ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14173

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 672 del 14/09/2016
Firmatari
Primo firmatario: ROSTAN MICHELA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 14/09/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 14/09/2016
Stato iter:
11/10/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 11/10/2016
BOCCI GIANPIERO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 11/10/2016

CONCLUSO IL 11/10/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14173
presentato da
ROSTAN Michela
testo di
Mercoledì 14 settembre 2016, seduta n. 672

   ROSTAN. – Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   il Parlamento il 5 febbraio 2014 ha provveduto alla conversione in legge del decreto-legge n. 136 del 2013 «Terra dei Fuochi»;
   il testo definitivo, licenziato dal Parlamento, ha previsto, tra le varie disposizioni in esso articolate a tutela dell'ambiente e nell'ambito delle strategie di contrasto ai roghi tossici, l'introduzione del reato di combustione dei rifiuti, una spinta alle attività di bonifica dei suoli inquinati, il conferimento di poteri speciali al prefetto di Napoli, la creazione, presso il dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell'interno, di un gruppo per il monitoraggio, la mappatura dei terreni inquinati, l'uso dell'esercito e lo screening sanitario gratuito per i cittadini residenti in Campania e Puglia;
   il testo, inoltre, ha previsto il coinvolgimento, ai fini delle attività di monitoraggio ambientale e dello stato di salute della cittadinanza residente in Campania ed in Puglia, ed in particolare nei territori a rischio inquinamento e roghi tossici, dell'Istituto superiore della sanità, nonché l'implementazione dello studio «sentieri»;
   la legge, inoltre, ha accolto anche molte delle richieste fatte da comitati e associazioni ambientaliste in sede di audizione, con particolare riferimento alla previsione di particolari strumenti di accelerazione delle bonifiche, l'utilizzo dell'Esercito a scopo di sorveglianza, nonché l'istituzione di un fondo ad hoc (fondo unico giustizia) alimentato dalla confisca dei beni provenienti dalle attività della criminalità organizzata e dai guadagni legati agli eco-reati per reperire risorse per le bonifiche;
   alta è l'attenzione dell'opinione pubblica circa lo stato di applicazione delle norme contenute nel decreto-legge sulla «terra dei fuochi», nonché fortissime sono le aspettative e le speranze delle popolazioni residenti in Campania, ed in particolare, nell'area a nord di Napoli, nel casertano e nell'agro nolano, territori martoriati dalle eco-mafie che, negli anni, non hanno mai esitato di fronte alla possibilità di assicurarsi facili e cospicui guadagni attraverso lo sversamento abusivo di rifiuti tossici e di roghi dolosi;
   nonostante i buoni propositi del legislatore, ad oltre due anni dalla sua entrata in vigore, non accennano a diminuire, nella terra dei fuochi, i roghi tossici e gli sversamenti abusivi di rifiuti;
   si sta diffondendo, tra le popolazioni residenti, che pure hanno accolto con favore e speranza il testo di legge sopra descritto, un preoccupante sentimento di sfiducia nei confronti delle istituzioni e questo proprio a causa del forte rallentamento che stanno subendo le modalità di attuazione del decreto-legge «terra dei fuochi», con particolare riferimento al dispiegamento dell'Esercito, all'avvio delle bonifiche, al contrasto ai roghi tossici, ancora molto diffusi con frequenza praticamente giornaliera;
   tra i territori più colpiti dal fenomeno dei roghi tossici figurano, ormai stabilmente, i comuni di Giugliano in Campania. Melito di Napoli, Casoria, Casalnuovo, Afragola, Scampia (popoloso quartiere della città di Napoli) e Qualiano, per i quali si rende indispensabile un aumento dei controlli da parte delle forze dell'ordine a supporto delle forze di polizia locali;
   nell'ultimo mese, in soli tre giorni, in tre zone del giuglianese e precisamente presso la cosiddetta area «Gesen», a ridosso di un vecchio campo Rom dismesso, presso la zona ASI e presso le vie di accesso del campo Rom di Via San Francesco a Patria, si sono sprigionati tre grossi incendi di natura dolosa, aventi ad oggetto sterpaglie miste a rifiuti tossici per i quali la procura della Repubblica presso il tribunale di Napoli nord avrebbe aperto un'inchiesta;
   e ancora, pochi giorni addietro, alla periferia di Napoli, al confine tra il capoluogo ed i comuni di Casoria, Afragola e Casalnuovo, all'altezza del centro commerciale IKEA, si è levato uno dei roghi tossici più gravi del 2016, almeno finora, che ha visto bruciare grossi cumuli di rifiuti, copertoni ed alcune baracche del campo Rom di Contrada Salice, con alcune fiamme che sono arrivate a lambire l'impianto di una nota società di lavorazione e trattamento di carburanti;
   occorre fornire una risposta immediata, rapida e capillare avverso un fenomeno sempre più diffuso ed emergenziale e che sta mettendo fortemente a rischio la salute ed il futuro di intere comunità –:
   quali siano le iniziative che il Governo intende adottare per accelerare, incrementare e migliorare la sinergia tra le varie istituzioni coinvolte nel presidio del territorio per il contrasto del fenomeno dei roghi tossici tanto diffuso nella cosiddetta terra dei fuochi. (4-14173)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 11 ottobre 2016
nell'allegato B della seduta n. 690
4-14173
presentata da
ROSTAN Michela

