ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13351

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 633 del 07/06/2016
Firmatari
Primo firmatario: PANNARALE ANNALISA
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 06/06/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 06/06/2016
Stato iter:
03/08/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 03/08/2016
MARTINA MAURIZIO MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 03/08/2016

CONCLUSO IL 03/08/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13351
presentato da
PANNARALE Annalisa
testo di
Martedì 7 giugno 2016, seduta n. 633

   PANNARALE. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:
   la Puglia è la prima regione produttrice di ciliegie in Italia con una media di circa 400-500 mila quintali l'anno, su una superficie coltivata di circa 20 mila ettari (circa il 40 per cento della produzione cerasicola italiana);
   la produzione regionale pugliese, risulta concentrata nella provincia di Bari che da sola concorre per il 96 per cento circa alla produzione totale regionale con le sue 47 mila tonnellate prodotte ogni anno; infatti, quella di Bari è la prima provincia italiana per la produzione di ciliegie, raccogliendo oltre il 34 per cento della produzione nazionale, questa è concentrata in circa 17 mila ettari;
   circa il 70 per cento della produzione provinciale di ciliegie, si realizza nella zona del sud-est barese che interessa i comuni di Conversano, Turi, Sammichele, Castellana Grotte, Putignano, Noci, Alberobello, Casamassima, Acquaviva delle Fonti e Gioia del Colle;
   in molti di questi comuni, l'economia agricola si basa proprio sulla coltura del ciliegia che rappresenta una voce rilevante del prodotto interno lordo di questo territorio infatti ben oltre il 40 per cento del territorio agricolo di questo comprensorio è rappresentato da impianti cerasicoli (ISTAT 2010);
   le temperature verificatesi questo inverno, classificato come il più caldo di sempre a livello climatologico, facendo registrare una temperatura media sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 1,13 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo, hanno fatto sentire i loro effetti anche nella zona del sud-est barese, privando le piante di ciliegio di quei valori bassi (freddi invernali) indispensabili per la successiva formazione dei frutti, condizione necessaria per tutte le Drupacee (pesco, susino, albicocco, ciliegio e mandorlo) al cui gruppo la coltura del ciliegio appartiene, condizione naturale che quando non è rispettata a causa di temperature elevate nei mesi invernali (gennaio-febbraio) ha come conseguenza un calo drastico della produzione;
   questo fenomeno climatologico eccezionale (alte temperature invernali) abbinato al calo del 22 per cento delle precipitazioni registrate nei mesi da gennaio ad aprile del 2016 ha sconvolto le coltivazioni di ciliegio, riducendo in modo significativo (anche oltre il 60 per cento) la produzione delle varietà precoci di ciliegio nel comprensorio del sud-est barese, questo sia per mancata allegagione (formazione) dei frutti sia per la mancata invaiatura (crescita e colorazione) e successiva maturazione degli stessi, rendendoli così non commerciabili;
   a questo fenomeno si sono aggiunti i gravi danni provocati dagli eventi calamitosi quali piogge torrenziali e grandinate di portata eccezionale associate ai cali repentini delle temperature sino a toccare valori invernali, verificatesi nel mese di maggio che non hanno lasciato scampo «all'oro rosso» di Puglia, azzerando quasi del tutto la futura maturazione e commercializzazione delle varietà medio-tardive, tra cui la pregiata «Ferrovia di Turi», produzione tipica e di alta qualità della provincia di Bari, un frutto molto delicato destinato esclusivamente al consumo fresco in Italia e, principalmente all'estero; per questa destinazione le drupe devono essere mantenute integre nella pezzatura, nella compattezza e nel sapore, tutte caratteristiche compromesse da questa ondata di clima anomalo che ha reso i frutti deformi, piccoli, insipidi, spaccandoli ed esponendoli così a successivi attacchi da parte di patogeni vegetali, tutte cause queste che rischiano di mettere sul lastrico l'intera economia di un comprensorio, oltre a compromettere in modo definitivo la produzione futura di quella che viene definita una eccellenza del made in Italy;
   risulta all'interrogante che il 13 maggio 2016, a firma del sindaco del comune di Turi, è stata recapitata all'assessorato regionale all'agricoltura, la richiesta di attivazione dello stato di calamità per i mancati freddi invernali e la conseguente mancata allegagione dei ciliegi e delle drupacee in generale. È importante sottolineare come nel documento non sia stato menzionato nessun altro tipo di evento calamitoso (come, per esempio, le piogge prolungate ed il conseguente cracking) che avrebbero meglio descritto la serie di eventi climatici che ha coinvolto il comprensorio del sud-est barese e i reali da i provocati e sofferti dagli operatori del settore;
   il 17 maggio 2016 l'assessorato alla agricoltura ha inviato il suo perito il quale ha riscontrato la mancata allegagione di ben oltre il 60 per cento del prodotto cerasicolo –:
   quali iniziative urgenti il Ministro interrogato intenda porre in essere per far fronte alla drammatica situazione del comparto cerasicolo del sud-est barese illustrata in premessa;
   se, alla luce di quanto esposto in premessa, il Governo non intenda assumere iniziative per procedere alla dichiarazione dello stato di calamità naturale per il territorio interessato verificando con maggiore certezza e puntualità la reale portata dei danni subiti dagli operatori del settore. (4-13351)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 4 agosto 2016
nell'allegato B della seduta n. 667
4-13351
presentata da
PANNARALE Annalisa

