ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14264

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 677 del 21/09/2016
Firmatari
Primo firmatario: SECCO DINO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 21/09/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 21/09/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14264
presentato da
SECCO Dino
testo di
Mercoledì 21 settembre 2016, seduta n. 677

   SECCO. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca . — Per sapere – premesso che:
   la regione Veneto, a pochi giorni dall'avvio del nuovo anno scolastico, si trova sprovvista di circa 150 dirigenti scolastici, necessari alla guida degli istituti affinché si possa intraprendere senza alcuna complessità il ciclo di studi 2016-2017;
   l'ufficio scolastico regionale, nella sua programmazione annuale, contava di affidare 25 scuole, come da quote previste dalla legge n. 107/2015 – cosiddetta la buona scuola –, a dirigenti provenienti da altre parti d'Italia attraverso la mobilità interregionale;
   difatti, in Veneto sarebbero dovuti arrivare 25 degli 83 capi d'istituto, iscritti nelle graduatorie specifiche dell'Abruzzo e della Campania – ove vi sono più abilitati che posti liberi – ma nessuno di questi in lista d'attesa ha scelto detta regione. Invece hanno preferito, le scuole del Lazio, Toscana e dell'Emilia Romagna e non solo per vicinanza geografica;
   tutto ciò viene accolto da parte dell'Esecutivo con un silenzio ad avviso dell'interrogante sorprendente. Il precedente anno scolastico dalla suddette regioni erano arrivati circa una ventina di dirigenti, poi distribuiti nelle scuole delle varie province. Quest'anno, invece, uno solo di questi ha optato per il Friuli quale regione del nord;
   il vulnus della vicenda è rappresentato dal fatto che in Veneto non ci sono più prèsidi: la graduatoria del concorso regionale bandito nel 2013 è esaurita. Al netto di sempre più improbabili ripescaggi, agli ex provveditorati provinciali non resterà che riempire tutte le caselle delle presidenze vacanti ricorrendo alle reggenze, cioè affidando a un preside che gestisce già un proprio istituto l'incarico di guidare contemporaneamente anche un'altra scuola tra quelle rimaste senza responsabile, con tutte le difficoltà che ne conseguono;
   inoltre, l'ufficio scolastico regionale guidato da Daniela Beltrame – in attesa di una presa di posizione netta da parte del Governo – non ha ancora nominato i presidi-reggenti in tutte le scuole della regione. Un'operazione burocratica importantissima perché senza i dirigenti in carica non è possibile nominare in ruolo i nuovi docenti e neppure i supplenti, sia annuali sia con incarico temporaneo;
   dal canto proprio, il segretario della Flc-Cgil – Manolo Baio – ha dichiarato che: «il 12 settembre in Veneto l'anno scolastico non potrà avere un avvio regolare. Tantissime cattedre resteranno scoperte. In tante scuole non saranno presenti né i docenti nominati in ruolo né i supplenti. Se tutto va bene, la situazione si regolarizzerà a fine settembre. Anche perché gli orali del concorsone, come noi prevedevamo, sono in pesante ritardo»;
   quest'ultimo ha affermato altresì «Anche nel Veneto, alle prove scritte, è stato bocciato un docente su due e la mappa dei nuovi docenti di ruolo sarà pronta solo entro la fine della dell'anno. Secondo me, tutto questo sta succedendo non per responsabilità diretta dell'Ufficio scolastico regionale, né di quelli provinciali. Ha sbagliato il Governo che non ha saputo o voluto impartire al Miur linee politiche efficienti per applicare la Legge 157, detta anche la Buona Scuola»;
   dunque, lunedì 12 settembre 2016 la scuola è ricominciata con una grave emergenza: la carenza di docenti e di prèsidi, e quei pochi che vi rimangono sono chiamati a governare non più una scuola ma un territorio vasto, da «superburocrati» della pubblica istruzione e senza più i rapporti diretti con gli insegnanti e gli studenti. Insomma, i cosiddetti superpresidi sono dei veri e propri manager, imposti dall'Esecutivo in seguito ai tagli decisi per rispettare il tetto della spesa;
   per il momento sono 135 i presidi reggenti già nominati dall'ufficio scolastico regionale. Se si considera che in tutto, i presidi delle scuole di ogni ordine e grado ammontano a 579, si nota subito che i reggenti sono il 23 per cento dei dirigenti titolari;
   la summenzionata situazione viene definita «catastrofica» da quasi tutti i sindacati di categoria e, in passato, nella regione Veneto non si era mai verificata;
   a tal proposito il segretario regionale della Cgil-Scuola – Totò Mazza – ha affermato che: «In questo modo, visto che per ogni preside reggente lo Stato risparmia 25.000 euro lordi all'anno perché costa solo un terzo rispetto ad uno che ha la titolarità giuridica, nel solo Veneto il ministero del Tesoro risparmia ben 3 milioni e 375 mila euro»;
   predetto segretario ha aggiunto altresì: «Una bella somma che ad esempio potrebbe essere utilizzata per immettere in ruolo bidelli, impiegati e tecnici anche nelle scuole venete che hanno grosse carenze nell'organico di fatto»;
   da notizie in possesso dell'interrogante, la responsabilità di questa «storia di ordinaria burocrazia all'italiana» non va attribuita ai vertici regionali della scuola veneta, bensì al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca con l'avallo del dicastero dell'economia e delle finanze, visto che non hanno voluto indire i concorsi per nuovi presidi di ruolo, ostinandosi a rendere esecutivi anche i punti negativi contenuti nelle graduatorie ricomprese nella legge n. 107/2015, cosiddetta la Buona Scuola;
   a giudizio dell'interrogante, la situazione che si presenta agli occhi della pubblica opinione è decisamente grave e necessita di una celere risoluzione, con l'assunzione delle responsabilità da parte del Ministero, al fine di sanare quanto occorso nelle sette province del Veneto ove la qualità dell'offerta formativa rischia di abbassarsi notevolmente, poiché un solo preside non può seguire decine di scuole, governando un esercito di 15-20 mila studenti e 400-500 docenti –:
   quali orientamenti intenda esprimere in riferimento a quanto esposto in premessa e, conseguentemente, quali iniziative intenda intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze, per incentivare l'arrivo dei dirigenti scolastici necessari presso la regione del Veneto;
   con riferimento alla legge 13 luglio 2015, n. 107, cosiddetto della buona scuola, se, alla luce di quanto emerso dopo un anno dalla sua entrata in vigore, non intenda assumere iniziative normative correttive al fine di sanare le questioni relative all'utilizzo delle graduatorie di scorrimento in essa ricomprese;
   quali iniziative intenda assumere per evitare che le disposizioni contenute nella predetta legge peggiorino la qualità dell'insegnamento e dell'organizzazione scolastica, riversando i danni sugli studenti e sulle famiglie, in particolar modo per quelle in situazioni particolari e che hanno la necessità di esser seguite in maniera specifica. (4-14264)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

risoluzione

istituto di istruzione

organizzazione scolastica