ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13334

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 632 del 26/05/2016
Firmatari
Primo firmatario: SEGONI SAMUELE
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Data firma: 26/05/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ARTINI MASSIMO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 26/05/2016
BALDASSARRE MARCO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 26/05/2016
BECHIS ELEONORA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 26/05/2016
TURCO TANCREDI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 26/05/2016
BRIGNONE BEATRICE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 26/05/2016
CIVATI GIUSEPPE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 26/05/2016
MAESTRI ANDREA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 26/05/2016
MATARRELLI TONI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 26/05/2016
PASTORINO LUCA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 26/05/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 26/05/2016
Stato iter:
24/10/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/10/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 24/10/2016

CONCLUSO IL 24/10/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13334
presentato da
SEGONI Samuele
testo di
Giovedì 26 maggio 2016, seduta n. 632

   SEGONI, ARTINI, BALDASSARRE, BECHIS, TURCO, BRIGNONE, CIVATI, ANDREA MAESTRI, MATARRELLI e PASTORINO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   il «rapporto nazionale pesticidi nelle acque» presentato da Ispra in questi giorni, contiene i dati delle indagini svolte nel biennio 2013-2014 sulla presenza di pesticidi nelle acque superficiali e sotterranee, in termini di frequenza di ritrovamento e distribuzione dei valori delle concentrazioni;
   a livello nazionale, nelle acque superficiali nel 2014, su un totale di 1284 punti di monitoraggio analizzati, 821 (63,9 per cento) sono contaminati da pesticidi, 529 dei quali (41,2 per cento) con concentrazioni superiori ai limiti dell'acqua potabile. Nelle acque sotterranee nell'anno 2014, su un totale di 2463 punti di monitoraggio, 780 (31,7 per cento) sono contaminati, 221 dei quali (9,0 per cento) sopra ai limiti dell'acqua potabile. I livelli sono generalmente più bassi nelle acque sotterranee, ma residui di pesticidi sono presenti anche nelle falde profonde naturalmente protette da strati geologici poco permeabili;
   Pietro Paris, responsabile sostanze pericolose dell'Ispra, ha pubblicamente dichiarato che la copertura del territorio nazionale, tuttavia, è ancora largamente incompleta, soprattutto per quanto riguarda le regioni centro-meridionali. Infatti, due regioni, il Molise e dalla Calabria, non hanno inviato nessun dato, mentre i dati per le acque sotterranee, non sono stati riportati da ben cinque regioni (oltre a quelli di Calabria e Molise, mancano i dati Basilicata, Campania e Puglia);
   in alcune regioni la contaminazione è molto più diffusa del dato nazionale, arrivando a interessare oltre il 70 per cento dei punti delle acque superficiali, come in Veneto, in Lombardia, in Emilia Romagna, con punte del 90 per cento in Toscana e del 95 per cento in Umbria. Nelle acque sotterrane la diffusione della contaminazione è particolarmente elevata in Lombardia con il 50 per cento dei punti, in Friuli con il 68,6 per cento in Sicilia con il 76 per cento;
   nonostante esistano tecniche di coltivazione che fanno a meno, o riducono la necessità di prodotti chimici, come l'agricoltura biologica, l'agricoltura integrata o l'agricoltura di precisione (tecnica agricola di precisione che mira all'esecuzione di interventi agronomici tenendo conto delle effettive esigenze colturali e delle caratteristiche biochimiche e fisiche del suolo impiegando una strategia gestionale all'avanguardia e moderne strumentazioni), in Italia, solo in agricoltura si utilizzano circa 130.000 tonnellate all'anno di prodotti fitosanitari [ISTAT, 2014], che contengono circa 400 sostanze diverse. Mentre per i biocidi (pesticidi in grado di distruggere una grande varietà di organismi appartenenti a gruppi più o meno distinti tra loro) non si hanno informazioni analoghe sulle quantità e manca un'adeguata conoscenza degli scenari d'uso e della distribuzione geografica delle sorgenti). Nel complesso sono state cercate 365 sostanze, ma il rapporto evidenzia che le regioni cercano in media 73 sostanze nelle acque superficiali e 72 in quelle sotterranee (quando sono posti in commercio nel Paese 400 principi attivi);
   le sostanze che determinano il maggior numero di casi di superamento dei limiti, sono il glifosato (una sostanza considerata probabilmente cancerogena dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell'Organizzazione mondiale della sanità) e il metabolita AMPA, che sono cercati esclusivamente nelle regioni Lombardia e Toscana e, solo dal 2014, sono presenti con frequenze rispettive del 19,1 per cento e del 41 per cento;
