ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14555

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 695 del 19/10/2016
Firmatari
Primo firmatario: LOREFICE MARIALUCIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 19/10/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 19/10/2016
GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 19/10/2016
COLONNESE VEGA MOVIMENTO 5 STELLE 19/10/2016
MANTERO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 19/10/2016
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 19/10/2016
DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 19/10/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 19/10/2016
Stato iter:
13/12/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 13/12/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 13/12/2016

CONCLUSO IL 13/12/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14555
presentato da
LOREFICE Marialucia
testo di
Mercoledì 19 ottobre 2016, seduta n. 695

   LOREFICE, SILVIA GIORDANO, GRILLO, COLONNESE, MANTERO, NESCI e DI VITA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   già dal mese di luglio 2016 sul versante costiero del territorio ibleo, in particolare nella zona di Scicli, Modica, Pozzallo e Ispica, sono comparsi preoccupanti sintomi di malessere sulle piante di carrubo. Il sintomo visibile ad occhio nudo è rappresentato dalla secchezza diffusa di intere branche di rami;
   dopo una serie di attente analisi condotte da alcuni dottori agronomi, allertati da numerosi contadini sempre più preoccupati per il diffondersi del fenomeno, è stato possibile riuscire ad individuare e classificare l'insetto che sta generando questo danno. Si tratta di un coleottero, il cui nome volgare è «bostrico della vite» che attacca diverse essenze tra cui, oltre alla vite, il carrubo, l'olivo e svariate specie forestali;
   i danni provocati si evidenziano con profondi buchi nella corteccia degli alberi, dove ogni femmina matura deposita circa 20/30 uova. Alla schiusa delle uova, le larve formatesi si nutrono della parte midollare delle branche e dei rami, provocandone il totale disseccamento;
   essendo un insetto molto aggressivo, è necessario intervenire tempestivamente al fine di salvaguardare la specie arborea caratteristica del territorio ibleo;
   allo stato attuale non ci sono principi attivi autorizzati all'impiego sulla coltura per cui l'unico mezzo per poter controllare il fitofago rimane la soluzione agronomica, che consiste nell'effettuare una potatura delle parti colpite con l'immediata distruzione. Altra possibile soluzione secondo gli agronomi consiste nel porre «fasci di rametti esca» sul terreno nei mesi di marzo e aprile (periodo di svernamento degli adulti) per attrarre le femmine pronte ad ovidepositare. Questi fasci devono essere distrutti verso metà giugno, cioè prima della fuoriuscita degli adulti;
   a dire degli agronomi, queste soluzioni avrebbero sicuramente una certa efficacia, ma non risulterebbero risolutive del problema;
   si sta altresì manifestando una forte preoccupazione da parte dei produttori ispicesi per un virus, in parte già conosciuto, che sta distruggendo le coltivazioni di zucchine;
   il virus, che è arrivato in Sicilia nel 2015 e inizialmente non ha creato danni, adesso sta provocando la morte di quasi tutte le piantine delle serre;
   il virus si manifesta con uno accartocciamento della foglia verso il basso e il successivo ingiallimento a cui segue un blocco della crescita e la successiva morte della pianta. Come avviene per altri virus la sua trasmissione passa da pianta a pianta tramite un insetto vettore che si chiama «Bemisia tabaci» meglio nota come mosca bianca degli orti;
   il problema principale è la veloce diffusione del virus nelle campagne ispicesi, che sta annientando le coltivazioni e mandando in fumo sacrifici ed investimenti, oltre ovviamente a provocare frustrazione nei produttori locali;
   pare che il virus adesso stia attaccando anche altre specie orticole come peperoni, pomodori, patate e melanzane, anche se in maniera lieve e non paragonabile al danno provocato alle zucchine –:
   quali iniziative intendano intraprendere, per quanto di competenza, per bloccare immediatamente la grave infestazione che sta mietendo gli alberi di carrubo nel territorio ragusano e per salvaguardare la specie arborea caratteristica del territorio ibleo e l'intero paesaggio;
   se sia stata già avviata la ricerca del feromone specifico per catture massali e per bloccare la devastazione in atto;
   se sia stato identificato o sia stato avviato l’iter per identificare con esattezza il virus che sta distruggendo le coltivazioni di zucchine nel territorio ispicese e ibleo in generale;
   quali iniziative concrete intendano attivare, nell'immediato, per dare risposte a tutti gli operatori del settore agricolo, provati da questo grave fenomeno, e per tutelare il paesaggio del territorio ibleo, considerata la situazione davvero preoccupante e considerato altresì che l'economia del ragusano si basa proprio sull'agricoltura. (4-14555)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 13 dicembre 2016
nell'allegato B della seduta n. 713
4-14555
presentata da
LOREFICE Marialucia

