ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13573

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 641 del 24/06/2016
Firmatari
Primo firmatario: REALACCI ERMETE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 23/06/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BRATTI ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 23/06/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 23/06/2016
Stato iter:
27/10/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 27/10/2017
GENTILE ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 04/07/2016

SOLLECITO IL 01/08/2016

SOLLECITO IL 12/09/2016

SOLLECITO IL 10/10/2016

SOLLECITO IL 08/11/2016

SOLLECITO IL 14/12/2016

SOLLECITO IL 09/01/2017

SOLLECITO IL 01/02/2017

SOLLECITO IL 06/03/2017

SOLLECITO IL 03/04/2017

SOLLECITO IL 09/06/2017

RISPOSTA PUBBLICATA IL 27/10/2017

CONCLUSO IL 27/10/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13573
presentato da
REALACCI Ermete
testo di
Venerdì 24 giugno 2016, seduta n. 641

   REALACCI e BRATTI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
   da numerosi articoli apparsi sulla stampa nazionale e sui social media si apprende che le associazioni ambientale Legambiente, WWF e Greenpeace hanno presentato nel maggio 2016 una diffida al Ministero per lo sviluppo economico e, per quanto di competenza, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ed al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per chiedere lo smantellamento a rigore di legge delle piattaforme la cui attività estrattiva in mare sia esaurita prima dell'entrata in vigore della legge 28 dicembre 2015 n. 208, ovvero legge di stabilità 2016;
   tale disposizione fa salvi, come sopraddetto, solo ed esclusivamente i titoli abilitativi già rilasciati e non le istanze di ricerca e/o coltivazione o le istanze di proroga avanzate nel frattempo fino a tutto il 2015. Ora risulta che i seguenti 10 titoli abilitativi scaduti tra il 2014, in cui ne è scaduto 1, e il 2015, in cui ne sono scaduti 9, relativi a piattaforme offshore localizzate nella fascia di interdizione delle 12 miglia, siano da considerarsi decaduti, pur in presenza nella maggior parte dei casi di istanze di proroga. Più precisamente:
   risulta scaduta nel 2014 con istanza di proroga:
    B.C 5.AS: Titolo vigente da 41 anni e 6 mesi – Inizio 12 novembre 1974 – I proroga (30+10) – ADRIATICAI. 100 per cento;
   risultano scadute nel 2015 con istanza di proroga:
    A.C1.AG: Titolo vigente da 45 anni e 8 mesi – Inizio 13 settembre 1970 – II Proroga (30+10+5) – ENI 100 per cento;
    A.C2.AS: Titolo vigente da 45 anni e 5 mesi – Inizio 3 dicembre 1970 – II Proroga (30+10+5) – ENI 100 per cento;
    A.C3.AS: Titolo vigente da 45 anni e 5 mesi – Inizio 3 dicembre 1970 – II Proroga (30+10+5) – ENI 100 per cento;
    A.C8.ME: Titolo vigente da 40 anni e 6 mesi – Inizio 5 novembre 1975 – II Proroga (30+10+5) – ENI 100 per cento;
    A.C9.AG: Titolo vigente da 36 anni e 6 mesi – Inizio 23 ottobre 1979 – Termine 25 ottobre 2009 – II proroga (30) – ENI 100 per cento;
