ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13586

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 641 del 24/06/2016
Firmatari
Primo firmatario: MINNUCCI EMILIANO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 24/06/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 24/06/2016
Stato iter:
30/11/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 30/11/2017
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 30/11/2017

CONCLUSO IL 30/11/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13586
presentato da
MINNUCCI Emiliano
testo di
Venerdì 24 giugno 2016, seduta n. 641

   MINNUCCI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che:
   nel comune di Magliano Romano (Rm), località Monte della Grandine, si trova una discarica per rifiuti inerti gestita dalla Soc. Idea 4 Srl;
   la predetta discarica ha, da un paio di anni a questa parte, destato l'attenzione e, soprattutto, la preoccupazione della popolazione del territorio in cui si trova, allarmata in primo luogo dalla serie di richieste avanzate dalla Idea 4 srl al fine di riclassificare la discarica da inerti a discarica per rifiuti speciali non pericolosi, ed in secondo luogo per le notizie, poco rassicuranti, emerse in merito alla gestione stessa della discarica e alle relative, quanto probabili, conseguenze negative di impatto ambientale sul territorio coinvolto; del tema si sono, peraltro, occupati gli organi di stampa, anche a livello nazionale;
   riguardo alla richiesta di riclassificazione, come accennato, nel 2014 la società gestrice presentava un progetto di riqualificazione della discarica, chiedendo il passaggio da discarica per inerti a discarica per rifiuti speciali non pericolosi;
   iniziava un lungo iter di valutazione del progetto, ad oggi ancora sottoposto al controllo dell'ufficio VIA della regione Lazio, in cui venivano chiamati in causa regione, provincia, comune, la Conferenza dei sindaci, l'Ente di gestione dei Parchi di Veio e del Treja, l'Arpa, il Tar e l'Autorità di bacino del Tevere;
   aspetto più importante, però, è che nello stesso periodo i cittadini interessati davano vita ad un'associazione volta alla tutela dei Monti Sabatini e ad un comitato, che ha intrapreso varie manifestazioni di protesta contro la discarica in questione, coadiuvati da diversi comuni del circondario e dallo stesso comune di Magliano Romano che deliberava, nel settembre 2014, un documento di dissenso nei confronti del progetto;
   venivano anche presentati esposti, quali quello del gennaio 2015 a firma dell'ex senatore Stefano Pedica, presso la Procura della Repubblica di Roma, e venivano presentate anche interrogazioni alla Presidenza del consiglio regionale del Lazio;
   una delle predette interrogazioni, n. 210 del 26 giugno 2015, poneva l'attenzione sulla sorte, e sulla gestione, del percolato e dei 64.000 metri cubi di rifiuti inerti precedentemente abbancati, e ricompresi nella capacità di 890.000 metri cubi autorizzata con la Det. A06398 del 6 agosto 2013;
   in particolare, l'interrogazione riporta le segnalazioni dei cittadini residenti i quali avrebbero, più volte, rilevato la presenza, nelle aree circostanti la discarica, compreso l'alveo del corso d'acqua che costeggia la discarica da sud ad est, denominato il fosso di Monte Pizzo, e dunque al di fuori della proprietà della Idea 4 srl, di materiale proveniente dalla stessa;
   nell'interrogazione, pertanto, si pone il quesito relativo al reinserimento, o meno, nell'invaso dei 64.000 metri cubi di rifiuti inerti precedentemente abbancati e in caso negativo dove effettivamente siano state trasferite tali volumetrie;
   in base a documentazione presentata dalla Società per la riclassificazione della discarica sembrerebbe, peraltro, che anche il dissabbiatore sia stato realizzato al di fuori del perimetro di proprietà della Idea 4 srl;
   ad oggi, tuttavia, non risulta che siano stati effettuati sopralluoghi dagli organi competenti al fine di verificare la fondatezza delle predette denunce;
   i rappresentanti del citato comitato di cittadini, inoltre, ottenevano un'audizione presso la «Commissione Parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti», che si teneva in data 13 luglio 2015, nel corso della quale illustravano in modo dettagliato la vicenda e invitavano i componenti della commissione a un sopralluogo;
   la stessa conferenza dei sindaci dell'area Tiberina – Cassia – Flaminia, dimostrava la propria contrarietà alla discarica in oggetto nell'ottobre 2014, a cui seguiva, nel dicembre successivo, il deposito presso la regione Lazio di circa 18.000 firme di protesta dei cittadini interessati;
   nonostante le azioni di denuncia sopra descritte, la Idea 4 Srl continuava la sua opera di «ampliamento» dell'attività della discarica avanzando, prima, formale richiesta di conferire in discarica altri 21 codici certificati di rifiuti e, successivamente nel febbraio 2016, richiedendo l'autorizzazione per l'installazione di un impianto di trattamento chimico-fisico del percolato;
   la regione Lazio autorizzava, con proprie determinazioni, entrambe le richieste, peraltro, nel secondo caso senza procedere a sottoporre il progetto a valutazione di impatto ambientale;
   per questi motivi le determinazioni venivano impugnate davanti al Tar del Lazio, sia da cittadini sia dal comune di Magliano Romano e dal Comitato No Discarica. Ad oggi, il Tar si è espresso in riferimento all'autorizzazione per il conferimento in discarica di ulteriori 21 codici certificati di rifiuti (Det. regione Lazio del 22 luglio 2015 n. G9137), accogliendo il ricorso e, soprattutto, censurando l'operato della regione Lazio che si sarebbe limitata ad accogliere le richieste della Idea 4 srl senza alcuna verifica istruttoria;
   in proposito, il Tar ha sottolineato non solo l'evidente vizio di legittimità del provvedimento impugnato, ma ha anche sottolineato l'incapacità della regione di basarsi su di un semplice ragionamento logico per cui se una discarica è per inerti non può accogliere rifiuti che non siano tali o per i quali vi sia, almeno, il dubbio che siano tali (Tar Sezione Prima Ter n. 05274/2016 – Reg. Prov. Coll. N. 12933/2015 Reg. Ric. N. 13784/2015 Reg);
