ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13654

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 645 del 30/06/2016
Firmatari
Primo firmatario: RAMPELLI FABIO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Data firma: 30/06/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 30/06/2016
Stato iter:
28/11/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 28/11/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 28/11/2016

CONCLUSO IL 28/11/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13654
presentato da
RAMPELLI Fabio
testo di
Giovedì 30 giugno 2016, seduta n. 645

   RAMPELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   in data 25 maggio 2015, in risposta alla direzione integrazione socio sanitaria del dipartimento politiche sociali, sussidiarietà e salute di Roma Capitale, che chiedeva un parere sulla creazione del cosiddetto eco-distretto di Rocca Cencia, l'impianto di compostaggio AMA pensato per dare una svolta al ciclo dei rifiuti e chiudere definitivamente Malagrotta, il direttore del servizio igiene e sanità pubblica della asl Roma B ha elaborato una relazione nella quale denuncia la presenza di «rifiuti pericolosi interrati» e di sversamenti di solventi con il conseguente inquinamento delle falde acquifere;
   in merito, il direttore scrive che «Questo servizio è a conoscenza diretta di episodi avvenuti in passato che confermano tale ipotesi ed altri, anche recenti, che creano il sospetto dell'esistenza di ulteriori casi, come il riscontro di solventi nelle acque dei pozzi vicini ad alcuni insediamenti industriali»;
   il direttore parla anche dell'insediamento industriale di via di Salone, dove c’è stato il «riscontro della presenza di numerosi solventi nelle falde idriche da cui i pozzi attingono acqua destinata ai processi industriali», e rileva come in generale nel territorio esisterebbe il rischio di «un'eventuale presenza di solventi nei pozzi che potrebbe far sospettare la percolazione degli stessi nelle falde idriche a partire da interramenti di rifiuti industriali o comunque pericolosi»;
   con riferimento ai dati sulla salute dei residenti della zona, nella relazione si legge che «la valutazione epidemiologica sullo stato di salute della popolazione fornisce informazioni degne della massima attenzione in merito ad alcuni eccessi di mortalità, nonché di malformazioni congenite», e nel chiedere ulteriori controlli sulle falde, sui terreni «eventualmente da bonificare» e sullo stato di salute della popolazione, evidenzia come tutti i materiali analizzati, dal piombo al ferro, passando per idrocarburi e rame, suggeriscano valori di gran lunga fuori norma;
   la relazione affronta anche la questione dei roghi tossici provenienti dal campo rom di Salone, ma anche da Rocca Cencia, dove ignoti danno fuoco ai rifiuti lasciati nelle strade interne, trasformate in vere e proprie discariche, rilevando come non occorrano monitoraggi ambientali «per affermare sia l'aumento dell'inquinamento conseguente all'accessione di roghi, sia gli effetti immediati sull'apparato respiratorio, cardio-circolatorio ed oculare provocato dai fumi irritanti, responsabili della dispersione nell'ambiente di sostanze tossiche, in grado di provocare effetti ritardati sulla salute (tumori, aborti e malformazioni neonatali, danni del patrimonio genetico, ecc)»;
   già nel 2012 il dipartimento epidemiologia della regione Lazio assegnò a questa parte della città il triste primato di mortalità per tumori maligni nella popolazione maschile;
   nella zona, compresa nel sesto municipio di Roma Capitale, insistono cave mai bonificate e discariche abusive vecchie e nuove, tra le quali c’è anche la ex discarica abusiva di via del Casalone, una cava dove fra gli anni settanta e novanta sarebbero stati sversati rifiuti di ogni genere, fino ad alcuni parziali interventi di bonifica e di messa in sicurezza avvenuti dieci anni fa in occasione dei lavori per la realizzazione della tratta ferroviaria ad alta velocità Roma-Napoli, interventi mai completati a causa di un contenzioso fra il comune di Roma e il Gruppo Ferrovie dello Stato italiane e la mancata erogazione di tre milioni di euro promessi dall'amministrazione capitolina;
   in un'altra località della zona, denominata Colle del Sole, nel novembre 2014 il reparto sicurezza pubblica ed emergenziale della polizia locale di Roma ha scoperto rifiuti ospedalieri e speciali sotterrati in un terreno adibito al pascolo delle pecore;
   a fine aprile 2016, invece, la Guardia forestale ha confiscato un'area di ottocento metri quadri tra via di Rocca Cencia e via Sant'Alessio in Aspromonte sulla quale, stando alla relazione dei forestali, «è stato accertato l'accumulo illegale di circa 1.200 metri cubi di rifiuti anche pericolosi»;
   per quanto riguarda l'impianto dell'AMA di Rocca Cencia esiste una relazione dei responsabili della sicurezza dei lavoratori, datata 8 maggio 2015, che mette nero su bianco diverse criticità, tra le quali cattivo odore eccessivo, crepe nei muri, quantità di rifiuti trattati oltre il limite massimo consentito, il mancato filtraggio delle polveri e l'assenza del rilevatore di radioattività;
   sulla vicenda dell'impianto di trattamento meccanico-biologico di Rocca Cencia, sembrerebbe addirittura esistere un'inchiesta penale, posto che nel dicembre 2015, l'Arpa Lazio, nel chiedere un accesso agli atti presso la procura di Roma, scriveva: «si prega di comunicare se nulla osta alla consegna alla richiedente del verbale di sopralluogo e la relazione tecnica predisposta dal personale Arpa Lazio relativi all'impianto Ama (...) nell'ambito del procedimento penale n. 85321/15 RPM n. 209»;
   i residenti del quartiere si battono da decenni contro l'inquinamento ambientale della zona, che ne ha fatto una vera e propria «terra dei fuochi romana», denunciando la presenza di altre cave e chiedendo la bonifica dei terreni inquinati e l'adozione di misure sanitarie –:
   se non ritengano di adottare con urgenza le iniziative necessarie a verificare anche attraverso il comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente, la situazione dei territori di cui in premessa a tutela della salute dei cittadini che vi risiedono. (4-13654)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 28 novembre 2016
nell'allegato B della seduta n. 710
4-13654
presentata da
RAMPELLI Fabio