   nelle acque superficiali la percentuale di punti contaminati è aumentata di circa il 20 per cento in quelle sotterranee di circa il 10 per cento. Inoltre, i dati rilevano come sia aumentato il numero medio di sostanze nei campioni, infatti sono state trovate fino a un massimo di 48 sostanze diverse contemporaneamente. Dagli studi prodotti finora emerge che la tossicità di una miscela è sempre più alta di quella del componente più tossico. Gli organismi acquatici sono sottoposti ad esposizione multipla. Nel 45,3 per cento dei punti delle acque superficiali monitorati, infatti, ci sono almeno due sostanze, e nel 7,8 per cento dei punti ci sono più di 10 sostanze. Nel 17,6 per cento dei punti delle acque superficiali ci sono almeno 2 sostanze, e nel 2 per cento più di 10. Il fenomeno è probabilmente sottostimato, come già evidenziato il numero di sostanze cercate, infatti, è generalmente non abbastanza rappresentativo di tutte quelle usate nel territorio;
   le acque superficiali e le acque sotterranee, in cui confluiscono i pesticidi, possono essere fonte di approvvigionamento di acqua potabile. Anche i prodotti della terra costituiscono fonte di alimentazione per uomini ed animali. La presenza di pesticidi nell'acqua e negli alimenti è confermata da indagini svolte a livello comunitario [EFSA, 2015; EEA, 2011]. L'indagine, condotta dall'EFSA ha pubblicato nel 2013 un rapporto [EFSA, 2015] sui risultati del monitoraggio dei pesticidi negli alimenti. Pone in particolare rilievo la presenza di miscele di sostanze negli alimenti. In questo rapporto, le lacune conoscitive non consentono un'adeguata valutazione del rischio, che ad oggi è basato sulla singola sostanza, con una possibile sottostima del rischio complessivo, in quanto ad oggi la normativa europea non prevede una valutazione completa e integrata degli effetti cumulativi dei vari componenti di una miscela in relazione anche alle diverse vie di esposizione. Permangono, come si rileva da numerosi fonti scientifiche, le preoccupazioni in relazione alla molteplicità delle miscele di composizione non nota riscontrabili nell'ambiente. Sono escluse, inoltre, dalla vigente valutazione del rischio, quelle sostanze chimiche la cui singola concentrazione è al di sotto del livello di non effetto, ma la cui azione congiunta con altre potrebbe dar luogo ad una tossicità complessiva rilevante. La causa più preoccupante, però, è la persistenza di certe sostanze, che insieme alle dinamiche idrologiche molto lente (specialmente nelle acque sotterranee) rende i fenomeni di contaminazione ambientale difficilmente reversibili;
   i dati riportati dal rapporto dell'Istat evidenziano che ad oggi non c’è ancora un quadro nazionale completo della presenza di residui di pesticidi nelle acque, per tutta una serie di cause: copertura incompleta del territorio, disomogeneità del monitoraggio, assenza dai protocolli regionali delle sostanze immesse sul mercato negli anni più recenti. Questo fa sì che i dati dell'entità e della diffusione dell'inquinamento non sono sufficientemente noti, considerando anche che il fenomeno è sempre in evoluzione per l'immissione sul mercato di nuove sostanze –:
   in considerazioni dei preoccupanti elementi evidenziati in premessa, quali siano le iniziative che il Governo intenda adottare affinché venga garantito un omogeneo, completo ed efficiente monitoraggio sulla presenza dei pesticidi e, più in generale, anche sulla presenza di miscele di agrofarmaci;
   se il Governo, per quanto di competenza, intenda promuovere tutte le iniziative necessarie a garantire la copertura uniforme su tutto il territorio nazionale per tale monitoraggio, e nello specifico quali azioni intenda promuovere ed intraprendere;
   se il Governo intenda adottare iniziative per garantire un'opportuna omogeneità dei monitoraggi e della loro elaborazione e dei relativi protocolli a livello nazionale;
   quali iniziative di competenza si intendano intraprendere con riferimento ai casi in cui dalle regioni non siano stati forniti i dati necessari alla realizzazione del monitoraggio;
   se il Governo, a fronte di quanto riportato in premessa, non reputi doveroso modificare il piano nazionale sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, introducendo vincoli molto più stringenti per la riduzione dell'uso degli agrofarmaci;
   se il Governo, per quanto di competenza, non intenda avviare iniziative che favoriscano forme di agricoltura meno impattanti, dal biologico all'integrato fino all'agricoltura di precisione. (4-13334)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 24 ottobre 2016
nell'allegato B della seduta n. 697
4-13334
presentata da
SEGONI Samuele

