ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13901

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 659 del 21/07/2016
Firmatari
Primo firmatario: NESCI DALILA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 21/07/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DIENI FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 21/07/2016
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 21/07/2016
SARTI GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 21/07/2016
D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 21/07/2016
NUTI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 21/07/2016
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 21/07/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 21/07/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13901
presentato da
NESCI Dalila
testo di
Giovedì 21 luglio 2016, seduta n. 659

   NESCI, DIENI, PARENTELA, SARTI, D'UVA, NUTI e DI BATTISTA. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   in un articolo della giornalista Alessia Candito, apparso il 12 luglio 2016 sulla testata giornalistica on line « Il Corriere della Calabria» e intitolato «Reghion. Smantellato comitato d'affari che condizionava il Comune», si racconta di una importante operazione della direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, nell'ambito della quale «dieci persone state fermate fra Reggio Calabria, Roma, Milano, Brescia e Croton perché ritenute responsabili, a vario titolo, di concorso esterno in associazione mafiosa, turbata libertà degli incanti, truffa aggravata, corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, intestazione fittizia di beni» ed «estorsione aggravata dal metodo mafioso»;
   «fra i dirigenti comunali fermati – spiega l'articolo – c’è anche il potentissimo Marcello Cammera, per anni responsabile dei Lavori Pubblici, poi spostato, non senza frizioni, al settore Cultura, per ordine del sindaco Giuseppe Falcomatà»;
   «sono invece – precisa la succitata fonte giornalistica – Vincenzo e Domenico Barbieri, e Alberto e Mario Scambia gli imprenditori cui il comitato d'affari assegnava appalti e lavori, aggirando le normative antimafia, mentre un nuovo provvedimento di fermo è stato notificato in carcere all'ex deputato Psdi, già condannato definitivo per concorso esterno, Paolo Romeo»;
   al «centro delle indagini della Dda, c’è però – prosegue l'articolo – anche l'attività di due società, operanti nel settore della depurazione delle acque e di fornitura di servizio idrico integrato, cui è stata contestata la violazione amministrativa del Codice di responsabilità, gli Enti Locali»;
   secondo il procuratore capo della che ricostruisce Federico Cafiero de Raho, si tratta, nello specifico, di «un'altra operazione che ricostruisce le attività di un'associazione segreta che per lungo tempo ha condizionato il Comune di Reggio Calabria e le altre istituzioni»;
   nell'articolo in predicato, la giornalista Candito osserva che l'inchiesta è un «seguito, dunque, dell'operazione Fata Morgana, che circa due mesi fa ha svelato l'esistenza di una loggia segreta, per gli inquirenti guidata da Paolo Romeo, che per anni ha tessuto una fitta trama di rapporti e relazioni nelle istituzioni locali e non solo, per favorire i clan»;
   «proprio Marcello Cammera – spiega Candito, per come emerso dalle informative agli atti di quell'indagine – era per Romeo un interlocutore privilegiato, a lui legato da un rapporto tanto confidenziale da consentire all'ex deputato di apostrofare in malo modo il dirigente quando non eseguiva le sue direttive»;
   nell'articolo in parola si fa riferimento al ruoli di Angela Marcianò in quanto assessore comunale ai lavori pubblici di Reggio Calabria, che, sintetizza la giornalista Candito, per rinesi ha provato a limitare strapotere del Cammera, entrata in rotta di collisione con il medesimo dirigente, «che pur trasferito ad altro settore non ha mai voluto abbandonare il ruolo di rup di diversi appalti»;
   al centro degli approfondimenti della direzione distrettuale antimafia figura, peraltro, come chiarito dal procuratore Cafiero de Raho, «l'appalto per la depurazione delle acque, come per la costruzione e conduzione degli impianti»;
