ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13809

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 654 del 14/07/2016
Firmatari
Primo firmatario: ZACCAGNINI ADRIANO
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 14/07/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SANNICANDRO ARCANGELO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 14/07/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 14/07/2016
Stato iter:
06/12/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/12/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 06/12/2016

CONCLUSO IL 06/12/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13809
presentato da
ZACCAGNINI Adriano
testo di
Giovedì 14 luglio 2016, seduta n. 654

   ZACCAGNINI e SANNICANDRO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   la provincia di Alessandria è da sempre povera di risorse idriche. Sul suo territorio vi si trova, però, una grande falda acquifera, denominata dalla regione «di riserva», per il suo interesse in quanto può dare da bere potenzialmente a 200.000 persone. Sono stati così spesi fondi pubblici della provincia per un intervento tecnico, costato 9.000.000 euro, denominato «il tubone» il quale rifornisce tutti i paesi dell'area dell'acquese;
   nel 2012, la provincia di Alessandria ha autorizzato il progetto di discarica a Sezzadio, in località Cascina Borio, voluto dalla ditta Riccoboni s.p.a. decisa a costruire un impianto per rifiuti non pericolosi. Questo provvedimento ha già scatenato la protesta dei 28 sindaci dell'acquese e dei comitati di base della Valle Bormida, da anni in prima linea per difendere la falda acquifera;
   in data 5 marzo 2015 dalla testata on line « GreenReport.it» riportava la seguente notizia dal titolo «Autorizzazione ambientale alla discarica: può non essere ostacolata dalla classificazione urbanistica», nella quale si descriveva come: «La classificazione urbanistica in contrasto con il progetto della realizzazione di una discarica non costituisce di per sé ostacolo al rilascio dell'autorizzazione ambientale, in quanto è la stessa autorizzazione ad avere l'effetto di variare automaticamente lo strumento urbanistico»;
   il tribunale amministrativo del Piemonte (Tar) lo ribadisce con la sentenza del mese scorso n. 318 in riferimento alla realizzazione della discarica di rifiuti non pericolosi nel comune di Sezzadio. Alla realizzazione la provincia di Alessandria ha espresso un giudizio negativo sulla compatibilità ambientale e sull'autorizzazione integrata ambientale (Aia) per una serie di motivi, tra cui il fatto che la realizzazione della discarica si porrebbe in contrasto con la destinazione urbanistica che il comune di Sezzadio ha impresso all'area con una variante parziale. Si registra inoltre che vi sarebbe un interesse pubblico a che la cava su cui è prevista la discarica venga sfruttata fino al suo esaurimento, cosa che, secondo l'amministrazione, non sarebbe possibile nel caso in cui si interrompesse la coltivazione della cava. Si fa riferimento altresì al fatto che trattandosi di un intervento a iniziativa privata, non sussisterebbe la pubblica utilità dell'opera. È il legislatore del 2006 che prevede espressamente che «l'approvazione [del progetto] ... costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico e comporta la dichiarazione di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità dei lavori»;
   la disposizione (articolo 208 del decreto legislativo n. 152 del 2006) va intesa nel senso che la localizzazione dell'impianto può essere autorizzata anche su un'area incompatibile secondo le previsioni dello «strumento urbanistico». In questo caso lo strumento urbanistico resta automaticamente variato in senso conforme alla destinazione dell'impianto autorizzato senza necessità di attivare previamente la complessa procedura di variazione dello strumento urbanistico prevista dalla normativa di settore;
   inoltre, secondo il Tar, appare infondato l'argomento per cui la discarica – in quanto realizzata ad iniziativa privata – non sarebbe di pubblica utilità, perché la pubblica utilità (o il pubblico interesse) di un'opera prescinde dal fatto che l'opera stessa sia realizzata ad iniziativa pubblica o privata. I comitati locali non si arrendono e annunciano battaglia: «Siamo determinati a respingere con forza la sentenza dei Tar del Piemonte elci 18 febbraio a favore della Riccoboni – dice in un comunica Vicente "Urbano" Taquias, rappresentante del Comitato di Base di Sezzadio – che la autorizzerebbe ad aprire una cava in Cascina Borio ed usarla per portare 1.700.000 mc di rifiuti che andrebbero inevitabilmente ad inquinare la falda acquifera» che è l'esatto contrario di quanto sostiene il Tar: la discarica non interesserebbe la vasta falda acquifera[...]»;
   nel 2015 è stato depositato un progetto di ampliamenti con lavorazioni di rifiuti tossico/nocivi negli stabilimenti di Predosa della Grassano/Riccoboni (700 codici cer di cui 400 tossico nocivi). Entrambe le aree sono riconosciute all'interno del piano tutela acque, e sono zone di rise (aree ricarica falde per consumo umano). Nonostante questo l'azienda ha avuto delle autorizzazioni e ad oggi ci sono 4 ricorsi pendenti: tre al TAR, fatti dai comuni di Acqui Terme, Strevi, Cassine, Rivalta Bormida, Castelnuovo Bormida e Sezzadio ed uno al Consiglio di Stato dal comune di Sezzadio;
   tutta la popolazione della Valle Bormida si è mobilitata in difesa della falda acquifera, vista la gravità del pericolo incombente e ventiquattro comuni, con le rispettive amministrazioni hanno deciso, nel 2013, di unirsi in Convenzione, unico caso in Italia, a difesa dell'acqua e contro questi progetti che andrebbero a compromettere il futuro di un territorio –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
   di quali elementi disponga il Ministro interrogato, anche in considerazione dell'allarme lancio dai comitati ambientalisti, circa l'eventuale rischio di inquinamento della falda acquifera sottostante alla zona interessata dalla discarica;
   se il Ministro interrogato non ritenga opportuno assumere iniziative normative al fine di regolamentare l'apertura di nove di discariche su tutto il territorio nazionale, in particolare con riferimento a fattispecie come quella piemontese, procedendo anche a un'armonizzazione del sistema delle competenze;
   se il Ministro interrogato, in virtù del «principio di precauzione» valido a livello europeo, che andrebbe ad escludere insediamenti potenzialmente pericolosi per una risorsa unica ed insostituibile come l'acqua, non intraveda il rischio di incorrere, per ciò che è esposto in premessa, in una procedura d'infrazione a livello comunitario. (4-13809)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 6 dicembre 2016
nell'allegato B della seduta n. 711
4-13809
presentata da
ZACCAGNINI Adriano

