ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13414

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 634 del 08/06/2016
Firmatari
Primo firmatario: PRODANI ARIS
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 08/06/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MUCCI MARA MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 08/06/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 08/06/2016
Stato iter:
23/03/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/03/2018
CESARO ANTIMO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI, ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 21/10/2016

RISPOSTA PUBBLICATA IL 23/03/2018

CONCLUSO IL 23/03/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13414
presentato da
PRODANI Aris
testo di
Mercoledì 8 giugno 2016, seduta n. 634

   PRODANI e MUCCI. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che:
   il Porto Vecchio di Trieste (Punto Franco Nord), realizzato nell'ultimo trentennio dell'800 su una superficie di 67 ettari prospicienti il centro città e comprendente cinque moli, banchine di carico e scarico e raccordi ferroviari, è riconosciuto quale uno tra gli ambiti di archeologia industriale marittima più rilevanti del Mediterraneo: i magazzini, posti al suo interno, che contano una cubatura di oltre un milione di metri, appartengono alla classificazione disciplinata dalle regole costruttive specifiche dei lagerhauser dei porti del Nord Europa;
   negli ultimi decenni, il Porto Vecchio ha subito, da un punto di vista produttivo, un parziale e progressivo abbandono. Sono stati recuperati, negli ultimi dieci anni, i varchi doganali, il magazzino 1 sul molo IV e, quali esempi di archeologia industriale-portuale, il magazzino 26, l'edificio della centrale idrodinamica e l'edificio della sottostazione elettrica, ancora oggi sedi di macchine generatrici di energia conservate nella loro interezza nell'edificio originario. Questi due ultimi edifici sono stati restaurati e riutilizzati (come Polo museale del Porto dal 2012), su iniziativa di Italia Nostra e grazie a un protocollo di intesa tra Autorità Portuale, regione Friuli Venezia Giulia e Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, con utilizzo di fondi pubblici ed europei;
   la legge 23 dicembre 2014, n. 190, (legge di stabilità 2015) ha stabilito la sdemanializzazione di gran parte dei 60 ettari del Porto Vecchio, sancendo la fine della pubblica utilità dell'area nonché, in capo al commissario di Governo del Friuli Venezia Giulia, il trasferimento del regime di Punto Franco ad altre aree da individuare. In particolare, la legge stabilisce anche il passaggio del Porto Vecchio al patrimonio disponibile del Comune di Trieste, che dovrà occuparsi della vendita dell'area e del trasferimento «dei relativi introiti all'Autorità Portuale di Trieste per gli interventi di infrastrutturazione del Porto Nuovo e delle nuove aree destinate al regime internazionale di Punto Franco»;
   l'associazione Italia Nostra da molti anni è impegnata fattivamente per il recupero e la tutela dell'area di Porto Vecchio. Una missiva del 24 dicembre 2013 (Prot 009951) indirizzata da Giangiacomo Martines, Direttore Regionale per i beni culturali e paesaggistici per il Friuli Venezia Giulia, all'allora Ministro Bray, nel rimarcare il pregio architettonico e monumentale di Porto Vecchio ha sottolineato la necessità, indicata da Italia Nostra, di intervenire con urgenza per la messa in sicurezza ed il restauro leggero degli edifici del Porto Vecchio, anche al fine del suo riutilizzo in termini economici, turistici e culturali. La missiva indica che il citato restauro proposto attraverso l'elaborazione di un Masterplan, meritasse la massima attenzione da parte del Ministero, ampiamente condiviso con l'Autorità Portuale, la Provincia e l'Università degli Studi ed attraverso dei finanziamenti europei, opportunamente individuati dall'associazione;
