ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14558

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 695 del 19/10/2016
Firmatari
Primo firmatario: BIASOTTI SANDRO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 19/10/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 19/10/2016
Stato iter:
30/06/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 30/06/2017
ORLANDO ANDREA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 30/06/2017

CONCLUSO IL 30/06/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14558
presentato da
BIASOTTI Sandro
testo di
Mercoledì 19 ottobre 2016, seduta n. 695

   BIASOTTI. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   il sistema penitenziario della Liguria presenta condizioni operative che pregiudicano la sicurezza, a causa della carenza di organico della polizia penitenziaria e sovraffollamento carcerario, con conseguenze ampiamente rese note dal sindacato di categoria SAPPe;
   nel 2016 è stato dismesso l'istituto penitenziario di Savona e il provveditorato regionale ligure è stato accorpato con quello del Piemonte: tale provveditorato interregionale, alla data del 1o settembre 2016, gestisce 5.077 detenuti;
   i 6 istituti penitenziari liguri registrano una presenza di 1.407 detenuti su una capienza regolamentare di 1.109 posti: il sistema penitenziario ligure è al quarto posto in Italia per tasso di affollamento;
   in Liguria su 1.121 poliziotti penitenziari ve ne sono solo 894 e, fra questi, vi sono 275 persone con distacchi fuori sede. Questi dati non tengono conto del personale assente per malattia;
   negli istituti penitenziari vi sono gravi condizioni sanitarie: al 1o maggio 2016, i detenuti con Hiv erano 40, in epatite C 204, i tossicodipendenti 462; a farvi fronte vi sono 33 medici generici e 11 psicologi; il centro clinico di Marassi, unico in Liguria, non riesce a soddisfare le esigenze provenienti anche dagli altri istituti;
   vi è una cospicua presenza di detenuti con problemi psichiatrici, detenuti nelle celle comuni poiché la Liguria è sprovvista delle residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza sanitaria (REMS);
   gli eventi critici determinati da tale popolazione detenuta sono in aumento e vengono arginati solo dalla tenacia e professionalità della polizia penitenziaria, spesso non valorizzata;
   nel 2015, solo in Liguria, la polizia penitenziaria ha salvato 45 detenuti dal suicidio e ha affrontato due suicidi, 606 atti di autolesionismo (con impiego suppletivo di unità per garantire la sicurezza nei luoghi esterni), 170 episodi violenti tra risse, colluttazioni ed aggressioni con 26 ferimenti, 11 incendi e 50 celle danneggiate;
   dal 1o gennaio al 31 giugno 2016 si sono già registrati 270 atti di autolesionismo, 89 colluttazioni, 49 danneggiamenti a celle e 19 tentativi di suicidio; la polizia penitenziaria ha intercettato e bloccato due coltelli, 10 telefoni cellulari e sventato 6 tentativi di introdurre sostanze stupefacenti;
   per contrastare gli eventi critici e prestare maggiore attenzione ai fenomeni cagionati dalla popolazione detenuta, per lo più quella a maggiore rischio, soggetta a problemi psichiatrici ed indebitamente ancora custodita in carcere, è necessaria una maggiore presenza delle forze di polizia penitenziaria e, soprattutto, di strumenti idonei, come corsi di formazione ed aggiornamento mirati alla quotidianità penitenziaria, alla profilassi, alla dotazione di protezioni individuali;
   con la chiusura dell'istituto di Savona e la riduzione della capienza da 78 a 46 posti dell'istituto di Chiavari l'aumento della popolazione detenuta incide maggiormente sugli altri istituti;
   Mauro Palma, garante nazionale dei detenuti, ha indicato l'istituto penitenziario di Genova Marassi, come tra i più grandi d'Italia, mantenendo una presenza media giornaliera della popolazione detenuta di 690 reclusi a fronte di una capienza di 541 posti, tanto da essere collocato tra i primi 10 istituti più problematici, ma, nonostante questo, l'organico della polizia penitenziaria di Marassi è carente di 100 unità –:
   quali controlli e verifiche siano state effettuate in merito alle denunce riportate in premessa provenienti dal sindacato di categoria SAPPe e portate a conoscenza degli uffici ministeriali, in particolar modo sulla situazione carceraria ligure;
   quali iniziative abbia intrapreso o intenda intraprendere, con particolare riferimento alla richiesta di rientro in sede del personale distaccato ovvero del monitoraggio sull'effettiva sussistenza delle motivazioni del distacco;
   quali iniziative intenda adottare per la sicurezza degli istituti liguri, ovvero quale piano d'intervento sia stato predisposto per contrastare gli eventi critici in Liguria;
   quali indicazioni intenda impartire per la gestione dei detenuti psichiatrici. (4-14558)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 30 giugno 2017
nell'allegato B della seduta n. 824
4-14558
presentata da
BIASOTTI Sandro

