ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14475

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 691 del 12/10/2016
Firmatari
Primo firmatario: BRIGNONE BEATRICE
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Data firma: 12/10/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIVATI GIUSEPPE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 12/10/2016
MAESTRI ANDREA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 12/10/2016
MATARRELLI TONI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 12/10/2016
PASTORINO LUCA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 12/10/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 12/10/2016
Stato iter:
22/02/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/02/2017
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/02/2017

CONCLUSO IL 22/02/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14475
presentato da
BRIGNONE Beatrice
testo di
Mercoledì 12 ottobre 2016, seduta n. 691

   BRIGNONE, CIVATI, ANDREA MAESTRI, MATARRELLI e PASTORINO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:
   l'uccellagione è una pratica di caccia attuata con l'impiego di dispositivi fissi e finalizzati alla cattura indiscriminata e di massa di uccelli migratori. Tale terrificante pratica ha negli anni maltratto milioni di uccelli per renderli prigionieri con il solo scopo di essere utilizzati come richiami vivi nella caccia;
   i richiami vivi sono catturati nei roccoli – ovvero impianti muniti di reti da uccellagione – mezzi di cattura proibiti dalla direttiva «uccelli» 147/2009/CE e consegnati poi ai cacciatori per essere utilizzati come richiami nella caccia da appostamento, detenendoli per sempre in gabbie talmente piccole da non poter mai più aprire nemmeno le ali;
   la legge n. 115 del 2015 recante disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea (legge europea 2014) vieta l'uso di reti, trappole e vischio per catturare merli, tordi, allodole e tante altre specie di uccelli selvatici; inoltre, la legge 11 febbraio 1992, n. 157, impone all'articolo 3, il divieto di uccellagione;
   i roccoli e le reti hanno procurato tanta sofferenza agli uccelli migratori e le leggi vigenti hanno posto fine a una vera tortura;
   tuttavia, in Friuli Venezia Giulia, riapre l'uccellagione. Infatti, il provvedimento n. 31 pubblicato il 3 agosto 2016 sul Bollettino della Gazzetta Ufficiale della regione, recita: «Atteso che allo stato attuale gli allevamenti presenti in Regione, con riferimento alle specie Merlo, Cesena, Tordo bottaccio e Tordo sassello e utilizzate come richiamo vivo, non risultano in grado di soddisfare la richiesta proveniente dai soggetti esercitanti l'attività venatoria con conseguente possibile ricorso, da parte di questi ultimi, a individui di cattura»;
   in Friuli Venezia Giulia la caccia da appostamento fisso agli uccelli migratori si pratica già da molti anni in contrasto con la legge quadro in materia di caccia e con la direttiva europea 157/2009. Infatti, tutti i cacciatori possono cacciare con richiami vivi a seguito e nel contempo, quindi, svolgere altre attività venatorie;
   tuttavia, si ricorda che il comma 5 dell'articolo 12 della legge n. 157 del 1992 attesta: «fatto salvo l'esercizio venatorio con l'arco o coi il falco, l'esercizio venatorio stesso può essere praticato in via esclusiva in una delle seguenti forme: a) vagante in zona Alpi; b) da appostamento fisso; c) nell'insieme delle altre forme di attività venatoria consentite dalla presente legge e praticate nel rimanente territorio destinato all'attività venatoria programmata»;
   autorizzare la pratica dell'uccellagione è inoltre un modo per aumentare le pratiche di bracconaggio di volatili destinati a uso di richiamo per l'attività venatoria –:
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto in premessa;
   come si intenda garantire il rispetto delle disposizioni dettate in materia di uccellagione dalla direttiva europea «uccelli» 147/2009 e dall'articolo 3 della legge n. 157 del 1992;
   tenendo conto che ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 157 del 1992 «la fauna è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell'interesse della comunità nazionale e internazionale», se non ritengano necessario e urgente assumere iniziative, per quanto di competenza, per evitare condanne da parte della Corte di giustizia europea nel rispetto della volontà di milioni di cittadini che non approvano la barbarie messa in atto con la pratica dell'uccellagione e quanto deciso dalla regione friulana. (4-14475)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 22 febbraio 2017
nell'allegato B della seduta n. 746
4-14475
presentata da
BRIGNONE Beatrice

  Risposta. — Con riferimento alle problematiche inerenti alla pratica dell'uccellagione evidenziate nell'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti da parte della competente direzione del Ministero, si rappresenta quanto segue.
  In via preliminare, si rammenta che la cattura di uccelli da utilizzare come richiami durante la caccia da appostamento e l'utilizzo delle reti sono vietate per legge, ma eventualmente autorizzabili con le procedure previste dall'articolo 19-bis della legge 11 febbraio 1992, n. 157 che recepisce le deroghe di cui all'articolo 9 della direttiva 2009/147/CE.
  Pertanto, in relazione alle questioni poste dagli onorevoli interroganti, si fa presente che le regioni possono, sulla base della normativa vigente, attivare deroghe al divieto di prelievo di uccelli, laddove accertino la sussistenza di tutte le condizioni per la loro applicazione.
  Al riguardo, si segnala, peraltro, la disponibilità espressa da questo Ministro ad attivare un tavolo tecnico di confronto presso la Conferenza Stato-Regioni, finalizzato a definire le Linee guida per la corretta e concreta applicazione del regime di deroga.
  In questo contesto generale, si ricorda che le regioni hanno da tempo avviato programmi di sostituzione della cattura di uccelli da richiamo con l'allevamento di uccelli da utilizzare a tal fine. Le predette iniziative, intraprese dalle regioni e relative all'uso di richiami vivi provenienti da allevamenti riconosciuti, risultano in sintonia con le indicazioni dell'ISPRA, che riconosce nella produzione attraverso allevamenti controllati una valida alternativa alla cattura di uccelli selvatici, in linea con il dettato della Direttiva 2009/147/CE.
  Tanto premesso, si precisa che la recente Delibera n. 31 pubblicata il 3 agosto 2016 sul Bollettino della Gazzetta ufficiale, della regione Friuli Venezia Giulia, non autorizza la cattura di richiami vivi da impiegare durante le cacce da appostamento, bensì il prelievo di uccelli da utilizzare come riproduttori per il potenziamento degli allevamenti di richiami vivi nati in cattività.
  Nello specifico, la delibera in questione stabilisce che il numero complessivo di turdidi da prelevare in due impianti di cattura denominati bresciane operanti in Provincia di Udine e Pordenone è di 346 individui.
  Peraltro, nei diversi pareri resi dall'ISPRA su richiesta della stessa regione Friuli Venezia Giulia e citati nella predetta delibera, ha fornito indicazioni cui la regione si è attenuta.
  Pertanto, le procedure seguite dalla regione Friuli Venezia Giulia nell'emanazione della delibera appaiono in linea con quanto indicato nel citato articolo 19-bis, comma 4, della legge 11 febbraio 1992, n. 157, inclusa la trasmissione del provvedimento in deroga alla competente direzione del Ministero e la pubblicazione sul Bur.
  Al momento, inoltre, non risulta a questo ufficio che la regione Friuli Venezia Giulia, abbia iniziato le attività di cattura di uccelli nei due impianti autorizzati dalla richiamata delibera.
  Ad ogni modo, si rassicura che questo Ministero, per quanto di competenza, continuerà a tenersi informato, senza ridurre in alcun modo lo stato di attenzione su tali tematiche.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

direttiva comunitaria

selvaggina

Corte di giustizia CE