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, relativa ai danni procurati da parassiti alle piante di carrubo e di zucchine in Sicilia, sulla base degli elementi acquisiti dall'istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), si rappresenta quanto segue.
  Il carrubo, il cui nome deriva dall'arabo « kharrub», è una pianta sempreverde, molto longeva, potendo superare anche i cinque secoli, e di grande taglia: riesce a raggiungere i 10-12 metri d'altezza, mentre il diametro della chioma spesso supera i 10 metri. La prima domesticazione del carrubo, appartenente alla famiglia delle leguminose, è avvenuta nel bacino orientale del Mediterraneo, ad opera dei greci, che poi la estesero in Sicilia. Gli arabi ne intensificano la coltivazione e la propagarono fino in Marocco e in Spagna.
  Attualmente la coltivazione del carrubo è diffusa nella Spagna meridionale e nelle Baleari, nel Portogallo, nelle coste settentrionali dell'Africa, nella Palestina, nel Libano e in Italia, soprattutto in Sicilia, che resta la regione italiana più ricca di carrubi. Nell'isola la coltivazione è concentrata nella fascia di territorio compresa fra le valli del Dirillo e dell'Anapo. Nella sola Provincia di Ragusa si trova il 72 per cento della superficie nazionale investita a carrubo, che fornisce il 70 per cento della produzione italiana e il 78 per cento di quella isolana. Ancora oggi, nonostante le frequenti estirpazioni per far posto alle colture intensive ed in serra, il carrubo domina quasi incontrastato e spesso, nei terreni più scoscesi, costituisce l'unica macchia di vegetazione. Le varietà di carrubo più diffuse in Sicilia sono la «Latinissima», la «Racemosa», la «Morescona», la «Saccarata» e la «Falcata». Nel ragusano operano ancora oggi una decina di aziende di trasformazione delle carrube, sia per uso zootecnico sia per uso alimentare o farmaceutico.
  Le parti più importanti del frutto (legume) del carrubo sono la polpa ed i semi. Dalla prima si possono ottenere diversi prodotti: uno di questi è uno sfarinato al 10 per cento di umidità, essiccato onde renderlo insilabile e scorrevole, pronto all'impiego immediato nella fabbricazione dei mangimi composti. Per quanto riguarda le sue proprietà dietetiche, con particolare riferimento al suo potere assorbente intestinale, questo prodotto è indicato con grande vantaggio in ogni regime speciale destinato al recupero di soggetti reduci da malattie infettive o da gravi disturbi del tratto digerente.
  Da qualche tempo sono segnalate, soprattutto nei comprensori di Scicli, Modica, Pozzallo e Ispica, in particolare sul versante costiero, disseccamenti diffusi sulle piante di carrubo, che interessano intere branche di rami. Alcuni entomologi hanno classificato Pinsetto che sta generando il danno. Si tratta del bostrico della vite (Sinoxylon perforans), un coleottero xilofago (cioè che si nutre di legno) e polifago, nel senso che attacca numerose piante arboree, sia fruttifere (vite, pomacee, drupacee, kaki, fico, olivo, carrubo, noce, ecc.) sia forestali (quercia, castagno, ecc.), generalmente su parti morte delle piante, inclusi i residui delle potature.