   «avviata sin dal 2013 – ricostruisce la giornalista – dal Reparto Operativo dei Carabinieri reggini, l'attività d'indagine, mirata a verificare il buon andamento del settore lavori pubblici del comune di Reggio Calabria, ha dimostrato l'esistenza di, un "comitato d'affari", composto da dirigenti e funzionari pubblici e imprenditori, capace di gestire la "macchina amministrativa comunale" nell'interesse della ‘ndrangheta, che riusciva ad orientare, aggirando ed eludendo la normativa antimafia, la concessione di appalti multimilionari in favore di holding imprenditoriali riconducibili alla ’ndrangheta»;
   in un articolo del 12 luglio 2016, sempre di Alessia Candito e sempre pubblicato su « Il Corriere della Calabria», con il titolo «REGHION. Il ventre infetto di Palazzo San Giorgio», si riassume che «anche durante la gestione commissariale seguita allo scioglimento dell'amministrazione comunale per contiguità mafiose, nella pancia di Palazzo San Giorgio ha continuato a operare un comitato d'affari; legato a ‘ndrangheta e massoneria in grado di condizionare l'assegnazione di appalti e lavori pubblici»;
   «siamo in presenza di un vero e proprio network – ha detto il comandante provinciale dei Carabinieri, Lorenzo Falferi – che, sfruttando cointeressenze nel tessuto economico-istituzionale ed imprenditoriale reggino, aveva costruito una fitta rete di relazioni a Milano, Roma e Brescia»;
   «qui oggi non si è intaccato soltanto il braccio armato della criminalità organizzata – ha aggiunto Falferi – ma strutture istituzionali e della pubblica amministrazione che avrebbero dovuto curare l'interesse collettivo»;
   più avanti l'articolo da ultimo menzionato riferisce che «un nuovo provvedimento è stato notificato in carcere anche all'avvocato Paolo Romeo, in – passato condannato definitivamente per concorso esterno e di recente arrestato nuovamente perché considerato il capo di una loggia segreta in grado di condizionare la politica e l'imprenditoria reggina»;
   è stato Romeo, «secondo gli inquirenti, a tessere – illustra Candito – la tela di contatti e relazioni che ha imbrigliato il Comune della città calabrese dello Stretto, grazie all'insostituibile lavoro del suo principale referente all'interno della macchina di Palazzo San Giorgio, Marcello Cammera»;
   l'operazione – ha anticipato il procuratore Cafiero de Raho – è solo «un segmento dimostrativo di quanto quella rete associativa, mafiosa, segreta, che – opera nella provincia di Reggio Calabria riesca a condizionare e a infiltrare le pubbliche amministrazioni»;
   nell'articolo in questione si fa riferimento, poi, all’«appalto per la depurazione delle acque ed il servizio idrico integrato della città di Reggio Calabria»;
   la giornalista spiega che l'appalto in parola è «un affare da 256 milioni di euro andato a un'Ati inedita fino ad allora, formata dal colosso spagnolo Accion Agua e dalla Idroreghion, società reggina con sede a Milano, nata da una scissione di ramo d'azienda dalla Acquereggine, con contestuale novazione della partecipazione sociale»;
   è «in questa fase, che nella Idroreghion, nascosto dalla società Gear, entra con il 24,4 per cento delle quote – racconta Candito – Domenico Barbieri»;
   segue, nell'articolo, un resoconto di pratiche di scambi di favori, di situazioni di tradimento delle funzioni pubbliche e ricerca ossessiva dell'interesse privato, a danno dei cittadini, con un comitato d'affari che aveva creato «un vero e proprio fondo nero per pagare mazzette e bustarelle»;
   con l'inchiesta, dai recenti provvedimenti, «Mammasantissima», sempre della procura di Reggio Calabria, è stata scoperta una struttura segreta di vertice della ‘ndrangheta;
   il senatore di Gal Antonio Caridi, del quale è stato richiesto l'arresto, è una delle cinque persone coinvolte nella suddetta operazione, che ha portato alla scoperta della struttura segreta di vertice della ‘ndrangheta, radicata nel territorio reggino e capace, come si legge sulla stampa, di condizionare la politica, tanto che nell'ambito della medesima operazione sono stati arrestati l'ex deputato del Psdi Paolo Romeo, già in carcere dal 9 maggio scorso e l'ex consigliere regionale e sottosegretario della giunta regionale di centrodestra Alberto Sarra;
   dal 26 maggio 2002 al 26 maggio 2007, a Reggio Calabria Caridi è stato per l'Unione di Centro assessore comunale all'ambiente;
   dal 22 giugno 2007 al 18 agosto 2010, a Reggio Calabria Caridi è stato per l'Unione di Centro assessore comunale per le politiche ambientali;
