ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14349

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 682 del 29/09/2016
Firmatari
Primo firmatario: FARINA GIANNI
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 29/09/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FITZGERALD NISSOLI FUCSIA DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO 04/10/2016
VEZZALI MARIA VALENTINA MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 04/10/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 29/09/2016
Stato iter:
06/12/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/12/2016
AMENDOLA VINCENZO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 04/10/2016

RISPOSTA PUBBLICATA IL 06/12/2016

CONCLUSO IL 06/12/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14349
presentato da
FARINA Gianni
testo presentato
Giovedì 29 settembre 2016
modificato
Martedì 4 ottobre 2016, seduta n. 685

   GIANNI FARINA, FITZGERALD NISSOLI, VEZZALI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   è nota da tempo la decisione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale di mettere in vendita beni dello Stato;
   già nel 1862, il Ministro delle finanze Quintino Sella, rilevato che il debito dello Stato cresceva ogni anno in maniera esponenziale, pensò a «disammortizzare» vaste proprietà dello Stato propriamente detti demaniali;
   fino ai tempi più recenti, la gestione del patrimonio immobiliare dello Stato era regolata da una normativa con scarsi riferimenti a obiettivi di carattere economico. Con gli anni Novanta si è però affermato un indirizzo politico-legislativo ispirato alla gestione produttiva del patrimonio immobiliare pubblico;
   il primo intervento legislativo in materia di dismissioni del patrimonio immobiliare dello Stato è rappresentato dalla legge n. 35 del 1992 che regolamentava la «Trasformazione degli enti pubblici economici, dismissione delle partecipazioni statali ed alienazione di beni patrimoniali suscettibili di gestione economica»;
   con la legge n. 448 del 1998 (legge finanziaria 1999), il legislatore ha inoltre previsto un ulteriore strumento normativo per agevolare la dismissione e la valorizzazione del patrimonio immobiliare statale: il conferimento o la vendita dei cespiti a società per azioni;
   con l'emanazione dell'articolo 4 della legge 23 dicembre 1999 n. 488 sono state apportate ulteriori modifiche e innovazioni di notevole rilevanza per quel che riguarda la disciplina delle alienazioni del patrimonio immobiliare dello Stato;
   il patrimonio immobiliare dello Stato ha un valore di libro di poco sotto i 60 miliardi di euro: oltre 47 mila beni censiti, 32.691 fabbricati e 14.351 aree, che valgono rispettivamente 54,1 e 4,78 miliardi di euro (sono i dati che emergono dalla piattaforma «OpenDemanio» che l'Agenzia ha lanciato online: una mappa dell'Italia con i dati consolidati annualmente nel conto patrimoniale dello Stato sulla base della tipologia, della categoria di appartenenza e della distribuzione degli immobili, aggregati per regione e provincia);
   per effetto delle modifiche introdotte dal decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, è stato altresì assegnato all'Agenzia per il demanio il ruolo di centrale di committenza per l'individuazione degli operatori a cui affidare l'esecuzione di tutti gli interventi manutentivi sugli immobili, con la sola eccezione di quelli ubicati all'estero riguardanti il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale;
   il patrimonio immobiliare dello Stato gestito dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale conta nel mondo oltre 280 immobili (aggiornati al 31 dicembre 2015), da quanto si ricava dall'elenco pubblicato sul sito del Ministero, la cui responsabilità gestionale è affidata ai Consolati italiani che sovrintendono nelle rispettive circoscrizioni consolari;
   mancando una stima del valore di mercato e del valore reale dell'insieme del patrimonio immobiliare italiano all'estero, l'alienazione di esso rischia di essere condotta senza regole, senza strategia ed obiettivi finali e senza la dovuta trasparenza;
   è il caso di alcuni immobili appartenenti allo Stato italiano messi in vendita in Svizzera attraverso le aste senza considerare adeguatamente la storia di essi;
   l'asta è sicuramente una procedura corretta, perché serve a tutelare diversi interessi: quello economico dell'amministrazione e quello alla parità di trattamento tra potenziali contraenti;
   l'asta, è uno strumento di prevenzione della corruzione, e in base alla normativa vigente l'Amministrazione con la procedura d'asta si riserva anche di annullare, sospendere o revocare, secondo la normativa vigente, la procedura d'asta i ogni fase;
   non si è voluto ricorrere a tale disciplina nel caso delle ex sedi della Casa d'Italia di Locarno e Bellinzona, sebbene la Casa d'Italia fosse stata costruita dall'emigrazione italiana e poi donata allo Stato e nonostante il municipio di Locarno avesse chiesto la sua sospensione per permettere all'autorità comunale di predisporne l'acquisto nel rispetto nelle normative locali;
   lo stesso caso di Locarno, a quanto risulta all'interrogante, si sta verificando con la messa in vendita della Casa d'Italia di Lucerna, ex sede dell'agenzia consolare, la cui proprietà dello Stato risale al 1939, grazie ad una partecipazione finanziaria della comunità italiana di ben oltre 60 mila franchi dei 158 mila totali;
   negli ultimi anni, dal 2008, è stata costituita una fondazione il cui scopo è quello di tenere in vita la Casa d'Italia al fine di assicurarne la fruibilità alla comunità italiana locale e alle sue numerose associazioni;
   come si legge sul sito del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, la scadenza della concessione della Casa d'Italia di Lucerna è prevista per il 1o gennaio 2017, ragione per cui sembra volersi cogliere tale dataper metterla in vendita onde evitare il rinnovo della concessione –:
   se si intenda rinnovare la concessione alla Fondazione della Casa d'Italia di Lucerna per permetterle di tenere fede agli impegni assunti con l'utenza, alle iniziative in calendario e ai programmi sociali allestiti, nel rispetto della missione per la quale è stata costituita;
   se il Governo intenda assumere iniziative per predisporre un piano di dismissione degli immobili al fine di permettere a soggetti italiani di organizzarsi per partecipare alle aste;
   se si intenda favorire la trattativa privata nell'eventuale vendita degli immobili – quelli di Lucerna in primis – favorendo gli attuali locatori in linea con quanto esposto in premessa, per assicurarne la continuità di pubblico servizio.
(4-14349)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 6 dicembre 2016
nell'allegato B della seduta n. 711
4-14349
presentata da
FARINA Gianni

