ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13711

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 649 del 07/07/2016
Firmatari
Primo firmatario: FEDRIGA MASSIMILIANO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Data firma: 07/07/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 07/07/2016
Stato iter:
03/08/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 03/08/2016
GIANNINI STEFANIA MINISTRO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 03/08/2016

CONCLUSO IL 03/08/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13711
presentato da
FEDRIGA Massimiliano
testo di
Giovedì 7 luglio 2016, seduta n. 649

   FEDRIGA. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca . — Per sapere – premesso che:
   con precedente atto di sindacato ispettivo n. 4-10960 l'interrogante richiamava l'attenzione del Ministro interrogato sul caso di un libro di testo utilizzato, nonostante le proteste dei genitori degli alunni, in una classe seconda di una scuola elementare di Aviano ed in una classe quinta di una scuola elementare di Trieste contenente espliciti riferimenti alla teoria cosiddetta «Gender»;
   in particolare, si poneva l'accento sull'assurdità di lasciare alla volontà degli insegnanti la funzione educativa su tematiche così importanti, come la sessualità e l'identità di genere, ponendo i bambini dinanzi a modelli sociali spesso discutibili e non condivisi dai genitori e sottraendo alla famiglia il proprio ruolo di educatrice morale e sessuale;
   con tale atto, quindi, l'interrogante chiedeva al Ministro se fosse a conoscenza di progetti organizzati da Arcigay e finanziati dalla regione Friuli Venezia Giulia e se non ritenesse di assumere le opportune iniziative normative volte a rendere effettivo l'esercizio del diritto all'educazione dei figli, costituzionalmente garantito ma sempre più disatteso dall'ideologia oggi imperante nelle scuole volta ad annullare l'identità sessuale dei figli; 
   con risposta del 15 giugno 2016 il Governo richiamando la nota ministeriale del 15 settembre 2015, n.1972, precisa che alle famiglie «spetta il diritto e il dovere di conoscere prima dell'iscrizione dei propri figli a scuola i contenuti del Piano dell'offerta formativa (...)» e, con riguardo al caso sollevato dall'interrogante, «che, a norma dell'articolo 151 del decreto legislativo n. 297/1994 (Testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione), l'adozione dei libri di testo spetta al collegio dei docenti di ciascuna istituzione scolastica, assicurando in ogni caso che le scelte siano espressione della libertà di insegnamento e dell'autonomia professionale dei docenti»;
   l'interrogante si ritiene totalmente insoddisfatto di tale risposta, elusiva della questione da lui posta;
   peraltro, la citata risposta conferma le preoccupazioni dell'interrogante e di molti genitori, posto che il piano dell'offerta formativa può prevedere percorsi educativi contro ogni forma di discriminazione – e dunque condivisibili dai genitori al momento dell'iscrizione dei propri figli – ed i libri di testo – scelti in totale autonomia dagli insegnanti possono essere poco obiettivi sull'argomento, espressione di idee non condivisibili dai genitori e strumento per influenzare i bambini/ragazzi –:
   se il Ministro interrogato intenda rispondere in maniera esaustiva alle questioni sollevate, al fine di rassicurare, tutti quei genitori, allarmati da una ideologia oggi imperante nelle scuole volta ad annullare l'identità sessuale dei figli e da un insegnamento scolastico che, a giudizio dell'interrogante, in nome dell'autonomia, travalica l'ambito di formazione, esautorando i genitori della potestà educativa.
   (4-13711)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 4 agosto 2016
nell'allegato B della seduta n. 667
4-13711
presentata da
FEDRIGA Massimiliano

  Risposta. — Con l'interrogazione in esame viene riproposta la questione, già evidenziata nel precedente atto n. 4-10960 relativa al progetto: A scuola per conoscerci, interventi didattico-educativo e di formazione, aggiornamento per la prevenzione e il contrasto dell'omofobia e del bullismo omofobico a scuola della Regione Friuli-Venezia Giulia attraverso cui verrebbe, secondo Fonde interrogante, veicolata nelle scuole coinvolte la così detta teoria gender.
  A maggior chiarimento di quanto esplicitato nella risposta alla precedente interrogazione, sì evidenzia che il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca è impegnato a promuovere nelle scuole la cultura del rispetto delle differenze, nonché la consapevolezza dei diritti e dei doveri con l'obiettivo di formare cittadini responsabili. Proprio le autonomie scolastiche rappresentano il riferimento fondamentale per mettere in atto tutte quelle misure necessarie per prevenire e contrastare ogni forma di violenza e discriminazione. In tal senso, l'azione del MIUR si sostanzia nel fornire la cornice pedagogica, educativa e culturale nell'ambito della quale le scuole possono promuovere autonome iniziative.

  Più nello specifico, il ministero è intervenuto ripetutamente in presenza di informazioni non veridiche che si erano diffuse concernenti il disposto dell'articolo della legge n. 107 del 2015, proprio in merito alla così detta teoria gender.
  Con nota del 6 luglio 2015 e soprattutto con successiva nota del 15 settembre 2015 è stata difatti ufficializzata la posizione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca al riguardo. Con la circolare n. 1972 diramata sia agli uffici scolastici regionali che ai dirigenti scolastici, è stato espressamente scritto che la finalità del citato comma 16 non è quella di promuovere pensieri e azioni ispirati ad ideologie di qualsivoglia natura, bensì quella di trasmettere la conoscenza e la consapevolezza riguardo ai diritti e ai doveri della persona costituzionalmente garantiti, anche per raggiungere e maturare le competenze chiave di Cittadinanza, nazionale, europea e internazionale, entro cui rientrano la promozione all'autodeterminazione consapevole e del rispetto della persona.

