ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13960

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 664 del 29/07/2016
Firmatari
Primo firmatario: PAGLIA GIOVANNI
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 28/07/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 28/07/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13960
presentato da
PAGLIA Giovanni
testo di
Venerdì 29 luglio 2016, seduta n. 664

   PAGLIA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   nel novembre 2013 il gruppo Parmacotto chiede alle banche creditrici una standstill sull'indebitamento, finalizzata alla sua ristrutturazione, dato che i livelli di fatturato e redditività non sono sufficienti a garantirne la sostenibilità;
   è il segnale dell'apertura di una crisi finanziaria con forti ripercussioni sul piano industriale, che porta 12 mesi dopo alla richiesta di concordato preventivo in bianco, con garanzia sulla tenuta occupazionale, che viene tuttavia giudicato con scetticismo dai sindacati, vista l'assenza di un credibile piano industriale;
   il tribunale fallimentare di Parma comunque attiva la procedura di concordato in continuità con riserva e nomina i tre commissari giudiziali;
   la procedura si conclude a giugno 2015, con la valutazione positiva da parte del tribunale del piano industriale 2015- 2017 e del contestuale piano di riduzione del debito;
   si ipotizza una riduzione della forza lavoro di 54 unità su 200, la ricapitalizzazione della società in misura non inferiore a 11,2 milioni di euro tramite copertura delle perdite, la ricostituzione di 3,6 milioni di capitale sociale, l'istituzione di strumenti finanziari partecipativi convertibili in azioni della società, oltre alla liquidazione di beni mobili e immobili e delle partecipazioni non strategiche;
   i sindacati «bocciano» il piano industriale e si avvia una fase di concertazione che coinvolge anche le istituzioni locali, finalizzata al contenimento degli esuberi e alla gestione degli ammortizzatori sociali;
   nel gennaio 2016 la proprietà propone un nuovo piano concordatario, in sostituzione del precedente, con la richiesta della rinuncia a 46,2 milioni da parte dei creditori, che viene accettato dall'assemblea degli stessi;
   il 4 luglio 2016 interviene la procura di Parma, che contesta la falsificazione del bilancio 2010 ai fini di ottenere dalla società pubblica Simest equity per 11 milioni di euro;
   ai sensi della legge 231 del 2001, viene quindi chiesto dal magistrato un sequestro per pari importo di beni e liquidità della società;
   il 13 luglio il gip convalida il sequestro, pur limitandolo alla liquidità presente sui conti correnti fino alla cifra di 11 milioni di euro e quindi rendendo nuovamente disponibili per l'attività i beni strumentali;
   il 19 luglio la procura chiede quindi al tribunale di dichiarare decaduto il piano concordatario, ritenendolo non più congruente dato il sequestro di 11 milioni di euro, e di attivare quindi lo stato di insolvenza della società;
   si fa quindi più probabile, anche se non certo, il fallimento di un'azienda che stava comunque recuperando in fatturato e redditività, dopo aver provveduto ad una ristrutturazione delle attività;
   deve essere scongiurato un esito negativo soprattutto sul versante della tenuta occupazionale, oltre che di tutela di un marchio e di una capacità produttiva con prospettive di crescita –:
   come si intenda procedere, per quanto di competenza e visto anche il coinvolgimento di Simest s.p.a. per evitare che un'improvvisa crisi di liquidità possa mettere a rischio la sopravvivenza dell'azienda, per cui la stampa specializzata parla anche di potenziale interesse di primari gruppi nazionali e internazionali. (4-13960)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica industriale

crisi monetaria

fallimento