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti dalla competente direzione generale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, si rappresenta quanto segue.
  Come è noto, con decreto ministeriale 22 gennaio 2014 è stato adottato il Piano d'azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (Pan), ai sensi dell'articolo 6 del decreto legislativo n. 150 del 2012, concernente l'attuazione della direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi.
  Il predetto piano nazionale prevede una serie di azioni, la cui attuazione dovrà portare ad una riduzione dei rischi dei prodotti fitosanitari, con effetti positivi per la tutela dell'ambiente e la protezione della salute umana.

Tali azioni prevedono, in sintesi:
   a) la formazione obbligatoria degli utilizzatori di prodotti fitosanitari, dei venditori e dei consulenti nonché la sensibilizzazione e l'informazione del pubblico;
   b) l'ispezione periodica obbligatoria delle attrezzature utilizzate per la distribuzione dei prodotti fitosanitari (irroratrici), allo scopo di ridurre le perdite di pesticidi nell'ambiente;
   c) l'applicazione dei principi di «difesa fitosanitaria integrata», con il ricorso a metodi fisici, biologici e agronomici per il controllo dei parassiti delle piante coltivate e comunque alternativi ai tradizionali mezzi chimici;
   d) la limitazione dell'impiego di prodotti fitosanitari in prossimità dei corsi d'acqua e in aree specifiche (aree frequentate dalla popolazione e aree naturali protette), al fine di garantire la protezione delle acque superficiali e sotterranee, la tutela degli ecosistemi e della salute della popolazione potenzialmente esposta;
   e) la prevenzione dell'inquinamento da fonti puntuali durante le fasi di stoccaggio e preparazione dei trattamenti fitosanitari;
   f) la promozione dei metodi di produzione agricoli a basso o nullo impiego di prodotti fitosanitari, come il metodo di produzione biologico.