   il Collegio ha, inoltre, affrontato la questione relativa ai risvolti ambientali connessi alle attività della Idea 4 srl e alle sue continue richieste tendenti, evidentemente, a trasformare la discarica in oggetto;
   specificatamente, lo stesso ha rilevato elementi di criticità di natura idrogeologica, affermando che «la Regione ha agito superficialmente, senza considerare che in situ la falda acquifera è ormai emersa, tanto che all'interno della discarica si è formato un lago di ampie dimensioni e di origine del tutto incerta»;
   oltre, infatti, alle questioni di irregolarità formali legate alla serie di richieste inoltrate dalla Idea 4 srl, negli ultimi due anni sono emersi anche dubbi sulla presenza di preoccupanti irregolarità nella gestione pratica della discarica, con rischio di gravi danni ambientali nell'intera area territoriale in cui la stessa è inserita;
   quanto messo in evidenza dal Tar è stato posto all'attenzione dell'opinione pubblica anche dalla trasmissione «Striscia la notizia» che, nel maggio 2016, ha mandato in onda un servizio sulla discarica dal quale si evince la presenza del «lago di origine incerta», costituitosi dall'emersione della falda acquifera, già rilevato e sottolineato dal Tar;
   si sottolinea che l'autorizzazione per l'apertura, o modifica, di una discarica si basa, tra gli altri elementi, proprio sulla valutazione del livello della falda acquifera al fine di evitare, nel caso di inquinamento della stessa, gravi danni alla salute umana, all'economia locale (soprattutto agricola) e agli equilibri dell'intero ecosistema;
   nei primi giorni del corrente mese, inoltre, il comitato ha presentato un secondo ricorso al Tar (il primo è del 18 febbraio 2016), al fine di contestare l'autorizzazione, rilasciata all'Idea 4 srl dalla regione Lazio, per la realizzazione di un impianto chimico-fisico volto al trattamento di percolato prodotto dalla discarica, così come sopra ricordato;
   il percolato (ossia liquido originato essenzialmente dalle infiltrazioni di acqua nella massa dei rifiuti) è esso stesso rifiuto e, come tale, va trattato. Pertanto, i gestori delle discariche sono tenuti, ogni anno, a redigere una relazione nella quale, tra le altre cose, devono essere specificati i volumi di rifiuti smaltiti in discarica e la quantità di percolato, riferiti all'anno precedente;
   secondo le relazioni depositate dalla Idea 4 srl (presso comune, regione, Asl, Arpa, provincia) per gli anni 2013-2014-2015, la discarica in oggetto non avrebbe prodotto percolato, essendo state utilizzate «coperture provvisorie». Ciò, però, ha destato non pochi sospetti proprio con riferimento alla presenza del lago «di origine incerta» sopra citato, in presenza di immagini satellitari che rilevano la presenza di acqua a contatto con i rifiuti in ogni momento dell'anno, e della stessa richiesta di realizzazione dell'impianto chimico-fisico volto al trattamento del solo percolato della discarica. I sospetti riguardano a giudizio degli interroganti proprio l'attendibilità di quanto dichiarato dalla società negli anni sopra indicati, e le possibili conseguenze dannose per l'ambiente qualora il percolato non fosse stato debitamente trattato;
   si ricorda, inoltre, che la discarica si trova in un territorio compreso nel bacino del Torrente Treja, affluente di destra del Fiume Tevere, e ancor più precisamente nel sottobacino del fosso della Mola. Il predetto territorio si trova a monte e nello stesso bacino idrogeologico del Parco del Treja e del SIC/ZPS (siti di interesse comunitario e zone a protezione speciale) denominato «Fosso Cerreto» (ITA010032). Questo significa che, qualsiasi problema si dovesse concretizzare a monte, comporterebbe gravi ripercussioni anche a valle. Il sito è tutelato sulla base delle direttive europee Habitat 92/43/CEE e Uccelli 79/409/CEE la cui applicazione ed il cui rispetto sono di competenza del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il quale deve appunto vigilare sulla tutela dell'intero ecosistema di siti di questo genere;
   a questo si aggiunga che, da un semplice confronto di immagini satellitari delle aree interessate, risulterebbe evidente un disboscamento di diversi ettari di territorio, in favore della funzionalità della discarica, nonostante il vincolo paesistico sulle aree boscate ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004;
   vicino alla discarica, inoltre, vi è un elettrodotto preesistente, che potrebbe comportare il pericolo di inquinamento elettromagnetico per gli stessi operatori della discarica, i cui uffici sono stati realizzati nelle immediate vicinanze;
   è pertanto lecito il dubbio, espresso dai cittadini coinvolti, relativo al fatto che la discarica, così come ad oggi gestita, possa comportare dei danni di carattere ambientale relativamente alle criticità esposte, tenuto conto anche del fatto che il territorio interessato è considerato di elevatissimo pregio paesaggistico ed ambientale, tanto da essere indicato nel PTPR (Piano territoriale paesistico regionale) del 2007 come paesaggio naturale e paesaggio naturale di continuità, considerato che parte del sito si trova all'interno delle Aree di connessione primaria della rete ecologica provinciale e delle aree contigue del Parco di Veio –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della vicenda relativa alla discarica presente nel comune di Magliano Romano;
   se il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare non intenda promuovere una verifica da parte del Comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente in relazione alle criticità e alla anomalie riscontrate nel sito di cui in premessa;
   quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare al fine di garantire il rispetto dei vincoli paesaggistici e di salvaguardare l'area riconosciuta come sito di interesse comunitario (Sic) e zona di protezione sociale (Zps) di cui in premessa che è immediatamente adiacente a quella su cui insiste la discarica. (4-13586)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 30 novembre 2017
nell'allegato B della seduta n. 894
4-13586
presentata da
MINNUCCI Emiliano

