ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14262

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 677 del 21/09/2016
Firmatari
Primo firmatario: PALAZZOTTO ERASMO
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 21/09/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 21/09/2016
Stato iter:
31/05/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 31/05/2017
MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 31/05/2017

CONCLUSO IL 31/05/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14262
presentato da
PALAZZOTTO Erasmo
testo di
Mercoledì 21 settembre 2016, seduta n. 677

   PALAZZOTTO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   da fonti di stampa si apprende che in data 24 agosto dall'aeroporto Torino Caselle con destinazione Khartoum è partito un volo per il rimpatrio di 48 individui di nazionalità sudanese;
   il rimpatrio sarebbe avvenuto in virtù di un memorandum of understanding firmato il 4 agosto dal Capo della polizia italiana Franco Gabrielli e dal suo omologo sudanese in materia di migrazioni;
   il Sudan è un Paese in cui le violazioni dei diritti umani sono sistemiche ed il cui presidente Omar-al-Bashír, ha l'unico curriculum di due mandati di cattura da parte della Corte penale internazionale per crimini contro l'umanità, di guerra e di genocidio nel Darfur;
   tale situazione sembra confermata dall'elevato tasso di accoglimento delle richieste di asilo e protezione accordato in oltre il 60 per cento dei casi;
   numerose sono le denunce di comportamenti e pratiche illegali nel Paese africano relativo al diritto di asilo, in particolare human rights watch ha denunciato rimpatri illegittimi da parte del Governo sudanese di cittadini eritrei ed etiopi in possesso dei requisiti per l'accoglienza umanitaria. Tra questi venivano segnalati molti minori;
   rilevante è, anche, il divieto posto delle autorità sudanesi ad ispezioni e controlli da parte degli operatori dell'UNHCR;
   l'Irin, agenzia stampa dell'Onu, ha sollevato più volte il caso lamentando i rischi dell'accordo tra Unione europea e Sudan in merito ai flussi migratori sottolineando le continue violazioni dei diritti umani nel Paese;
   sulla vicenda del rimpatrio ha espresso preoccupazione anche Amnesty International evidenziando i rischi concreti per i rimpatriati di essere sottoposti a persecuzioni, repressioni e altri gravi abusi;
   quanto emerge appare in evidente contraddizione con il diritto internazionale in merito all'obbligo di non rimpatrio verso Paesi nei quali si corre concreto rischio di violazione dei diritti umani –:
   se la misura del rimpatrio verso il Sudan sia compatibile con la situazione umanitaria, col rispetto degli elementari diritti umani e con la legislazione in materia di asilo nonché con la Costituzione e con gli obblighi derivanti dall'adesione dell'Italia alla Convenzione di Ginevra;
   su quali basi il Governo abbia accertato condizione e generalità dei soggetti rimpatriati;
   come si concilino le condizioni di illegalità e le continue e sistematiche violazioni dei diritti umani nel Paese africano con l'accordo stretto tra Italia e Sudan in materia migratoria. (4-14262)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 31 maggio 2017
nell'allegato B della seduta n. 807
4-14262
presentata da
PALAZZOTTO Erasmo

