ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13874

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 658 del 20/07/2016
Firmatari
Primo firmatario: SORIAL GIRGIS GIORGIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 20/07/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 20/07/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13874
presentato da
SORIAL Girgis Giorgio
testo di
Mercoledì 20 luglio 2016, seduta n. 658

   SORIAL. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   secondo i più recenti dati Istat, nel nostro Paese sta crescendo costantemente il numero di persone e in povertà assoluta, ovvero che, secondo la definizione dell'Istat, hanno difficoltà a «conseguire uno standard di vita minimamente accettabile» e «non accedono a beni e servizi che, nel contesto italiano, vengono considerati essenziali», tanto che al 2015 sarebbe arrivato alla preoccupante cifra di 4 milioni e 598 mila, il valore più alto registrato dal 2005;
   anche la povertà relativa risulta grave, con il valore che non è sceso nel 2015 in termini di famiglie (2 milioni 678 mila, pari al 10,4 per cento delle famiglie residenti dal 10,3 per cento del 2014) e che aumenta in termini di persone (8 milioni 307 mila, pari al 13,7 per cento delle persone residenti dal 12,9 per cento del 2014);
   le famiglie in povertà assoluta arrivano al 7,6 per cento nel 2015, pari a 1 milione e 582 mila famiglie nel corso dell'ultimo anno, l'aumento riguarda principalmente le famiglie con 4 componenti (da 6,7 del 2014 a 9,5 per cento) soprattutto coppie con 2 figli (da 5,9 a 8,6 per cento) e le famiglie di soli stranieri (da 23,4 a 28,3 per cento), in media più numerose;
   analogamente a quanto accaduto per la povertà assoluta, nel 2015 la povertà relativa è più diffusa tra le famiglie numerose, in particolare tra quelle con 4 componenti (da 14,9 del 2014 a 16,6 per cento) o 5 e più (da 28,0 a 31,17 per cento);
   si rileverebbe un aumento della povertà al Nord, in particolare per gli stranieri, sia in termini di famiglie sia di persone, e soprattutto per l'ampliarsi del fenomeno tra le famiglie di soli stranieri; inoltre, la povertà adesso colpisce maggiormente chi vive in città: segnali di peggioramento si registrano tra le famiglie che risiedono in area metropolitana (l'incidenza aumenta da 5,3 del 2014 a 7,2 per cento) e tra quelle con persona di riferimento tra i 45 e i 54 anni di età (da 6,0 a 7,5 per cento);
   tra le persone coinvolte 2 milioni 277 mila sono donne (7,3 per cento l'incidenza), 1 milione 131 mila sono minori (10,9 per cento), 1 milione 13 mila hanno un'età compresa tra 18 e 34 anni (9,9 per cento) e 538 mila sono anziani (4,1 per cento);
   i dati sottolineano una situazione molto grave proprio per la fascia più giovane della popolazione visto che nel 2015 si rileva addirittura un minore su dieci in povertà assoluta rispetto al 3,2 per cento, del 2005; anche nella popolazione tra i 18 e i 34 anni di età la percentuale di poveri è più che triplicata rispetto al 3,1 per cento del 2005 arrivando al 9,9 per cento del 2015;
   secondo gli studi e rilevazioni dell'Unicef e dell'Istat si è di fronte ad una vera e propria «emergenza infanzia» che rischia di generare una nuova e gravissima forma di povertà futura, perché bambini e adolescenti privati di opportunità, prospettive e competenze saranno preda di bassa produttività e bassa occupazionalità con ricadute sulla spesa pubblica in maggiori costi sociali;
   a seguito della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza approvata dall'Assemblea generale dell'Onu il 20 novembre del 1989 e stata ratificata con la legge 176 del 1991, l'Italia si è impegnata a livello internazionale e nei confronti dei cittadini alla piena realizzazione dei diritti delle persone di minore età, ma, nonostante l'impegno assunto, nel nostro Paese è ancora lontana l'attuazione effettiva ed efficace dei diritti sanciti dalla Convenzione e si è assistito al continuo venire meno del sostegno concreto economico ai piani nazionali destinati ai minori, mentre la stessa legislazione vigente resta insufficiente; inoltre, ad oltre 20 anni dalla ratifica, si assiste ancora a sperequazioni inammissibili tra le varie regioni;