  Risposta. — In merito alle problematiche di natura mercantile segnalate, faccio presente che il comparto degli ortofrutticoli, ciliegie comprese, è sostenuto attraverso l'incentivazione dell'associazionismo quale strumento per affrontare insieme e meglio le problematiche del mercato e le eventuali crisi che si dovessero presentare.
  Nello specifico, la regolamentazione europea, completata da disposizioni attuative nazionali, prevede il finanziamento di programmi di attività, attuate da organizzazioni di produttori riconosciute, attraverso aiuti da parte dell'Unione europea, per una quota generalmente pari al 50 per cento, che per taluni interventi, può raggiungere il 100 per cento per la realizzazione di azioni finalizzate a incrementare e salvaguardare la qualità dei prodotti, migliorare le condizioni di commercializzazione, promuovere i prodotti e prevenire e gestire crisi di mercato.
  Tra gli interventi finanziabili, segnalo gli apprestamenti per la difesa da grandine e pioggia (reti di protezione) come strumento di prevenzione delle conseguenze negative derivanti da situazioni meteorologiche avverse.
  Faccio presente, tuttavia, che la potenzialità nell'utilizzo degli interventi in favore dei produttori agricoli è strettamente connessa alla capacità di aggregazione dei medesimi che nelle regioni meridionali, tra le quali la Puglia, risulta essere ancora relativamente bassa.
  Per quanto concerne invece, le iniziative destinata al riconoscimento dello stato di calamità naturale nei territori ricadenti nella provincia di Bari, ove si sono verificati danni alle piantagioni di ciliegie, faccio presente che sono in via completamento e integrazione gli adempimenti della competente regione Puglia.
  Una volta pervenuti al Ministero tutti gli elementi richiesti dalla norma si dovrà tenere conto anche delle limitazioni relative alle produzioni agricole assicurabili per il rischio grandine ed eccesso di pioggia, escluse ora dalla risarcibilità.
  Il Ministero riconferma la piena collaborazione con la regione per acquisire gli elementi richiesti dalla legge e provvedere rapidamente all'istruttoria di competenza per l'eventuale emissione del decreto di declaratoria.
  In tal senso, potranno essere attivate le misure compensative a favore delle imprese agricole tra cui contributi in conto capitale fino all'80 per cento del danno della produzione lorda vendibile ordinaria, prestiti ad ammortamenti quinquennali per le maggiori esigenze di produzione aziendali nell'anno in cui si è verificato l'evento ed in quello successivo, proroga delle rate delle operazioni di credito in scadenza nell'anno in cui si è verificato l'evento calamitoso e l'esonero parziale (fino al 50 per cento) dal pagamento dei contributi previdenziali ed assistenziali propri e dei propri dipendenti.
  Con l'occasione, ricordo che gli interventi previsti dal citato decreto legislativo, per il sostegno alle imprese agricole colpite da avversità atmosferiche eccezionali possono essere attivati a condizione che il danno sulla produzione lorda vendibile risulti superiore al 30 per cento ed esclusivamente per le avversità e le colture danneggiate non comprese nel piano assicurativo annuale per la copertura dei rischi le cui polizze sono agevolate da un contributo statale fino al 65 per cento della spesa premi sostenuta.
  Vorrei tuttavia segnalare che gli strumenti
ex ante, come quello assicurativo, si sono dimostrati nel corso del tempo nettamente più efficaci rispetto agli interventi compensativi assicurando, infatti, oltre 7 miliardi di euro di produzione lorda vendibile agricola.
  Peraltro, coloro che sottoscrivono polizze assicurative agevolate, in caso di danno, incassano gli indennizzi assicurativi in tempi molto più brevi e in misura più adeguata alle perdite subite rispetto agli interventi compensativi.
  In merito alle problematiche di natura mercantile, segnalo che il comparto degli ortofrutticoli, ciliegie comprese, è sostenuto attraverso l'incentivazione dell'associazionismo quale strumento per affrontare insieme e meglio le problematiche del mercato e le eventuali crisi che si dovessero presentare.
  Nello specifico, la regolamentazione europea, completata da disposizioni attuative nazionali, prevede il finanziamento di programmi di attività, attuate da organizzazioni di produttori riconosciute, attraverso aiuti da patite dell'Unione europea, per una quota generalmente pari al 50 per cento, che per taluni interventi, può raggiungere il 100 per cento, per la realizzazione di azioni finalizzate a incrementare e salvaguardare la qualità dei prodotti, migliorare le condizioni di commercializzazione, promuovere i prodotti e prevenire e gestire crisi di mercato.
  Tra gli interventi finanziabili, segnalo gli apprestamenti per la difesa da grandine e pioggia (reti di protezione) come strumento di prevenzione delle conseguenze negative derivanti da situazioni meteorologiche avverse.
  Faccio presente, tuttavia, che la potenzialità nell'utilizzo degli interventi in favore dei produttori agricoli è strettamente connessa alla capacità di aggregazione dei medesimi che nelle regioni meridionali, tra le quali la Puglia, risulta essere ancora relativamente bassa.

Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestaliMaurizio Martina.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

frutticoltura

disastro naturale

produzione agricola