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti dalla direzione generale competente, si rappresenta quanto segue.
  In via preliminare, corre l'obbligo di evidenziare che il legislatore ha inteso affidare alle regioni territorialmente competenti e agli enti locali, particolari competenze in materia di rifiuti, di controlli e di provvedimenti autorizzativi o ablativi, e ciò al fine di ottimizzarne la relativa gestione.
  Si sottolinea come le norme vigenti attribuiscono alle regioni le funzioni in merito alla determinazione di una rete integrata e adeguata di impianti per la gestione dei rifiuti urbani. Declinare a livello territoriale le scelte strategiche fissate dal legislatore nazionale e comunitario, e rilasciare conseguentemente le necessarie autorizzazioni per l'operatività dei suddetti impianti, costituiscono attività attribuite alla potestà esclusiva delle amministrazioni regionali.
  Spetta invece ai comuni, ovvero agli ATO laddove costituiti, il compito di disciplinare le modalità del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani nell'ambito territoriale di competenza, per assicurare la tutela igienico-sanitaria in tutte le sue fasi di gestione.
  È dunque compito di Roma Capitale, per il tramite anche della sua
in house Ama spa, laddove stabilito, avviare le diverse frazioni di rifiuto provenienti dalla raccolta di rifiuti urbani anche differenziati ad impianti in possesso delle necessarie autorizzazioni, nel rispetto dei principi di prossimità, economicità e sostenibilità ambientale. Ciò per garantire alle utenze un servizio adeguato e commisurato alla tariffa corrisposta, che vede in Roma Capitale costi specifici annui pro capite più elevati rispetto ai valori medi degli altri comuni (come emerge dai dati indicati da Ispra nel Rapporto rifiuti 2015).
  La stessa Ama ha inteso chiarire che l'attuale situazione di criticità è dovuta sia al «deficit infrastrutturale cronico della città di Roma e della Regione Lazio», e sia ad altre «ben più complesse e articolate ragioni», di cui questo Ministero non è a conoscenza.
  È chiara dunque l'estraneità di questo Ministero sugli specifici aspetti attinenti alla determinazione di una rete integrata e adeguata di impianti ed al rilascio delle relative autorizzazioni di competenza regionale, nonché alla corretta gestione del servizio di raccolta.
  Tuttavia, dato il rilievo istituzionale delle questioni, questo Ministero non solo si è reso disponibile a supportare il comune di Roma nell'individuazione delle opportune misure atte a superare le difficoltà recentemente incontrate, ma ha anche sollecitato la Regione Lazio ad eseguire sugli impianti di trattamento, i controlli necessari a verificarne la piena e corretta funzionalità.
  In particolare, con nota del 2 agosto 2016 e con un'ulteriore nota di settembre, il Ministero ha chiesto alla regione di eseguire, anche con il supporto tecnico di Arpa Lazio, i necessari controlli sulla corretta operatività di tutti gli impianti, per verificare oltre che l'efficacia del trattamento, anche la tipologia dei rifiuti in ingresso ed uscita, producendo una relazione riepilogativa sugli esiti delle verifiche condotte.
  Per quanto attiene invece agli abbandoni localizzati di rifiuti e alle discariche abusive, si precisa che questo Ministero è impegnato nel complesso procedimento riguardante la procedura di infrazione relativa alla Causa C 196/13 sulle discariche abusive in tutto il territorio nazionale.
  La regione Lazio è destinataria di 2 procedure di infrazione: quella sulle discariche abusive (Causa C196/13) e quella relativa alla gestione dei rifiuti e al rispetto dell'articolo 6 della direttiva 2008/98/CE (Causa C323/13).
  La Regione Lazio ha provveduto ad effettuare nei mesi di luglio e agosto tramite Arpa Lazio i sopralluoghi in tutti gli impianti regionali, al fine di verificare la cessazione dei conferimenti del tal quale in discarica. Gli esiti di queste verifiche sono stati trasmessi dalla Regione in questi giorni.
  Per quanto attiene alla creazione di una rete integrata ed adeguata di impianti per la gestione dei rifiuti urbani in Regione, da una recente ricognizione effettuata sull'impiantistica di trattamento dei rifiuti, il relativo fabbisogno è stato soddisfatto, e non occorre pertanto realizzare ulteriori TMB.
  Le risultanze delle misure adottate sono state debitamente trasmesse alla Commissione europea, e sono attualmente al vaglio delle autorità comunitarie.
  Nel Lazio rimangono aperte, allo stato attuale, ancora le procedure per 12 siti di discarica, di cui nessuna ricadente amministrativamente nel territorio di Roma Capitale.
  Da ultimo, tenuto conto di quanto evidenziato, la regione Lazio ha approvato il 22 aprile 2016 la «determinazione del fabbisogno», propedeutico al successivo aggiornamento del piano di gestione dei rifiuti. Sul documento allo stato è in corso un positivo confronto con i competenti uffici regionali, per addivenire ad una condivisione degli obiettivi.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, il Ministero continuerà a tenersi informato, nonché a svolgere un'attività di monitoraggio e sollecito nei confronti dei soggetti territorialmente competenti, anche al fine di un eventuale coinvolgimento di altri soggetti istituzionali.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica sanitaria

rifiuti

deposito dei rifiuti