   dal 2013 ad oggi l'interlocuzione tra Italia Nostra e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo è stata caratterizzata, da parte di quest'ultimo, da una valutazione positiva sia nei riguardi del Masterplan inerente il Porto Vecchio, che nell'organizzazione di un workshop internazionale finalizzato a raccogliere e integrare gli aspetti di conoscenza e di progettualità prodotti nel tempo su Porto Vecchio da studiosi e da associazioni interessate alla tutela dei patrimoni storici e culturali;
   il 20 febbraio 2016 Il Piccolo riporta dell'invio al Governo, da parte del Sindaco di Trieste, di due documenti tecnici accompagnati dalla bozza di un protocollo d'intesa per la richiesta di investimenti statali, pari a 18 milioni di euro, corredati da un protocollo d'intesa Governo-Regione-Comune abbozzato insieme alla Presidente Debora Serracchiani, per attivare gli investimenti sollecitati;
   il 1o maggio 2016 il comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe), ha approvato il Piano Cultura e Turismo proposto dal Ministro dei beni e attività culturali e del turismo. Da una nota stampa del 2 maggio il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo dichiara che il piano stanzia un miliardo di euro del Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020 per realizzare 33 interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e di potenziamento del turismo culturale; tra i vari interventi da attuare nelle regioni italiane, il piano prevede «50 milioni per il restauro e la valorizzazione del Porto Vecchio di Trieste, destinato a divenire un grande attrattore culturale transfrontaliero»;
   il 2 maggio, nel corso della presentazione alla stampa del piano #UnMiliardoperlacultura, il Ministro Franceschini ha dichiarato pubblicamente che «Portovecchio è una delle sfide più importanti che il Paese dovrà affrontare nei prossimi anni. È un posto incredibile, era il porto degli Asburgo, e può diventare una delle operazioni più importanti in Europa di riqualificazione di un'intera città. Questi 50 milioni sono destinati ad interventi importanti che apriranno anche il tema della destinazione di quest'area, con una discussione a livello nazionale»;
   in data 3 maggio 2016, un articolo del quotidiano Il Piccolo riporta che «Il documento presentato di recente agli uffici della Presidenza del Consiglio, dopo che il 10 febbraio un primo dossier era già stato consegnato a Lotti, stima per i primi interventi infrastrutturali funzionali a quelli successivi (comprensivi però anche di specifiche ristrutturazioni) un fabbisogno complessivo di 53.700.000 euro. (...)»;
   l'articolo, inoltre, elenca una serie di interventi, prevalentemente indirizzati ad opere di infrastrutturazione ed alla creazione del nuovo museo del mare ma non specifica, né riporta, la documentazione ufficiale che attesti la programmazione e le tempistiche dei lavori; nessuna risorsa sarebbe destinata alle urgenti opere di messa in sicurezza e di restauro leggero di cui le strutture del Porto Vecchio necessitano;
   l'interrogante ha depositato in data 12 maggio 2016, l'interrogazione 4-13166, ancora senza risposta, nella quale ha chiesto al Ministro un piano dettagliato degli interventi, le priorità e le specifiche per ogni singola opera da realizzare;
   in data 12 maggio 2016, l'Associazione Italia Nostra ha inviato una lettera indirizzata al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, al segretario generale Antonio Pasqua Recchia, al soprintendente belle arti e paesaggio Friuli Venezia Giulia Corrado Azzolini, al commissario straordinario dell'autorità portuale di Trieste - Zeno D'Agostino e al sindaco di Trieste Roberto Cosolini avente come oggetto le «proposte sull'utilizzo dei fondi del piano stralcio del fondo per lo sviluppo e la coesione approvato dal CIPE il 1o maggio 2016 destinati al Porto Vecchio». Nel testo, oltre a ribadire che una parte delle aree e degli immobili del Porto Vecchio è in corso il trasferimento al comune di Trieste, «non è noto a che punto siano tali attività catastali. Tuttavia è chiaro che il trasferimento del diritto di proprietà dello Stato al Comune non può far venire meno l'applicabilità delle norme generali in materia di beni culturali di proprietà pubblica, contenute