ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13420

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 634 del 08/06/2016
Firmatari
Primo firmatario: ZOLEZZI ALBERTO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 08/06/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 08/06/2016
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 08/06/2016
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 08/06/2016
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 08/06/2016
VIGNAROLI STEFANO MOVIMENTO 5 STELLE 08/06/2016
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 08/06/2016
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 08/06/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 08/06/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13420
presentato da
ZOLEZZI Alberto
testo di
Mercoledì 8 giugno 2016, seduta n. 634

   ZOLEZZI, TERZONI, BUSTO, DE ROSA, DAGA, VIGNAROLI, MICILLO e MANNINO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   nel giugno 2001, con lettera indirizzata al sindaco pro tempore di Grosseto, Alessandro Antichi e all'allora direttore dei servizi ambientali Arturo Bernardini, l'ASL 9 Grosseto riteneva «necessario dare avvio quanto prima, e senza ulteriore indugio, alle operazioni di bonifica dell'intera area della discarica delle Strillaie, nonché alla contestuale verifica e censimento delle attività produttive, in particolare aziende agricole e zootecniche, presenti nella zona, anche al fine di stabilire un'area di salvaguardia circostante la discarica nella quale siano regolamentate tali attività. Ciò appare rilevante al fine di valutare il rischio sanitario determinato dall'uso irriguo di tali acque emunte anche a distanza dal sito in questione che potrebbero comunque risentire della contaminazione. Infatti, in questa ipotesi, gli agenti inquinanti potrebbero contaminare le colture foraggere, quelle ortive o altre colture limitrofe ed avere una ricaduta sul bestiame e sull'uomo attraverso la catena alimentare.» Dopo aver accennato al pericolo di contaminazione delle acque destinate all'abbeveramento degli animali, la lettera prosegue evidenziando come «la contiguità della discarica con il Canale S. Rocco rappresenti un rischio di contaminazione dello stesso, per mezzo dell'azione di dilavamento delle acque»;
   l'articolo 252, comma 9, del decreto legislativo n. 152 del 2006, come originariamente formulato, istituiva il sito di interesse nazionale, ai sensi della normativa vigente, 1'area interessata dalla bonifica della ex discarica delle Strillaie (Grosseto). Successivamente il decreto ministeriale dell'11 gennaio 2013 ha riassegnato le competenze per i siti di bonifica di interesse nazionale, delegando il sito in oggetto alla regione Toscana;
   con decreto ministeriale dell'11 agosto 2006, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha perimetrato le aree da sottoporre a bonifica: l'area ex SIN in oggetto comprende la discarica esaurita delle Strillaie, la quale sorge sulle rive del fiume San Rocco, a 3,5 km dalla foce, nelle immediate vicinanze del litorale grossetano e dei centri turistici di Marina di Grosseto, Castiglione della Pescaia e Principina a Mare. Oltre alla discarica è presente nelle immediate vicinanze un impianto per la produzione di Combustibile da Rifiuti;
   con il decreto 28 novembre 2006, n. 308, avente a oggetto il regolamento recante integrazioni al decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare 18 settembre 2001, n. 468, concernente il programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha stanziato la somma di 1 milione di euro per il progetto di messa in sicurezza della falda acquifera sottostante la ex discarica;
   detto progetto comprendeva la realizzazione di una «barriera idraulica», costituita da pozzi per il recupero e il trattamento delle acque di falda potenzialmente contaminate da percolato, senonché una volta completati i pozzi sono emerse una serie di criticità, fra cui l'intrusione salina e l'impossibilità di calibrare l'emungimento di falda, come affermato nella lettera di convocazione della conferenza di servizi sulla messa in sicurezza della falda acquifera sottostante la discarica;
   la conferenza di servizi decisoria del 25 giugno 2008 relativa al SIN in oggetto, delibera di «sollecitare al Comune di Grosseto l'attivazione, ad horas, delle misure di messa in sicurezza d'emergenza della falda e delle acque superficiali risultate contaminate»;