  Finora sono stati segnalati danni significativi sulla vite. Sui tralci delle viti e sui rami degli alberi in genere, la femmina dei bostrichi ricava da 3 a 6 gallerie. Dopo essere state fecondate, le femmine iniziano ad ovideporre fino a 150-180 uova di colore bianco, lisce e di forma allungata che vengono deposte in gruppetti di 20-60 elementi, all'interno delle escavazioni. L'incubazione dura fino a metà-terza decade di maggio poi si ha la fuoriuscita sulle piante delle piccole larve. Il danno è causato dall'azione meccanica di scavo delle gallerie all'interno dei rametti a cui si aggiunge la patogenicità di alcune specie di funghi come Fusarium solani. Anche altri parassiti fungini patogeni e batteri possono penetrare nei tessuti legnosi attraverso i fori di entrata, comportando stress fisiologici con conseguente declino che può divenire irreversibile con la morte della pianta.
  Riguardo alle iniziative volte a bloccare la grave infestazione che sta mietendo gli alberi di carrubo e per salvaguardare la specie arborea caratteristica del territorio ibleo e dell'intero paesaggio, si segnala che Ceratonia siliqua è una specie naturale indigena che nel suo areale può essere minacciata solo temporaneamente da nuovi infestanti come dimostra la sua permanenza nel corso dei millenni. Si ricorda che le esplosioni di infestanti dipendono spesso dalla mancanza di predatori e sono spesso conseguenti al degrado ambientale. La lotta contro il bostrico della vite è quasi esclusivamente di tipo agronomico, poiché è molto difficile raggiungere sia le larve che gli adulti che vivono all'interno delle gallerie del legno. La lotta agronomica si basa sulla rimozione dei tralci secchi e infestati e sulla rimozione e distruzione dei resti della potatura. E importante eliminare i vecchi tralci lasciati per dare sostegno a quelli nuovi. Altra pratica utile consiste nel posizionare, da metà aprile a metà maggio, dei fasci esca di rami e tronchetti di piccolo diametro sul terreno per attrarre le femmine pronte ad ovideporre. Tali fasci devono essere rimossi e bruciati verso metà giugno prima della fuoriuscita degli adulti.
  In relazione all'eventuale avvio di una ricerca del feromone specifico per catture massali e per bloccare la devastazione in atto, si afferma che l'impiego di feromoni è da diversi autori indicata come la forma più efficace di lotta e meno invasiva per l'ambiente in senso lato. Essa consiste nel posizionare apposite trappole di cattura contenenti il principio attivo Ips-dienol, un feromone sintetico, disponibile sotto forma di vari formulati commerciali.
  In merito all'identificazione o all'avvio di un iter per identificare con esattezza il virus che sta distruggendo le coltivazioni di zucchine nel territorio ispicese e ibleo in generale, si segnala che il servizio fitosanitario regionale di Ragusa, ha eseguito il prelievo di campioni dalle coltivazioni di zucchine nel territorio colpito per l'identificazione del virus. Il virus, favorito da condizioni climatiche caldo-umide, ha caratteristiche simili a quello chiamato Nuova Delhi e il vettore potrebbe essere la mosca bianca dell'orto Bemisia tubaci. Gli studi sono attualmente condotti dal dipartimento di scienze agrarie e forestali dell'Università di Palermo e dalla Bionat Italia (gruppo coordinato dal professor Salvatore Walter Davino).
  In ogni caso, per quanto di competenza, questo Ministero continuerà a monitorare le attività in corso, nonché a svolgere un'attività di sollecito nei confronti degli enti territoriali competenti.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

mortalita'

protezione del paesaggio

prodotto agricolo