    A.C14.AS: Titolo vigente da 35 anni e 1 mese – Inizio 18 marzo 1981 – I periodo (30) ENI 51 per cento – EDISON 49 per cento;
    B.C1.LF: Titolo vigente da 45 anni e 8 mesi – Inizio 27 agosto 1970 – II proroga (30+10+5) – ENI 95 per cento/Gas Plus 5 per cento;
    B.C2.LF: Titolo vigente da 45 anni e 5 mesi – Inizio 27 luglio 1970 – II proroga (30+10+5) – ENI 95 per cento/Gas Plus 5 per cento;
   risulta scaduta nel 2015 senza istanza di proroga:
    D.C3.AG: Titolo vigente da 35 anni e 4 mesi – Inizio 6 dicembre 1980 – Termine 16 dicembre 2010 – I periodo (30) – ENI 100 per cento.
   a quanto si apprende dalla stampa e sulla base dei dati forniti da Unmig – Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse si sarebbe dovuto dichiarare la decadenza dei titoli abilitativi e rigettare le istanze delle concessioni offshore classificate come «non operative». Decadenza peraltro prevista dal nostro ordinamento da circa 90 anni, ex regio-decreto n. 1447 del 1927;
   inoltre, secondo dati Unmig aggiornati al 2016, 42 delle 88 piattaforme o strutture emerse localizzate nella fascia offlimits delle 12 miglia (il 47,7 per cento del totale) sono state costruite prima del 1986 e quindi non sono stata mai sottoposte a valutazione di impatto ambientale. Si aggiunga che il mantenimento delle concessioni per tali strutture emerse, se non più produttive e non rimosse, impedisce l'accesso per altri usi ad aree demaniali marine localizzate nelle acque territoriali italiane e che le piattaforme offshore, facenti capo a dette concessioni, costituiscono un ostacolo e un rischio per la sicurezza e per la navigazione;
   il Decreto legislativo 18 agosto 2015, n. 145 – «Attuazione della direttiva 2013/30/UE sulla sicurezza delle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi e che modifica la direttiva 2004/35/CE», all'articolo 25, comma 3, prevede poi che: «Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, anche avvalendosi dell'ISPRA, trasmetta annualmente alle Commissioni parlamentari competenti un rapporto sugli effetti per l'ecosistema marino della tecnica dell'airgun» –:
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti sopraesposti e come intendano rispondere alla sopracitata diffida promossa dalle associazioni Legambiente, WWF e Greenpeace;
   se non intendano, per quanto di competenza, redigere l'elenco delle piattaforme «esauste» e non soggette a proroga di attività ex lege 28 dicembre 2015, n. 208, affinché se ne provveda da parte del concessionario allo smantellamento e alla bonifica;
   se il rapporto sugli effetti per l'ecosistema marino della tecnica dell'Airgun sia in fase di redazione, posto che lo stesso, ai sensi dell'articolo 25 del decreto legislativo n. 145 del 2015, deve essere presentato annualmente alle Commissioni parlamentari competenti. (4-13573)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 27 ottobre 2017
nell'allegato B della seduta n. 880
4-13573
presentata da
REALACCI Ermete

