di Montebello.
  L'età media dei casi è 66 anni e il rapporto maschi/femmine è 1:1.
  Le date di inizio dei sintomi variano dal 22 agosto al 9 ottobre 2016.
  Successivamente, è stato segnalato il 43o caso, che riguarda una donna di 55 anni, italiana, la quale ha manifestato i sintomi dal 20 settembre 2016; la segnalazione è avvenuta solo un mese dopo.
  L'ultimo caso del « cluster», al momento attuale, rimane quello segnalato il 15 ottobre 2016, riguardante una persona che ha manifestato i sintomi a partire dal 9 ottobre 2016.
  Nessuno tra i casi confermati è di nazionalità straniera.
  Dopo la notifica del primo caso, la regione Emilia-Romagna ha istituito un'unità di crisi, composta da esperti delle Aziende Sanitarie di Parma, dei servizi regionali, di Arpae (Agenzia regionale per la prevenzione, l'ambiente e l'energia dell'Emilia-Romagna) e dell'istituto superiore di sanità (Iss), per avviare un'indagine epidemiologica e ambientale e per individuare le possibili fonti di esposizione.
  In particolare, sono stati analizzati campioni d'acqua prelevati dalla rete domestica al domicilio dei casi, dalla rete di distribuzione idro-potabile, dagli impianti di irrigazione e dalle torri di raffreddamento.
  Inoltre, sono state adottate misure precauzionali urgenti, quali la disinfezione aggiuntiva della rete acquedottistica interessata, la cui acqua era già sottoposta a trattamento di disinfezione con raggi UV, la disattivazione di impianti, e un provvedimento sindacale che ordina a tutti i possessori di torri di raffreddamento interventi straordinari di pulizia, manutenzione e disinfezione e la consegna della documentazione inerente alla gestione degli stessi impianti.
  La prefettura – ufficio territoriale del Governo di Parma ha acquisito dettagliate informazioni dall'azienda unità sanitaria locale e dall'agenzia prevenzione ambiente energia Emilia-Romagna.
  Il focolaio epidemico di Legionella ha interessato un'area residenziale del quartiere Cittadella di Parma, dal mese di settembre fino ai primi giorni di ottobre 2016.
  È stata fatta un'indagine epidemiologica su ogni caso, con raccolta dettagliata di informazioni su fattori di rischio individuali, su esposizione a fonti di rischio ambientali nei 10 giorni precedenti l'esordio dei sintomi, utilizzando l'apposita scheda di inchiesta epidemiologica (scheda di sorveglianza della legionellosi allegata alla delibera di giunta regionale del 21 luglio 2008, n. 1115 «Approvazione linee guida regionali per la sorveglianza e il controllo della legionellosi», più la scheda questionario per l'indagine di focolai epidemici allegata al documento di accordo tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano del 7 maggio 2015 n. 79 «Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi»).
  I casi confermati attribuiti al « cluster» sono 43 e l'ultimo caso è stato segnalato il 15 ottobre 2016: sono stati registrati due decessi.
  La curva epidemica settimanale relativa al comune di Parma evidenzia che il maggior numero di casi si è verificato nella 38a settimana (dal 19 settembre al 25 settembre) e nella 39a settimana (dal 26 settembre – 2 ottobre 2016) con, rispettivamente, 18 e 14 casi.
  Nella 40a settimana i casi registrati sono stati 5.
  Nella curva epidemica settimanale sono evidenziati anche i casi non correlati al focolaio, che costituiscono l'andamento di base della malattia; l'elevata sensibilizzazione alla diagnosi ha prodotto una maggiore concentrazione di casi non correlati subito dopo il picco epidemico.
  La maggior parte dei casi abita in zona o ha riferito di aver frequentato il quartiere cittadella.
  Nessuno tra i casi confermati è di nazionalità straniera.
  La diagnosi è stata posta sulla base degli esiti della ricerca dell'antigene urinario di legionella pneumophila siero gruppo 1, positiva in tutti i pazienti, e della ricerca di legionella pneumophila su materiale delle vie respiratorie, positiva in 8 pazienti su 24 indagati.
  Trentanove persone su quaranta tre sono state ospedalizzate (il 91 per cento).
  Il laboratorio di riferimento regionale dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Modena è riuscito a sequenziare il Dna di legionella del primo degli 8 pazienti risultati positivi. Il sotto tipo individuato (ST 146) è poco diffuso in Italia. Nonostante si tratti di un'unica identificazione sarà ora possibile iniziare il confronto con i ceppi isolati dall'ambiente.
  Le indagini ambientali hanno riguardato le abitazioni e altri luoghi frequentati dai pazienti, la rete acquedottistica, attività commerciali e di servizio dell'area interessata e torri di raffreddamento ubicate sia in prossimità dell'area sia a distanza di alcuni chilometri dalla stessa.
  Sono state acquisite dalla società Iren – Parma (Ente di gestione reti servizi) informazioni e cartografia dell'acquedotto Bizzozzero, una relazione su cantieri reti (idropotabile, fognaria, teleriscaldamento, gas) in area Cittadella-Montebello nel periodo luglio-settembre 2016.
  Sono stati eseguiti campioni di acqua in 3 punti di controllo dell'acquedotto Bizzozzero, negativi all'esame colturale. Eseguiti anche campioni di acqua al domicilio dei casi registrati, nei punti di ingresso della rete.
  Sono state acquisite dalla società Iren ambiente le modalità di pulizia e i tabulati dei percorsi di spazzamento stradale.