  Risposta. — Mediante l'atto di sindacato ispettivo in esame, l'interrogante rappresenta situazioni di criticità degli istituti penitenziari della Liguria a causa di carenze dell'organico della polizia penitenziaria e del sovraffollamento, chiedendo quali iniziative – sotto plurimi e convergenti profili – si intendano assumere per risolvere le evidenziate problematiche.
  Con riferimento alla popolazione detenuta, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha riferito che, alla data del 12 febbraio 2017, risultavano presenti, presso gli istituti liguri, complessivamente 1.388 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 1.104 unità.
  In particolare, la casa di reclusione di Chiavari ospitava 53 persone detenute, la casa circondariale Genova Marassi 678, la casa circondariale Genova Pontedecimo 133, la casa circondariale di Imperia 92, la casa circondariale di La Spezia 189 e la casa circondariale di Sanremo 243.
  Allo stato, nonostante l'esubero dei presenti rispetto alla capienza regolamentare, il dipartimento ha evidenziato come risultino comunque rispettati i parametri previsti dalla Cedu.
  Il dipartimento ha, peraltro, sottolineato come la capienza regolamentare degli istituti penitenziari sia calcolata in base ad un decreto del Ministero della salute del 1975, relativo alle abitazioni civili, che prevede una superficie minima di metri quadrati per la stanza singola, più 5 metri quadrati per ogni ulteriore posto letto.
  I predetti coefficienti sono oggetto di proposte modificative nell'ambito dei lavori del comitato paritetico con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
  Nella prospettiva di contenere ed equilibrare le presenze detentive e nel rispetto del principio di territorialità, il Provveditorato interregionale del Piemonte, Liguria e Val D'Aosta provvede, periodicamente, ad assumere interventi deflativi, anche disponendo il trasferimento in istituti del Piemonte, in considerazione anche della tipologia di alcune sedi liguri, che postulano assegnazioni vincolate: la casa di reclusione di Chiavari è, difatti, istituto «a custodia aperta», riservato ai soli detenuti condannati alla pena della reclusione in misura infraquinquennale ed avviati ad un percorso avanzato, che prevede la sottoscrizione del cosiddetto «patto trattamentale»; la casa circondariale di Genova Pontedecimo è, invece, Istituto destinato esclusivamente a detenuti cosiddetti «sex offenders».
  Quanto alle dotazioni del personale della polizia penitenziaria, presso gli istituti della regione Liguria risultano, a fronte di una previsione organica di 1236 unità, coperti 1110 posti ed effettivamente in servizio 984 unità, tenuto conto dei distaccati, disposti dall'amministrazione, in numero di 138, mentre 12 unità risultano distaccate in entrata.
  La maggior carenza riguarda i ruoli intermedi degli ispettori e sovrintendenti (pari al 58 per cento), mentre nel ruolo degli agenti e assistenti, allo stato, risulta una sofferenza organica di 107 unità, pari all'11 per cento dell'organico previsto.
  La situazione degli organici assegnati agli istituti penitenziari della Liguria sarà tenuta in debita considerazione in occasione delle nuove assegnazioni,
  A tale riguardo si evidenzia che, in attesa della riattivazione delle procedure concorsuali per l'assunzione di 300 unità maschili e 100 femminili, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 19 ottobre 2016 l'amministrazione penitenziaria è stata autorizzata ad assumere n. 887 unità di agenti già vincitori di concorso.
  E, nell'ambito di tale quadro, il decreto-legge n. 244 del 30 dicembre 2016 (decreto «milleproroghe»), convertito con legge 27 febbraio 2017, n. 19, ha previsto la proroga, sino al dicembre 2017, della validità delle graduatorie dei concorsi banditi ai sensi dell'articolo 2199 del codice dell'ordinamento militare, pubblicate in data non anteriore al 1o gennaio 2012.
  Tale intervento normativo consentirà, dunque, all'amministrazione di attingere alle predette graduatorie per avviare le procedure finalizzate all'assunzione, nell'anno in corso, di 887 donne e uomini, che andranno a colmare, in parte, il vuoto in organico del corpo di polizia penitenziaria.
  Si tratta di un primo passo, ma molto importante, che dimostra la costante attenzione riservata dal Governo a tale questione e che intende migliorare le condizioni di lavoro negli istituti, garantirne maggior sicurezza ed assicurare un miglior trattamento per le persone detenute.
  Nella medesima direzione vanno, inoltre, gli interventi tendenti a limitare al minimo la possibilità che il personale della polizia penitenziaria sia assegnato ad attività diverse da quelle proprie dell'istituzione. In questo senso, presso il Gabinetto del Ministero della giustizia, proprio in questi giorni, sono state organizzate apposite riunioni sul tema con la partecipazione dei vertici di tutte le articolazioni ministeriali interessate.
