ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13783

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 653 del 13/07/2016
Firmatari
Primo firmatario: TONINELLI DANILO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 13/07/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 13/07/2016
Stato iter:
23/11/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/11/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 23/11/2016

CONCLUSO IL 23/11/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13783
presentato da
TONINELLI Danilo
testo di
Mercoledì 13 luglio 2016, seduta n. 653

   TONINELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   come riportato da numerosi fonti di stampa (Lombardia, 110 mila tonnellate fanghi illegali sversati: 6 arresti sul sito http://www.lapresse.it, Smaltimento illecito dei fanghi nel Lodigiano, finiscono in manette 6 persone, in www.ilcittadino.it, Rifiuti, fanghi maleodoranti smaltiti illegalmente nei campi lombardi: 6 arresti in http://milano.repubblica.it), i carabinieri del Comando per la tutela dell'ambiente di Milano hanno eseguito 6 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, oltre a numerose perquisizioni e sequestro di beni, a carico di appartenenti a una strutturata organizzazione criminale facente capo ad imprenditori del settore del trattamento e recupero rifiuti, i quali avrebbero smaltito illecitamente, mediante spandimento al suolo, ingenti quantità di fanghi da depurazione, con la complicità di alcune aziende di trasporto e agricole. La quantità di fanghi smaltiti illecitamente è invero enorme, ammontando a circa 110 mila tonnellate, accertate dagli investigatori tra il 2012 e il 2015 in numerosi comuni delle provincie di Lodi, Cremona e Pavia: sono stati infatti accertati innumerevoli episodi di gestione illecita (quantomeno 400 operazioni di illecito spandimento) di rifiuti operata della «Cre spa» relativamente ai fanghi da depurazione ritirati e gestiti dall'impresa che hanno generato un traffico illecito di rifiuti con profitti per la società;
   la quantità di materiale gravemente inquinante sversato sui territori, il livello di elaborazione delle modalità di esecuzione del traffico illecito di rifiuti e il carattere interregionale dello stesso rendono evidente la necessità di un'azione di verifica sulla questione mirata da parte del Governo e nell'incremento dei sistemi per il controllo, la prevenzione e la repressione di simili fenomeni –:
   se il Governo sia a conoscenza dei fatti illustrati in premessa, anche con riguardo a segnalazioni analoghe pervenute da altre parti del Paese, e quali iniziative di competenza intenda assumere per promuovere un incremento del controllo, della prevenzione e del contrasto a simili fenomeni. (4-13783)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 23 novembre 2016
nell'allegato B della seduta n. 708
4-13783
presentata da
TONINELLI Danilo

