ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13461

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 635 del 10/06/2016
Firmatari
Primo firmatario: SCOTTO ARTURO
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 10/06/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NICCHI MARISA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/06/2016
PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/06/2016
RICCIATTI LARA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/06/2016
BORDO FRANCO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/06/2016
FRATOIANNI NICOLA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/06/2016
AIRAUDO GIORGIO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/06/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 10/06/2016
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 10/06/2016
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 15/07/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13461
presentato da
SCOTTO Arturo
testo di
Venerdì 10 giugno 2016, seduta n. 635

   SCOTTO, NICCHI, PAGLIA, RICCIATTI, FRANCO BORDO, FRATOIANNI e AIRAUDO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   si susseguono negli ultimi giorni articoli di stampa volti a far emergere casi in cui il bonus di 80 euro erogato dal Governo a chi lavora con un reddito fra gli 8 mila e i 26 mila euro l'anno sia stato richiesto indietro dall'Agenzia delle entrate in un'unica soluzione di centinaia di euro, perché sono andati o sotto o sopra a tale reddito;
   i dati forniti dalla stampa parlano di un caso su 8 in cui i percettori si sono visti costretti a restituire il bonus per un totale nel 2015 di 1,4 milioni di italiani e, di questi, 341 mila avevano percepito meno di 7.500 euro in un anno;
   il premier Matteo Renzi, il 12 marzo 2014, ha presentato così in conferenza stampa l'idea del bonus da 80 euro: «Un'operazione che definirei di portata storica. I destinatari del nostro intervento non sono solo i ceti meno abbienti, ma anche un po’ di ceto medio». Ma tra i «meno abbienti» che l'intervento intendeva sostenere c’è anche chi ora si ritrova a subire un danno proprio a causa di quel credito Irpef. Il beneficio, infatti, spetta a quanti hanno un reddito compreso tra gli 8mila – la soglia di incapienza, sotto cui non si pagano le tasse – e i 26 mila euro. La richiesta la presentano i datori di lavoro, che devono «determinare la spettanza del credito e il relativo importo sulla base dei dati reddituali a loro disposizione», come dice la stessa Agenzia delle entrate. Ma può capitare che le imprese commettano un errore o che «i dati reddituali a loro disposizione» siano insufficienti per un calcolo preciso. E così il bonus è arrivato anche ai lavoratori sotto la soglia degli 8 mila euro di reddito o sopra il limite dei 26 mila euro;
   il 12,5 per cento dei beneficiari ha dovuto restituire lo sgravio; i numeri del fenomeno sono tutt'altro che irrilevanti. Dai dati del dipartimento delle finanze risulta che nel 2015 (anno d'imposta 2014) hanno dovuto rimborsare il bonus 1,4 milioni di contribuenti. In totale, i lavoratori hanno dovuto ridare all'Agenzia delle entrate 320 milioni di euro, circa 220 euro a testa. Cifre considerevoli, soprattutto se si pensa che le imprese hanno erogato il beneficio a 11,6 milioni di italiani, per un valore totale di circa 6 miliardi di euro. In pratica, ha restituito il bonus il 12,5 per cento di quanti lo hanno percepito: un caso su otto;
   55 milioni di euro rimborsati da chi è troppo povero per pagare le tasse; spulciando i dati del dipartimento, si nota che il fenomeno ha interessato senza distinzioni ogni fascia di reddito, dalle più alte alle più basse. Ma non è difficile immaginare che l'inconveniente avrà creato più problemi a chi ha guadagnato di meno: tra quanti hanno dovuto restituire il bonus, infatti, 341 mila contribuenti avevano entrate inferiori ai 7.500 euro annui. Sono i cosiddetti incapienti: guadagnano talmente poco che non pagano imposte perché la detrazione fiscale per il reddito da lavoro dipendente supera l'ammontare di tasse che dovrebbero pagare. In totale, queste persone hanno sborsato 55 milioni di euro, circa 160 euro a testa;
   l'origine del problema sta nella definizione di reddito. Il reddito complessivo e l'imposta netta «definitivi» si determinano al momento della dichiarazione dei redditi, che serve proprio a raccordare la situazione complessiva del contribuente rispetto ai redditi percepiti e alle imposte già pagate nel corso dell'anno precedente;
   il reddito da considerarsi ai fini del bonus è pari a quello complessivo Irpef anche maggiorato dei redditi da canone di locazione soggette a  secca e diminuito dalla deduzione per l'abitazione principale. Pertanto, non è pari al solo salario. Casi di irregolare percezione del bonus sono quindi possibili, perché per evitarli bisognerebbe che tutti sapessero stimare i propri redditi annui con grande precisione;
   le conseguenze possono essere dolorose, perché il bonus si riceve mensilmente, ma l'eventuale restituzione deve avvenire in un'unica soluzione in sede di compilazione della dichiarazione (con possibilità di richiedere il pagamento rateale);
   la consistente precarietà presente nel mercato del lavoro rende molto diversificati i possibili casi di lavoratori con reddito basso che devono restituire il bonus. Può capitare, se ad esempio si cambia spesso lavoro, se l'azienda dopo qualche mese va in crisi e smette di pagare lo stipendio, ma anche se sono presenti errori nei dati inseriti nelle certificazioni dei datori, oppure se si ricevono anche poche migliaia di euro per canoni di locazione soggetti a cedolare secca –:
   se il Governo non intenda assumere iniziative per bloccare immediatamente le procedure di richiesta di restituzione del bonus avviate dall'Agenzia delle entrate nei confronti dei cittadini attingendo le relative risorse di copertura dal taglio dell'IRAP quantomeno nei confronti delle imprese che abbiano delocalizzato all'estero la propria attività produttiva che oggi grava complessivamente sul bilancio dello Stato per oltre 6 miliardi di euro annui;
   se e quando saranno assunte dal Governo iniziative per estendere il bonus di 80 euro nei confronti di soggetti con reddito inferiore agli 8.000 euro, come nei confronti dei pensionati, ovvero in quali tempi saranno assunte iniziative per rivedere i meccanismi di trasferimento monetario ai nuclei basso reddito in modo tale da contribuire a ridurre la povertà tra i minori, molto cresciuta durante la crisi.
(4-13461)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

poverta'

reddito basso

trasferimento di capitali