  Risposta. — Per quanto di competenza del Ministero dello sviluppo economico, si rappresenta quanto segue.
  Con riferimento alla dichiarazione di decadenza dei titoli abilitativi, si rileva che in base alle nuove disposizioni della legge 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilità 2016), confermate anche dall'esito referendario dello scorso 17 aprile, nelle aree marine protette nonché nelle 12 miglia da tali aree e dalla linea di costa lungo l'intero perimetro nazionale, sono vietate nuove attività
upstream, ad eccezione delle attività correlate ai titoli minerari già conferiti. Queste ultime sono infatti consentite per la durata di vita utile del giacimento.
  Conseguentemente, le istanze di ricerca e/o di coltivazione presentate relativamente ad aree marine interferenti con i divieti non possono essere trasformate in nuovi titoli minerari e sono state pertanto rigettate dal Ministero dello sviluppo economico, mentre le istanze di proroga sono fatte salve in quanto consentono, da un punto di vista amministrativo, di gestire i titoli esistenti per la durata utile del giacimento, come previsto dalla legge.
  Si osserva, altresì, che i titoli per i quali sono state presentate istanze di proroga non ancora concesse (1 nel 2014 e 9 nel 2015) possono essere considerati scaduti e quindi decaduti, in quanto in base all'articolo 34, comma 19, decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, gli impianti in funzione, rientranti e l'ambito dei titoli minerari di ricerca e coltivazione di idrocarburi, possono «essere eserciti fino al completamento delle procedure autorizzative in corso previste sulla base dell'originario titolo abilitativo, la cui scadenza deve intendersi a tal fine automaticamente prorogata fino all'anzidetto completamento».
  Con riferimento al tema dello smantellamento e della bonifica delle piattaforme, si evidenzia invece che gli uffici del Ministero dello sviluppo economico, nell'ambito della costante attività di controllo, monitoraggio e ispezione sul campo degli impianti e delle operazioni in materia di idrocarburi, effettua verifiche periodiche anche sulle strutture non più produttive presenti nell’
offshore italiano, valutandone costantemente lo stato di manutenzione e di sicurezza, nel rispetto dei più alti standard di sicurezza e di salvaguardia anche ambientale. Tali attività di controllo e verifica sono ulteriormente rafforzate, a seguito del recepimento della direttiva 2013/30 dell'UE sulla sicurezza offshore. A tale riguardo, si evidenzia la recente richiesta trasmessa agli operatori offshore volta alla presentazione di un completo e capillare programma di verifica e adeguamento delle infrastrutture di produzione alle best practices europee.
  Il Ministero dello sviluppo economico, attraverso i propri uffici, effettua ricognizioni periodiche delle strutture esistenti, al fine (i) di individuare quelle che possono essere dismesse nel breve periodo, in quanto giunte al termine della propria vita produttiva, e quelle che invece richiedono ulteriori valutazioni, e (ii) di definire i relativi programmi di
decommissioning, tenendo conto della normativa nazionale ed europea esistente in materia, oltre che di specifiche linee guida per la chiusura mineraria dei pozzi e il ripristino ambientale finale.
  Si evidenzia poi che i citati uffici sono attualmente impegnati (i) nell'elaborazione di un nuovo programma di
decommissioning che tenga conto dell'attuale situazione dei mari italiani e delle più alte metodologie per la sicurezza, anche ai sensi del decreto-legislativo n. 145 del 2015 e (ii) alla realizzazione di un elenco di «piattaforme» per la dismissione mineraria nel periodo 2017-2021.
  In questo contesto, le competenti direzioni del Ministero dello sviluppo economico, hanno seguito attivamente i lavori legislativi che hanno portato al decreto legislativo n. 104 del 16 giugno 2017 (recepimento per l'attuazione della direttiva 2014/52/UE che modifica la direttiva 2011/92/UE concernente la valutazione dell'impatto ambientale) e dato immediato seguito a quanto disposto dal comma 6 dell'articolo 25 il quale prevede che: «Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e con il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, da adottarsi entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, previo parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome, sono emanate le linee guida nazionali per la dismissione mineraria delle piattaforme per la coltivazione di idrocarburi in mare e delle infrastrutture connesse al fine di assicurare la qualità e la completezza della valutazione dei relativi impatti ambientali». Queste linee guida potranno fornire metodologicamente un punto di riferimento qualificato soprattutto per quelle «piattaforme» costruite prima del 1986, quindi mai sottoposte a VIA.
  Per quanto attiene al rapporto sugli effetti per l'ecosistema marino della tecnica dell’
airgun, esso è stato redatto nel mese di dicembre 2016 dal competente Ministero dell'ambiente con il supporto dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) ed è reperibile sulla pagina web http://www.minambiente.it/pagina/rapporto-sugli-effetti-lecosistema-marino-dellatecnica-dellairgun.
  Da ultimo, si evidenzia che le associazioni ambientaliste, a seguito dei riscontri forniti al loro atto di «diffida», hanno accolto positivamente l'apertura mostrata a voler collaborare su temi di comune interesse, manifestando riscontri positivi anche sulle argomentazioni fornite alle valutazioni critiche contenute nella «diffida» medesima.

Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico: Antonio Gentile.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

licenza edilizia

ambiente marino

protezione dell'ambiente