ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14493

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 692 del 14/10/2016
Firmatari
Primo firmatario: SPESSOTTO ARIANNA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 13/10/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE 13/10/2016
BIANCHI NICOLA MOVIMENTO 5 STELLE 13/10/2016
DELL'ORCO MICHELE MOVIMENTO 5 STELLE 13/10/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 13/10/2016
Stato iter:
13/12/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 13/12/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 13/12/2016

CONCLUSO IL 13/12/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14493
presentato da
SPESSOTTO Arianna
testo di
Venerdì 14 ottobre 2016, seduta n. 692

   SPESSOTTO, LIUZZI, NICOLA BIANCHI e DELL'ORCO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
   il regolamento (UE) 2015/757 stabilisce norme per il monitoraggio, la comunicazione e la verifica accurati delle emissioni di anidride carbonica (CO2) e di altre informazioni pertinenti in relazione alle navi che arrivano, circolano o partono dai porti sotto la giurisdizione di uno Stato membro, al fine di promuovere in modo efficace dal punto di vista dei costi la riduzione delle emissioni di CO2 derivanti dal trasporto marittimo;
   gli accertamenti sul rispetto degli obblighi relativi alle emissioni inquinanti legate all'utilizzo dei combustibili, da effettuarsi mediante il campionamento e l'analisi dei combustibili per uso marittimo contenuti nei serbatoi della nave e mediante controlli sui documenti di bordo e sui bollettini di consegna dei combustibili, sono di competenza del Corpo delle capitanerie di porto e della guardia costiera, mentre le sanzioni sono irrogate dalla autorità portuale;
   da un recente articolo apparso sul Corriere del Veneto il 29 settembre 2016, è emerso che la capitaneria di porto di Venezia, nel corso dei suoi controlli, ha riscontrato – in questi ultimi due anni – numerose irregolarità in merito ai carburanti utilizzati dalle navi da crociera;
   in particolare, nel 2015, su 60 controlli, 6 navi sono state multate per l'utilizzo di carburanti con tenore di zolfo oltre i limiti prescritti dalla legge, mentre per il 2016, su 80 controlli, sono state multate 5 navi, per un totale di 11 sanzioni comminate dalla capitaneria di porto di Venezia nel giro di due anni;
   le informazioni relative alle compagnie da crociera sanzionate sono state rese note all'opinione pubblica solo di recente, nonostante la sottoscrizione dell'accordo volontario Venice Blue Flag, che prevede l'impegno di utilizzo in laguna, sia in fase di navigazione sia in fase di attracco, di carburante con contenuti di zolfo inferiore allo 0,1 per cento;
   nessun atto di controllo specifico in merito alle emissioni inquinanti da grandi navi viene riportato nella sezione informazioni ambientali della autorità portuale di Venezia né della capitaneria di porto;
   i dati della Commissione europea stimano che 50.000 persone muoiono prematuramente ogni anno in Europa a causa dell'inquinamento dell'aria a causa del trasporto marittimo, e questo nonostante siano disponibili misure adeguate per risolvere efficacemente il problema –:
   se i Ministri interrogati possano fornire informazioni dettagliate sui controlli effettuati dalle autorità competenti negli ultimi anni sul rispetto degli obblighi relativi alle emissioni inquinanti da parte delle grandi navi e rendere altresì noti tutti i dati relativi alle irregolarità, con le relative sanzioni, eventualmente riscontrate durante i suddetti controlli.
(4-14493)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 13 dicembre 2016
nell'allegato B della seduta n. 713
4-14493
presentata da
SPESSOTTO Arianna