  Risposta. — Per contenere il fenomeno dei roghi dolosi di rifiuti, l'amministrazione dell'interno ha da tempo messo in campo un complesso dispositivo di intervento, dispiegando un'azione articolata su più livelli e con il coinvolgimento, accanto a tutte le componenti statali interessate, dei vari organi di governo del territorio, in primis la regione e i comuni, e dell'associazionismo; il tutto nel quadro delle attività previste nel patto per la terra dei fuochi, attuate con il coordinamento dei prefetti di Napoli e Caserta e dell'incaricato del Governo per il contrasto del fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania.
  Al fine di fronteggiare al meglio un fenomeno plurifattoriale quale quello in questione si è optato dunque per un approccio di tipo interistituzionale e coordinamentale che si è rivelato alquanto proficuo.
  Ed in effetti i dati evidenziano che, a decorrere dal 2013, si è registrata una netta diminuzione degli interventi di spegnimento di incendi di rifiuti.
  Circostanza quest'ultima non casuale, considerato che proprio a cavallo tra il 2013 e il 2014, il Parlamento ha approvato, su impulso del Governo, un provvedimento di urgenza, il decreto-legge n. 136 – di cui si fa menzione nell'interrogazione – contenente un ricco strumentario di misure volte ad affrontare le criticità ambientali, agricole, socio-economiche e sanitarie legate all'illecito smaltimento dei rifiuti in Campania. Tra tali misure, l'introduzione del delitto di illecita combustione dei rifiuti e l'autorizzazione ad impiegare i militari delle forze armate, in affiancamento alle forze di polizia, nelle attività di controllo della terra dei fuochi finalizzate alla prevenzione dei reati di criminalità ambientale.
  I dati relativi al 2015 hanno confermato ed ampliato il calo del fenomeno, con un 63 per cento in meno in provincia di Caserta e un 42 per cento in meno nell'area metropolitana di Napoli rispetto al 2012.
  Le statistiche più recenti, riguardanti i primi sei mesi dell'anno in corso, evidenziano che la flessione prosegue per la città metropolitana di Napoli con un ulteriore 10 per cento in meno rispetto allo scorso anno e il 55 per cento in meno rispetto allo stesso periodo del 2012. Diversamente, in provincia di Caserta, dove – come si è detto – maggiore era stata finora la contrazione del fenomeno, negli ultimi sei mesi si è registrato un dato in aumento del 10 per cento rispetto al 2015, ma comunque in netta diminuzione rispetto al 2012 (60 per cento in meno).
  V’è da dire che il dato al rialzo nel Casertano si spiega essenzialmente con le difficoltà amministrative, organizzative e finanziarie che alcuni comuni stanno incontrando nell'esercitare le proprie competenze ordinarie, tra le quali quella della raccolta dei rifiuti urbani e assimilati.
  Va evidenziato, al riguardo, che negli ultimi due mesi sia in provincia di Napoli che di Caserta sì sono registrati alcuni incendi di vaste dimensioni e di diversa matrice, che hanno riacutizzato la preoccupazione e l'allarme nella cittadinanza a causa della successione ravvicinata nel tempo, della localizzazione in comuni compresi nell'area della terra dei fuochi e del collegamento alla questione dei rifiuti.
  In particolare, si è trattato di episodi incendiari appartenenti a tipologie non omogenee, rispetto alle quali le pubbliche autorità hanno adottato ulteriori iniziative di prevenzione, modulate alla specificità dei contesti.