nel codice civile (articolo 822-824) e nel codice dei beni culturali (articolo 53-59): in base a tali norme il Comune è tenuto a rispettare il regime di inalienabilità dei beni, per i quali sia stata accertata la sussistenza di un interesse culturale. Come dispone infatti l'articolo 53 del codice dei beni culturali, i beni appartenenti allo Stato, alle regioni e agli altri enti pubblici territoriali, che rientrino nelle tipologie indicate all'articolo 822 del codice civile (cioè gli immobili riconosciuti di interesse storico, archeologico e artistico a norma delle leggi in materia, le raccolte dei musei, delle pinacoteche degli archivi, delle biblioteche), costruiscono il demanio culturale, e non possono essere alienati, ne formare oggetto di diritti a favore di terzi, se non nei limiti con le modalità previsti dal codice dei beni culturali, e cioè, in caso di immobili la cui esecuzione risalga a più di 70 anni, solo in caso di accertamento dell'insussistenza dell'interesse culturale, attraverso il procedimento di cui all'articolo 12 del codice predetto»;
   l'associazione ribadisce la necessità «di promuovere urgentemente un Workshop internazionale, che possa costituire un momento di confronto ad alto livello, per la messa a punto degli interventi immediatamente cantierabili necessari a conservare e valorizzare gli antichi magazzini asburgici del Porto Vecchio di Trieste, soggetti da tempo al vincolo culturale»;
   Italia Nostra nella comunicazione specifica, infine, come sia fondamentale, rispetto alle azioni programmate dal comune, la realizzazione di interventi di messa in sicurezza immediata degli immobili di interesse storico architettonico in condizioni di grave degrado. Per tali provvedimenti di messa in sicurezza, secondo la stima elaborata dall'associazione si ritiene che possano essere sufficienti circa 26 milioni di euro;
   in data 28 maggio 2016, il Piccolo di Trieste riporta la notizia della firma del protocollo per la valorizzazione del Porto Vecchio, tra il Presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi, il sindaco di Trieste Roberto Cosolini, la presidente della regione Debora Serracchiani e il commissario del porto Zeno d'Agostino. Il patto «sblocca 50 milioni di investimenti per l'infrastrutturazione dell'antico scalo». L'articolo illustra come «le parti firmatarie s'impegnano in particolare a realizzare le opere per l'infrastrutturazione e l'inserimento dell'area del Porto vecchio nel tessuto cittadino e a elaborare il Piano strategico di valorizzazione predisponendo gli strumenti urbanistici necessari. Altro aspetto fondamentale dell'intesa è la costituzione entro trenta giorni di un Tavolo coordinato dalla Regione» –:
   se il ministro interrogato intenda chiarire l'utilizzo dei fondi del piano stralcio del Fondo per lo sviluppo e la coesione approvato dal Comitato interministeriale per la programmazione economica il 1o maggio 2016 destinati al Porto Vecchio di Trieste;
   se il Ministro interrogato ritenga che il «Workshop internazionale» di cui in premessa sia lo strumento più adatto a definire le linee guida per il recupero del porto Vecchio, alla luce del protocollo siglato a Trieste di cui in premessa e dell'annuncio di costituzione di un tavolo coordinato dalla regione Friuli Venezia Giulia;
   quali iniziative intenda adottare, alla luce dell'articolo 53 del codice dei beni culturali, posto che, come riportato in premessa, i beni che costituiscono demanio culturale non possono essere alienati;
   se il Ministro interrogato non ritenga necessario e urgente assumere iniziative di competenza per la messa in sicurezza dei magazzini di cui in premessa e per favorire, a tale scopo, l'utilizzo di fondi europei attraverso una programmazione nazionale ed europea;
   se non reputi che l'intervento di destinazione dei fondi individuati di cui in premessa debba prioritariamente riguardare la messa in sicurezza ed il recupero dei magazzini storici. (4-13414)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 23 marzo 2018
nell'allegato B della seduta n. 1
4-13414
presentata da
PRODANI Aris

