ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13477

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 637 del 14/06/2016
Firmatari
Primo firmatario: SBERNA MARIO
Gruppo: DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
Data firma: 14/06/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 14/06/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13477
presentato da
SBERNA Mario
testo di
Martedì 14 giugno 2016, seduta n. 637

   SBERNA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   la crisi economica e finanziaria degli ultimi anni ha fortemente colpito i redditi delle famiglie e delle imprese italiane. Se da una parte, infatti, il rapporto annuale dell'Istat sottolinea come stiamo lentamente uscendo dalla recessione, dall'altra esso tratteggia il volto di un Paese in cui la distribuzione del reddito è meno democratica di prima, un Paese dove la disuguaglianza aumenta e dove non a tutti sono date le stesse opportunità;
   a pagare il prezzo più alto di questa situazione sono ovviamente le categorie più fragili, come ad esempio i minori, la cui quota di povertà relativa, che tra il 1997 e il 2011 oscillava tra l'11 e il 12 per cento, nel 2014 è salita al 19 per cento;
   secondo gli ultimi dati del «Rapporto sulla povertà in Italia» presentati dall'Istat risulta che un milione e 470 mila famiglie residenti in Italia vivono in condizioni di povertà assoluta;
   sono inoltre tristemente noti gli studi demografici che dichiarano il progressivo e sostanziale invecchiamento del nostro Paese. Senza dubbio la crisi economica ha inciso in maniera significativa sulla struttura familiare italiana: nel periodo 2011-2014, infatti, le famiglie con un solo componente sono aumentate (+5,8 per cento) mentre le coppie con figli sono risultate in calo (-0,9 per cento);
   le trentenni di oggi sono protagoniste di quella che gli esperti chiamano la prossima e vicina «trappola demografica», nella quale — secondo le previsioni di alcuni studi — l'Italia rischia di perdere una «potenziale madre» ogni cinque. E questo mentre i nati nel 2015 sono stati solo 478 mila, nuovo minimo storico dall'Unità d'Italia;
   sarebbe quindi assolutamente necessario riuscire ad invertire questa tendenza e mettere in campo strategie e politiche davvero efficaci per sostenere la maternità e la paternità;
   da questo punto di vista, il nostro sistema di protezione sociale è, secondo il citato Rapporto Istat, fra quelli europei, uno dei meno efficaci e ciò è dovuto — sempre secondo il rapporto Istat – alla preponderanza della spesa pensionistica. In Italia, infatti, si spende meno che nel resto d'Europa per la protezione sociale dei gruppi della popolazione più deboli (persone con disabilità, famiglie e infanzia, esclusione sociale, senza tetto): la quota di spesa pubblica ad essi destinata è di circa dieci punti inferiore a quelle di Francia e Germania e alla media europea;
   il sistema di tassazione dei redditi in Italia, inoltre, è ritagliato su misura dei singoli, sposati o meno, e non come avviene in Francia, Olanda e Germania dove la tassazione delle persone fisiche viene calcolata a livello di nucleo familiare;
   quanto sopra detto comporta una evidente iniquità in materia di carichi fiscali tanto che la stessa Corte costituzionale è intervenuta più volte sulla questione, sottolineando la necessità di eliminare gli effetti discorsivi del nostro sistema tributario;
   già con la sentenza del 24 luglio 1995, n. 358, la Corte costituzionale ha ritenuto «che l'attuale trattamento fiscale della famiglia penalizza i nuclei monoreddito e le famiglie numerose con componenti che non producono o svolgono lavoro casalingo. Queste famiglie infatti che dovrebbero essere agevolate ai sensi dell'articolo 31 della Costituzione sono tenute a corrispondere un'imposta sui redditi delle persone fisiche notevolmente superiore rispetto ad altri nuclei familiari composti dallo stesso numero di componenti e con lo stesso reddito, ma percepito da più di uno dei suoi membri»;
   proprio in materia fiscale, dalle testate giornalistiche di alcuni giorni fa risulta dimostrata la situazione di disagio e di difficoltà in cui versano le famiglie numerose che, oltre ad essere maggiormente colpite dalla crisi economica – il numero delle coppie con tre o più figli che si sono ritrovate sotto la soglia di povertà è aumentato del 9,3 per cento negli anni 2011-2014 – sono anche quelle che sopportano il maggiore carico fiscale;
   un recente studio della Fondazione nazionale dei commercialisti, sulla base dell'analisi degli ultimi dati diffusi da Istat e Banca d'Italia sui redditi, i consumi e il carico fiscale delle famiglie, ha rilevato — infatti — che per le famiglie numerose il carico fiscale è aumentato di 0,3 punti percentuali a causa soprattutto dell'aumento delle imposte locali, in quanto in questi ultimi anni sono aumentate le addizionali comunali e regionali, l'imposta sostitutiva sulle attività finanziarie e le imposte sui redditi a tassazione separata. Trattandosi di tasse calcolate quasi sempre sul numero dei componenti di un nucleo familiare è evidente il paradosso: single e coppie senza figli subiscono una pressione fiscale minore;
   il rapporto tra imposte correnti pagate dalle famiglie e reddito disponibile lordo delle stesse famiglie ha raggiunto, nel 2015, il livello più alto degli ultimi anni: un paradosso, quest'ultimo, difficile da accettare se si considera che, nel 2015, per la prima volta dopo quattro anni si registra una generale flessione della pressione fiscale –:
   alla luce delle considerazioni sopra esposte in relazione alla penalizzazione fiscale delle famiglie, in particolare delle famiglie numerose, quali tempestive iniziative il Governo intenda adottare al fine di ristabilire il principio dell'equità fiscale nei loro confronti, in ossequio — altresì — a quanto previsto dall'articolo 31 della Costituzione. (4-13477)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

imposta sul reddito

reddito delle famiglie

analisi demografica