ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14452

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 689 del 10/10/2016
Firmatari
Primo firmatario: DAGA FEDERICA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 10/10/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 10/10/2016
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 10/10/2016
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 10/10/2016
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 10/10/2016
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 10/10/2016
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 10/10/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 10/10/2016
Stato iter:
22/02/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/02/2017
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/02/2017

CONCLUSO IL 22/02/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14452
presentato da
DAGA Federica
testo di
Lunedì 10 ottobre 2016, seduta n. 689

   DAGA, TERZONI, ZOLEZZI, MANNINO, DE ROSA, BUSTO e MICILLO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   in pieno centro a Roma la notte del 23 settembre 2016 si è sfiorata la tragedia, quando una palazzina di quattro piani è parzialmente crollata in via della Farnesina 5, in zona di Ponte Milvio;
   non ci sono state vittime né feriti (lo stabile era stato fatto evacuare parzialmente dai vigili del fuoco), ma nel complesso sono 110 le persone evacuate e una quarantina di persone ha perso la casa;
   da fonti stampa si apprende che le origini del crollo non sono note, e che la procura di Roma ha aperto un'inchiesta per crollo colposo e disposto il sequestro dello stabile. È indubbio che se il fascicolo del fabbricato fosse stato obbligatorio, se si fossero avviati seri censimenti sullo stato degli edifici, se si facesse attività di prevenzione e messa in sicurezza per il rischio idrogeologico, se si costruisse bene, forse questo ennesimo crollo si sarebbe potuto evitare. Inoltre, con il fascicolo di fabbricato, sarebbe stato possibile ricostruire la successione di tutti gli interventi che sono stati realizzati all'interno dello stabile dalla sua costruzione ad oggi;
   la zona in cui è avvenuto questo recente crollo, dista pochi chilometri da quella del palazzo semicrollato sul lungotevere Flaminio, nel gennaio 2016. I due casi, così come molti altri simili (che in questa sede si evita di citare) che si sono susseguiti negli anni passati, rivelano quanto preoccupante sia lo stato di vetustà e ammaloramento del patrimonio edilizio romano e dimostrano la fragilità del suo sottosuolo, e quanto seri siano i rischi contro il dissesto che la Capitale deve affrontare;
   il 15 luglio del 2010 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la regione Lazio firmarono l'accordo di programma 2010, «Finalizzato alla programmazione e al finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio Idrogeologico» stanziando con fondi del bilancio ministeriale per la quota parte di 60 milioni di euro e della regione Lazio per la quota parte di 30 milioni di euro. Ma ad oggi molte opere dell'elenco presenti nell'accordo di programma non sono state eseguite e la gran parte dei fondi risulta ancora nelle casse regionali –:
   se il Ministro non ritenga sia opportuno promuovere un'iniziativa normativa volta a prevedere che il certificato di agibilità e le altre certificazioni degli edifici anche relative alle manutenzioni inizino a strutturare una banca dati digitale dove amministrazione locale, protezione civile e vigili del fuoco possano accedere anche in coordinamento con i piani di sicurezza di protezione civile comunale;
   se il Ministro interrogato possa indicare i finanziamenti erogati a partire dal 1999, ossia stanziati dopo l'evento di Sarno e l'entrata in vigore del decreto-legge n. 180 del 1998, per la messa in sicurezza delle aree in frana di Roma;
   se il Ministro interrogato, per quanto di competenza, possa fornire informazioni sullo stato di attuazione degli interventi di mitigazione contro il dissesto ricadenti nella città di Roma, previsti dall'accordo di programma del 2010 e dagli ulteriori atti integrativi;
   se il Ministro possa indicare i motivi per cui esistono dei ritardi per alcuni interventi di mitigazione del rischio idrogeologico previsti negli accordi di programma del 2010 e non ancora realizzati nella Capitale. (4-14452)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 22 febbraio 2017
nell'allegato B della seduta n. 746
4-14452
presentata da
DAGA Federica

