ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13823

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 655 del 15/07/2016
Firmatari
Primo firmatario: BRAMBILLA MICHELA VITTORIA
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 15/07/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 15/07/2016
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 15/07/2016
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 01/08/2016
Stato iter:
06/12/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/12/2016
DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 06/12/2016

CONCLUSO IL 06/12/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13823
presentato da
BRAMBILLA Michela Vittoria
testo di
Venerdì 15 luglio 2016, seduta n. 655

   BRAMBILLA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   come già ricordato nell'atto di sindacato ispettivo 3/02297, prevalentemente dedicato al «Festival della carne di cane» di Yulin (Repubblica popolare cinese), in molti Paesi dell'Estremo Oriente sono legali commercio e il consumo di carne di cane: in Corea del Sud si stima che ogni anno siano destinati all'alimentazione alcuni milioni di animali, generalmente dopo aver subito terribili abusi;
   il consumo di carne canina è massimo durante i « bok nal», «giorni del cane», espressione con cui i coreani designano le giornate più calde dell'anno secondo il calendario lunare. Quest'anno il primo giorno cade il 17 luglio, l'ultimo il 16 agosto. In tale periodo è usanza, diffusa soprattutto tra gli anziani, consumare il « boshitang», la zuppa di carne di cane che si ritiene rinfreschi e rinvigorisca il corpo. L'ossequio alla tradizione costa la vita ad almeno un milione di cani l'anno;
   la Corea del Sud è uno dei pochi Paesi al mondo, se non l'unico, dove si allevano cani a scopo alimentare, specialmente della razza «da carne» Nureongi. Non sono però fissati standard di benessere negli allevamenti: gli animali, fino a quando saranno macellati, vegetano in gabbie piccolissime e sporche, nutriti con gli scarti dei ristoranti o i rifiuti delle case. Altri sono sottratti alle famiglie, catturati per strada, trasportati dai villaggi in condizioni spaventose, spesso torturati (alcuni pensano che la carne così diventi più tenera), uccisi a colpi di mazza o con scariche elettriche;
   l'usanza di consumare carne canina, considerata con disgusto in Occidente, è talora fonte di imbarazzo per le autorità coreane: durante le Olimpiadi di Seul, nel 1988, il Governo sudcoreano tentò di nascondere alla vista degli ospiti stranieri tutti i ristoranti che servivano carne di cane;
   a quasi trent'anni di distanza, poco è cambiato. Senza approfondire adeguatamente la questione, il Comitato internazionale olimpico ha assegnato alla Corea del Sud l'organizzazione delle Olimpiadi invernali del 2018 a Pyeongcheang;
   in vista dell'importante appuntamento sportivo, si è intensificata, soprattutto su internet, la mobilitazione internazionale contro il consumo di carne di cane in Corea, che raggiunge il culmine durante i bok nal. In prima linea è schierata la World Dog Alliance, di cui la Lega italiana per la difesa degli animali e dell'ambiente è portavoce per l'Italia. Proprio al presidente di WDA, l'imprenditore e regista Genlin, si deve lo sconvolgente documentario di 90 minuti sul fenomeno del traffico e del consumo di carne di cane in Asia: « Eating happiness», del 2015. Secondo la WDA, 30 milioni di cani all'anno sono macellati, cotti e mangiati in Asia. Circa 70 su cento sono animali da compagnia rapiti –:
   se il Governo eventualmente coinvolgendo i partner europei, l'Alto commissario per la politica estera e la sicurezza dell'Unione europea il Comitato internazionale olimpico, intenda prendere posizione sulla questione e chiedere alle autorità coreane a vietare il consumo e il commercio di carne di cane;
   in caso di risposte insoddisfacenti o evasive da parte delle autorità coreane, se il Governo intenda valutare l'ipotesi di proporre, nelle appropriate sedi internazionali, un'azione di boicottaggio delle olimpiadi invernali del 2018.
(4-13823)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 6 dicembre 2016
nell'allegato B della seduta n. 711
4-13823
presentata da
BRAMBILLA Michela Vittoria

  Risposta. — Si assicura innanzitutto che il tema è all'attenzione del Governo il quale è consapevole che la reazione di profondo disagio che la pratica del consumo di carne di cane provoca presso larga parte dell'opinione pubblica in Italia, come anche altrove nel mondo.
  Come già ricordato l'8 giugno 2016 in Aula Camera in risposta ad un'interrogazione orale dell'interrogante, il consumo di carne di cane è caratteristico di alcune minoranze delle popolazioni del Nord-Est asiatico ed è generalmente circoscritto in contesti rurali.
  Nella Repubblica di Corea, l'usanza è essenzialmente concentrata in specifici momenti dell'anno (in particolare i « bok nal», tre giorni tra luglio e agosto). Tuttavia si è rilevato negli anni un costante e significativo calo del consumo della carne di cane nel Paese, specie presso le nuove generazioni, anche a motivo della crescente globalizzazione dei gusti e delle abitudini alimentari, nonché dell'azione di contrasto e sensibilizzazione svolta dalle organizzazioni non governative sia locali che internazionali. Un recente sondaggio (Gallup Korea, 11-13 agosto 2015) ha rilevato infatti che nella fascia d'età dai 19 ai 39 anni il consumo di carne di cane si attesta al solo 17 per cento a fronte del 33 per cento degli intervistati aventi età superiore ai 60 anni.
  La Farnesina continua a seguire con attenzione il tema e gli sviluppi del dibattito interno in Corea, tenendo presente le differenze culturali e le sensibilità alla base della questione. Proprio nelle scorse settimane, sul tema è stato sensibilizzato, in un incontro di lavoro, l'ambasciatore della Repubblica di Corea in Italia.
  In ambito multilaterale, l'Italia ha fortemente sostenuto – e continuerà a farlo anche in futuro – l'azione delle delegazioni dell'Unione europea presenti nei Paesi asiatici interessati, volta a rappresentare la preoccupazione e la sensibilità con cui l'opinione pubblica europea segue questo tema, unitamente al vivo auspicio che si possa giungere ad un'urgente riconsiderazione di tale controversa pratica.
  La Farnesina, tramite il costante interessamento dei nostri ambasciatori, sia nella Repubblica di Corea, sia in altri Paesi asiatici dell'Unione europea coinvolti, continuerà a prestare adeguata attenzione alla questione, muovendosi in collegamento con i partner dell'Unione europea con gli altri attori internazionali che condividono la nostra posizione, anche per quanto riguarda eventuali segnali più incisivi in vista di prossimi appuntamenti di grande visibilità mondiale.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionaleBenedetto Della Vedova.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

consumo alimentare

alimentazione umana

benessere degli animali