  Risposta. — Si riscontrano gli atti di sindacato ispettivo nn. 4-13414, 4-12738, 4-13520, aventi medesimo contenuto, nei quali l'interrogante, con riferimento al progetto di restauro e valorizzazione del Porto vecchio di Trieste, programmato nel piano cultura e turismo proposto dal Ministro Franceschini ed approvato in data 1o maggio 2016 dal comitato interministeriale per la programmazione economica — Cipe, chiede se il Ministero intenda fornire, per l'area in questione, un piano dettagliato degli interventi previsti, delle modalità e delle tempistiche necessarie per l'erogazione dei finanziamenti statali pari a 50 milioni di euro, e se intenda, inoltre, chiarire come l'operazione si concili con il mandato attribuito dal comune di Trieste all’advisor Ernst&Young per l'impostazione e la redazione delle linee guida del piano strategico di valorizzazione delle aree facenti parte del Porto vecchio di Trieste.
  Il Porto vecchio di Trieste (punto franco nord), realizzato nell'ultimo trentennio dell'800 su una superficie di 67 ettari prospicienti il centro città, e comprendente cinque moli, banchine di carico e scarico e raccordi ferroviari, è riconosciuto quale uno tra gli ambiti di archeologia industriale marittima più rilevanti del Mediterraneo: i magazzini, posti al suo interno, che contano una cubatura di oltre un milione di metri, appartengono alla classificazione disciplinata dalle regole costruttive specifiche dei
lagerhauser dei porti del nord Europa.
  Il Porto vecchio ha subito, nell'ultimo decennio, un parziale e progressivo abbandono, soprattutto da un punto di vista produttivo. Un'azione di recupero ha permesso il restauro e la riutilizzazione di due edifici come polo museale del Porto dal 2012, su iniziativa di Italia nostra e grazie a un protocollo di intesa tra autorità portuale, regione Friuli Venezia Giulia e questo Ministero, con utilizzo di fondi pubblici ed europei.
  La legge 23 dicembre 2014, n. 190, (legge di stabilità 2015) ha, tuttavia, stabilito la sdemanializzazione di gran parte dei 60 ettari del Porto vecchio, sancendo la fine della pubblica utilità dell'area.
  Nel gennaio 2016 il comune di Trieste ha attribuito all’
advisor Ernst&Young la funzione di consulenza per la redazione delle linee guida in merito all'approvazione del piano strategico per la valorizzazione del Porto vecchio, individuando modelli funzionali e operativi per il raggiungimento degli obiettivi previsti.
  Il successivo 1o maggio 2016, il Cipe ha approvato il piano cultura e turismo proposto dal Ministro Franceschini, stanziando un miliardo di euro del fondo sviluppo e coesione 2014-2020 per la realizzazione di 33 interventi miranti al rilancio della competitività territoriale del Paese attraverso l'attivazione dei potenziali di attrattività turistica di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, e di potenziamento dell'offerta turistico-culturale. Una parte dei fondi stanziati, pari a 50 milioni di euro, è stata destinata proprio al restauro e alla valorizzazione del Porto vecchio.
  Lo scorso 28 maggio 2016, inoltre, è stato firmato dall'allora Presidente del Consiglio dei ministri Renzi, dalla presidente della regione Friuli Venezia Giulia, dal sindaco di Trieste e dal commissario straordinario dell'autorità portuale della medesima città, un protocollo d'intesa per la valorizzazione del Porto vecchio, e la realizzazione di un grande attrattore culturale transfrontaliero.
  L'accordo prevede, in seguito della sdemanializzazione, l'annessione al patrimonio del comune di Trieste, delle aree del Porto vecchio con esclusione delle banchine, l'Adriaterminal e la fascia costiera. Tale intervento è inserito nel piano stralcio turismo e cultura del Ministero con l'obiettivo di realizzare, come indicato nel protocollo, un esemplare intervento di sviluppo territoriale mediante il recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico.
  Le parti firmatarie sono impegnate, tra l'altro, a realizzare le opere necessarie per l'inserimento dell'area del Porto vecchio nel contesto cittadino predisponendo tutti gli strumenti urbanistici necessari. Il Ministro Franceschini, presente alla firma dell'accordo, nel corso della presentazione alla stampa del piano #UnMiliardoperlacultura, ha dichiarato che il restauro e recupero di Porto vecchio rappresenteranno una sfida per i prossimi anni.
  Lo stanziamento di 50 milioni dovrà essere utilizzato per la realizzazione di un grande progetto che porti nuovamente il Porto vecchio a ricoprire il suo ruolo originario di grande porta dell'Europa centro-orientale sul Mediterraneo.
  Al termine della sua visita il Ministro Franceschini, ha raggiunto Porto vecchio a bordo di un convoglio del
TramWay, restaurato di recente; per il futuro si sta valutando l'ipotesi di realizzare un progetto che colleghi l'antico scalo di Porto vecchio con altri luoghi caratteristici della città di Trieste.
  A seguito del procedimento di sdemanializzazione avviato dal Governo con la legge di stabilità 2015, il comune di Trieste si avvia a diventare il nuovo soggetto titolare della quasi totalità dell'area del Porto vecchio di Trieste e soggetto legittimato ad effettuare le scelte amministrative che rientrano nelle sue attribuzioni, ferma restando la competenza degli uffici periferici di questo Ministero per quanto riguarda gli aspetti legati alla tutela dei manufatti esistenti e dell'area vincolata.
  Per quanto concerne in particolare il progetto di riqualificazione dell'area del Porto vecchio, questa Amministrazione vede favorevolmente una valorizzazione e recupero del Porto vecchio di Trieste che dovrà necessariamente passare attraverso la presentazione di progetti ed iniziative da sottoporre alle attente valutazioni di questo Ministero, così da assicurare una riqualificazione che contemperi le esigenze dello sviluppo economico con quelle della tutela dell'area vincolata.
  

Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo: Antimo Cesaro.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione dell'ambiente

utilizzazione degli aiuti

bene culturale