ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14065

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 668 del 05/08/2016
Firmatari
Primo firmatario: ZARATTI FILIBERTO
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 05/08/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 05/08/2016
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 05/08/2016
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 15/09/2016
Stato iter:
06/12/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/12/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 06/12/2016

CONCLUSO IL 06/12/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14065
presentato da
ZARATTI Filiberto
testo di
Venerdì 5 agosto 2016, seduta n. 668

   ZARATTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   il decreto-legge n. 133 del 2014,  cosiddetto «Sblocca Italia», ha previsto all'articolo 35, comma 1, l'emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per l'individuazione a livello nazionale della capacità complessiva di trattamento di rifiuti urbani e assimilati, degli impianti di incenerimento in esercizio o autorizzati e l'individuazione di ulteriori impianti di incenerimento da realizzare, per coprire il fabbisogno residuo del territorio nazionale;
   la Conferenza permanente per i rapporti Stato, regioni e province autonome il 4 febbraio 2016 ha reso a maggioranza, con espressione contraria di Lombardia e Campania, il parere sullo schema del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare recante «Individuazione della capacità complessiva di trattamento degli impianti di incenerimento di rifiuti urbani ed assimilabili in esercizio o autorizzati a livello nazionale»;
   nell'elenco degli impianti d'incenerimento con recupero energetico di rifiuti urbani ed assimilati a potenziare per coprire il fabbisogno residuo nazionale di trattamento dei rifiuti, di cui all'articolo 1, comma 1, lettera c) del decreto, come riportato nella tabella C dell'articolo 5, risulta nella regione Lazio l'individuazione di un impianto da realizzare di capacità pari a 210.000 t/a;
   nel giugno 2012 è stato presentato al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare il piano per Roma contenente le linee guida atte a garantire sostenibilità e valorizzazione economica legate alla gestione dei rifiuti del comune di Roma, attraverso la riorganizzazione e il potenziamento della raccolta differenziata, del domiciliare/condominiale porta a porta e lo sfruttamento degli impianti di TMB della regione Lazio, perseguendo l'obiettivo prioritario del 65 per cento entro il 2016 di raccolta differenziata, valore che deve essere verificato attraverso l'effettivo riciclo/recupero di materiale (compost, carta, alluminio, plastica vetro e altro) con conseguente netta riduzione della frazione secca da trattare;
   il decreto legislativo n. 205 del 2010, all'articolo 4, che modifica l'articolo 179 del decreto legislativo n. 152 del 2006, al comma 6, specifica che le misure dirette al recupero dei rifiuti mediante la preparazione per il riutilizzo; il riciclo o ogni altra operazione di recupero di materia, sono adottate con priorità rispetto dall'uso dei rifiuti come fonte di energia;
   il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri ribadendo la necessità di nuovi impianti di incenerimento, conferma una politica di gestione dei rifiuti che non trova fondamento in alcuna direttiva comunitaria ed, anzi, si pone in netto contrasto con la strategia dell'Unione europea che nell'ambito della cosiddetta gerarchia dei rifiuti conferma la prevenzione, il riutilizzo, il recupero ed il riciclaggio di materiali quale priorità rispetto alla valorizzazione energetica, quale sistema residuale di trattamento;
   il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare nel rispondere a una interrogazione a risposta immediata alla Camera il 3 agosto 2016, ha affermato che «(...) all'articolo 35 dello Sblocca Italia individua, nell'ambito della rete nazionale di termovalorizzatori, la necessità per la Regione Lazio di dotarsi di un impianto da 210 mila tonnellate, oltre che di costruire impianti di trattamento necessari a rispondere a un fabbisogno residuo di compostaggio che ammonta a circa 500 mila tonnellate/anno»;
   nella stessa risposta il Ministro ha quindi aggiunto «....chiedo al sindaco Raggi e al Presidente Zingaretti di usarlo e di non farsi condizionare dalla nota contrapposizione ideologica su quella norma che equivarrebbe a rassegnarsi a un'emergenza continua», confermando così la sua predilezione, quale strumento centrale per la gestione dei rifiuti, per la realizzazione di impianti di incenerimento;
   da quanto si apprende da organi di stampa in una recente seduta del consiglio regionale del Lazio il Governatore Nicola Zingaretti avrebbe affermato esplicitamente come «...seguendo l’iter della competenza regionale di pianificazione, sulla base del fabbisogno e della raccolta differenziata e dell'impiantistica confermo che non si reputa necessaria l'apertura di una procedura per un nuovo termovalorizzatore»;
   le citate affermazioni del Ministro sembrerebbero voler indirizzare con decisione gli enti territoriali competenti in materia di pianificazione e gestione del ciclo dei rifiuti alla realizzazione di un nuovo impianto d'incenerimento, nonostante più volte sia stato dimostrato da parte della regione Lazio che l'autosufficienza già garantita dall'attuale capacità di trattamento degli impianti in esercizio; quanto affermato sembrerebbe poco corrispondente agli interessi dei cittadini e della città di Roma e tale da poter favorire la «lobby dell'incenerimento» –:
   come si giustifichi l'individuazione dell'impianto d'incremento con recupero energetico di rifiuti urbani previsto dallo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri predisposto ai sensi dell'articolo 35, comma 1, del decreto-legge n. 133 del 2014, avente per la regione Lazio per una capacità di trattamento pari a 210.000 t/a, con il fabbisogno risultante dalla programmazione operata dalla medesima regione Lazio, e se non intenda escludere categoricamente l'ipotesi di assumere iniziative volte a pervenire al commissariamento in relazione all'emergenza rifiuti a Roma e nel Lazio. (4-14065)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 6 dicembre 2016
nell'allegato B della seduta n. 711
4-14065
presentata da
ZARATTI Filiberto