  E così, rispetto agli incendi di vegetazione, strettamente legati alla stagione secca e alle alte temperature stagionali, sono state date per tempo precise direttive alle amministrazioni comunali, agli enti parco e agli enti proprietari delle strade perché attivassero una serie di misure di prevenzione antincendio tra cui la pulizia del sottobosco, la realizzazione di barriere frangifuoco, il taglio delle sterpaglie, e organizzassero un primo intervento, anche con l'impiego di volontari, nel periodo di massima pericolosità. Sempre gli enti locali sono stati sollecitati ad effettuare, anche con il supporto delle società regionali in house, interventi tempestivi di pulizia e di rimozione dei rifiuti sversati in zone esposte a particolare rischio di incendi di vegetazione e sterpaglie.
  Quanto agli incendi in prossimità o all'interno di insediamenti rom, le amministrazioni comunali sono state sensibilizzate ad attuare uno sforzo supplementare volto a garantire presso tali strutture, unitamente all'ordinaria e indispensabile attività di raccolta dei rifiuti urbani, anche urgenti interventi straordinari di rimozione di quelle tipologie di materiale, che presentano una maggiore capacità di combustione e di propagazione dei fumi tossici.
  In questo specifico ambito, si registra negli ultimi tempi l'adozione da parte dell'Autorità giudiziaria di provvedimenti di sequestro e sgombero di alcuni campi, a causa delle situazioni di grave degrado igienico, sanitario e ambientale degli stessi e dalla perpetrazione di condotte illegali, tra le quali appunto la combustione di rifiuti. Su impulso della prefettura, sono stati avviati con il comune capoluogo e quello di Giugliano e con il sostegno finanziario del Ministero dell'interno, percorsi di miglioramento complessivo delle condizioni di vita e dell'integrazione sociale dei rom – che nell'intera provincia sono circa 4500 – subordinati all'adesione da parte degli stessi a comportamenti improntati al rispetto delle regole di civile convivenza.
  Per quanto riguarda gli incendi dolosi di rifiuti, per i territori più esposti a tale rischio, compresi nei comuni di Castel Volturno, Giugliano, Acerra e Caivano, i prefetti competenti e l'incaricato del Governo per il contrasto del fenomeno hanno promosso e coordinato, fin dalla primavera, numerosi incontri per la predisposizione di specifiche misure che prevedono interventi di risanamento dei siti storici di abbandono dei rifiuti, di rimozione urgente dei rifiuti a rischio di incendio, di potenziamento del servizio di raccolta dei rifiuti urbani, di rafforzamento delle misure di vigilanza e di repressione dei fenomeni, anche con il ricorso a telecamere mobili nascoste e a sistemi di videosorveglianza.
  Con l'obiettivo di rafforzare ulteriormente la vigilanza sui territori più esposti, è stata di recente approvata dai comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica di Napoli e Caserta una nuova pianificazione dei servizi mirante a concentrare nelle 24 ore, su sei quadranti operativi, i 200 uomini dell'Esercito ugualmente distribuiti tra le province di Napoli e Caserta.
  Nel contempo viene sperimentata una modalità di impiego variabile del contingente militare, che coniuga le esigenze di vigilanza ravvicinata dei siti più sensibili con il controllo ad ampio raggio lungo gli assi viari di usuale transito dei veicoli che trasportano illegalmente rifiuti e con postazioni di osservazione nelle aree nevralgiche per individuare e fermare i responsabili dello smaltimento illegale e dei roghi.
  Finora i militari in questione:
   hanno effettuato 138 fermi di persone sospette, avviate ai presidi di polizia per il prosieguo amministrativo o di polizia giudiziaria;
   hanno censito e segnalato ai comuni per le attività di rimozione di competenza 1809 siti di abbandono dei rifiuti;
   sono intervenuti su 356 luoghi di incendio in atto.