  Il potenziamento dei personale della polizia penitenziaria, unito alla continua formazione, è obiettivo finalizzato al complessivo miglioramento della vita detentiva ed a minimizzare anche il rischio di eventi critici e, in particolare, di atti di autolesionismo.
  L'argomento investe, evidentemente, un tema di estrema delicatezza, su cui è concentrato il massimo impegno da parte del Ministero della giustizia.
  Nella consapevolezza dell'importanza delle condizioni delle strutture penitenziarie per il benessere di quanti sono ivi ristretti e vi lavorano, evidenzio che il tema mi vede direttamente impegnato in ogni iniziativa, necessaria ed utile, alla prevenzione del rischio di gesti di autolesionismo in ambiente carcerario.
  Finalità alla cui attuazione certamente concorre l'istituzione e la nomina, con decreto del Presidente della Repubblica 1o febbraio 2016 e decreto del Presidente della Repubblica del 3 marzo 2016, del garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.
  Nella consapevolezza della drammaticità di ogni atto di autolesionismo, occorre osservare, sotto il profilo statistico, che a partire dal 2013 il numero di suicidi all'interno degli istituti penitenziari ha avuto un sensibile decremento.
  Tra il 2009 e il 2012, infatti, il numero di casi è stato sempre annualmente superiore a 55, con un picco di 63 nel 2011, mentre pari a 45 e 46 sono stati gli eventi degli anni 2007 e 2008.
  Grazie al miglioramento della situazione nei nostri penitenziari, il numero si è ridotto in maniera significativa, registrandosi 42 casi di suicidio nel 2013, 43 nel 2014, 39 nel 2015, 39 nel 2016 e 10 sino al 28 febbraio 2017.
  Sul piano comparativo, poi, l'Italia, secondo le statistiche ufficiali del Consiglio d'Europa, registra uno dei tassi più bassi di casi di suicidio. Nell'ultima rilevazione del 2013, si registra un tasso di 6,5 su 10.000 in Italia, di 12,4 in Francia, di 7,4 in Germania, di 8,9 nel Regno Unito.
  I dati restano, in ogni caso, allarmanti e impongono un eccezionale sforzo dell'amministrazione penitenziaria, cui è demandata l'attuazione dei modelli di trattamento necessari alla prevenzione di ogni pericolo.
  In questa prospettiva ed alla luce delle analisi e delle riflessioni maturate nell'ambito degli Stati Generali dell'esecuzione della pena, il 3 maggio 2016 ho adottato una specifica «Direttiva sulla prevenzione dei suicidi», indirizzata al capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, prescrivendo la predisposizione di un organico piano d'intervento per la prevenzione del rischio di suicidio delle persone detenute o internate, il puntuale monitoraggio delle iniziative assunte per darvi attuazione e la raccolta e la pubblicazione dei dati relativi al fenomeno.
  In attuazione della direttiva, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha predisposto un «Piano Nazionale per la prevenzione delle condotte suicidiarie in ambito penitenziario», cui hanno fatto seguito circolari attuative trasmesse ai provveditorati regionali.
  Le misure adottate dall'amministrazione penitenziaria attengono alla formazione specifica del personale, alla raccolta ed elaborazione dei dati ed all'aggiornamento progressivo dei piani di prevenzione. Sono state, inoltre, impartite istruzioni ai provveditorati regionali ed alle direzioni penitenziarie per la conclusione di intese con regioni e servizi sanitari locali, al fine di intensificare gli interventi di diagnosi e cura, nonché l'attuazione di misure di osservazione e rilevazione del rischio.
  L'amministrazione ha anche operato sul piano dell'organizzazione degli spazi e della vita penitenziaria, con incentivazione di forme di controllo dinamico volte a limitare alle ore notturne la permanenza nelle celle, in modo da rendere agevole l'osservazione della persona in ambiente comune e ridurre le condizioni di isolamento. Allo stesso scopo, sono state adottate misure volte a facilitare, anche attraverso l'accesso protetto ad Internet, i contatti con i familiari.
  Lo scorso 3 marzo, inoltre, si è svolta presso il Ministero della giustizia una riunione nel corso della quale ho incontrato, con il capo di Gabinetto, tutti i referenti centrali e periferici dell'amministrazione penitenziaria, al fine di fare il punto sulle modalità di esecuzione, al livello locale prossimo agli istituti penitenziari, delle disposizioni contenute nella direttiva sulla prevenzione dei suicidi e sollecitarne, ove necessario, la completa e rapida attuazione.
  Sono state, inoltre, programmate attività di monitoraggio e verifica periodica degli interventi di prevenzione delineati, attività che saranno svolte istituto per istituto.