   il 29 marzo di 2010 Caridi era stato eletto consigliere regionale nelle file del Popolo della Libertà, risultando il primo delle liste di tutta la provincia con 11.215 preferenze;
   dal 19 aprile 2010 fino al 25 aprile 2013 Caridi è stato anche assessore regionale per le attività produttive nella giunta, di centrodestra, guidata da Giuseppe Scopelliti;
   altri arrestati di spicco nella stessa operazione «Mammasantissima» sono l'avvocato Giorgio De Stefano e Francesco Chirico che, come si legge sulla testata « Zoom24.it», in un articolo del 16 luglio 2016 intitolato «’Ndrangheta: operazione “Mamma Santissima”, ecco gli altri politici sostenuti da Sarra e dai clan», cognato del boss Orazio De Stefano «è (..) indagato poiché, sfruttando la sua capacità relazionale e di mimetizzazione connessa alla attività lavorativa svolta alle dipendenze, dal 1973 al 2004, del Comune di Reggio Calabria e, dal mese di ottobre 2004, della Regione Calabria (Servizio giuridico, con sede in via Tripepi di Reggio Calabria), avrebbe svolto il ruolo di soggetto cerniera tra le componenti “visibili” e quella “riservata” della ‘ndrangheta, rapportandosi per conto dell'organizzazione mafiosa con le più importanti realtà imprenditoriali operanti sul territorio, interessate a mascherare la presenza di relazioni dirette con le articolazioni territoriali della ‘ndrangheta reggina, avvalendosi anche “di sigle ed operatori sindacali, tra i quali Barillà Antonino, anche per imporre l'assunzione di soggetti a lui collegati ed appartenenti al medesimo circuito criminale”»;
   in un articolo di Alessia Candito, pubblicato il 16 luglio 2016 su « Il Corriere della Calabria» e intitolato «La Santa. Ecco chi sono i “riservati” di Reggio Calabria», sono riportate delle notizie circostanziate in ordine a interrogatori recentissimi dei pentiti Nino Lo Giudice e Cosimo Virgiglio, che «hanno svelato al pm Giuseppe Lombardo i nomi di alcuni degli appartenenti a quella terra di mezzo in cui ’ndrangheta e massoneria si mischiano per aiutarsi mutuamente»;
   il pentito Lo Giudice, scrive la giornalista Candito, «fa i nomi dell'avvocato Antonio Marra, dell'ex sottosegretario Alberto Sarra, di Pasquale Rappoccio, dell'avvocato Giorgio De Stefano, dell'ex antenna dei servizi Giovanni Zumbo, del funzionario regionale Francesco Chirico, cognato di Paolo, Giorgio e Orazio De Stefano e zio del capocrimine Giuseppe, dell'avvocato Paolo Romeo»;
   «insieme a questi – prosegue la giornalista – ci sarebbero anche, secondo quanto il collaboratore ha appreso dal Superboss (Pasquale Condello, nda), nomi noti della ’ndrangheta reggina come Giuseppe De Stefano e Pasquale Libri, politici come Giuseppe Scopelliti e i suoi fratelli, Fortunato e Francesco, l'imprenditore Mandaglio, “titolare di un negozio di elettrodomestici in via Possidonea”, e diversi legali, Bucca, Scalfari e Calabrese, che – spiega il pentito – “il Condello accostava anche ai servizi di sicurezza”»;
   anche «il dott. Crocè e tale Dominique Suraci – puntualizza a fine interrogatorio il pentito, come aggiunge la giornalista – fanno parte del medesimo contesto massonico: sono soggetti anche questi vicini a Pasquale Condello»;
   nell'articolo la giornalista Candito riporta, in seguito, un lungo elenco di appartenenti a comitati di potere tratto da elementi citati con estrema precisione, tra cui figurano «i nomi di molti politici, come quello dell'ex governatore della Calabria, Giuseppe Chiaravalloti», di «Luigi Fedele e Pietro Fuda, protagonisti di un ribaltone politico, cucinato in ambito massonico»;
   si tratta, compendia Candito, di soggetti su cui «la Dda ha intenzione di approfondire», anche perché – sottolinea il gip – «le recentissime dichiarazioni dei due collaboratori, pur non del tutto sovrapponibili, evidenziano, affermazioni convergenti sull'esistenza di questo sistema masso-mafioso che si sta procedendo ad esaminare»;
   peraltro, nell'ambito dell'operazione Alchemia, come riporta un articolo di Alessia Candito, pubblicato il 19 luglio 2016 su « Il Corriere della Calabria» e intitolato «Alchemia. Il “re dello stocco” è un prestanome del clan», si fa riferimento ad accuse a Francesco D'Agostino, vicepresidente del consiglio regionale della Calabria in quota «Oliverio presidente», contenute nei verbali di Teresa Ostarteg e in conversazioni intercettate dalla direzione distrettuale antimafia, di Reggio Calabria;
   D'Agostino, precisa la giornalista, è nell'inchiesta «formalmente indagato per intestazione fittizia aggravata dall'aver favorito la ’ndrangheta»;