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  Si segnala, in via preliminare, che nel Consiglio dei ministri del 12 ottobre 2015, è stato approvato il decreto legislativo, n. 172 del 2015 recante «Attuazione della direttiva 2013/39/UE, che modifica le direttive 2000/60/CE per quanto riguarda le sostanze prioritarie nel settore della politica delle acque».
  Il provvedimento modifica alcune disposizioni del decreto legislativo n. 152 del 2006, e riguarda gli
standard di qualità ambientale nel settore della politica delle acque. L'obiettivo è combattere l'inquinamento idrico rafforzando il monitoraggio dello stato delle acque.
  Il decreto aggiorna, recependo le indicazioni della normativa europea, gli elenchi delle sostanze chimiche ritenute maggiormente pericolose con 12 nuove sostanze tra cui componenti contenuti in prodotti fitosanitari, sostanze chimiche industriali e sottoprodotti della combustione, rivedendo inoltre i livelli di concentrazione di altre 7 sostanze già incluse nell'elenco, in linea con i parametri indicati dall'Unione europea. Vengono definiti anche i termini e le modalità certe con cui eseguire il monitoraggio sulle acque e contestualmente viene introdotto l'obbligo di un continuo controllo delle sostanze presenti nell'elenco definito dalla Commissione europea.
  Le regioni e le province autonome, avvalendosi delle agenzie regionali per l'ambiente, applicano gli standard di qualità ambientale (SQA), con l'obiettivo di raggiungere il buono stato chimico delle acque entro il 2021 per le sostanze individuate in passato ed entro il 2027 per le nuove sostanze individuate.
  Con specifico riferimento alle emissioni in atmosfera delle grandi navi da crociera, che contribuiscono ad abbassare la qualità dell'aria, la normativa nazionale in materia (decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 155 e successive modificazioni e integrazioni) affida alle regioni e alle province autonome le attività di valutazione finalizzate a conoscere il contesto territoriale e quelle di pianificazione volte ad identificare gli interventi più efficaci per assicurare il rispetto degli standard di qualità dell'aria e ad assicurarne l'attuazione.
  A queste ultime compete quindi il monitoraggio degli inquinanti atmosferici, la predisposizione dei piani o programmi per il risanamento e la tutela della qualità dell'aria (compresa l'individuazione dei soggetti deputati all'attuazione di tali piani quali ad esempio la regione stessa o i comuni) nonché la trasmissione al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare delle relative informazioni per l'invio alla Commissione europea.
  La regione Veneto, per fronteggiare il problema dell'inquinamento atmosferico, con deliberazione del Consiglio regionale n. 57 dell'11 novembre 2004, ha approvato il piano regionale di tutela e risanamento dell'atmosfera che definisce le prime misure atte a ridurre l'inquinamento atmosferico nel Veneto per gli inquinanti considerati critici.
  A seguito dell'entrata in vigore del decreto legislativo n. 155 del 2010, la regione ha quindi provveduto a definire un secondo piano di risanamento e tutela della qualità dell'aria, tenendo in particolare considerazione le misure definite a livello di bacino padano.
  Tale Piano è stato approvato con deliberazione n. 34 del 15 aprile 2014 e include una serie di misure che mirano alla riduzione dei principali inquinanti atmosferici, con un orizzonte temporale fino al 2020.
  A livello nazionale si segnala che, stante la competenza primaria delle regioni in materia di valutazione e gestione della qualità dell'aria, l'azione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare è stata mirata a garantire un costante e fondamentale supporto alle amministrazioni regionali e locali.
  In primo luogo, al fine di favorire un confronto istituzionale sul tema della valutazione e gestione della qualità dell'aria, è stato istituito presso questo Ministero un Coordinamento tra i rappresentanti del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, del Ministero della salute, di ogni regione e provincia autonoma, dell'Unione delle province italiane (UPI) e dell'Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI), nonché delle agenzie e degli istituti tecnici con competenze in materia ambientale (ISPRA, ISS, ENEA, CNR). Nel contesto di tale coordinamento sono individuati gli indirizzi comuni per la valutazione della qualità dell'aria, anche in relazione agli strumenti di pianificazione.
  Anche con le amministrazioni regionali è stata avviata un'interlocuzione finalizzata a porre in essere soluzioni mirate e condivise per l'individuazione delle misure per il miglioramento della qualità dell'aria specifiche per i diversi territori.
  In particolare, nel dicembre 2013 è stato sottoscritto un importante accordo di programma tra i Ministri dell'ambiente, dello sviluppo economico, delle infrastrutture e trasporti, delle politiche agricole e della salute, aventi competenza in settori che producono emissioni in atmosfera, e le regioni e province autonome del Bacino Padano.
  Tale Accordo prevede l'istituzione di appositi gruppi di esperti con il compito di analizzare i principali settori produttivi (trasporto merci e passeggeri, riscaldamento civile e risparmio energetico, industria, agricoltura) e di individuare, con riferimento ad ogni singolo settore, specifiche misure analizzate anche in relazione alle ricadute ambientali e agli effetti socio economici. Le regioni del bacino padano dovranno quindi provvedere all'adozione delle misure elaborate dai gruppi attraverso una modifica dei propri piani di qualità dell'aria.
