ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13831

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 655 del 15/07/2016
Firmatari
Primo firmatario: NESCI DALILA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 15/07/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 15/07/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13831
presentato da
NESCI Dalila
testo di
Venerdì 15 luglio 2016, seduta n. 655

   NESCI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   in un articolo giornalistico pubblicato il 14 luglio 2016 sulla testata «La Voce di Fiore» e rinvenibile al link abbreviato http://billy/29IDkAx, si racconta una pesante vicenda di bullismo a danno di un minore, avvenuta in orario scolastico all'interno dell'Istituto professionale per l'industria e l'artigianato di San Giovanni in Fiore (Cs);
   nel definirne il contesto socio culturale, l'articolista precisa che la storia in questione è «chiusa, oscurata dal tempo, dal silenzio di periferia e dall'ignavia che al Sud convive con la generosità di radice contadina e magnogreca»;
   in sostanza, nell'anno 1996, precisamente il 31 ottobre, «il ragazzo – si legge nell'articolo in parola – venne picchiato a scuola» «verso le ore 11,30»;
   «le cause della violenza non emergono, giacciono – prosegue il racconto giornalistico – nella coscienza dell'aggressore, che dal Tribunale per i minorenni di Catanzaro ottiene, il 6 luglio 1998, l'archiviazione del procedimento penale» per «un ritardo nella denuncia che i genitori della vittima sporgono nel maggio del ’97»;
   il giornalista commenta che «questo è un punto a sfavore della macchina della giustizia, che non di rado, pur nella legittimità di forme e procedure, sembra proprio “l'utile del più forte”»;
   «il caso ricade – continua l'articolo – sotto la specie del bullismo feroce e incontrollato», ma «i responsabili (...) la passano bell'e liscia: i minori coinvolti e il personale scolastico, di cui è certificata in giudizio l'omessa vigilanza, con “responsabilità solidale del Ministero” della pubblica istruzione»;
   la vittima riportò danni, «le carte – riferisce l'articolo summenzionato – documentano una sofferenza fisica e interiore del giovane, un percorso faticoso di cura e riabilitazione»;
   paradossalmente, specifica l'articolo, «la sentenza civile di primo grado è depositata il 7 giugno del 2007, a quasi dieci anni dalla richiesta di risarcimento»;
   il processo, si legge nell'articolo, è «senza meta come il cammino dell'Agrimensore di Kafka e l'aggressore viene sospeso per tre soli giorni (...) dalle lezioni»;
   «vi sono, poi, testimonianze riviste nel tempo, difformi: una nel maggio ’97, altre a seguire, lungo un decennio», narra l'articolo, e «il Ctu è invitato a fornire chiarimenti, convinto che le conseguenze lamentate dal giovane siano malformazioni congenite»;
   «nella relazione (del 2001) di un medico che assiste la vittima, il professor Pierantonio Ricci, ordinario di Medicina legale nell'Università di Catanzaro, si rammenta – riporta l'articolo – che l'episodio di violenza “si è svolto contro un giovane segnato dalla patologia di cui risulta essere affetto”», cioè una forma di epilessia, «“che già lo poneva in una situazione di svantaggio nei confronti delle persone e dei giovani della sua stessa età”»;
   dunque – aggiunge l'articolo – l'abuso è «doppio, vile, esterno allo sguardo morale dei vari tecnici dello Stato»;
   secondo il professor Ricci, nel giovane residuò – si legge nell'articolo – «una sorta di sindrome ansioso-depressiva reattiva all'evento del 31 ottobre 1996, con notevole autoriduzione delle attività della vita quotidiana e con notevoli disturbi della vita di relazione»;
   lo stesso professor Ricci, come riporta l'articolo, scrisse che il ragazzo non aveva «mai sofferto di disturbi di natura psichiatrica (...), (...) comparsi dopo l'evento del 31 ottobre 1996»;
   «le lungaggini del primo grado — racconta l'articolo in predicato – non aiutano la ricostruzione della verità» e «quella che viene dal verdetto del giudice resta la sommatoria di una ricognizione umana, parziale, incompleta, figlia delle circostanze»;
   «lo scherzo bullo – evidenzia la ricostruzione giornalistica — di questa vicenda, che ha il sapore dell'arroganza mafiosa e spavalda, vale, infine, 3.901,52 euro», «tanto dice la sentenza di condanna al risarcimento, confermata pari pari in secondo grado e ormai definitiva»;
   a «Pierluigi, racconta suo padre con gli occhi semichiusi e lucidi, è rimasta conclude l'articolo — una ferita indelebile», mentre gli altri «l'hanno scampata a basso costo», anche, denuncia la testata giornalistica, «la scuola, “aperta a tutti” come detta la Costituzione» –:
   se siano a conoscenza dei fatti esposti;
   quali specifici percorsi pedagogico-formativi contro il bullismo risultino essere stati attivati nell'istituto scolastico di cui in premessa, in seguito al grave episodio riassunto;
   quali iniziative disciplinari, risultino essere state avviate nei confronti del personale scolastico di cui fu certificata in giudizio l'omessa vigilanza, con responsabilità solidale del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca;
   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere per favorire nelle scuole una cultura dei rapporti sociali in grado di prevenire manifestazioni di bullismo;
   quali iniziative di competenza il Ministro della giustizia intenda assumere in casi analoghi, per favorire la speditezza della giustizia a vantaggio della tutela dei diritti dei minori. (4-13831)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prevenzione delle malattie

aiuto alla costruzione

aiuto alle vittime