  Queste misure si aggiungono alle attività di contrasto condotte, su tutta l'area dei 90 comuni individuati in base alla legge, dalla task force delle forze dell'ordine e delle polizie locali contro i reati ambientali, che hanno effettuato dall'inizio delle operazioni:
   3.352 controlli sulle aziende per la verifica delle procedure di trattamento degli scarti di lavorazione;
   4.020 contravvenzioni per violazioni amministrative;
   1.329 denunce per violazioni ambientali, di cui 139 per il reato di incendio di rifiuti;
   108 arresti, di cui 75 per il predetto reato;
   564 sequestri di aree interessate da scarico abusivo e combustione di rifiuti;
   340 sequestri di veicoli impiegati per il trasporto;
   500 mila euro di sanzioni amministrative.

  Per rendere ancora più incisiva la repressione, è operativo un tavolo di lavoro con la procura generale di Napoli e le procure della Repubblica di Napoli, Napoli nord, Nola, Santa Maria Capua Vetere per l'omogenea e tempestiva applicazione della normativa che ha introdotto di recente i nuovi delitti contro l'ambiente. A tal fine, si è tenuta una specifica attività di formazione interforze per «detective ambientali», diretta ad oltre 300 uomini delle Forze di polizia, dei vigili del fuoco e delle polizie locali.
  In parallelo, sul piano amministrativo sono in corso di attuazione misure per il supporto giuridico, tecnico e finanziario degli enti locali, funzionali alla realizzazione di interventi di bonifica, riqualificazione e telecontrollo del territorio, attuate mediante società in house della regione Campania nonché attraverso il sistema di prelievo – gratuito per i Comuni – degli pneumatici abbandonati su strade e aree pubbliche (finora pari a oltre 10 mila tonnellate) in attuazione del protocollo siglato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, dall'incaricato del Governo e dalla società Ecopneus.
  Vi è, inoltre, un ampio coinvolgimento delle associazioni ambientaliste e civiche. In particolare, in attuazione del programma Europa per i cittadini, l'incaricato del Governo e la Federazione delle associazioni e dei comitati civici hanno costituito la rete degli osservatori civici per la tutela della salute e dell'ambiente, che conta già oltre 350 aderenti.
  La partecipazione e la collaborazione della cittadinanza si avvale, in particolare, anche dell'applicazione per smartphone «Aiutateci a spegnere i fuochi» che permette ad ogni cittadino, con l'invio di una semplice segnalazione geo-referenziata fotografica, di attivare gli interventi dei vigili del fuoco, dei comuni e delle forze dell'ordine sui luoghi di incendio e di abbandono dei rifiuti.
  Si rappresenta che l'impianto delle misure sinteticamente descritte è stato recepito nel piano di interventi approvato il 1o agosto 2016 dal comitato interministeriale di cui al citato decreto-legge n. 136 del 2013, che ha deciso nel contempo di sottoporre il documento all'esame del Cipe per attivare le necessarie fonti di finanziamento degli interventi previsti.
  Il piano operativo indica le linee di intervento e le misure da attuare in un contesto di ampio respiro che coniuga il delicato tema del monitoraggio e della bonifica delle aree agricole interessate nel passato dai fenomeni di tombamento di rifiuti con ricadute sulle matrici ambientali, con quello delle iniziative di screening e di prevenzione dei rischi per la salute dei cittadini e ancora con quello – più che mai attuale – del permanere di fenomeni di illegalità e di inciviltà attinenti allo smaltimento abusivo dei rifiuti, che contribuiscono al degrado del territorio e ad alimentare possibili ricadute negative sul piano economico e dello sviluppo.