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  I fenomeni franosi, alluvionali e sismici di seria entità che colpiscono il nostro Paese, evidenziano la necessità di intervenire in maniera non frammentaria ma su scala nazionale e con maggiore efficacia nell'ambito della prevenzione e della manutenzione idrogeologica.
  L'origine dei dissesti, è sempre più spesso da imputare ad eventi di trasformazione. In particolare, oltre a fattori patologici quali l'abusivismo edilizio, vi sono comunque da considerare i fenomeni legati all'urbanizzazione ed alla conseguente impermeabilizzazione dei suoli. Altro fattore rilevante nell'aggravamento del rischio idrogeologico, è costituito dalla deforestazione e dal sempre crescente abbandono delle colture agricole, che ha comportato un parziale abbandono delle opere di protezione e della loro manutenzione, in particolare il progressivo degrado delle opere e dei sistemi di drenaggio utili ad evitare l'innesco di fenomeni di dissesto gravitativo.
  Per tali ragioni, a partire dal 2014 il Governo ha predisposto una serie di interventi normativi che hanno fortemente inciso sulla programmazione e sull'attuazione degli interventi in materia di rischio idrogeologico.
  In tal senso si possono richiamare l'articolo 10 del decreto-legge n. 91 del 2014 (convertito, con modificazioni, dalla legge n. 116 del 2014) e gli articoli 7 e 9 del decreto-legge n. 133 del 2014 (convertito, con modificazioni, dalla legge n. 164 del 2014).
  Con il primo provvedimento i presidenti di regione sono subentrati alle precedenti gestioni commissariali in materia di mitigazione del rischio idrogeologico, con poteri ampliati e rafforzati allo scopo di accelerare e semplificare sia la fase di progettazione che quella di autorizzazione e successiva esecuzione.
  Con il secondo provvedimento sono state invece definite nuove regole di programmazione, a far data dal 2015, degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, al fine di superare le frammentarietà del passato e garantire una nuova programmazione nazionale coerente con il quadro effettivo della pericolosità e del rischio, fondata su criteri trasparenti che tengono anzitutto conto degli strumenti di pianificazione approvati.
  Nell'ambito di questa cornice normativa questo Ministero, insieme alla struttura di missione contro il dissesto idrogeologico presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, ha avviato il piano operativo nazionale degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico per il periodo 2014-2020. Al fine di assicurare l'avvio degli interventi più urgenti di contrasto al rischio idrogeologico nelle aree soggette a frequenti esondazioni, con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 settembre 2015 è stato altresì individuato, nell'ambito del piano operativo nazionale, un piano stralcio aree metropolitane costituito da un insieme di interventi di mitigazione del rischio riguardanti le aree metropolitane e le aree urbane con alto livello di popolazione esposta a rischio di alluvione.
  Con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 maggio 2015 sono stati stabiliti i criteri e le modalità per definire le priorità di attribuzione delle risorse finanziarie agli interventi. Tale decreto, condiviso in sede di conferenza Stato-regioni, ha per la prima volta individuato una procedura chiara e trasparente – che si svolge in gran parte on line – che richiede, per ogni intervento proposto a finanziamento, la conoscenza approfondita del fenomeno di dissesto sul quale si intende intervenire, precisando che verranno automaticamente escluse dalla procedura le istanze relative ad interventi che non ricadano o non esplichino la loro influenza su zone perimetrale dagli atti di pianificazione di bacino o in zone critiche non perimetrate che siano state interessate da fenomeni calamitosi nel corso degli ultimi sei anni.
  Un punto di forza del decreto è che con esso si è recuperato il ruolo fondamentale svolto dalle Autorità di bacino nell'attività di pianificazione e di individuazione degli interventi per la salvaguardia del territorio, prevedendo come necessario per l'ulteriore corso della procedura il parere positivo della competente autorità di bacino, chiamata ad esprimersi sulla tipologia ed ubicazione del dissesto, sulle caratteristiche ed ubicazione delle opere, sulla relazione funzionale tra le opere e il dissesto, sull'effettiva relazione fra intervento proposto e recupero dell'assetto idrogeomorfologico del corso d'acqua e delle biodiversità e, se del caso, sull'esistenza del piano di gestione dei sedimenti, sulle delocalizzazioni, sull'eventuale individuazione delle cave di prestito, nonché, ovviamente, sull'inserimento dell'area interessata nella pianificazione di bacino e sulle relative classi di pericolosità e rischio.
  Si segnalano, inoltre, la legge n. 221 del 2015 che ha profondamente modificato alcune norme chiave del settore, prima fra tutte quella sulla riforma delle autorità di bacino distrettuali, e le direttive comunitarie 2000/60/CE e 2007/60/CE che individuano i due nuovi masterplan di riferimento in materia di acqua e in materia di gestione del rischio di alluvioni, coordinati a livello di distretto idrografico, approvati da questo Ministero, in coordinamento con le regioni, lo scorso 3 marzo 2016.
  In ogni caso, questo Ministero monitora costantemente l'impatto regolatorio delle normative di settore, valutando il raggiungimento delle finalità degli atti normativi, nonché gli effetti prodotti su cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni.
  L'analisi richiede il ricorso alla consultazione dei diversi portatori di interessi, in modo da raccogliere dati e opinioni da coloro sui quali la normativa in esame ha prodotto i principali effetti.
  Lo scopo è quello di ottenere, a distanza di un certo periodo di tempo dall'introduzione di una norma, informazioni sulla sua efficacia, nonché sull'impatto concretamente prodotto sui destinatari, anche al fine di superare le criticità operative che dovessero emergere e valutare possibili revisioni della disciplina in vigore.
  Con riferimento allo stato di attuazione degli interventi di mitigazione contro il dissesto ricadenti nella città di Roma previsti dall'accordo di programma del 2010 e dagli ulteriori atti integrativi si rappresenta quanto segue.
  Dopo il 1999 fino al 2010, anno di sottoscrizione dell'accordo di programma con la regione Lazio, sono stati erogati dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare 25.300.000,00 euro per interventi contro il dissesto idrogeologico nel comune di Roma.
  L'accordo di programma del 2010 prevedeva la realizzazione di 114 interventi, di cui 55 finanziati con fondi regionali e attuati tramite enti indicati dalla regione Lazio.
  Di tali interventi 10 sono ubicati nel comune di Roma, e di questi, 3 in area urbana per un importo complessivo di 9.895.000,00 euro. Lo stato di avanzamento della loro realizzazione risulta il seguente:
   consolidamento del versante occidentale della collina dei Parioli, importo 4.965.000,00 euro, lavori in corso;
   bonifica del movimento franoso a monte di via A. Labriola, importo 1.565.000,00 euro, lavori ultimati e collaudati;
   consolidamento delle cavità sotterranee lungo via G. Valli, importo 3.365.000,00 euro, in corso di progettazione.
  L'attuazione dell'ultimo degli interventi sopra elencati, i cui lavori non sono ancora iniziati, è stata ritardata fino a metà del 2014 per mancanza di finanziamento. Ottenuta la copertura finanziaria è stata avviata la progettazione attualmente in corso.
  Quanto riferito testimonia che le problematiche rappresentate dagli Interroganti sono tenute in debita considerazione da parte di questo Ministero, il quale ha provveduto, e provvederà per il futuro, alle attività e valutazioni di competenza in materia con il massimo grado di attenzione, e a svolgere un'attività di monitoraggio e sollecito, tenendosi informato anche attraverso gli altri enti istituzionali competenti.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sequestro di beni

protezione civile

edificio