   nell'ambito della stessa inchiesta, come da notizie stampa, risulta indagato per corruzione anche il deputato calabrese Giuseppe Galati, «ex berlusconiano come figura in un articolo del giornalista Lucio Musolino, apparso su “Il Fatto Quotidiano” lo scorso 19 luglio e intitolato ‘Ndrangheta, ‘do un pezzo di terreno a questo onorevole’. Le intercettazioni sul verdiniano Galati" – poi illuminato sulla via di Verdini e oggi, quindi, a pieno titolo esponente calabrese del Partito della Nazione»;
   in un articolo del giornalista Paolo Pollichieni, direttore de « Il Corriere della Calabria», intitolato «La masso-’ndrangheta in azione anche le regionali 2014» e pubblicato sulla prefata testata on line il 18 luglio 2016, si anticipa che «un diverso troncone dell'inchiesta “Mammasantissima” avrà effetti anche più devastanti rispetto a quelli già prodotti dall'indagine per la quale è stato chiesto l'arresto del senatore Antonio Caridi e fornirà un'eloquente testimonianza di come l'organizzazione sia ancora oggi in grado di interferire nella vita pubblica calabrese, condizionando elezioni amministrative e politiche, selezione e promozione della burocrazia ai più alti livelli, gestione delle risorse economiche connesse con la creazione a Reggio dell'Area Metropolitana dello Stretto e, nel resto della Calabria, attraverso i fondi comunitari messi a disposizione con i bandi del Pon e del Por»;
   c’è un passaggio fondamentale della succitata ricostruzione giornalistica, per cui «davanti all'esito fallimentare del rapporto con il centrodestra, l'organizzazione (criminale, nda) ha rivolto in direzione opposta sguardo ed attenzioni»;
   Pollichieni, direttore di « Il Corriere della Calabria», nell'articolo in parola informa che sul punto specifico, cioè sul sostegno al centrosinistra regionale da parte dell'organizzazione criminale, sono in pieno svolgimento «le indagini delle procure distrettuali di Catanzaro e Reggio Calabria», mentre sul campo lavorano «gli uomini del Ros dei carabinieri e dello Sco della Polizia di Stato»;
   passaggio importante dell'articolo succitato è quando l'autore Pollichieni riassume «una plastica dimostrazione di come funziona» l'assoggettamento «agli interessi criminali, con tanto di sberleffo al proprio interlocutore politico»;
   l'esempio, tratto dall'ordinanza del gip di Reggio Calabria, Domenico Santoro, per l'operazione «Mammasantissima», si riferisce alla «figura ed opera del dominus dei lavori pubblici in riva allo Stretto, Marcello Cammera»;
   «Cammera – scrive Pollichieni – dovrà affrontare, nel tempo, due diversi assessori ai lavori pubblici, il primo viene scelto da Giuseppe Scopelliti e risponde al nome di Franco Germanò; il secondo lo sceglierà, in tempi recentissimi, Giuseppe Falcomatà e risponde al nome di Angela Marcianò». «Entrambi – riassume il giornalista – vogliono “vedere le carte”, scrivono lettere di fuoco al dirigente Cammera e questi risponde picche»;
   Pollichieni riporta addirittura l'intercettazione di una conversazione tra Germanò e Romeo, cui il primo si rivolge per «ammorbidire» Cammera;
   «Dieci anni più tardi – prosegue Pollichieni – lo scontro si riproporrà. Cambia scenario politico, coalizione e sindaco ma Cammera è sempre saldo al suo posto, unico gestore dei lavori pubblici in Reggio Calabria. L'assessore Marcianò non si rivolge certo a Paolo Romeo ma al sindaco. Cammera commenta questa levata di scudi con Paolo Romeo, ma è tranquillo perché qualcuno gli ha spiegato che se l'assessore Marcianò insiste si farà male. Se si va allo scontro, lo rassicurano, la Marcianò va a casa e Cammera resta al suo posto. Millanterie ? A stare alle indagini di queste settimane non pare proprio: il Ros avrebbe messo le mani sui contenuti di una cosiddetta “chat di giunta” una sorta di chat a circuito chiuso a mezzo della quale il sindaco Falcomatà e i suoi assessori dialogano riservatamente. In alcuni passaggi si parla molto diffusamente del ruolo di Cammera e dello scontro con l'assessore Marcianò. Le indagini sul punto potrebbero riservare sorprese»;