  Risposta. — La legge di stabilità 2016 (n. 208 del 2015) all'articolo 1, comma 624, prescrive che le maggiori entrate derivanti dalle operazioni di dismissione del patrimonio immobiliare ubicato all'estero, realizzate dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (MAECI), rimangono acquisite all'entrata per un ammontare di 20 milioni di euro per l'anno 2016 e di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017 e 2018. Nel piano di dismissione sono stati inseriti alcuni degli immobili non più utilizzati a fini istituzionali o non più rispondenti alle esigenze di razionalizzazione degli spazi utilizzati dagli uffici della rete diplomatico consolare.
  I beni demaniali potenzialmente alienabili identificati – conseguentemente oggetto di decreti per consentire l'avvio delle procedure di alienazione – possono essere modificati a condizione che vengano raggiunti gli obiettivi stabiliti dalla legge di stabilità del 2016, individuando altri immobili alienabili a disposizione del patrimonio del MAECI.
  Al momento nell'edificio demaniale di Lucerna sono ospitati un asilo, l'associazione Colonia italiana ed una succursale dell'ente gestore Casli Zurigo (che utilizza gli spazi a disposizione soltanto in parte dal momento che i corsi di lingua italiana che dovrebbe gestirvi si tengono presso una scuola sita in un'altra parte della città). Risulta inoltre che alcuni locali sarebbero stati in passato subaffittati, in violazione delle clausole del contratto di concessione, al Comites (quando tale organismo era ancora operativo). La Fondazione «Casa d'Italia» ha proposto di prorogare la concessione in scadenza nel 2017, impegnandosi a realizzare importanti interventi di ristrutturazione.
  Considerato che l'attività scolastica ha già preso avvio, si consentirà intanto di proseguire – fino alla conclusione dell'anno scolastico – l'attività didattica presso l'asilo gestito dalle suore, nonostante non sia mai stato stipulato un formale atto di concessione per disciplinare detta attività.
  Nel precisare che non è stata finora adottata alcuna decisione sulla vendita, vorrei rassicurare che l'amministrazione – nel pieno rispetto delle prescrizioni normative vigenti – terrà conto anche degli interessi della comunità italiana di Lucerna, prima di assumere una decisione definitiva sul futuro dell'immobile.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionaleVincenzo Amendola.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

proprieta' immobiliare

vendita

cooperazione internazionale