ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13745

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 651 del 11/07/2016
Firmatari
Primo firmatario: MUCCI MARA
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 11/07/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PRODANI ARIS MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 11/07/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 11/07/2016
Stato iter:
30/11/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 30/11/2017
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 30/11/2017

CONCLUSO IL 30/11/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13745
presentato da
MUCCI Mara
testo di
Lunedì 11 luglio 2016, seduta n. 651

   MUCCI e PRODANI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   è di questi giorni la notizia che la regione Emilia-Romagna, d'accordo con gli enti locali interessati, ha deciso di accogliere 20 mila tonnellate di rifiuti urbani che non possono essere conferite all'impianto di Brindisi, sottoposto nei giorni scorsi a sequestro dall'autorità giudiziaria;
   il conferimento sarà limitato: dal 12 luglio 2016 alla prima settimana di settembre 2016. Saranno i termovalorizzatori di Bologna e Ferrara, scelti in base all'analisi dei flussi e delle dotazioni, ad accogliere i rifiuti, per un quantitativo massimo di 20 mila tonnellate, che rientra comunque nei limiti autorizzati. In particolare, 8 mila sono destinate all'impianto bolognese e 12 mila a quello ferrarese; complessivamente, si tratta quindi di circa 400 tonnellate al giorno, per 6 giorni alla settimana. La Puglia trasferirà ai comuni di Bologna e Ferrara i proventi della tassazione ordinaria sui rifiuti prevista per i cittadini, più un ristoro ambientale di 14 euro a tonnellata;
   nel recente passato, precisamente nel mese di luglio 2015, la regione Emilia Romagna, per un'altra emergenza, decideva di accogliere i rifiuti provenienti da un'altra regione, in questo caso dalla Liguria, per 10 mila tonnellate. La sede allora individuata fu Piacenza per motivi di vicinanza e comunque nei limiti provinciali autorizzati. Anche, in tal caso, la regione Liguria ha pagato la stessa tariffa dei cittadini piacentini, più un ristoro ambientale di 14 euro tonnellata al comune di Piacenza;
   oggi come allora l'Emilia Romagna va in soccorso di altre regioni che, per emergenze conclamate e limitate nel tempo chiedono l'aiuto di territori più virtuosi;
   sta di fatto, comunque, che a farne le spese sono sempre i cittadini che vivono nei luoghi limitrofi alle discariche e che vedono minacciata la loro salute e l'ambiente circostante;
   così, mentre da un lato si assiste all'adozione di un «piano regionale per la gestione dei rifiuti» dove la regione Emilia Romagna punta all'azzeramento delle discariche e al progressivo spegnimento degli inceneritori e a portare il riciclo di carta, legno, vetro, plastica, metalli e organico al 70 per cento, il tutto entro il 2020; dall'altro lato, non si capisce perché si continui a discutere dell'ampliamento della discarica «Tre Monti», vicino ad Imola. Di recente, è stata chiesta una valutazione di impatto ambientale per un ampliamento di 7 ettari che aumenterà il volume di raccolta a 4 milioni di tonnellate di rifiuti indifferenziati, facendola diventare la più grande d'Italia;
   di recente, è stato lo stesso Ministro interrogato, in risposta all'interrogazione 4-04790, a confermare le problematiche inerenti alla contaminazione della falda, evidenziando che: «a novembre 2015, l'ARPA ha provveduto ad inoltrare la notifica di superamento delle concentrazioni di soglia di contaminazione presso l'area di discarica ai sensi dell'articolo 244 del decreto legislativo n. 152 del 2006, in esito alla quale sono stati adottati i conseguenti atti di diffida nei confronti del gestore da parte della Città metropolitana di Bologna ed avviato il procedimento di bonifica. Nell'ambito di tale procedimento l'ARPA Emilia-Romagna ha eseguito ulteriori approfondimenti delle attività di campionamento del suolo, delle acque sotterranee e dei pozzi spia, che hanno sostanzialmente confermato per le acque sotterranee uno stato di contaminazione riconducibile a perdite di percolato»;
   così, continua il Ministro nella sua risposta: «l'organo di controllo tecnico ha richiesto la presentazione di specifiche relazioni di approfondimento. Contestualmente a tale procedimento, di competenza specifica della regione Emilia-Romagna, potrà essere valutato il quadro d'insieme ed espresso il giudizio di compatibilità sotto il profilo dell'impatto ambientale dell'ampliamento della discarica, anche alla luce degli obiettivi e delle previsioni degli strumenti di pianificazione vigenti, e del ricorso al conferimento in discarica come forma sempre più residuale, come previsto dal legislatore europeo nel pacchetto sull'economia circolare presentato il 2 dicembre 2015.»;
   in tal senso è stato Kaemenu Vella a nome della Commissione europea a chiarire, nel mese di febbraio 2016 nella risposta ad una interrogazione sull'argomento, che: «Qualsiasi decisione sull'eventuale espansione delle capacità di smaltimento in discarica deve prestare particolare attenzione all'attuazione della gerarchia dei rifiuti (che elenca lo smaltimento come metodo meno auspicabile per il trattamento dei rifiuti verificando anche che la decisione sia conforme al pertinente piano o ai pertinenti piani di gestione dei rifiuti stabiliti dalle autorità competenti). Le decisioni devono tener conto anche dell'obbligo per gli Stati membri di garantire la raccolta differenziata dei rifiuti che, dal 2015, comprende carta, metallo, plastica e vetro. In tale contesto va tenuto conto del fatto che la Commissione ha recentemente presentato delle proposte per obiettivi più ambiziosi in materia di riciclaggio e di riduzione del collocamento in discarica, da raggiungere entro il 2030» –:
   quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministro interrogato abbia intenzione di adottare al fine di monitorare la vicenda inerente alla discarica di «Tre Monti»;
   quali siano gli orientamenti del Governo in merito alle politiche di raccolta e smaltimento dei rifiuti che dovrebbero andare verso un superamento degli attuali processi, in linea con le direttive europee, e quale sia lo stato di attuazione a livello nazionale delle misure definite con il decreto-legge «sblocca Italia». (4-13745)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 30 novembre 2017
nell'allegato B della seduta n. 894
4-13745
presentata da
MUCCI Mara

