ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13415

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 634 del 08/06/2016
Firmatari
Primo firmatario: SCOTTO ARTURO
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 08/06/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BORDO FRANCO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 08/06/2016
PANNARALE ANNALISA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 08/06/2016
COSTANTINO CELESTE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 08/06/2016
NICCHI MARISA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 08/06/2016
PELLEGRINO SERENA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 08/06/2016
MELILLA GIANNI SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 08/06/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI 08/06/2016
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 07/02/2017
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13415
presentato da
SCOTTO Arturo
testo di
Mercoledì 8 giugno 2016, seduta n. 634

   SCOTTO, FRANCO BORDO, PANNARALE, COSTANTINO, NICCHI, PELLEGRINO e MELILLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   l'articolo 1, comma 677, della legge di stabilità per il 2016 (legge n. 208 del 2015) prevede che, qualora entro il 31 dicembre 2016 si proceda all'alienazione di quote o a un aumento di capitale riservato al mercato del gruppo Ferrovie dello Stato italiane spa, il Ministero dell'economia e delle finanze presenti alle Camere una relazione che evidenzi in modo puntuale l'impatto economico, industriale e occupazionale derivante dalla privatizzazione. In particolare, tale disposizione, frutto dell'approvazione durante l'esame del disegno di legge di stabilità 2016 presso la Camera dei deputati di un emendamento presentato dal gruppo parlamentare Sinistra Italiana-SEL a prima firma dell'onorevole Franco Bordo, prevede che: «Qualora entro il 31 dicembre 2016 si proceda all'alienazione di quote o a un aumento di capitale riservato al mercato del gruppo Ferrovie dello Stato italiane Spa, il Ministero dell'economia e delle finanze presenta alle Camere una relazione che evidenzia in modo puntuale l'impatto economico, industriale e occupazionale derivante dalla privatizzazione nella quale sono indicati in particolare:
    a) i dati finanziari e industriali degli effetti dell'alienazione o dell'eventuale aumento di capitale sulle società interessate e sul bilancio dello Stato;
    b) la minore spesa per interessi derivante dall'utilizzo delle risorse incassate dall'alienazione per la riduzione del debito pubblico;
    c) i minori dividendi versati al bilancio dello Stato in conseguenza dell'alienazione;
    d) gli effetti dell'alienazione o dell'aumento di capitale riservato al mercato sul piano industriale del gruppo»;
   nel mese di dicembre 2015, e segnatamente in data 2 dicembre 2015, proprio nel pieno della discussione parlamentare del disegno di legge di stabilità 2016, il Governo si affrettava a trasmettere in Parlamento uno schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri con cui avviare l’iter di privatizzazione di una quota minoritaria del Gruppo Ferrovie dello Stato italiane Spa (fino al 40 per cento), su cui le commissioni trasporti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica sono state chiamate ad esprimere il loro parere; il testo era composto da un unico articolo suddiviso in 4 commi ove:
    1) si prevedeva in primo luogo l'alienazione di una quota della partecipazione detenuta dal Ministero dell'economia e delle finanze in Ferrovie dello Stato S.p.A., in modo tale da consentire comunque il mantenimento di una partecipazione dello Stato al capitale di Ferrovie dello Stato non inferiore al 60 per cento, facendo espressamente salva l'assegnazione dell'infrastruttura delle rete ferroviaria nazionale, gestita da Rete Ferroviara italiana S.p.A. (RFI), che opera in base alla concessione quarantennale di cui al decreto ministeriale n. 138T del 31 ottobre 2000;
    2) detta alienazione poteva essere effettuata, anche in più fasi con possibili modalità: offerta pubblica di vendita rivolta al pubblico dei risparmiatori in Italia, ai dipendenti del Gruppo Ferrovie dello Stato; offerta pubblica di vendita rivolta a investitori istituzionali italiani e internazionali;
    3) inoltre, si consentiva di attivare forme di incentivazione per la partecipazione all'offerta pubblica di vendita da parte dei dipendenti del gruppo Ferrovie dello Stato, tenuto conto anche della prassi di mercato e di precedenti operazioni di privatizzazione. Tali forme di incentivazione potevano tradursi in: quote dell'offerta riservate, agevolazioni di prezzo e agevolazioni nelle modalità di finanziamento;
    4) infine, lo schema di decreto in parola prevedeva la possibilità di prevedere forme di incentivazione in termini di prezzo, in coerenza con le prassi seguite precedenti operazioni di privatizzazione, per i risparmiatori al fine di favorire l'azionariato diffuso;
   attualmente il Ministero dell'economia e delle finanze detiene il 100 per cento del capitale di Ferrovie dello Stato s.p.a., suddiviso in n. 36.340.432.802 azioni ordinarie del valore nominale di 1 euro;
