ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14338

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 682 del 29/09/2016
Firmatari
Primo firmatario: ATTAGUILE ANGELO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Data firma: 29/09/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 29/09/2016
Stato iter:
30/06/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 30/06/2017
LORENZIN BEATRICE MINISTRO - (SALUTE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 30/06/2017

CONCLUSO IL 30/06/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14338
presentato da
ATTAGUILE Angelo
testo di
Giovedì 29 settembre 2016, seduta n. 682

   ATTAGUILE. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   la stampa riporta notizie circa un'impennata di casi di malattie infettive che ha colpito la provincia di Agrigento;
   tra gli ultimi trecento migranti sbarcati a Porto Empedocle a fine settembre 2016 sono registrati 133 casi di scabbia che non hanno potuto ricevere le cure adeguate;
   nello stesso periodo al pronto soccorso dell'ospedale «San Giovanni di Dio» di Villaseta (AG) si è recata una cinquantenne con una sospetta meningite batterica che è stata subito trasferita in una struttura sanitaria più adeguata;
   un caso di tubercolosi che ha colpito tre bambini rumeni si è verificato nella scuola materna di Villafranca Sicula (AG), ha destato grande preoccupazione tra il personale scolastico e le famiglie dei bambini –:
   di quali elementi disponga il Governo circa la capacità dell'ospedale di Agrigento, non dotato di un reparto di malattie infettive, di garantire la tutela della salute pubblica in un territorio teatro di sbarchi di migranti che spesso necessitano di cure tempestive e mirate, al fine di evitare la diffusione di patologia da tempo scomparse nel nostro Paese;
   se siano stati attuati tutti i protocolli sanitari al fine di diagnosticare tempestivamente eventuali malattie infettive, debellare i casi accertati e contenere la diffusione della patologia. (4-14338)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 30 giugno 2017
nell'allegato B della seduta n. 824
4-14338
presentata da
ATTAGUILE Angelo