  Per quanto riguarda le azioni di tutela delle aree naturali protette e dell'ambiente acquatico, sono state stabilite con decreto ministeriale 10 marzo 2015 linee guida che prevedono specifiche misure di mitigazione del rischio da applicare in prossimità dei corsi d'acqua e nelle aree naturali protette. La scelta delle misure più appropriate nelle aree oggetto di tutela, in relazione alle specificità territoriali e ai diversi obiettivi di protezione, è demandata, ai sensi del punto A.5.1 del Pan, alle regioni e alle province autonome nonché agli enti gestori delle aree naturali protette.
  Inoltre, allo scopo di valutare l'efficacia delle azioni previste dal Pan, sono stati definiti, con decreto ministeriale 15 luglio 2015, alcuni indicatori per valutare il grado di attuazione e l'efficacia delle misure previste. Tra questi, un indicatore è basato, appunto, sulla frequenza di ritrovamento e sulla distribuzione dei valori di concentrazione delle singole sostanze attive e dei metaboliti rilevati nelle acque superficiali e sotterranee: i risultati delle elaborazioni effettuate dall'istituto superiore per la protezione e la Ricerca ambientale (Ispra), sulla base dei dati forniti dalle Regioni, sono alla base del rapporto citato in premessa dagli Interroganti.
  Gli effetti delle azioni previste dal Pan in termini di minori impatti sull'ambiente e di maggiore protezione della salute umana, potranno essere valutati nel medio periodo, sulla base del set di indicatori stabilito con il citato decreto ministeriale 15 luglio 2015.
  Una prima valutazione del grado di raggiungimento degli obiettivi previsti dal Pan potrà comunque avere luogo dopo il 31 dicembre 2016, scadenza stabilita dal decreto legislativo n. 150 del 2012, all'articolo 6, comma 8, entro la quale le regioni e le province autonome dovranno fornire un quadro aggiornato sullo stato di attuazione delle azioni di competenza.
  Pur non essendo state destinate risorse finanziarie specifiche per l'attuazione della citata direttiva 2009/128/CE, le attività sperimentali e di ricerca volte allo sviluppo di strategie di difesa fitosanitaria integrata, innovative e sostitutive dei tradizionali prodotti fitosanitari, potranno essere promosse dalle amministrazioni competenti affinché la programmazione dei fondi strutturali 2014-2020 fornisca adeguati supporti al settore della difesa fitosanitaria integrata e al metodo di produzione biologico, al fine di assicurare una piena attuazione del Piano d'azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari.
  Inoltre, le misure agro-ambientali previste dai Programmi regionali di sviluppo rurale (Psr) sono in molti casi direttamente o indirettamente connesse alle azioni previste dal Piano d'azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. La correlazione tra le misure previste dai Psr e le azioni previste dal Pan è peraltro richiamata all'articolo 2, comma 3, del citato decreto legislativo n. 150 del 2012, laddove è menzionata l'opportunità di armonizzare le disposizioni relative all'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari con le politiche di sviluppo rurale, i programmi di sviluppo rurale, i regimi di sostegno e la condizionalità.
  Si segnala altresì che nel Consiglio dei ministri del 12 ottobre 2015, su proposta della Presidenza del Consiglio e del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, è stato approvato il decreto legislativo n. 172 del 2015 «Attuazione della direttiva 2013/39/ UE, che modifica le direttive 2000/60/CE per quanto riguarda le sostanze prioritarie nel settore della politica delle acque».
  Il provvedimento modifica alcune disposizioni del decreto legislativo n. 152 del 2006 (Testo unico ambientale), e riguarda gli standard di qualità ambientale nel settore della politica delle acque. L'obiettivo è combattere l'inquinamento idrico rafforzando il monitoraggio dello stato delle acque.
  Il decreto aggiorna, recependo le indicazioni della normativa europea, gli elenchi delle sostanze chimiche ritenute maggiormente pericolose con 12 nuove sostanze tra cui componenti contenuti in prodotti fitosanitari, sostanze chimiche industriali e sottoprodotti della combustione, rivedendo inoltre i livelli di concentrazione di altre 7 sostanze già incluse nell'elenco, in linea con i parametri indicati dall'Unione europea. Vengono definiti anche i termini e le modalità certe con cui eseguire il monitoraggio sulle acque e contestualmente viene introdotto l'obbligo di un continuo controllo delle sostanze presenti nell'elenco definito dalla Commissione europea.
  Le regioni e le province autonome, avvalendosi delle agenzie regionali per l'ambiente, applicano gli Standard di qualità ambientale (Sqa), con l'obiettivo di raggiungere il buono stato chimico delle acque entro il 2021 per le sostanze individuate in passato ed entro il 2027 per le nuove sostanze individuate.
  Ad ogni modo, questo Ministero monitora costantemente l'impatto regolatorio delle discipline di settore, anche al fine di superare le criticità operative che dovessero emergere e valutare possibili revisioni della regolamentazione.
  Alla luce delle informazioni esposte, per quanto di competenza, il Ministero dell'ambiente continuerà a svolgere un'attività di monitoraggio, nonché a tenersi informato anche attraverso gli altri enti istituzionali competenti.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

antiparassitario

acque superficiali

residuo di antiparassitario