  Con la riunione del 3 marzo si è dato l'avvio ad un tavolo in convocazione permanente che esaminerà costantemente i dati relativi allo stato di attuazione della direttiva che ogni referente è tenuto a raccogliere ed a trasmettere attraverso apposito monitoraggio.
  Per quanto attiene, invece, alla tutela del diritto alla salute, l'amministrazione penitenziaria è impegnata nella promozione, sul territorio, della collaborazione tra regioni ed Asl per la costruzione di presidi sanitari adeguati ai bisogni delle persone detenute, alla luce delle linee guida in materia di modalità di erogazione dell'assistenza sanitaria negli istituti penitenziari per adulti, approvate dalla Conferenza unificata in data 22 gennaio 2015, opportunamente diffuse alle articolazioni periferiche ed alla magistratura.
  In particolare, al fine di sperimentare e di implementare il modello di assistenza sanitaria nelle carceri attraverso l'adozione della telemedicina, sono state adottate specifiche iniziative in attuazione dell'accordo, sottoscritto in data 4 agosto 2016, con federsanità ed Anci, coinvolgendo le diverse istituzioni interessate nella definizione di un modello innovativo di gestione della salute all'interno degli istituti di pena che prevede, tra l'altro, l'adozione di un diario clinico informatizzato.
  Con riferimento agli istituti liguri e nell'ambito dei servizi sanitari affidati alle aziende locali del servizio sanitario e dalle stesse organizzati secondo le esigenze dei singoli istituti, il carcere di Genova Marassi evidenzia il maggior fabbisogno per la presenza del più rilevante numero dei detenuti.
  Secondo quanto riferito dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, il servizio di guardia medica è ivi garantito ventiquattrore ore su ventiquattro e gli specialisti presenti assicurano le branche di dermatologia, infettivologia, oculistica, odontoiatria, diabetologia, radiologia, Sert, psichiatria, psicologia.
  Nel centro clinico – secondo i dati al 12 febbraio 2017 comunicati dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria – erano ospitati 60 detenuti, 20 dei quali affetti da gravi patologie infettivologiche, un detenuto in osservazione psichiatrica (5 sono i posti disponibili) e 20 con gravi patologie cliniche e disabilità motorie, che richiedono frequenti accessi in ambito ospedaliero.
  Anche negli istituti di Sanremo e La Spezia il servizio medico è assicurato giorno e notte, mentre a Imperia, Chiavari e Pontedecimo la copertura sanitaria è prestata nell'arco delle ore diurne.
  Nell'ambito, poi, della tutela della salute mentale e del processo di superamento degli O.P.G., si segnala che, dal mese di giugno 2015, presso il SAI dell'istituto penitenziario di Genova Marassi è presente una «Articolazione per la tutela della salute mentale», con 5 posti distribuiti in due camere detentive per i soggetti sottoposti ad osservazione psichiatrica, mentre altra camera detentiva, con la disponibilità di due posti letto, è destinata ai detenuti con infermità psichica sopravvenuta ed ai detenuti condannati a pena diminuita per vizio parziale di mente.
  Entro il 2017, inoltre, è prevista la realizzazione definitiva della REMS nel territorio del comune di Calice al Comoviglio (SP), prevista con delibera della regione Liguria n. 364 del 2013. In attesa della conclusione dei lavori, è stato sottoscritto un accordo con la Rems di Castiglione delle Stiviere che riserva 10 posti per gli internati liguri. Con delibera della giunta regionale 822 del 13 settembre 2016 è stata, inoltre, prevista l'attivazione di una Rems provvisoria sul territorio dell'Asl 3 di Genova, già sede di una comunità terapeutica psichiatrica.
  Grazie ad un impegno politico intenso e costante, articolato in contestuali interventi di carattere normativo ed organizzativo, di edilizia penitenziaria e di politiche del personale, le complessive condizioni detentive, in ambito regionale così come sul piano nazionale, sono decisamente migliorate.
  Il riconoscimento a livello europeo dei risultati raggiunti dall'Italia nel settore del sovraffollamento carcerario, diminuito in maniera sensibile e non episodica, rappresenta la conferma della bontà della strada intrapresa nel contribuire a mutare in senso migliorativo le condizioni di vita in carcere.
  L'azione sin qui svolta risulterà ulteriormente rafforzata dalle misure contenute nella riforma dell'ordinamento penitenziario, appena approvata dal Senato, che permetterà di introdurre strumenti adeguati per garantire una autentica funzione recuperatoria e risocializzante, in chiave costituzionalmente orientata, all'esecuzione penale.
Il Ministro della giustiziaAndrea Orlando.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

detenuto

stabilimento penitenziario

rischio sanitario