  Risposta. — In merito alle reali capacità operative dell'ospedale «San Giovanni di Dio» di Agrigento, l'Azienda sanitaria provinciale (Asp) di Agrigento, per il tramite della locale prefettura – ufficio territoriale del Governo, ha comunicato quanto segue.
  Presso l'ospedale «S. Giovanni di Dio» di Agrigento è prevista l'istituzione, come Unità operativa complessa (Uoc), di un reparto di malattie infettive, inserito in sede di programmazione regionale nella rimodulazione della rete sanitaria regionale, di cui al decreto assessoriale n. 46 del 14 gennaio 2015.
  Al riguardo, la direzione dell'ASP ha provveduto all'adozione dell'atto aziendale (delibera n. 398 del 29 marzo 2016) e della pianta organica aziendale (delibera n. 496 del 20 aprile 2016), con inserimento nell'ospedale «S. Giovanni di Dio» di Agrigento dell'U.O.C. di malattie infettive e stesura di specifico cronoprogramma, sia per quanto riguarda gli adeguamenti strutturali e l'acquisizione delle necessarie attrezzature, che per quanto attiene alla previsione di reclutamento del personale medico e di comparto, funzionale all'attivazione del reparto.
  Tuttavia, il blocco dei concorsi non consente l'assunzione di personale a tempo indeterminato ed il limite di spesa ed il piano di rientro non consentono all'Azienda sanitaria provinciale di Agrigento l'assunzione di personale a tempo determinato, e quindi l'acquisizione dell'organico funzionale al reparto malattie infettive.
  L'Asp ha, altresì, comunicato che è in corso una rivalutazione della rete sanitaria regionale, finalizzata all'allineamento del decreto assessoriale n. 46 del 14 gennaio 2015 con decreto ministeriale del 2 aprile 2016, il quale prevede, al punto 3, gli «standard minimi e massimi di strutture per singola disciplina», secondo i quali è prevista una struttura di malattie infettive per un bacino di utenza da 600.000 a 1.200.000 abitanti, a fronte dei circa 450.000 abitanti afferenti all'Asp di Agrigento.
  Pertanto, la prosecuzione dell’iter finalizzato all'attivazione dell'unità operativa complessa di malattie infettive nell'Asp di Agrigento risulta subordinato alla conferma definitiva nelle rete sanitaria regionale e all'eventuale attivazione delle procedure concorsuali.
  Per quanto concerne il contenimento delle infezioni di scabbia e di malattie dermatologiche, ad integrazione dell'ambulatorio di dermatologia già operante presso il distretto sanitario di Agrigento, è stato attivato presso l'ospedale «S. Giovanni di Dio» di Agrigento un ambulatorio di dermatologia, per fornire una risposta «in loco» anche ai soggetti che vi afferiscono tramite pronto soccorso.
  La direzione aziendale dell'Asp di Agrigento ha, inoltre, rappresentato di aver incentivato tutte le procedure per il biocontenimento, in linea con i protocolli nazionali, adattate alle singole situazioni ambientali, in relazione alle dotazioni a disposizione, ponendo in essere tutti gli atti necessari, in funzione della «Emergenza sbarchi» e dell’«Adozione del piano di contingenza sanitario regionale migranti» e provvedendo, con delibera n. 689 del 21 ottobre 2014 all’«Istituzione di un comitato di crisi per l'emergenza Ebola».
  Infine, nell'ambito del piano attuativo aziendale, l'Asp di Agrigento ha elaborato diversi protocolli diagnostico-terapeutici aziendali, e in particolare le «linee-guida malattie infettive: gestione di caso sospetto o conclamato di meningite e di malattia meningococcica», la «procedura per la gestione delle segnalazioni dei casi sospetti e delle notifiche dei casi accertati di tubercolosi», la «procedura per la prevenzione della scabbia» e le «linee-guida per la gestione di casi sospetti di malattia da virus Ebola», dandone diffusione anche sul proprio sito web.
  A carattere generale, riguardo ai protocolli sanitari in atto nel nostro Paese per il controllo delle malattie infettive, si rappresenta che le attività di sorveglianza e prevenzione sanitaria non si esauriscono al momento dello sbarco dei migranti ma continuano, sotto la responsabilità delle strutture del servizio sanitario nazionale e in collaborazione con il Ministero dell'interno, per tutta la durata della loro permanenza nel territorio nazionale.
  Al fine di mantenere attivi i flussi informativi nelle fasi successive alla prima accoglienza dei migranti, il Ministero dell'interno ha adottato la circolare n. 3159 del 12 marzo 2014, con la quale sono state date indicazioni alle prefetture riguardo le modalità di comunicazione al Ministero della salute del numero di immigrati ospitati presso i centri di accoglienza governativi ordinari e temporanei, e di ogni altro riferimento utile a garantire la sorveglianza sanitaria.
  Il decreto ministeriale 20 ottobre 2014 del Ministero dell'interno ha, tra l'altro, definito gli aspetti relativi all'accertamento delle condizioni di salute degli ospiti dei centri per l'immigrazione, con particolare riguardo al collegamento tra le predette strutture e le aziende sanitarie locali competenti per territorio.
  Il 20 dicembre 2012 è stato approvato un accordo Stato-regioni ai fini della corretta applicazione della normativa per l'assistenza sanitaria alla popolazione straniera, ovvero i migranti regolari, irregolari e i soggetti temporaneamente presenti per motivi diversi in Italia.
  Il documento oggetto dell'accordo è finalizzato ad assicurare alla popolazione immigrata un uniforme accesso alle cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti, nonché, nell'ottica di tutela della collettività, le prestazioni di medicina preventiva, quali vaccinazioni e la terapia antitubercolare.
  Attraverso il sistema routinario di sorveglianza delle malattie infettive e il sistema di sorveglianza sindromica, attivato dal 2011, si può affermare che in Italia, nonostante i massicci flussi migratori irregolari, non sono stati evidenziati aumenti dell'incidenza e della prevalenza di malattie infettive che richiedono interventi di sanità pubblica.
  La pluriennale esperienza della regione Sicilia nella gestione dei flussi migratori e nella prima accoglienza, nonché i dati registrati dal sistema nazionale di notifica delle malattie infettive e da sistemi di sorveglianza complementari, indicano che non si è verificato un aumento dei casi di malattie infettive nella popolazione autoctona in relazione alla presenza di immigrati.
  Si precisa che la tubercolosi è una malattia endemica nel nostro Paese, anche se è una patologia relativamente rara.
  Nel 2015 sono stati notificati n. 3808 casi di tubercolosi, con una incidenza di 6,3 casi di malattia/100.000 abitanti.
  Dal 1998 al 2015, la regione Sicilia ha notificato complessivamente n. 67 casi di tubercolosi occorsi in provincia di Agrigento, di cui n. 9 a carico di persone nate all'estero.
  Da ultimo, è opportuno ricordare che i casi di parassitosi, quali scabbia e pediculosi, osservate negli immigrati e dovute alla condizioni disagiate di vita prima dell'arrivo in Italia, non costituiscono un rischio di contagio per la popolazione autoctona, in quanto malattie facilmente controllabili e trattabili con semplici misure di profilassi e terapia.
La Ministra della saluteBeatrice Lorenzin.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

malattia

epidemia

protezione del consumatore