  Né a mente della legge 107, né a mente di altri atti di indirizzo di questo ministero rientrano, quindi le ideologie gender né l'insegnamento di pratiche estranee ai mondo educativo.
  Ispirandosi, invece, le azioni del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ad indicazioni di matrice europea oltre che nazionale si veda l'articolo 5 del decreto legge n. 93 del 2013 nelle quali non c’è traccia di ideologie di qualsivoglia natura, tanto meno della richiamata teoria gender.
  Con la circolare, è stata pertanto chiarita la portata della norma in discorso, che si ispira ai principi di pari dignità e non discriminazione di cui agli articoli 3, 4, 29. 37 e 51 della nostra Carta costituzionale, volta a far conseguire agli alunni un maggior rispetto delle diversità e delle pari opportunità.

  Anche in relazione all'attuazione della suddetta previsione legislativa, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca esercita il proprio ruolo istituzionale e di garanzia attraverso azioni mirate il più possibile condivise con tutti i soggetti interessati, le famiglie, gli studenti, le loro associazioni rappresentative e gli organi collegiali, in raccordo con le realtà del territorio.
  Alle famiglie, quindi, spetta esercitare il diritto, ma anche il dovere, di conoscere prima dell'iscrizione dei propri figli a scuola i contenuti del piano dell'offerta formativa e, per la scuola secondaria, sottoscrivere formalmente il patto educativo di corresponsabilità, valutando così il Piano dell'offerta formativa che i docenti affronteranno durante l'anno che dovrà, comunque, risultare coerente con le indicazioni per il curricolo, gli obiettivi e le finalità previste dall'attuale ordinamento scolastico e con le linee di indirizzo emanate dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
  Alle scuole il compito – nelle forme e modalità che riterranno più opportune ed efficaci e che individueranno, sulla base dell'autonomia didattica e gestionale loro attribuita – di predisporre azioni nel rispetto delle citate linee di indirizzo generale che stanno per essere appositamente divulgate dal Ministero e saranno utili a monitorare e supportare le scuole nelle azioni previste dal richiamato comma.
  Venendo al progetto denominato «A scuola per conoscerci. Interventi didattici- educativi e di formazione/aggiornamento per la prevenzione e il contrasto dell'omofobia e del bullismo omofobico a scuola si precisa alla luce delle informazioni acquisite dai competente ufficio scolastico regionale che questo nasce nel 2009 con il sostegno e il contributo della regione Friuli Venezia Giulia e della facoltà di psicologia dell'università degli studi di Trieste e il patrocinio o il coinvolgimento a vario titolo dei comuni di Trieste, Udine e Pordenone, dalla Provincia di Gorizia, di Trieste e Pordenone, dalle Aziende per i servizi sanitari Triestina, Isontina, del Medio Friuli, Friuli Occidentale e Bassa Friulana.
  Il progetto è caratterizzato da finalità specifiche ed esclusive di contrasto al bullismo omofobico e non ad esempio, di educazione sessuale o affettiva.
  Esso è stato proposto alla valutazione delle scuole autonome della regione, molte delle quali io hanno inserito nei propri gialli dell'offerta formativa, nell'ambito delle iniziativa di educazione alla legalità e al contrasto al bullismo. Sono stati coinvolti dall'anno scolastico 2009/2010 oltre 7.000 studenti e circa 30 tra scuole medie e superiori del Friuli Venezia Giulia. In relazione a tale progetto la regione autonoma Friuli Venezia Giulia ha erogato nel 2009 e nel 2011 un contributo per attività di particolare rilevanza ai sensi dell'articolo 8 della legge regionale n. 12 del 1995, Nell'anno 2014 e 2015 il progetto è stato finanziato dalla regione come progetto speciale.
  All'interno della comunità scolastica i destinatari del progetto sono gli studenti della scuola secondaria di primo e secondo grado, i docenti, i dirigenti, il personale ausiliario tecnico amministratore della scuola, i genitori degli studenti.

  Le scuole individuano le classi da coinvolgere è propongono agli psicologi eventuali temi o problematiche specifiche da affrontare.
  Non ci sono oneri a carico delle istituzioni scolastiche: essi sono posti a carico della regione Friuli-Venezia Giulia.
  Da una ricerca effettuata dall'università di Trieste – dipartimento di scienze della vita attraverso la somministrazione agli studenti di questionari costruiti per testare l'efficacia degli interventi di riduzione del pregiudizio sessuale nell'ambito di questo progetto, è risultato che il livello di omofobia si riduce dopo i due interventi condotti nelle classi tenendo conto di alcuni parametri, come il linguaggio e gli atteggiamenti.
  Per quanto riguarda il ruolo dell'ufficio scolastico regionale, si precisa che esso, a partire dall'anno scolastico 2014-2015, ha assunto esclusivamente il ruolo di diffusione iniziale di informazioni alle scuole della regione, non partecipando lo stesso alla rete delle scuole né alle specifiche iniziative di formazione.
  Pertanto, attualmente l'ufficio medesimo non è direttamente coinvolto in nessun aspetto della gestione del progetto in argomento.
La Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricercaStefania Giannini.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

insegnamento

istruzione primaria

manuale scolastico