   l'Italia risulta agli ultimi posti in Europa dei 27 per quanto riguarda gli indicatori sulla condizione dell'infanzia;
   con la mozione parlamentare sull'infanzia n. 1-00250 approvata a novembre del 2013 il Movimento5Stelle aveva impegnato il Governo pro tempore:
   a ridefinire le priorità dell'agenda programmatica del Governo, ponendo al centro di questa l'applicazione integrale della Convenzione internazionale sui diritti dei minori e del Patto internazionale sui diritti economici sociali e culturali, in particolare per quanto riguarda i servizi sociali, la lotta all'abbandono scolastico, il contrasto alla povertà, l'accesso alla prevenzione e alle cure sanitarie soprattutto per i minori che vivono in un contesto di povertà relativa e assoluta, il superamento delle profonde sperequazioni esistenti tra le regioni, il diritto all'alloggio e il diritto al passaggio da casa a casa per minori appartenenti a famiglie in disagio abitativo soggette a sfratti esecutivi;
   ad aumentare il sostegno finanziario a favore delle famiglie a basso reddito con figli minori assicurando che questo sia esteso anche alle famiglie straniere;
   l'interrogante aveva già posto all'attenzione del Governo il delicato e urgente problema della crescita della povertà con due atti, a tutt'oggi privi di risposta:
    l'interrogazione n. 4-09122, dell'8 maggio del 2015, in cui si denunciava il pericoloso trend di crescita della «povertà alimentare», cioè la condizione di chi può permettersi solo una spesa alimentare povera per quantità e qualità e che ha tutta una serie di ricadute anche sulla salute dei cittadini coinvolti, soprattutto se minori;
    l'interrogazione n. 4-05139, addirittura del 13 giugno del 2014, in cui si sottolineava come nel nostro Paese la prima vittima della crisi sia l'infanzia, con la povertà infantile in forte e preoccupante aumento e si denunciava che nonostante la situazione in Italia sia significativamente peggiore rispetto all'Unione europea, le risorse stanziate in Italia per contrastare la povertà infantile sono ancora nettamente insufficienti e comunque, molto minori rispetto alla media europea;
   lo Stato italiano non ha ancora introdotto strumenti di tutela di carattere universale, quali ad esempio il reddito di cittadinanza, in favore dei cittadini che sono in condizione di grave disagio economico e sociale;
   il reddito di base o reddito di cittadinanza o reddito di sussistenza o reddito minimo universale è una erogazione monetaria, a intervallo di tempo regolare, distribuita a tutti coloro che sono dotati di cittadinanza e di residenza; essa è in grado di consentire una vita minima dignitosa, è cumulabile con altri redditi (da lavoro, da impresa, da rendita), indipendentemente dall'attività lavorativa effettuata, dalla nazionalità, dal sesso, dal credo religioso e dalla posizione sociale ed è erogata durante tutta la vita del soggetto –:
   se il Governo sia a conoscenza della grave situazione della povertà in Italia descritta dall'analisi Istat ed esposta in premessa e quale sia il suo orientamento in merito;
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della grave situazione dei giovani, in particolare dei minori italiani e dunque del futuro del Paese, come esposto in premessa e quali e di quali entità siano le risorse disponibili per l'attuazione delle varie iniziative messe in campo per combattere la povertà infantile;
   se i Ministri interrogati non ritengano necessario e urgente attivarsi, per quanto di competenza, per porre al centro dell'agenda programmatica le politiche di contrasto alla povertà, anche accelerando, per quanto di competenza, le tempistiche relative all'introduzione del reddito di cittadinanza, presente ormai in tutti i Paesi dell'Unione europea, con le uniche eccezioni di Italia e Grecia, e in molti Paesi non comunitari, e poter così prevenire e contrastare situazioni di povertà che non dovrebbero essere presenti in una società civile e progredita, secondo un criterio di equità, scongiurando al contempo il moltiplicarsi di misure di contrasto alla povertà disorganiche e quindi inutilmente dispendiose. (4-13874)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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