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti dalla competente direzione generale e dagli enti territoriali competenti, si rappresenta quanto segue.
  In linea generale le operazioni di spandimento dei fanghi di depurazione delle acque reflue sono disciplinate dal decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 99. Esso stabilisce le caratteristiche, le modalità e le condizioni in base alle quali i fanghi provenienti dal processo di depurazione delle acque reflue possono essere utilizzati in agricoltura, definendo tra l'altro i parametri da analizzare e le relative concentrazioni limite. Tale normativa stabilisce che la competenza al rilascio delle autorizzazioni allo spandimento dei fanghi spetta alla regione mentre le operazioni di controllo sono poste il carico alla provincia.
  Occorre inoltre specificare che la normativa sui fanghi di depurazione delle acque reflue di cui al decreto legislativo n. 99 del 1992, costituisce una disciplina speciale che completa, integrandola, la normativa generale sui rifiuti, rappresentata dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. Tali fanghi costituiscono rifiuti speciali e dunque tutte le fasi della loro gestione sono anche regolate dalle norme che disciplinano la gestione dei rifiuti. Ad essi si applicano dunque anche le norme sul trasporto dei rifiuti e sulla loro tracciabilità. Le attività di controllo, prevenzione e contrasto degli illeciti sono invece poste in carico delle amministrazioni competenti per territorio, come stabilito anche dall'articolo 262 del decreto legislativo n. 152 del 2006.
  Per quanto riguarda lo smaltimento illecito di fanghi di depurazione in alcuni comuni della provincia di Cremona, la prefettura di Cremona ha riferito che il comando provinciale carabinieri di Cremona, lo scorso agosto, ha comunicato che il comando carabinieri tutela per l'ambiente di Milano, con il supporto dei comandi dell'arma dei carabinieri territorialmente competenti, ha dato esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.i.p. del tribunale di Milano ponendo agli arresti domiciliari l'amministratore unico e cinque dipendenti della C.R.E. – Centro ricerche ecologiche s.p.a operante nel settore del trattamento e recupero di fanghi da depurazione di rifiuti non pericolosi.
  Sono, inoltre, stati sottoposti a sequestro preventivo gli impianti di trattamento di rifiuti di Maccastorna (LO), Meleti (LO) e Lomello (PV).
  L'indagine giudiziaria, avviata nel mese di febbraio 2011, ha evidenziato che i vertici dell'azienda, in concorso con altri soggetti coinvolti nella gestione dei rifiuti (trasportatori e alcune aziende agricole riceventi i fanghi), hanno esercitato negli impianti di Maccastorna e di Lomello, fino al mese di marzo 2015, continue operazioni di recupero di ingenti quantità di fanghi in maniera illecita.
  L'attività illecita si svolgeva attraverso le seguenti fasi:
   scorretto tracciamento del rifiuto, mediante false indicazioni sul formulari dei pesi e delle caratteristiche dello stesso (percentuale di sostanza secca non corrispondente al vero) e uso del medesimo formulario per più trasporti;
   false comunicazioni di dati alle autorità preposte al rilascio dell'autorizzazione per l'utilizzo agronomico dei fanghi;
   mancato rispetto di procedure e condizioni previste per ottenere o conservare la certificazione ISO 14001.2004;
   falsificazioni delle analisi dei terreni;
   falsificazioni delle analisi dei fanghi;
   omessa attività di «recupero», intesa come trattamento di miscelazione e/o condizionamento con ossido di calce di alcune partite di fanghi in ingresso non precedentemente stabilizzati e/o non igienizzati;
   irregolarità nelle operazioni di trasporto, caricando i veicoli utilizzati oltre i limiti imposti dalla carta di circolazione, al fine di aumentare la quantità di fanghi lavorati e ridurre il numero di viaggi per percorrere il tragitto impianto-appezzamento (a tal proposito tutti i controlli di strada hanno consentito di riscontrare irregolarità sui quantitativi trasportati).

