ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13615

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 643 del 28/06/2016
Firmatari
Primo firmatario: MARCON GIULIO
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 28/06/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DURANTI DONATELLA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 28/06/2016
PIRAS MICHELE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 28/06/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 28/06/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13615
presentato da
MARCON Giulio
testo di
Martedì 28 giugno 2016, seduta n. 643

   MARCON, DURANTI e PIRAS. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa . — Per sapere – premesso che:
   in un recente articolo pubblicato sul sito di Altreconomia viene intervistato Jan Van Aken, deputato della Linke al Parlamento tedesco, il quale mette in evidenza le contraddizioni fra la versione resa dal Governo italiano e quella del Governo tedesco in merito alla vendita di ordigni italiani all'Arabia Saudita impegnata con la propria coalizione nel conflitto in corso in Yemen;
   nel dettaglio si segnala che secondo pubbliche dichiarazioni rese nei mesi scorsi dalla Ministra della difesa Roberta Pinotti lo stabilimento sardo di RWM Italia non avrebbe bisogno di autorizzazioni italiane all’export, in quanto parte di un gruppo tedesco. Ma da un documento pubblicato dal Governo tedesco su richiesta dell'onorevole Van Aken si evince come bombe inviate all'Arabia Saudita (di cui è stato comprovato l'utilizzo nel conflitto in Yemen) non sono state prodotte sotto licenza tedesca;
   il segretario generale Ban Ki-Moon, nel presentare l'annuale rapporto ONU sul tema delle armi, ha evidenziato che l'alleanza guidata da Riad è responsabile del 60 per cento degli oltre 2 mila bimbi rimasti feriti o uccisi in Yemen e per questo nello stesso Rapporto l'Arabia Saudita e la coalizione da essa guidata erano stati inseriti in una «lista nera» da parte degli organismi internazionali;
   solo pochi giorni dopo l'Arabia Saudita è stata esclusa da tale «black list», episodio gravissimo che secondo diversi commentatori internazionali e secondo le parole dello stesso Ban Ki-moon, è stato causato dalla minaccia saudita di bloccare gli aiuti umanitari promessi all'Onu per Palestina, Sud Sudan e Siria;
   la guerra nello Yemen prosegue con impatto sulla popolazione civile talmente preoccupante che l'amministrazione Obama ha deciso di bloccare l'invio di bombe cluster all'Arabia Saudita. Uno stop derivante proprio dal confermato e allarmante uso indiscriminato di questi ordigni nel conflitto yemenita;
   se Washington, che negli ultimi anni ha rifornito Riad di miliardi di dollari in armamenti, ha deciso di fermarsi, probabilmente la situazione non può essere minimizzata, come invece ha fatto nei mesi scorsi e a più riprese il Governo italiano. La «questione saudita» infatti tocca da vicino anche il nostro Paese: a partire dal maggio 2015 sono stati documentati almeno 6 invii di bombe dalla fabbrica RWM Italia di Domusnovas in Sardegna verso l'Arabia Saudita. Consegne che hanno spinto la Rete italiana per il disarmo a promuovere esposti in diverse procure della Repubblica per violazione della legge sull’export di armamenti. La legge n. 185 del 1990 proibisce infatti invio di materiale d'armamento a Paesi che si trovano in stato di conflitto armato. Esattamente quanto accade in Yemen. Le realtà di «Rete Disarmo» sono in attesa ora di riscontri da parte delle procure interessate, in particolare quella di Roma, quella di Brescia (dove ha sede legale l'azienda controllata dal gigante tedesco Rheinmetall) e quella di Cagliari (la città da cui sono partite le spedizioni);
   il supporto delle armi italiane al regno saudita è ben certificato anche dai dati ufficiali della relazione all'attuazione della legge n. 185 del 1990 per il 2015: le vendite sono passate da 163 milioni di euro a ben 258 milioni di euro. Secondo dati Istat recentemente presentati dall'Osservatorio Opal di Brescia esportazioni di bombe da Cagliari verso l'Arabia Saudita sono avvenute ancora nel marzo 2016 per un controvalore di quasi 5 milioni di euro;
   per mesi il Governo Renzi, nel rispondere a numerosi atti di sindacato ispettivo presentati anche dal primo firmatario del presente atto non è entrato nel merito della questione, giustificando le autorizzazioni alla vendita di bombe rifacendosi all'alleanza strategica con l'Arabia Saudita (elemento che però non è previsto come dirimente nei criteri della legge) o cercando di scaricare la responsabilità su altri governi;
   Jan Van Aken, deputato della Linke al Parlamento tedesco nell'intervista sopra citata ha dichiarato: «È chiaro che si tratta di una questione tutta italiana, perché RWM già produceva queste bombe prima dell'acquisizione da parte di Rheinmetall. E una richiesta formale di autorizzazione alla Germania deve essere fatta solo se c’è trasferimento di “know-how”. Nonostante ciò, dopo aver letto le notizie che rimbalzavano anche qui dalla Sardegna, abbiamo voluto una conferma ufficiale. E la risposta è stata chiara»;
   il Governo tedesco ha risposto ad una recente interpellanza di Van Anken in merito, dichiarando che «nessuna competente autorizzazione» era stata emessa da Berlino per componenti riguardanti gli ordigni prodotti a Domusnovas;
   va inoltre sottolineato che, anche se l'accordo di vendita fosse stato davvero stipulato con la casa madre tedesca, la legge italiana prevede comunque un passaggio autorizzatorio da parte del Governo italiano anche solo per un semplice trasferimento o una lavorazione/assemblaggio parziale;
   il deputato tedesco Van Aken stimolato dalle campagne disarmiste italiane ha recentemente presentato un'ulteriore interpellanza per ricevere ulteriori dettagli sulla questione, in particolare citando le parole della Ministra della difesa Roberta Pinotti in una pubblica intervista in cui aveva chiamato in causa una responsabilità diretta della Germania sulle autorizzazioni; nel rispondere a tale interpellanza il Governo tedesco ha chiarito che è l'Italia ad essere responsabile del processo di licenza all'esportazione delle bombe RWM verso l'Arabia Saudita. Nessuna licenza di riesportazione è stata fornita all'Italia da parte di Berlino per quanto riguarda componenti o «know-how» inizialmente sviluppate in Germania. Per cui secondo gli interroganti il Bundesministerium fur Wirtschaft und Energie ritiene che le bombe inviate verso il regno saudita non siano state prodotte sotto licenza tedesca;
   da queste informazioni ufficiali provenienti da Berlino appare chiara la necessità di indagare più a fondo la questione della responsabilità politica e soprattutto legale (visti i dettami della legge n. 185 del 1990) a riguardo delle forniture di bombe italiane che la coalizione a guida saudita ha ricevuto e sta probabilmente di nuovo utilizzando nel conflitto nello Yemen –:
   di quali elementi disponga il Governo in merito alla vicenda descritta in premessa;
   quali siano state le motivazioni per le quali il Governo non abbia ritenuto di sottoporre la vendita delle armi allo Yemen alla procedura autorizzativa di cui alla legge n. 185 del 1990. (4-13615)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

guerra

autorizzazione di vendita

commercio di armi