   «va aggiunto, per completezza – continua Pollichieni – che c’è un altro punto di contatto tra la vicenda dell'assessore ai lavori pubblici dell'era Scopelliti, Franco Germanò, e l'assessore odierno Angela Marcianò. Al culmine dello scontro entrambi finiscono vittime di un attentato intimidatorio: una bomba nella macchina nel caso di Germanò, l'incendio dell'autovettura in quello della Marcianò. Sicuramente una coincidenza. In seguito all'attentato, tuttavia, Germanò si dimetterà da assessore. La Marcianò non lo ha fatto, forse la differenza tra i due epiloghi sta nel fatto che in soccorso dell'assessore Marcianò è arrivata la retata disposta dalla Dda di Reggio Calabria con la «Operazione Reghion»»;
   la città metropolitana di Reggio Calabria è stata istituita dall'ordinamento giuridico nazionale con il decreto-legge 5 novembre 2012, n. 188, «Disposizioni urgenti in materia di Province e Città metropolitane»;
   il PON Città Metropolitane 2014-2020, approvato dalla Commissione europea con decisione C(2015) 4998 del 14 luglio 2015, costituisce uno degli strumenti attuativi dell'Agenda urbana nazionale, fornendo un'interpretazione territoriale dell'accordo di partenariato 2014- 2020, e individua il sindaco del Comune capoluogo della città metropolitana come autorità urbana e organismo intermedio, attribuendogli ampia autonomia nella definizione dei fabbisogni e nella conseguente individuazione degli interventi da realizzare;
   l'articolo 3 del patto – del 30 aprile 2016 – tra il Presidente del Consiglio dei ministri e il Sindaco della città metropolitana di Reggio Calabria prevede che l'importo complessivo degli interventi da realizzare, «che costituiscono gli impegni del presente Patto», ammonti a euro 410.103.968,02;
   in un articolo di Alessia Candito del 16 febbraio 2016, pubblicato su « Il Corriere della Calabria» e intitolato «Reggio Nord e il forum dal passato pesante», si fa riferimento a un programma riguardante «una lista di cose da fare e con urgenza per chi avrà l'onore e l'onere di tirare la carretta della nuova città metropolitana»;
   «ad esporlo ai consiglieri comunali, senza che nessuno – a quanto pare avesse alcunché da eccepire, si sono presentati – si legge nell'articolo – fra gli altri l'ex deputato del Psdi Paolo Romeo, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa con il clan De Stefano, e indicato in diversi atti giudiziari come eminenza grigia degli arcoti, Franco Malara, sindaco di Santo Stefano d'Aspromonte e nipote del presunto boss della montagna “don Rocco” Musolino, qualche mese fa finito al centro di uno scandalo prima per il cosiddetto “emendamento ad personam” che da revisore dei conti gli ha permesso di candidarsi ad una carica politica, quindi per le presunte pressioni per farlo eleggere nel consiglio direttivo dell'Ente Parco, e Domenico Giandoriggio, nel lontano ‘93 arrestato nell'inchiesta, poi sfumata, sul decreto Reggio»;
   secondo Candito, le riferite esperienze pregresse degli intervenuti non sembrano aver turbato gli inquilini di Palazzo San Giorgio, se è vero quanto il Comitato afferma nella nota diffusa al termine della riunione, durante la quale – riporta la giornalista – «il documento nella sua fase ultima di implementazione, ha avuto l'unanime parere positivo della Commissione, con i commissari tutti concordi nel ritenere Reggio Nord 2020 la più avanzata espressione di documento strategico che a oggi sia stato prodotto su una parte di territorio della futura Città metropolitana di Reggio Calabria, ritenendo significativo il metodo, modello da esportare come prassi di successo in altri contesti»;
   a parere degli interroganti, in quanto sopra riportato, traspare incontestabilmente il gravissimo e costante condizionamento dell'amministrazione pubblica del comune di Reggio Calabria e, in potenza, della relativa area metropolitana, nonché la capacità degli inquadrati comitati d'affari politico-massonico-mafiosi di dettare precise modalità operative sull'utilizzo di enormi risorse pubbliche;
   agli interroganti non risulta che il comune di Reggio Calabria e la regione Calabria abbiano, a seguito delle recenti, gravissime notizie stampa sul condizionamento delle rispettive amministrazioni pubbliche, avviato indagini interne –:
   se, per il tramite del prefetto di competenza per territorio, non si ritenga di verificare la sussistenza degli elementi cui al comma 1 dell'articolo 143 del testo unico degli, enti locali, non intenda disporre ogni opportuno accertamento, promuovendo l'accesso presso il comune di Reggio Calabria. (4-13901)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

lavori pubblici

mafia

professioni del settore delle comunicazioni