ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13528

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 639 del 21/06/2016
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 3/00779
Firmatari
Primo firmatario: MARTELLA ANDREA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 20/06/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 20/06/2016
Stato iter:
03/08/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 03/08/2016
BUBBICO FILIPPO VICE MINISTRO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 03/08/2016

CONCLUSO IL 03/08/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13528
presentato da
MARTELLA Andrea
testo di
Martedì 21 giugno 2016, seduta n. 639

   MARTELLA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca . — Per sapere – premesso che:
   viene chiamato knockout game ed è un fenomeno allarmante partito dagli Stati Uniti e che nelle ultime settimane ha fatto registrare alcuni episodi inquietanti anche in Italia;
   episodi, infatti sono stati segnalati a Roma, Venezia, Genova, Torino, Brescia e si teme che anche il ragazzo bengalese, Zakir Hoassin, morto a Pisa dopo 24 ore di agonia per l'aggressione a pugni da parte di ignoti, possa essere stato vittima di tale fenomeno;
   il «gioco» che tale non è consiste nella aggressione da parte di gruppi di ragazzi di ignari passanti, senza alcun preavviso, provando a «stenderli» con un solo pugno e in questo considererebbe il divertimento;
   negli Usa si registrano già diverse vittime e il fenomeno è diventato materia per l'FBI ed ora il contagio ha attraversato l'Atlantico raggiungendo Inghilterra e Italia;
   destano molta preoccupazione questi fenomeni emulativi che trovano nella rete un micidiale strumento di diffusione;
   occorre una capillare sensibilizzazione delle fasce giovanili, a partire dalle scuole medie, per evitare il diffondersi di pratiche pericolose come appunto quella del knockout game –:
   se e quali iniziative il Governo intenda promuovere, di fronte al diffondersi di simili episodi, al fine di attivare misure, in sinergia tra forze dell'ordine e scuole, destinate ad informare i ragazzi circa l'assoluta pericolosità di tali pseudo «giochi» e ad arginarne il «contagio».
(4-13528)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 4 agosto 2016
nell'allegato B della seduta n. 667
4-13528
presentata da
MARTELLA Andrea

  Risposta. — Con l'interrogazione in esame l'interrogante richiama l'attenzione sul fenomeno del knockout game che, partito dagli Stati Uniti, si starebbe diffondendo anche in Italia, dove si sarebbero registrate già diverse aggressioni immotivate in danno di persone inconsapevoli, di cui una con esito mortale.
  Riguardo a quest'ultimo episodio, verificatosi a Pisa nella notte del 14 aprile 2014, si rappresenta che, già dopo pochi giorni, la squadra mobile aveva identificato il responsabile dell'omicidio in un cittadino tunisino regolarmente soggiornante all'epoca dei fatti, ma poi fuggito dall'Italia sottraendosi all'ordinanza di custodia cautelare in carcere di cui era destinatario.
  Le indagini hanno appurato che si è trattato di un atto di violenza immotivata, ma non sono emersi elementi tali da ricondurre l'episodio al knockout game.
  Su un piano più generale, si informa che, in base ai dati statistici, il fenomeno non ha una significativa incidenza sul territorio nazionale e, in buona parte dei casi, le indagini sui singoli episodi si sono concluse con l'identificazione dei responsabili.
  Risulta, comunque, di tutta evidenza come l'approccio al fenomeno non possa esaurirsi nell'attività info-investigativa delle forze di polizia, spesso difficoltosa in ragione dell'indeterminatezza della platea dei potenziali autori e delle potenziali vittime delle condotte in questione.
  Siamo di fronte ad atti i cui autori sono, nella generalità dei casi, adolescenti operanti secondo modelli culturali e dinamiche identitarie di gruppo in grado di affievolire la coscienza critica dei singoli verso comportamenti che possono avere effetti devastanti sulle vittime.
  Un ulteriore tratto distintivo è dato dall'effetto moltiplicatore dei social network, su cui i giovani autori usano postare brevi filmati per documentare e vantarsi della condotta delittuosa.
  Nell'ottica di apprestare nuovi strumenti utili al contrasto dei fenomeni di devianza giovanile, anche di rilievo penale come nel caso del knockout game, da tempo le forze di polizia collaborano con le istituzioni scolastiche nella diffusione tra i giovani studenti della cultura della legalità e dell'esercizio delle libertà personali nel rispetto dei diritti altrui.
  La scuola, infatti, rappresenta, insieme alla famiglia, la risorsa più idonea a preservare tali valori, che costituiscono condizione indispensabile per garantire la sicurezza e la convivenza civile.
  Sono stati avviati numerosi progetti in ambito nazionale e locale, anche in partnership con altre istituzioni, che hanno coinvolto gli alunni delle scuole di ogni ordine e grado.
  In particolare, la polizia di Stato sta attuando da anni il progetto «Il poliziotto, un amico in più», che coinvolge studenti, insegnanti e famiglie sulle problematiche delle devianze giovanili, della sicurezza nel quartiere, dell'integrazione razziale, del rispetto delle regole di convivenza civile e dell'autonomia delle scelte.
  Parte integrante del progetto è lo svolgimento di un concorso in alcune città e province italiane di volta in volta prescelte, rivolto ai ragazzi che frequentano le scuole dell'infanzia, le scuole primarie e le scuole secondarie di I e II grado.
  Anche l'Arma dei carabinieri organizza incontri con gli studenti delle scuole medie inferiori e superiori, curati dagli ufficiali dei Comandi competenti per territorio, che si avvalgono anche di personale scelto di volta in volta per le specifiche cognizioni tecnico-professionali.
  Si segnala, inoltre, che il Ministero dell'istruzione in partenariato con questa Amministrazione, nonché con l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, le università degli studi di Firenze e «La Sapienza» di Roma e alcune organizzazioni del privato sociale, sta realizzando dal 1o gennaio 2015 una nuova edizione del «Progetto Generazioni Connesse», co-finanziato dalla Commissione europea.
  Il progetto è finalizzato a rendere internet un luogo sicuro per gli utenti più giovani, attraverso un utilizzo positivo e consapevole del web, in modo da prevenire comportamenti devianti.
  Si ricorda, infine, che sempre lo scorso anno questa Amministrazione e il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca hanno siglato un protocollo d'intesa, denominato «Accrescere nei giovani la cultura della legalità, la consapevolezza dell'importanza del rispetto delle regole e della sicurezza stradale ed informatica».
  Si ritiene, in conclusione, che il complesso delle iniziative appena illustrate testimonino del fattivo impegno del Governo, e in particolare dei Ministeri dell'interno e dell'istruzione, dell'università e della ricerca, nella diffusione nelle giovani generazioni dei valori del rispetto della persona umana, del senso civico e della responsabilità individuale e collettiva, che affondano le radici nella nostra Costituzione.
Il Viceministro dell'internoFilippo Bubbico.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

giovane

vittima