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti dagli enti territoriali competenti, si rappresenta quanto segue.
  In relazione alla procedura di valutazione di impatto ambientale (VIA) dell'ampliamento della discarica Tre Monti di Imola (BO) la Giunta della regione Emilia-Romagna ha approvato in data 21 dicembre 2016 con propria delibera n. 2262/2016, il provvedimento di Via relativo all’«Ampliamento della discarica di “Tre Monti”: recupero volumetrico in sopraelevazione del 3° lotto nel comune di Imola (B0)».
  In tale delibera, ed in particolare nel rapporto ambientale firmato il 12 dicembre 2016 dalla conferenza di servizi, si specifica che:

   il progetto presentato ad agosto 2015 era localizzato su due province (Bologna e Ravenna) ed era relativo alla realizzazione di nuovo quarto lotto da realizzare nella vallecola limitrofa, di capacità pari a 1.500.000 di tonnellate e alla realizzazione della sopraelevazione della discarica esistente (ad oggi con capacità di smaltimento esaurita); il 24 ottobre 2016 i proponenti hanno presentato una richiesta di limitare la procedura di Via alla sola sopraelevazione per una capacità aggiuntiva di 375.000 t (da aggiungere alla capacità di smaltimento della discarica di 5.190.000 t, esaurita a fine ottobre 2016); la conferenza di servizi (e successivamente la giunta regionale) ha quindi approvato la sola sopraelevazione e non la realizzazione del nuovo quarto lotto;

   l'area di sedime della sopraelevazione autorizzata è completamente ricompresa nel sedime della discarica esistente e non c'è nuovo consumo di suolo naturale;

   per quanto attiene alla problematica relativa alla gestione del percolato, HERAmbiente S.p.A. ha ottemperato alla diffida emanata in data 9 novembre 2015 dalla città metropolitana di Bologna volta ad accertare la natura ed origine delle acque presenti nei pozzi spia e la dinamica ed evoluzione delle anomalie riscontrate nella gestione del percolato a seguito di notifica di superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione (CSC); il procedimento si è concluso con una determina dirigenziale di Arpae Bologna (Det-Amb-2016-2529 del 26 luglio 2016), agenzia divenuta autorità competente ai sensi della LR 13/2015. Le indagini analitiche eseguite al tempo evidenziavano l'assenza di contaminazione per la matrice suolo. Nell'ambito del sopracitato provvedimento, si è inoltre approvato, a maggior tutela, il progetto definitivo di rimozione delle vasche di stoccaggio del percolato dalle quali era stato rilevato un breve fenomeno di fuoriuscita del percolato e dell'annesso materiale di rinfranco della discarica, nel rispetto delle condizioni e prescrizioni descritte nell'atto. Inoltre, nell'ambito del procedimento di diffida è emerso che dal punto di vista igienico-sanitario, non sussistevano elementi di interferenza e quindi rischi relativi per la contaminazione della falda idrica al servizio del sistema idrico potabile locale.

  Con riferimento alle politiche ambientali di raccolta e smaltimento dei rifiuti, si fa presente che l'articolo 35, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133 (cosiddetto decreto «Sblocca Italia»), convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014; n. 164, ha previsto che, su proposta del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, si provveda alla adozione di due decreti del Presidente del Consiglio dei ministri aventi ad oggetto:

   la ricognizione degli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani esistenti o autorizzati a livello nazionale, la determinazione della capacità impiantistica necessaria a soddisfare il fabbisogno residuo di incenerimento, nonché l'individuazione degli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani e assimilati necessari per coprire il relativo fabbisogno residuo (comma 1);

   la ricognizione della capacità impiantistica di recupero della frazione organica dei rifiuti urbani raccolta in maniera differenziata e la determinazione della capacità necessaria a soddisfare il fabbisogno residuo di trattamento (comma 2).