  Sotto lo specifico profilo della sicurezza, le misure indicate nel piano sono orientate a potenziare la capacità di contrasto dei fenomeni da parte delle forze dell'ordine, dei vigili del fuoco, dell'esercito e delle polizie locali, dotando tali organismi di strumenti tecnologici di supporto, quali i sistemi di video-sorveglianza, tele-rilevamento e geo-referenziazione per il pronto intervento, e mettendoli nelle condizioni di utilizzare a pieno e nella maniera più incisiva il nuovo codice penale dell'ambiente, attraverso un'attività formativa che coinvolge anche le procure.
  Il documento approvato tiene conto anche del fatto che l'azione di contrasto e repressione non può prescindere dal sostegno agli enti locali, cioè ai soggetti che, nella filiera istituzionale, hanno dimostrato maggiori difficoltà, per ragioni economiche e carenze strutturali, a dare seguito agli impegni assunti nell'ambito delle loro competenze di governo e di tutela del territorio. Proprio per tale motivo si prevede che una delle più cospicue delle linee di finanziamento sia destinata proprio ai comuni.
  Un ulteriore profilo che viene valorizzato è quello del positivo coinvolgimento della cittadinanza attiva, considerato un fattore chiave per arrivare a quel cambiamento di comportamenti, di modo di fare impresa e di amministrare, indispensabile a conseguire una soluzione definitiva e duratura al problema della terra dei fuochi.
  Si tratta, in sostanza, di un piano ambizioso che si articola in cinque anni, dal 2016 al 2020, nella consapevolezza che solo attraverso un lavoro di lungo periodo e costante si potrà incidere a fondo su una criticità così complessa e sedimentata negli anni.
  Infine, si informa che nella giornata di ieri si è tenuta una riunione presso la prefettura di Napoli, con la partecipazione di tutte le componenti istituzionali interessate delle province di Napoli e Caserta, promossa con l'obiettivo di definire ulteriori misure operative in tema di prevenzione e contrasto del fenomeno dei roghi.
  Sul versante dei controlli, è stato deciso di istituire, per il contrasto dello smaltimento illecito di rifiuti provenienti da attività economiche in nero e abusive, una task force composta, oltre che dalle Forze di polizia – con un ruolo specifico della Guardia di finanza –, dalla direzione territoriale del lavoro, dalle aziende sanitarie locali e dall'Inail.
  Anche i 200 militari dell'esercito attueranno i loro servizi con modalità rivisitate in relazione alle specifiche esigenze, secondo uno schema operativo più flessibile, avvalendosi tra l'altro dell'impiego di droni che la regione Campania si è dichiarata disponibile a fornire e che consentirà il monitoraggio h24 di aree più ampie e l'effettuazione di interventi più rapidi.
  Per favorire l'attività di monitoraggio e controllo delle aree a rischio e la tempestività della risposta di prevenzione e contrasto, la regione si è resa disponibile:
   a incrementare la rete di videosorveglianza con l'impiego di 200 web-cam e di telecamere «trappola» a raggi infrarossi a supporto dell'azione investigativa delle forze di polizia, in modo da consentire l'individuazione dei responsabili degli incendi;
   a implementare, quale elemento cardine per una mappatura puntuale e aggiornata in tempo reale dei fenomeni, la propria piattaforma informatica Iter, sulla quale già confluiscono tutti i dati e gli elementi informativi del sistema di protezione civile, dei vigili del fuoco, dell'esercito e delle altre componenti istituzionali, delle associazioni e dei privati cittadini;
   a fornire ai vigili del fuoco, per il ruolo fondamentale da essi svolto, un'ulteriore dotazione di mezzi di ultima generazione da dedicare unicamente agli interventi di spegnimento dei roghi.

  Tali iniziative sono inserite nel più ampio quadro di un piano regionale articolato in macro aree che contiene azioni e risorse rivolte a potenziare e accelerare la bonifica dei siti interessati da abbandoni e roghi di rifiuti.
Il Sottosegretario di Stato per l'internoGianpiero Bocci.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

incenerimento dei rifiuti

rifiuti

protezione dell'ambiente