ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13999

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 666 del 02/08/2016
Firmatari
Primo firmatario: D'INCA' FEDERICO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 02/08/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BUSINAROLO FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE 02/08/2016
SPESSOTTO ARIANNA MOVIMENTO 5 STELLE 02/08/2016
COZZOLINO EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 02/08/2016
BRUGNEROTTO MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 02/08/2016
DA VILLA MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 02/08/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 02/08/2016
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 19/07/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13999
presentato da
D'INCÀ Federico
testo di
Martedì 2 agosto 2016, seduta n. 666

   D'INCÀ, BUSINAROLO, SPESSOTTO, COZZOLINO, BRUGNEROTTO e DA VILLA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   l'azienda Ferroli è da tempo in crisi occupazionale e di produzione, fino all'epilogo di qualche giorno fa, in cui l'amministratore delegato ha presentato il piano industriale, che, sostanzialmente, restringe il perimetro d'azione italiano dell'azienda termomeccanica ai soli stabilimenti di Verona (San Bonifacio) e Siena (Casole d'Elsa). Fonderie e logistica verranno chiusi, nessuno escluso. In tutto, si tratta di circa 600 esuberi, compresi i 130 di Alano;
   le cifre nascondono una realtà lacerante per territori, già duramente colpiti dalla crisi. Si tratta di donne e uomini in cassa integrazione a zero ore da un anno, che spesso non sanno come pagare l'affitto, come fare la spesa e pagare le bollette, la scuola per i propri figli e, a volte nipoti, trattandosi di maestranze anziane, che superano abbondantemente la cinquantina e non sanno come arrivare serenamente alla fine del mese, lontani come sono dalla pensione per lo sciagurato impatto della «legge Fornero» (decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011);
   il dramma di quelle terre e di quelle unità produttive era noto. Il destino della «banca del caldo» di Colmirano era segnato da tempo;
   ad aprile 2015 il presidente della regione uscente e poi riconfermato, Luca Zaia, aveva dichiarato nel periodo di campagna elettorale che, in merito alle difficoltà, che stava attraversando la Ferroli «Al tavolo con le banche la Regione farà da garante», facendo visita al presidio permanente dei dipendenti, a San Bonifacio, e affermando: «Il nostro obiettivo non è la mobilità ma dare a voi e alle famiglie un nuovo futuro»;
   già nel 2015 si ventilavano esuberi e licenziamenti aziendali e Zaia, accompagnato da una decina di compagni di partito, alleati di Governo e candidati al consiglio regionale, aveva dichiarato ai dipendenti e a Paola Ferroli, neo presidente pro tempore dell'azienda, la disponibilità ad aprire un tavolo con «Veneto Sviluppo», per risolvere i problemi, definendo gli ammortizzatori sociali «una battaglia d'ufficio» e annunciando l'attivazione di un piano industriale attraverso la finanziaria «Veneto Sviluppo»;
   ora l'esito esiziale. Il piano industriale presentato dall'azienda prevede una riorganizzazione complessiva di tutta l'azienda, dalla gamma di prodotti alla rete commerciale, senza escludere gli impianti produttivi, ormai obsoleti, Punteranno alla «creazione di un modello di business sempre più internazionale, snello e agile che mette al centro la qualità dei prodotti, la fluidità dei processi produttivi per eliminare inefficienze e rinnovare un business model obsoleto che hanno portato l'azienda quasi al fallimento». Sembrerebbe, secondo gli interroganti, una confessione del fallimento della dirigenza nella conduzione aziendale da diversi anni a questa parte ed invece la soluzione proposta appare agli interroganti come la confessione di aver beneficiato della cassa integrazione, senza rilanciare l'azienda nel suo complesso o quantomeno salvare il maggior numero di lavoratori, perseguendo solo la sopravvivenza dell'azienda medesima, attraverso il sacrificio di 536 lavoratori. Si tratta, come al solito, di percorrere la strada più comoda e facile per risolvere i problemi creatisi negli ultimi anni, facendo pagare il prezzo più alto ai lavoratori –:
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della situazione venutasi a creare nei territori interessati dagli stabilimenti dell'azienda Ferroli e se non ritengano quanto mai necessario e urgente avviare un tavolo di lavoro dell'unità di crisi del Ministero dello sviluppo economico con i rappresentanti dei lavoratori, con le istituzioni del territorio, la giunta regionale per scongiurare l'ipotesi degli oltre 500 esuberi e licenziamenti, attraverso una ridefinizione concordata di un piano industriale meno penalizzante per le sole forze del lavoro. (4-13999)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica industriale

soppressione di posti di lavoro

commissione interna