Legislatura: 17Seduta di annuncio: 633 del 07/06/2016
Primo firmatario: CIVATI GIUSEPPE
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Data firma: 07/06/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma BRIGNONE BEATRICE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 07/06/2016 MAESTRI ANDREA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 07/06/2016 PASTORINO LUCA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 07/06/2016 MATARRELLI TONI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 07/06/2016
Ministero destinatario:
- MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 07/06/2016
CIVATI, BRIGNONE, ANDREA MAESTRI, PASTORINO e MATARRELLI. —
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali
. — Per sapere – premesso che:
la Nuova Siet, con sede a Taranto, è una società d trasporti che si occupava, dal 1971, di lavori di movimentazione stradale e dei trasporti per conto dell'Italsider;
nel febbraio del 1999, il gruppo Riva proprietaria dell'Ilva di Taranto acquisì tutti i beni aziendali e il trasferimento di circa 300 lavoratori della società Nuova Siet;
contestualmente, il gruppo Riva toglieva alla Nuova Siet tutti gli appalti, costringendola quindi a cedere all'Ilva stessa tutti i beni aziendali e i macchinari;
inoltre, procedeva con i licenziamenti di tutti i 300 lavoratori per riassumerli il giorno successivo nella nuova azienda, che nel frattempo diventava «interna» all'Ilva;
il gruppo Riva proponeva ai lavoratori della Nuova Siet di rientrare azienda sulla base di nuovi contratti al ribasso rispetto a quelli precedenti fino a riduzione di salari del 50 per cento costringendoli ad accettare condizioni estremamente inique, dequalificando le mansioni esercitate sino all'acquisizione dell'azienda, richiedendo comunque che svolgessero le stesse attività svolte prima dell'assorbimento e quindi non riconoscendo loro lo status giuridico che avevano maturato fino a quel momento;
di fatto, anche secondo accordi sindacali, i lavoratori dovevano passare direttamente alla nuova azienda, continuando a percepire lo stesso compenso che percepivano prima dell'assorbimento nel gruppo Ilva;
considerate le condizioni prospettate dal gruppo Riva ai lavoratori della Nuova Siet, veniva presentato un esposto da parte dello SLAI Cobas presso la procura della Repubblica di Taranto;
la procura di Taranto pertanto a seguito delle indagini rinviava a giudizio – accusati di truffa ai danni dell'Inps, estorsione e tentata estorsione nei confronti dei dipendenti dell'azienda che nel 1999 passò al gruppo siderurgico – il gruppo Riva e il 20 marzo 2007 in primo grado il tribunale di Taranto, giudice Annamaria La Stella, condannava a quattro anni di reclusione il presidente del gruppo Riva, Emilio Riva, e suo figlio Claudio, a tre anni;
i condannati nell'anno 2009 ricorrevano poi in corte d'appello ottenendo la sentenza di assoluzione;
nell'anno 2011, la seconda sezione penale della Corte di Cassazione di Roma annullava senza rinvio la sentenza di assoluzione della corte d'appello nei confronti di Emilio e Claudio Riva, accusati di truffa ai danni dell'Inps, estorsione e tentata estorsione nei confronti dei dipendenti dell'ex azienda Nuova Siet;
i giudici, decretando la prescrizione del reato (riqualificato in truffa aggravata e continuata), hanno al contempo riconosciuto il diritto dei lavoratori al risarcimento del danno e hanno rimesso gli atti al giudice del lavoro;
poiché il gruppo Riva si faceva riconoscere i benefici contributivi previsti per le aziende che assumono lavoratori in lista di mobilità e contrariamente otteneva dai lavoratori le stesse prestazioni pagandole di meno, l'Inps si costituiva parte civile;
per effetto della sentenza della Corte di Cassazione all'Inps veniva riconosciuto il danno della mancata contribuzione previdenziale e di conseguenza l'istituto avrebbe emesso cartelle esattoriali per diversi milioni di euro nei confronti del gruppo Ilva –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti narrati in premessa;
se sia possibile adottare iniziative per quanto di competenza, affinché l'INPS – nelle more del recupero dei contributi previdenziali richiesti mediante le cartelle esattoriali nei confronti del gruppo Riva – possa imputare e riconoscere, ai lavoratori della Nuova Siet coinvolti, i contributi previdenziali mai versati dal gruppo Riva;
se non ritengano necessario e urgente adottare opportune iniziative, per quanto di competenza, affinché i lavoratori della Nuova Siet possano vedersi garantita l'indennità di pensione – anche con eventuali deroghe all'attuale normativa vigente, la cosiddetta «legge Fornero» – consentendo così agli stessi una condizione migliorativa dopo anni di battaglie giudiziarie, ancora non concluse, per vedersi riconosciuti i propri diritti dopo aver adempiuto i propri doveri con una vita dedicata al lavoro.
(4-13388)
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):licenziamento collettivo
soppressione di posti di lavoro
riduzione dei salari