ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13884

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 659 del 21/07/2016
Firmatari
Primo firmatario: PALMIZIO ELIO MASSIMO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 21/07/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 21/07/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13884
presentato da
PALMIZIO Elio Massimo
testo di
Giovedì 21 luglio 2016, seduta n. 659

   PALMIZIO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   l'introduzione delle zone franche urbane è avvenuta in Italia attraverso la legge finanziaria del 2007 (legge 27 dicembre 2006, n. 296 articolo 1, commi da 340 a 343). Le zone franche urbane sono aree infra-comunali di dimensione minima prestabilita dove si concentrano programmi di defiscalizzazione per la creazione di piccole e micro imprese, che hanno come obiettivo quello di favorire lo sviluppo economico sociale di quartieri ed aree urbane caratterizzate da disagio sociale, economico e occupazionale;
   la legge finanziaria del 2007 è stata successivamente modificata ed integrata dalla legge finanziaria 2008 (legge n. 244 del 2007, articolo 2, commi da 561 a 563), che ha finalizzato l'istituzione delle zone franche urbane all'obiettivo di «contrastare i fenomeni di esclusione sociale negli spazi urbani e favorire l'integrazione sociale e culturale delle popolazioni abitanti in circoscrizioni o quartieri delle città caratterizzati da degrado urbano e sociale»;
   in attuazione della legge istitutiva delle zone franche urbane, il Cipe, con delibera 30 gennaio 2008, n. 5, ha provveduto a definire i criteri e gli indicatori per l'individuazione e la delimitazione delle zone franche urbane delineando una procedura alla quale hanno concorso le amministrazioni comunali, regionali e il dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica del Ministero dello sviluppo economico;
   con la medesima delibera sono state altresì individuate 22 zone franche urbane collocate nella maggior parte nel Sud d'Italia prevedendo agevolazioni fiscali e previdenziali per rafforzare la crescita imprenditoriale e occupazionale nelle piccole imprese di nuova costituzione ivi localizzate. Tali agevolazioni, della durata di 5 anni, consistono in esenzione dalle imposte sul reddito, esenzione dall'Irap, Ici ed esonero dal versamento dei contributi previdenziali;
   in Italia, dal recente e attuale dibattito sulle zone franche urbane sta emergendo sempre di più l'esigenza da parte di numerose amministrazioni di usufruire di forme di fiscalità di vantaggio territoriale per la crescita ed il rilancio di territori non urbani ma non per questo meno bisognosi di interventi;
   la complessità dei problemi legati allo spopolamento di campagne e montagne, alla concentrazione dei servizi ai cittadini, alle imprese ed alla trasformazione del mondo agricolo, e nel contempo, le potenzialità di sviluppo proprio dell'Italia, del suo artigianato, della sua tradizione enogastronomica, della sua agricoltura, inducono ad una riflessione sulla sperimentazione, anche in questo ambito, di uno strumento finora destinato solo ai quartieri delle città;
   gli esempi di altre nazioni europee possono essere illuminati, infatti, in Francia nel 1995 sono state istituite le zones de revitalisation rurale comprendenti comuni con un basso numero di abitanti, con scarsa popolazione attiva e con vocazione agricola. Al loro interno si attuano misure fiscali agevolative di varia tipologia, interventi pubblici a sostegno e in sussidio dell'iniziativa privata per la conservazione delle attività agricole e lo sviluppo di artigianato e agriturismo, con lo scopo di favorire i territori svantaggiati dalla distanza, dalla collocazione geografica e dalla incapacità di attrarre sviluppo;
   in Belgio, in particolare nella regione vallone, sono state istituite da alcuni anni le zone franche locali (cosiddette zones franches rurales) anche in territori extraurbani in comuni caratterizzati da scarsa densità abitativa, problemi di isolamento, difficoltà socio-economiche, criticità in tema di servizi essenziali, di disoccupazione, di reddito medio dichiarato, soggetti svantaggiati e condizioni abitative precarie;
   va inoltre ricordato che la Commissione europea ha constatato come la creazione di questi nuovi soggetti non incida sulla concorrenza in maniera sproporzionata, godendo di un regime di esenzioni fiscali;
   l'Appennino rappresenta intrinsecamente una condizione di vita difficile per i propri abitanti, per l'orografia accidentata, per i trasporti e le comunicazioni; risulta quindi necessario approfondire le problematiche istituzionali e finanziarie del «sistema montagna» al fine di poter giungere alla definizione degli aspetti di coesione territoriale e quindi di poter sviluppare politiche mirate per i territori montani;
   con il decreto-legge 19 giugno 2015, n.78, recante «Disposizioni urgenti in materia di enti territoriali», all'articolo 12, vengono istituite le zone franche in Emilia nei territori colpiti dall'alluvione del 2014 e nei comuni colpiti dal sisma del 2012 prevedendo notevoli agevolazioni per le imprese presenti in quei territori. Considerato che alla fine del 2015, nel comune di Mirandola (MO), la direzione dell'Agenzia delle entrate ha già preparato il codice di disciplina ed adempimenti è senz'altro necessario sensibilizzare amministratori e politici a livello comunale, regionale e nazionale sulla necessità che anche questi provvedimenti vengano presi, al più presto, per le terre alte;
   alla luce di quanto sopra espresso emerge la necessità di provvedere all'istituzione di zone franche montane, simili a quelle urbane, nelle zone dell'Appennino emiliano, al fine di dare una risposta alle problematiche che penalizzano il territorio delle terre alte, quali la carenza e insufficienza di infrastrutture, il dissesto idrogeologico che interferisce con la viabilità primaria e secondaria, lo spopolamento demografico per la mancanza di occupazione giovanile, l'abbandono delle attività pastorali che hanno generato riforestazione incontrollata di pascoli e terreni, il degrado del patrimonio edilizio rurale nonché la carenza di servizi alle imprese –:
   se il Governo intenda adottare ogni iniziativa volta all'istituzione delle zone franche montane, nelle aree dell'Appennino emiliano, e quali iniziative intenda intraprendere al fine di garantire le agevolazioni e gli incentivi previdenziali e fiscali in grado di attrarre gli investimenti di capitale e sostenere le imprese con benefici per l'occupazione. (4-13884)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

zona franca

zona franca industriale

liberalizzazione degli scambi