  Sempre la prefettura di Cremona riferisce che la C.r.e. S.p.a. mediante le citate condotte illecite ha ottenuto la massimizzazione dei profitti superando le quantità di fanghi autorizzate, aggirando fattori quali la scarsità e il basso fattore di spandimento dei terreni disponibili e l'alto contenuto di sostanza secca dei fanghi recuperati.
  Le attività illecite hanno consentito alla C.r.e. s.p.a., da quanto hanno avuto inizio le indagini, di realizzare un ingiusto profitto di 4.500.000,00 euro.
  Per quanto attiene gli impianti sequestrati, la Procura della Repubblica di Milano ha disposto la conseguente messa in sicurezza sanitaria mediante smaltimento a norma di legge dei fanghi stoccati.
  Il comando provinciale dei carabinieri ha, infine, rappresentato che non è possibile, al momento, fornire ulteriori elementi informativi in quanto, attualmente, gli stessi sono coperti da segreto istruttorio.
  Per quanto concerne le informazioni fornite dalla provincia di Cremona – settore ambiente e territorio, la stessa ha rappresentato che la C.r.e. spa svolge sul territorio della provincia l'attività di recupero a beneficio dell'agricoltura di fanghi di depurazione provenienti dagli impianti di trattamento gestiti dalla ditta stessa in provincia di Lodi, autorizzati con determinazione dell'amministrazione provinciale di Lodi.
  L'attività riguarda sostanzialmente i rifiuti non pericolosi costituiti da rifiuti prodotti dal trattamento aerobico di rifiuti solidi aventi le caratteristiche chimico-biologiche adatte per l'utilizzo in agricoltura.
  La ditta opera in questa provincia già dal 1988 ed è stata in precedenza autorizzata con atti di competenza regionale.
  Successivamente, la C.r.e. Spa è stata autorizzata, ai sensi del decreto legislativo n. 99 del 1992 e decreto legislativo n. 152 del 2006, con decreto provinciale n. 33 del 29 novembre 2009, allo spandimento sul suolo a beneficio dell'agricoltura di 77.00 t/anno di rifiuti speciali non pericolosi (fanghi di depurazione) provenienti dall'impianto in comune di Maccastorna (LO) e, con decreto provinciale n. 1083 del 12 novembre 2015, al recupero in agricoltura di 10.000 t/anno di rifiuti speciali non pericolosi (fanghi di depurazione) provenienti dall'impianto di Meleti (LO).
  Dal 2012 al 2015 i quantitativi di fanghi recuperati a beneficio dell'agricoltura sul territorio da parte della ditta in argomento risultanti dai dati riportati nei registri di utilizzazione agronomica sono stati: anno 2012: 53.090 t – anno 2013: 36.499 t – anno 2014: 44.600 t. – anno 2015: 56.583 t.
  Attualmente, nella Provincia rimangono legittimate a svolgere l'attività di recupero di rifiuti a beneficio dell'agricoltura solo quattro ditte, mentre le altre svolgono l'attività in base all'autorizzazione integrata ambientale e, quindi, oggetto di controllo da parte dell'Arpa.
  L'attività di controllo di competenza della Provincia, che è stata ricondotta alle sole attività autorizzate ex parte IV decreto legislativo 152 del 2006, si svolge direttamente in campo, ove avviene il recupero, e in ufficio, con l'esame e la valutazione della documentazione che il soggetto autorizzato deve inoltrare alla provincia.
  Quest'ultimo controllo prevale sul primo in quanto finalizzato ad effettuare una verifica di tipo preventivo sulla corretta ottemperanza alle prescrizioni autorizzative che prevedono la trasmissione di documentazioni e/o certificazioni analitiche relative ai terreni ed ai fanghi oggetto delle operazioni di recupero.
  Per la fase di controllo diretto sui rifiuti, che consiste nel campionamento e nell'analisi degli stessi, la Provincia, se dispone delle risorse finanziarie, si avvale, quale organo tecnico, dell'Arpa.
  La direzione generale di Arpa Lombardia, interpellata dalla regione Lombardia – direzione generale ambiente, energia e sviluppo sostenibile, a seguito di richiesta, ha rappresentato che a seguito degli accordi intercorsi con la regione e, nelle more dell'attuazione di quanto previsto al punto 3 lettera c) della D.g.r.l n. X–2031/2014, ha realizzato, nel 2015, un progetto di controllo straordinario dei fanghi in agricoltura.
  Detto progetto, finalizzato alla verifica del rispetto delle condizioni previste dalle linee guida regionali per il trattamento dei fanghi provenienti dalla depurazione delle acque reflue di impianti civili e industriali, individuava e stabiliva le modalità operative per i controlli presso gli impianti di trattamento conto terzi, per i controlli in fase di spandimento dei fanghi e per la verifica delle caratteristiche dei terreni che ricevono i fanghi, individuando quale ambito di controllo, gli impianti collocati nelle province di Bergamo, Cremona, Pavia e Lodi, maggiormente interessate.
  Dette attività di controllo svolte da Arpa Lombardia hanno consentito di verificare, salvo pochi casi particolari, la conformità agli atti autorizzativi della gestione degli impianti di trattamento e il rispetto delle condizioni previste dalle linee guida regionali sull'utilizzo dei fanghi.
  Per quanto attiene la qualità dei fanghi, le caratteristiche dei fanghi campionati sono risultate conformi ai limiti previsti dal decreto legislativo 99/1992 e dalla normativa regionale precedentemente vigente (D.g.r.l. nr. VII/15944), confermando le valutazioni e analisi effettuate in precedenza da Arpa.
  Occorre inoltre segnalare, secondo quanto riferito dalla prefettura di Lodi che di recente la regione Lombardia ha stanziato la somma di 50.000 euro per consentire ad Arpa e ATS (ex ASL) di effettuare controlli straordinari finalizzati a verificare lo stato di contaminazione dei terreni agricoli nelle province di Lodi, Pavia e Cremona.
  Al riguardo, tenuto conto delle problematiche suesposte, è stato evidenziato che le Forze di Polizia territoriali sono impegnate nel condurre un'assidua attività di controllo verso la possibile comparsa di forme di criminalità associativa nel settore dei rifiuti così come l'azione di contrasto verso i reati ambientali perpetrati nel territorio della provincia.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, il Ministero continuerà a tenersi informato e continuerà a svolgere un'attività di sollecito nei confronti dei soggetti territorialmente competenti.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

fanghi di depurazione

protezione dell'ambiente

riciclaggio dei rifiuti