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, inerente le problematiche derivanti dalla presenza di una discarica di rifiuti inerti nel territorio del comune di Magliano Romano in località Monte della Grandine, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta quanto segue.
  La discarica in oggetto, gestita dalla società Idea 4 s.r.l., risulta essere localizzata in prossimità dell'area protetta regionale «Parco naturale di Veio», ma tuttavia ad una notevole distanza dalle aree tutelate ai sensi della direttiva habitat, tra le quali «Fosso Cerreto». Pertanto, l'azione di un eventuale intervento di verifica degli impatti nei confronti della citata area protetta regionale, potrà essere attivato dalla regione Lazio.
  L'impianto in questione è attualmente autorizzato quale discarica di inerti con determinazione del 29 luglio 2013. L'impianto ha avuto una valutazione di assoggettabilità a VIA e la competente area regionale ha reso parere con provvedimento del 13 novembre 2006, confermato con nota dell'11 gennaio 2012.
  Successivamente la società ha presentato diverse istanze.
  In particolare, ha presentato istanza all'area valutazione di impatto ambientale, per la modifica sostanziale dell'impianto di discarica da impianto di discarica per rifiuti inerti a impianto di discarica per rifiuti speciali. Il procedimento è ancora in corso.
  Ha inoltre presentato istanza all'area ciclo integrato dei rifiuti, ferma restando la natura di discarica per rifiuti inerti, per le seguenti modifiche:

   introduzione di altri CER in ingresso (al riguardo, si evidenzia che la regione aveva approvato un protocollo per la verifica circa la natura inerte dei rifiuti in ingresso);

   autorizzazione all'esercizio di un impianto di trattamento del percolato prodotto dalla discarica che essendo allestita con telo impermeabile sul fondo produce percolato pur essendo una discarica di inerti;

   richiesta di deroga ex articolo 10 del decreto ministeriale 27 settembre 2010.

  Le determinazioni dirigenziali relative a tali richieste sono state in parte recentemente riformate dal TAR e sono in corso i successivi atti.
  Tutto ciò premesso, la regione Lazio ha fatto presente che al momento nessun atto amministrativo è stato concluso e pertanto la discarica sta svolgendo la propria attività secondo l'iniziale autorizzazione.
  Sull'argomento, il Ministero dei beni culturali fa presente inoltre che l'area della discarica per materiale inerte, pur se individuata nella Tavola A del piano paesistico territoriale regionale del Lazio, all'interno del «Paesaggio naturale di continuità», tuttavia non ricade in un'area tutelata da un punto di vista paesaggistico, e che lo stesso Ministero provvederà comunque, per quanto di competenza, a compiere i controlli ispettivi e amministrativi previsti dalla normativa vigente.
  Alla luce delle informazioni esposte, il Ministero dell'ambiente, per quanto di propria competenza, continuerà a tenersi informato ed a svolgere le attività di monitoraggio, senza ridurre il livello di attenzione sulla questione.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Gian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

deposito dei rifiuti

discarica abusiva

zona protetta