  Il decreto di cui al comma 2 è stato già predisposto dallo scrivente Ministero e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 91 del 19 aprile 2016 come decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 7 marzo 2016 «Misure per la realizzazione di un sistema adeguato e integrato di gestione della frazione organica dei rifiuti urbani, ricognizione dell'offerta esistente ed individuazione del fabbisogno residuo di impianti di recupero della frazione organica di rifiuti urbani raccolta in maniera differenziata, articolato per regioni».
  Tornando invece al decreto di cui al comma 1, relativo all'incenerimento dei rifiuti, si fa presente che lo stesso è stato predisposto dal Ministero ed è stato recentemente pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale serie generale n. 233 del 5 ottobre 2016 come Dpcm 10 agosto 2016.
  Il decreto ha avuto un
iter approvativo più lungo dovuto all'espletamento delle procedure di Vas. Il decreto è riportato in allegato I.
  Il decreto in parola, partendo da una minuziosa ricognizione della situazione impiantistica di incenerimento, con particolare riferimento alle diverse tipologie di rifiuti (urbani tal quali, frazione secca dei rifiuti urbani, combustibile solido secondario, rifiuti sanitari, fanghi) trattate nei singoli impianti, ha quindi individuato con precisione la capacità attuale di incenerimento dei rifiuti urbani.
  Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri ha quindi provveduto a stimare il fabbisogno di incenerimento nazionale necessario a chiudere il ciclo dei rifiuti e nel farlo ha tenuto conto non solo della prevenzione e degli obiettivi di raccolta differenziata e riciclaggio della nuova proposta europea sull'economia circolare (riciclaggio al 65 per cento), ma anche delle quantità di rifiuti avviate a co-incenerimento nei cementifici e nelle centrali elettriche e del trattamento dei rifiuti negli impianti di trattamento meccanico biologico. Ha inoltre tenuto conto degli scarti della raccolta differenziata.
  Infine il decreto ha provveduto a confrontare la capacità esistente con il fabbisogno stimato, derivandone il fabbisogno residuo di incenerimento per ciascuna regione. Una volta ottenuto il fabbisogno residuo di ciascuna regione, il decreto ha operato una compensazione tra macro aree al fine di evitare la realizzazione di impianti non necessari e consentendo ai rifiuti residui di una regione di essere inceneriti nella eventuale capacità residua presente nelle regioni limitrofe. In questa maniera, ovvero considerando l'intero sistema paese anziché l'autosufficienza delle singole regioni, è stato possibile limitare il fabbisogno residuo totale a sole 1.831.000 tonnellate per un totale di nuovi 8 impianti più il potenziamento dell'impianto della regione Puglia.
  Con la auspicata realizzazione delle ulteriori 1,8 milioni di tonnellate di incenerimento, l'Italia raggiungerebbe una percentuale di incenerimento rispetto al rifiuto urbano prodotto pari al 26 per cento, perfettamente in linea con la nuova proposta legislativa della Commissione che prevede una percentuale di riciclaggio del 65 per cento, una percentuale di discarica pari al 10 per cento e quindi implicitamente una percentuale di incenerimento pari al 25 per cento. L'aumento contenuto (meno di 2 milioni di tonnellate) della capacità, previsto dal predetto schema di decreto, non ostacola in alcun modo lo sviluppo futuro delle misure di prevenzione, della raccolta differenziata né tantomeno il raggiungimento dell'obiettivo di riciclaggio del 2020 e degli obiettivi più ambiziosi posti dal nuovo pacchetto sull'economia circolare. Infatti tale limitato fabbisogno residuo è stato calcolato tenendo conto esclusivamente della frazione residua del rifiuto a valle di tutte le azioni di prevenzione e di una raccolta differenziata elevatissima (tra il 65 ed il 70 per cento a seconda delle regioni), idonea a supportare anche i futuri aumenti delle percentuali di riciclaggio dei rifiuti urbani.
  Con particolare riferimento alla strategia nazionale delineata dalle disposizioni dei decreti attuativi dello «Sblocca Italia», si rappresenta, inoltre, che è stata accolta la richiesta della conferenza Stato-regioni di istituire un comitato, presso la conferenza stessa, per la gestione integrata ed efficiente del ciclo dei rifiuti.
  Tale comitato avrà funzioni istruttorie, di raccordo e di coordinamento e concorrerà ad ottimizzare l'efficacia del sistema integrato di gestione dei rifiuti e assicurerà il monitoraggio e il coordinamento a livello nazionale per l'attuazione delle politiche di gestione dei rifiuti.
  Quanto riferito testimonia che le problematiche rappresentate dagli Interroganti sono tenute in debita considerazione da parte di questo Ministero. Ad ogni modo, in relazione alle attività istruttorie in corso di svolgimento, questo Ministero continuerà a tenersi informato in modo da comunicarne gli esiti a tutti i soggetti coinvolti, nonché a svolgere un'attività di monitoraggio, anche al fine di valutare un eventuale coinvolgimento di altri soggetti istituzionali.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Gian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

deposito dei rifiuti

gestione dei rifiuti

rifiuti