   come emerge dalla stampa nazionale il Governo ha approvato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri con i criteri e le modalità per aprire il capitale della società controllata al 100 per cento dal Tesoro, avviando la procedura per portare in borsa l'ex monopolista per il quale si starebbe intanto valutando anche la possibile integrazione con Anas: un'operazione sulla cui fattibilità si deciderà, a quanto si apprende, entro l'estate;
   in particolare, il Ministero dell'economia e delle finanze avrebbe già avviato una fase esplorativa per valutare l'integrazione con ANAS: e che porterebbe alla nascita di un grande gruppo infrastrutturale da 10 miliardi di euro di fatturato;
   l'obiettivo fissato dal Documento di economia e finanza 2016 è di ricavare dalle privatizzazioni lo 0,5 per cento di prodotto interno lordo l'anno, nell'ambito del triennio 2016, 2017 e 2018, ovvero circa 8 miliardi di euro l'anno;
   ad oggi, il Ministero dell'economia e delle finanze non ha ancora presentato alle Camere alcuna relazione che evidenzi in modo puntuale e dettagliato l'impatto economico, industriale e occupazionale derivante dalla privatizzazione nella quale devono essere indicati, come si è detto, i dati finanziari e industriali degli effetti dell'alienazione o dell'eventuale aumento di capitale sulle società interessate e sul bilancio dello Stato; la minore spesa per interessi derivante dall'utilizzo delle risorse incassate dall'alienazione per la riduzione del debito pubblico; i minori dividendi versati al bilancio dello Stato in conseguenza dell'alienazione; e infine, gli effetti dell'alienazione o dell'aumento di capitale riservato al mercato sul piano industriale del gruppo;
   alla luce di quanto sopra evidenziato, non si capisce come si possa varare in via definitiva un decreto, di cui peraltro ad oggi non si conosce ancora il testo e se questo rechi modifiche o integrazioni rispetto a quello inviato alle Camere, con cui definire i criteri di privatizzazione e delle modalità di dismissione della partecipazione detenuta dal Ministero dell'economia e delle finanze nel capitale di Ferrovie dello Stato;
   appare del tutto inspiegabile il motivo per cui si intenda, in controtendenza a quanto accade in altri Paesi europei come la Francia e la Germania, privatizzare una società solida e in crescita come Ferrovie dello Stato, capace di operare sul mercato italiano e di aprirsi ad una competitività nel trasporto ferroviario e alla logistica anche a livello continentale per garantirsi nell'immediato quella che potrebbe risultare una modesta entrata economica, mettendo a repentaglio profitti, livelli occupazionali e qualità professionali;
   nel promuovere l'imminente alienazione di quote di Ferrovie dello Stato italiane non sembra, infatti, siano stati considerati i rischi derivanti da una affrettata privatizzazione soprattutto sotto il profilo della salvaguardia del mantenimento dei diritti e delle tutele per le lavoratrici ed i lavoratori operanti nel comparto ferroviario, che rappresenta il prerequisito per la sicurezza e il buon funzionamento del sistema ferroviario e per servizi di alta qualità nei confronti delle persone. Senza contare che, con l'estensione della concorrenza nel trasporto ferroviario nazionale di passeggeri, del processo di privatizzazione e della possibile pressione finalizzata al taglio dei costi, l'attuale situazione di crisi economica in cui versa il Paese potrebbe ulteriormente aggravarsi, con inevitabili conseguenze sul piano della riduzione del numero dei dipendenti, il maggior ricorso all’outsourcing e al subappalto dei servizi, l'aumento dei contratti atipici, l'incremento dell'utilizzo dei lavoratori in somministrazione, l'intensificazione dei carichi e della pressione sul lavoro, l'aumento degli orari di lavoro flessibili, del frazionamento dei turni di lavoro e del ricorso al lavoro straordinario;
   dalle recenti notizie diffuse in materia, mediante comunicati dalle Presidenza del Consiglio dei ministri secondo i firmatari del presente atto risulta che non si è tenuto minimamente conto dei rischi derivanti da affrettata liberalizzazione e frammentazione del servizio ferroviario italiano oltre che del fatto che le misure che si intendono introdurre potrebbero porsi in palese contrasto con quanto previsto dalla legge di stabilità 2016 –:
   quali siano le ragioni per le quali, stanti le previsioni contenute nel Documento dell'economia e delle finanze 2016, i comunicati diffusi recentemente dal Consiglio dei ministri e le strategie di cui si parla sulla stampa nazionale, il Governo non abbia ancora presentato al Parlamento, come previsto dall'articolo 1, comma 677, della legge di stabilità 201 una relazione che evidenzi in modo puntuale l'impatto economico, industriale e occupazionale derivante dalla privatizzazione nella quale siano indicati in particolare: a) i dati finanziari e industriali degli effetti dell'alienazione o dell'eventuale aumento di capitale sulle società interessate e sul bilancio dello Stato; b) la minore spesa per interessi derivante dall'utilizzo delle risorse incassate dall'alienazione per la riduzione del debito pubblico; c) i minori dividendi versati al bilancio dello Stato in conseguenza dell'alienazione; d) gli effetti dell'alienazione o dell'aumento di capitale riservato al mercato sul piano industriale del gruppo. (4-13415)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

conseguenza economica

privatizzazione

politica industriale