  L'esito delle indagini ha confermato l'assenza di legionella nella rete idro-potabile del Bizzozzero; l'assenza di lavori impattanti sulla rete con interruzione del flusso, corrette modalità di pulizia degli spazi pubblici con acqua a bassa pressione e operazioni analoghe a quelle delle altre aree cittadine.
  Sono state, altresì, effettuate ispezioni delle attività presenti nell'area: casa di cura «Città di Parma» e acquisizione dei documenti dei sistemi di condizionamento, con rilevazione dei campioni in vari punti delle Unità trattamento aria; attività commerciali e sportive presso piazzale Maestri, campioni di un pozzo e del sistema irriguo collegato utilizzato in un'area sportiva, verifica della presenza di apparecchiature a rischio, verifica delle altre attività entro raggio di 1 chilometro e oltre (centri commerciali, esercizi di quartiere, attività di servizio, attività produttive, strutture sanitarie, autolavaggi).
  Tutte queste azioni hanno confermato l'assenza di apparecchiature a rischio nelle varie attività; l'assenza di legionella nel sistema irriguo e nell'autolavaggio, l'assenza di legionella nei campioni presso la casa di cura.
  Sono stati eseguiti prelievi alla rete idrica al domicilio-lavoro dei casi: al 2 novembre 2016 erano stati prelevati 112 campioni al domicilio (in 43 casi) – luogo di lavoro (in 3 casi) – luogo di svago (in 4 casi).
  Gli esiti pervenuti sono negativi in 106 campioni. Solo una rete domestica è risultata positiva (per legionella pneumophila sg. 3).
  L'assenza di legionella in acqua fredda e calda fa escludere un'esposizione «epidemica» ad aerosol dalla rete idrica domestica e conferma l'assenza nella rete acquedottistica di cariche superiori al livello accettabile.
  Sono state controllate 36 torri evaporative in 8 siti, con 40 campioni. Si sono concluse le analisi colturali sui campioni prelevati dalle torri di raffreddamento delle sette ditte/aziende controllate. Si sono avuti isolamenti di ceppi di Lp1 e Lp8 in quattro campioni, su 40 complessivi, relativi alle torri di 3 ditte/aziende. La presenza di legionella pneumophila è stata rilevata in 19 campioni prelevati da 4 strutture, 3 delle quali sono le stesse che hanno positività alla coltura.
  Con determinazione n. 15703 del 7 ottobre 2016, la direzione generale cura della persona, salute e welfare della regione Emilia-Romagna ha istituito un'unità di crisi, finalizzata all'efficace e tempestivo controllo del cluster epidemico di legionellosi sostenendo ulteriormente le azioni già intraprese dal Dipartimento di Sanità Pubblica dell'Ausl e dall'Azienda ospedaliero-universitaria di Parma, con l'apporto di ulteriori competenze specialistiche rappresentante da Istituto superiore di sanità, Agenzia sanitaria e sociale della regione Emilia-Romagna, Arpae Bologna e Arpae Reggio Emilia.
  Il 7 ottobre 2016, il sindaco di Parma ha emesso ordinanza con la quale impone «ai proprietari e gestori delle attività presso le quali sono installate apparecchiature per il raffreddamento dell'acqua riconducibili alla tipologia torri di raffreddamento ad umido e condensatori evaporativi, installate nel territorio comunale, di comunicare immediatamente al comune di Parma e all'Ausl la presenza di tali apparecchiature, accompagnata dalla relazione tecnica descrittiva del funzionamento, planimetria e prospetti dell'insediamento, in cui sia messa in evidenza la collocazione delle suddette apparecchiature».
  Inoltre, ha ordinato di «provvedere ad immediati interventi di pulizia, disinfezione e trattamento finalizzato al controllo del rischio di diffusione del batterio legionella, avvalendosi di tecnici specializzati e nel rispetto della normativa di tutela dei lavoratori».
  Per completezza, si segnala che sono state effettuate ulteriori attività d'indagine epidemiologica:
   1) seguendo lo standard diagnostico: effettuazione di approfondimenti di laboratorio con un secondo esame sierologico a distanza di tempo adeguata, a cura dell'Azienda Usl;
   2) analisi della curva epidemica e approfondimento epidemiologico attraverso un questionario messo a punto dall'Agenzia sanitaria della regione Emilia-Romagna, a cura dell'Azienda Usl;
   3) raccolta di informazioni attraverso l'analisi delle cartelle cliniche, attraverso una griglia messa a disposizione dall'Istituto superiore di sanità, a cura dell'Azienda ospedaliero-universitaria;
   4) sviluppo sperimentale di modelli di dispersione al suolo dell'aerosol, a cura di Arpae Bologna:
    su torri con presenza di Legionella e in quelle in un raggio compatibile con le prime valutazioni anemologiche di screening;
    concentrando l'attenzione sulla meteorologia delle giornate che si sono rivelate unici momenti di esposizione di alcuni specifici pazienti;
   5) genotipizzazione: disponibile Dna estratto da 19 campioni ambientali (di 4 siti) per ulteriori indagini molecolari di sequenziamento e confronto con Dna estratto da campioni clinici (disponibile la sequenza genica di un caso), a cura del Centro nazionale di riferimento dell'Istituto superiore di sanità;
   6) controllo nel tempo delle torri evaporative a cura dell'Azienda Usl di Parma.
La Ministra della saluteBeatrice Lorenzin.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prevenzione delle malattie

rischio sanitario

malattia infettiva