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, concernente la realizzazione del progetto di discarica di rifiuti non pericolosi in località Cascina Borio del comune di Sezzadio (AL), ricadente nell'area catalogata dal Piano tutela delle acque (PTA) della regione Piemonte come area di «ricarica delle falde utilizzate per uso umano» e di «RISE», sulla base degli elementi acquisiti dagli enti territoriali competenti, si rappresenta quanto segue.
  In via preliminare, si deve precisare che il rilascio delle autorizzazioni per gli impianti di gestione dei rifiuti è delegato alla Regione interessata e che la tutela delle acque è prevista nella parte III del decreto legislativo n. 152 del 2006. In particolare, l'articolo 94 del suddetto decreto disciplina le aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano, introducendo al comma 3, il concetto di zona di tutela assoluta e al comma 4 quello di zona di rispetto che vieta di insediare una serie di attività, tra cui al punto h) la gestione rifiuti.
  Tanto premesso, con specifico riferimento al caso di specie e sulla base di quanto riferito dalla provincia di Alessandria, la stessa ha richiesto alla regione Piemonte di indicare se sussistano norme in vigore di cui al citato piano di tutela delle acque che consentano di diniegare l'autorizzazione per la realizzazione del progetto in questione.
  In esito a tale approfondimento, la regione ha risposto che, allo stato, non esistono norme tecniche di attuazione, riferite alle aree di ricarica delle falde indicate dal Pta, che individuino vincoli o limitazioni di uso di tali aree, precisando altresì che comunque le valutazioni circa l'ammissibilità dell'impianto possono essere compiutamente valutate nell'ambito del procedimento di valutazione di impatto ambientale in corso presso la provincia.
  Anche a seguito di tale considerazione, il procedimento è stato sospeso ed è stato istituito un tavolo tecnico tra i tecnici partecipanti alla conferenza dei servizi ed il proponente, tavolo ove si sono discusse sia le modalità che i risultati degli approfondimenti idrogeologici da effettuare sull'area in esame, con particolare riferimento alle possibili interferenze con le falde profonde.
  Fondamentale, secondo la provincia, è stata l'espressione finale del parere di Arpa in merito ai lavori del tavolo tecnico, avendo la stessa valutato che nell'area in cui è stata individuata la nuova discarica non sussiste il pericolo di interessamento della falda profonda attualmente utilizzata per l'approvvigionamento idropotabile, pur evidenziando la presenza di una falda profonda di alta qualità e suggerendo nel contempo che qualora venisse autorizzata la discarica sarebbe opportuno prescrivere la realizzazione di un anello di piezometri di controllo molto fitto attorno all'impianto così da poter monitorare con certezza la tenuta nel tempo della discarica stessa e poter intervenire tempestivamente in caso di problematiche.
  Nonostante le conclusioni del tavolo tecnico, la provincia ha diniegato l'autorizzazione e la ditta ha proposto ricorso al Tribunale amministrativo regionale contro il provvedimento provinciale.
  Il Tribunale amministrativo regionale ha decretato la soccombenza della provincia e nella parte dispositiva ha ordinato alla stessa di riformulare l'atto conclusivo della conferenza dei servizi in senso positivo. Da qui il successivo decreto del Presidente della provincia di Alessandria che, adeguandosi a quanto sentenziato dal Tribunale amministrativo regionale ha espresso giudizio positivo di compatibilità ambientale imponendo peraltro tutte quelle prescrizioni tecniche costruttive che devono garantire la maggior tutela ambientale possibile, richieste peraltro dalla stessa Conferenza dei Servizi e molto restringenti anche rispetto a quanto previsto dal decreto legislativo n. 36 del 2003 che è la norma tecnica di recepimento della cosiddetta direttiva europea discariche ed oggi ritenuta Bat (Best available tecnique) per il rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale.
  Alla luce delle considerazioni esposte, la provincia di Alessandria evidenzia, dunque, che non sussistono ad oggi norme di diritto che permettano il diniego dell'autorizzazione per il principio di precauzione, tenuto conto che gli approfondimenti tecnici stabiliscono, anche se solo localmente, la mancanza di un evidente pericolo e che l'impianto risulta conforme alle Bat europee. Pertanto, la stessa provincia ha rilasciato l'autorizzazione alla realizzazione dell'opera.
  Si rappresenta, altresì, che della questione sono interessate altre amministrazioni e, pertanto, qualora dovessero pervenire nuovi ed utili elementi informativi, si provvederà a fornire un aggiornamento.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare continuerà a monitorare le attività in corso, anche al fine di un eventuale coinvolgimento di altri soggetti istituzionali.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

deposito dei rifiuti

protezione delle acque

inquinamento idrico