   l'associazione ambientale le Strillaie ha dato incarico al dottor Andrea Borgia (geologo della European Development and Research Agency) di realizzare un modello idrogeologico della discarica delle Strillaie. I risultati dello studio, di assoluto rilievo, sono stati raccolti in una dettagliata relazione, datata 1o maggio 2009, (già depositata in procura), in cui si afferma che quando entrerà in funzione l'impianto di produzione di combustibile derivato da rifiuti (CDR) di nuova costruzione, questo comporterà l'inquinamento della falda più profonda con ripercussioni su tutta la pianura di Grosseto. Che la falda sia inquinata anche nell'area CDR è stato confermato dai dati ARPAT (2002 – 2006) dal dottor D'Oriano (superamento delle CSC – concentrazione soglia di contaminazione, articolo 242 decreto legislativo n. 152 del 2006), come combustibile da rifiuti, sempre a detta del dottor Borgia, richiedendo la realizzazione di un ulteriore pozzo di emungimento, «potrebbe comportare la vanificazione degli effetti del già carente sistema di messa in sicurezza di emergenza, generando una situazione di effettivo rischio per le falde profonde»;
   dallo studio del Dottor Borgia emerge in primis che la presenza della discarica permette di incrementare significativamente il locale livello di falda, generando una percolazione significativa verso il basso, che interessa anche gli strati profondi dell'acquifero; che senza pozzi di emungimento, i percolati della discarica avrebbero inquinato unicamente lo strato più superficiale della falda, invece a causa degli emungimenti presenti gli inquinanti si propagano anche verso gli strati profondi dell'acquifero e che l'intervento di messa in sicurezza di emergenza non è sufficiente a contenere la totalità del flusso degli inquinanti della discarica verso l'acquifero. Inoltre, il sistema con cui l'intervento è progettato implica che i percolati della discarica possono in parte essere diluiti artificialmente con le acque di falda, provocando un inutile, ulteriore, depauperamento della risorsa idrica;
   i fanghi di dragaggio sono rifiuti, classificati come CER 170505, ove contenenti sostanze pericolose, e CER 170506 negli altri casi e tuttavia l'articolo 12 del decreto legislativo n. 205 del 2010 esclude dall'ambito di applicazione della normativa sui rifiuti i sedimenti spostati all'interno di acque superficiali, purché non pericolosi;
   il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha pubblicato nel 2006 un manuale guida per la movimentazione dei sedimenti marini, nel quale si stabiliscono fra l'altro le modalità di caratterizzazione dei materiali, i parametri fisico – chimici e microbiologici da analizzare. Tuttavia dette procedure sono previste una tantum in via preventiva e non è previsto il monitoraggio in continuo durante le operazioni di movimentazione dei fondali;
   in diversi casi l'ARPAT ha rilevato un inquinamento del canale San Rocco dovuto a vari fattori, tra cui il non rispetto delle specifiche per quanto concerne gli scarichi da parte di alcune aziende presenti lungo il corso del canale e dei suoi affluenti;
   con lettera del 4 marzo 2010, prot. n. 417, a firma dell'allora Presidente di ATO Toscana Sud Paolo Nannini, si richiedeva al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare lo spostamento di 3 pozzi di emungimento delle acque sotterranee contaminate;
   da un articolo uscito a firma di Francesca Ferri su « Il Tirreno», edizione di Grosseto, del 20 maggio 2016 si apprende che la «barriera idraulica» sarebbe stata disattivata nel 2014 a causa della Sua palese inefficacia;
   a causa di quanto in premessa esiste il concreto rischio che le acque e i sedimenti del canale San Rocco siano contaminati da metalli pesanti ed altre sostanze nocive provenienti dalla ex discarica e più in generale da monte. A ciò si aggiunga che periodicamente viene azionata un'idrovora presso la foce del San Rocco, con lo scopo di liberare la foce dai sedimenti accumulati e consentire il normale deflusso delle acque, tuttavia le sabbie e i sedimenti aspirati vengono scaricati in mare tal quali, senza alcun tipo di trattamento –:
   di quali informazioni disponga il Ministro interrogato circa l'attuale stato della contaminazione della falda acquifera sottostante la ex discarica e circa l'efficacia del progetto di messa in sicurezza ambientale dell'ex SIN delle Strillaie;
   se ritenga opportuno inoltre una segnalazione alla Corte dei Conti, stante il dispendio di fondi statali per un'opera che è poi risultata inutile;
   se ritenga opportuno assumere iniziative normative al fine di obbligare alla tempestiva pubblicazione dei risultati delle analisi preventive delle sabbie e dei fondali oggetto di dragaggio, anche per mettere a disposizione della cittadinanza, nel caso di specie, le risultanze del procedimento di messa in sicurezza in modo da escludere le possibilità di contaminazione del fiume San Rocco o stabilire finalmente un nesso di causa – effetto fra la presenza di discariche e impianti di produzione di combustibile da rifiuti e inquinamento dei corsi d'acqua attigui;
   se ritenga opportuno un'iniziativa normativa in ossequio al principio di precauzione, al fine di obbligare al trattamento dei materiali provenienti dal dragaggio dei fondali prima della loro reimmissione in mare. (4-13420)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

deposito dei rifiuti

rifiuti

inquinamento da idrocarburi