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame riguardante la gestione dei rifiuti, in particolare, il trattamento di rifiuti urbani e assimilati, degli impianti di incenerimento, sulla base degli elementi acquisiti dalla competente direzione generale, si rappresenta quanto segue.
  In linea generale, secondo i dati forniti da Ispra, la quantità di rifiuti inceneriti pro-capite in Italia ammonta a 85 kg/abitante per anno, un valore tra i più bassi in Europa, sia rispetto ai paesi dell'EU28 che a quelli dell'EU15, le cui medie nel 2012, ammontavano rispettivamente a 113 e 140 kg/abitante per anno.
  Appare pertanto evidente che l'attuale tasso di incenerimento in Italia (circa il 17,4 per cento del totale dei rifiuti urbani prodotti) non sia affatto adeguato a chiudere il ciclo dei rifiuti, come evidenziato dalla Corte di giustizia europea che ha condannato l'Italia a pagare 40.000 euro al giorno fino alla realizzazione di una capacità di incenerimento aggiuntiva pari a 1.190.000 tonnellate per la sola gestione dei rifiuti in Campania (Sentenza della Corte di Giustizia europea – terza sezione – 16 luglio 2015).
  Con l'adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 agosto 2016, attuativo dell'articolo 35, comma 1 del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, partendo da una minuziosa ricognizione della situazione impiantistica di incenerimento, con particolare riferimento alle diverse tipologie di rifiuti (urbani tal quali, frazione secca dei rifiuti urbani, combustibile solido secondario, rifiuti sanitari, fanghi) trattate nei singoli impianti sul territorio nazionale, è stato possibile individuare con precisione la capacità attuale di incenerimento dei rifiuti urbani.
  Il decreto in questione ha quindi provveduto a stimare il fabbisogno di incenerimento nazionale necessario a chiudere il ciclo dei rifiuti e nel prevederlo ha tenuto conto non solo della prevenzione e degli obiettivi di raccolta differenziata e riciclaggio della nuova proposta europea sull'economia circolare (riciclaggio al 65 per cento), ma anche delle quantità di rifiuti avviate a co-incenerimento nei cementifici e nelle centrali elettriche oltre che del trattamento dei rifiuti negli impianti di trattamento meccanico biologico e degli scarti della raccolta differenziata.
  Infine lo stesso decreto ha provveduto a confrontare la capacità esistente con il fabbisogno stimato, desumendone il fabbisogno residuo di incenerimento per ciascuna regione.
  Ottenuto tale fabbisogno, il decreto ha operato una compensazione tra macro aree al fine di evitare la realizzazione di impianti non necessari e consentendo ai rifiuti residui di una regione di essere inceneriti nella eventuale capacità residua presente nelle legioni limitrofe. Considerando pertanto la gestione dei rifiuti in un'ottica di sistema, anziché nell'ambito dell'autosufficienza delle singole regioni, è stato possibile limitare il fabbisogno residuo totale a sole 1.831.000 tonnellate per un totale di nuovi otto impianti oltre al potenziamento dell'impianto della regione Puglia.
  Per quanto attiene nello specifico la regione Lazio, si evidenzia che, rispetto alle previsioni originarie di piano, non solo non si è avuto l'atteso decollo della raccolta differenziata, ma è stato altresì delineato, con l'approvazione del nuovo piano del fabbisogno di cui alla delibera della giunta regionale del Lazio n. 199 del 2016 un nuovo scenario impiantistico che prevede un eccessivo ricorso alla discarica, al posto di altre operazioni collocate più in alto nella gerarchia dei rifiuti.
  In particolare la regione Lazio ha previsto di inviare circa 200.000 tonnellate annue di rifiuti di scarto dal trattamento della differenziata a smaltimento, piuttosto che prevederne il recupero energetico negli impianti di incenerimento.
  Rispetto a tali previsioni non condivisibili, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha avviato un positivo confronto con le competenti autorità regionali, finalizzato ad un adeguamento delle scelte strategiche nella prospettiva di ottimizzazione della chiusura del ciclo dei rifiuti.
  Ad ogni modo, si rappresenta che il 22 aprile 2016, la regione Lazio ha approvato la «Determinazione del Fabbisogno», propedeutica al successivo aggiornamento del piano di gestione dei rifiuti. Sul documento allo stato è in corso un positivo confronto con i competenti uffici regionali, per addivenire ad una condivisione degli obiettivi.
  Per quanto di competenza il Ministero continuerà a monitorare le attività in corso.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

incenerimento dei rifiuti

gestione dei rifiuti

riciclaggio dei rifiuti