  Risposta. — Con l'interrogazione in esame si chiedono notizie in merito all'espulsione di 40 cittadini sudanesi fermati dalla polizia presso il comune di Ventimiglia e, contestualmente, vengono sollevate perplessità sul « memorandum of understanding» sottoscritto tra l'Italia e il Sudan, nelle persone del capo della Polizia, Franco Gabrielli, e del generale Hashim Osman al Hussein.
  Effettivamente, il 24 agosto 2016 sono stati rimpatriati, con volo aereo da Torino a Khartoum, 40 cittadini sudanesi, nell'ambito della gestione del fenomeno migratorio che interessa, in modo significativo, anche la città di Ventimiglia.
  Infatti, onde evitare che l'alta concentrazione di migranti possa tradursi in emergenza umanitaria, la questura di Imperia, nell'ambito delle strategie coordinate da questo Ministero, effettua quotidiani trasferimenti dei migranti da Ventimiglia verso altri centri della penisola.
  Detti trasferimenti riguardano specificamente stranieri privi di titoli di viaggio respinti alla frontiera dalle autorità di polizia francesi o provenienti da altre località italiane a bordo dei treni in arrivo alla stazione ferroviaria della città di confine, nessuno dei quali, benché richiesto, ha mai espresso la volontà di presentare domanda di protezione internazionale.
  In tale contesto, il 22 agosto 2016 sono stati rintracciati a Ventimiglia ventidue cittadini sudanesi, alcuni respinti alla frontiera dalla polizia francese e altri arrivati via treno.
  Conseguentemente, sono state avviate le procedure di legge per l'adozione dei provvedimenti di espulsione e di accompagnamento coattivo alla frontiera, sussistendo le condizioni fissate dal testo unico sull'immigrazione.
  Il successivo 23 agosto, si è svolta negli uffici della questure di Imperia, l'udienza di convalida dei provvedimenti espulsivi innanzi il giudice di pace, presenti i ventidue cittadini sudanesi assistiti da legali.
  Nel corso del processo, come risulta dai verbali di udienza, ciascuno dei ventidue sudanesi, su esplicita domanda del giudice, ha espresso la volontà di non richiedere asilo politico, pur nella consapevolezza che tale diniego avrebbe comportato l'esecuzione del rimpatrio coatto, ribadendo analoga dichiarazione negativa, espressa e sottoscritta dagli interessati nel verbale dell'intervista effettuata in precedenza da personale del locale ufficio immigrazione della questura, assistito dagli interpreti.
  Inoltre, sempre il 23 agosto, è stato effettuato il trasferimento dall’hotspot di Taranto ad Imperia di altri venticinque cittadini sudanesi – già provvisti di provvedimento di espulsione convalidato dal giudice di pace di Taranto – per l'espletamento delle sole attività di audizione da parte di funzionari del Consolato sudanese di Roma e il loro successivo accompagnamento all'aeroporto di Torino per il conseguente rimpatrio.
  Si soggiunge, peraltro, che tre funzionari del consolato sudanese di Roma hanno svolto, negli uffici della questura di Imperia, le attività di audizione per verificare e attestare lo status di cittadini sudanesi dei quarantasette stranieri da rimpatriare.
  La mattina del 24 agosto, i quarantasette sudanesi sono stati accompagnati a bordo di due pullman a Torino.
  Quaranta di essi sono stati portati all'aeroporto di Torino Caselle e, scortati, sono stati imbarcati sul volo aereo diretto a Khartoum, previo scalo tecnico all'aeroporto del Cairo.
  Gli altri sette stranieri sono stati accompagnati presso il CIE di quella città, per indisponibilità di posti sul volo charter.
  Come prassi, al momento dell'ingresso in questa struttura, è stato loro consegnato l'opuscolo informativo sui propri diritti e doveri.
  Il successivo 26 agosto, durante l'udienza di convalida del trattenimento, due di essi esprimevano la volontà di richiedere la protezione internazionale, formalizzando la relativa richiesta il 28 agosto 2016.
  Nei giorni successivi anche i restanti cinque decidevano di presentare analoga richiesta.
  Si soggiunge che tutti e sette i cittadini sudanesi, in tempi diversi, hanno ottenuto lo status di protezione internazionale.
  Su un piano più generale, si evidenzia che tra Italia e Sudan sono state attivate forme di cooperazione in materia migratoria. Tale collaborazione è parte integrante del processo di Khartoum, che è il dialogo migratorio congiunto Esteri-Interno avviato durante la Presidenza italiana dell'Unione europea del 2014 per stabilire canali di cooperazione con i paesi del Corno d'Africa.
  Scopo della iniziativa è la promozione di progetti concreti per una più efficace gestione dei flussi migratori nei paesi del Corno d'Africa e nei maggiori paesi mediterranei di transito.
  Tra le azioni specifiche del progetto figurano: le campagne di sensibilizzazione e informazione a beneficio dei potenziali migranti; la creazione e il rafforzamento di centri di accoglienza per migranti; l'assistenza tecnica e la formazione specifica a beneficio delle autorità dei paesi terzi in materia di gestione dei flussi migratori; infine, la promozione di uno sviluppo sostenibile che tenga conto delle cause profonde dell'immigrazione irregolare.
  In tale contesto, si inserisce il «memorandum of understanding» con il Sudan, mirante a sviluppare la cooperazione di polizia per il contrasto di una vasta gamma di forme di criminalità, quali il contrabbando di armi, il traffico di stupefacenti, la lotta alla tratta degli esseri umani e al traffico di migranti, i reati informatici e il riciclaggio.
  Tale atto, denominato «Memorandum d'intesa tra il Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno italiano e la Polizia nazionale dei Ministero dell'interno sudanese per la lotta alla criminalità, gestione delle frontiere e dei flussi migratori ed in materia di rimpatrio», rappresenta un «filone» particolare nell'ambito dei programmi volti a rendere più incisiva la cooperazione con gli organi di polizia dei Paesi di immigrazione, superando le problematicità esistenti.
  L'obiettivo è sviluppare un'azione strategica di lungo periodo, capace di innalzare il livello di preparazione degli apparati di law enforcement dei paesi di origine e di transito dei flussi, migliorandone la capacità di prevenzione e repressione.
  Si tratta di una prospettiva che non può essere perseguita dal singolo Stato e della quale, infatti, si è fatta carico l'Unione europea con il programma «BETTER MIGRATION MANAGEMENT» (BMM), presentato nel dicembre 2015 ed inserito nel «Processo di Khartoum».
  Il BMM, di durata triennale, assegna un ruolo decisivo alla polizia di Stato nella costruzione di una cultura specialistica di polizia giudiziaria, scientifica e di frontiera in una serie di paesi dell'Africa centro-orientale (Sudan, Kenya, Etiopia, Somalia, Gibuti, Uganda).
  Il memorandum d'intesa è, quindi, uno strumento di natura tecnica-operativa, che – come previsto nell'ordinamento nazionale – può essere stipulato ad un livello infra-governativo, in quanto non implica scelte di natura politica, ma si limita a introdurre e disciplinare misure di fluidificazione di procedure già contemplate nell'ordinamento.
  Quasi sempre, questi strumenti prevedono ampie concessioni da parte italiana di aiuti anche in forma di assistenza tecnica, forniture di mezzi e attività formativa, destinate o specificamente mirate all'agevolazione dei rimpatri o a una più ampia collaborazione di polizia.
  Attualmente i memorandum conclusi sono undici e sono, inoltre, in corso contatti per la negoziazione di analoghe intese con le Autorità di Bangladesh, Costa D'Avorio, Ghana, Pakistan e Senegal.
Il Sottosegretario di Stato per l'internoDomenico Manzione.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti umani

accordo CE

asilo politico