  Relativamente al transito delle grandi navi da crociera in laguna, si evidenzia che il decreto interministeriale 2 marzo 2012 recante disposizioni generali per limitare o vietare il transito delle navi mercantili per la protezione di aree sensibili del mare territoriale, all'articolo 2, comma 1, prevede, per motivi di protezione dell'ambiente marino, ulteriori misure di protezione per zone particolarmente vulnerabili, tra cui i canali di San Marco e della Giudecca nella laguna di Venezia (battuti dalle navi facenti ingresso o uscenti dalle Bocche del Lido), con divieto di transito per quelle unità di tonnellate di stazza lorda (TSL) superiori a 40.000.
  Lo stesso decreto, all'articolo 3, prevede disposizioni transitorie subordinanti l'applicazione del divieto di cui al richiamato articolo 2, alla disponibilità di vie di navigazione alternative a quelle vietate, come individuate con specifica ordinanza n. 153 del 2013 (per profili tecnico-nautici e di sicurezza della navigazione) della Capitaneria di Porto di Venezia.
  La predetta ordinanza è stata oggetto di annullamento da parte del Giudice amministrativo.
  Ciò nonostante, l'allora misura temporanea di mitigazione del rischio della soglia limite delle 96.000 TSL, secondo quanto appreso dalla capitaneria di porto di Venezia, di fatto è stata autonomamente mantenuta fino ad oggi dagli agenti raccomandatari marittimi nel programma degli scali crocieristici presentati a seguito degli impegni assunti dall'autorità portuale anche nelle diverse riunioni interministeriali.
  Inoltre, a seguito dell'operatività del nuovo terminal Ro-Ro/Pax di Fusina, raggiungibile dalle opposte bocche di Malamocco, con percorso in direzione Marghera – zona industriale, tutte le navi traghetto non percorrono più i canali di San Marco e della Giudecca oggetto di divieto. Si precisa, al riguardo, che anche le navi adibite al traffico merci in atto transitano attraverso le stesse bocche di Malamocco.
  Peraltro, sulla base delle informazioni fornite dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, si segnala che le compagnie di navigazione hanno già operato una programmazione in riduzione del traffico.
  La tematica in argomento viene affrontata anche nell'ambito della valutazione di impatto ambientale. Attualmente, infatti, sono all'esame istruttorio della Commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale VIA e VAS le procedure relative ai seguenti progetti: «Adeguamento via acquea di accesso alla stazione marittima di Venezia e riqualificazione delle aree limitrofe al Canale Contorta Sant'Angelo» e «Nuovo Terminal Crociere di Venezia alla Bocca di Lido denominato Venis Cruise 2.0». Detti progetti hanno la finalità di rispondere a quanto previsto dal citato decreto interministeriale.
  Nel corso delle suddette istruttorie tecniche verranno tenuti in debita considerazione i problemi relativi all'impatto del transito delle grandi navi in laguna e degli scavi di nuovi canali per realizzare vie d'acqua di accesso alternative a quelle del canale di San Marco e della Giudecca. Saranno altresì opportunamente valutate tutte le eventuali opzioni alternative per il passaggio delle grandi navi in laguna.
  Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare si sta comunque adoperando per attivare i contatti necessari al fine di organizzare un apposito incontro con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, per un esame congiunto e complessivo dell'intera problematica, anche al fine di dare piena attuazione al decreto interministeriale 2 marzo 2012.
  Da ultimo si segnala che dal 1o gennaio 2020 entrerà in vigore nelle acque mondiali il nuovo limite dello 0,5 per cento del tenore di zolfo nei combustibili marittimi. Lo ha deciso l'assemblea plenaria del MEPC, il Comitato per la protezione dell'ambiente marino, riunito in questi giorni a Londra. Con il voto favorevole della maggioranza delle delegazioni nazionali presenti, tra cui quello del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare italiano, è stato dunque raggiunto un traguardo di strategica importanza per limitare l'impatto delle emissioni in atmosfera delle navi. Con i nuovi rigorosi limiti in materia di emissioni solforose, il settore marittimo da un importante contributo all'attuazione dell'accordo raggiunto alla Cop21 di Parigi.
  La previsione era già inserita nella normativa internazionale e prevista dalla direttiva europea di riferimento: tuttavia la sua attuazione su scala globale era tutt'altro che scontata, perché condizionata all'esito positivo della valutazione sulla disponibilità di combustibile a basso tenore di zolfo in misura adeguata alle necessità del trasporto via mare di passeggeri e merci. Lo studio condotto dall'IMO, l'Organizzazione marittima internazionale dell'ONU che elabora il diritto marittimo convenzionale, ha fornito alle delegazioni mondiali attraverso studi indipendenti le basi tecnico-scientifiche sulle quali poggiare le proprie determinazioni di merito.
  Quanto riferito testimonia che le problematiche rappresentate dall'interrogante sono tenute in debita considerazione da parte di questo Ministero, il quale ha provveduto, e provvederà per il futuro, alle attività e valutazioni di competenza in materia con il massimo grado di attenzione, e a svolgere un'attività di monitoraggio e sollecito, tenendosi informato anche attraverso gli altri enti istituzionali competenti.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

inquinamento atmosferico

lotta contro l'inquinamento

mortalita'