ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13279

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 629 del 23/05/2016
Firmatari
Primo firmatario: PAGLIA GIOVANNI
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 23/05/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 23/05/2016
Stato iter:
03/08/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 03/08/2016
ORLANDO ANDREA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 03/08/2016

CONCLUSO IL 03/08/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13279
presentato da
PAGLIA Giovanni
testo di
Lunedì 23 maggio 2016, seduta n. 629

   PAGLIA. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   in data 22 aprile 2016 i detenuti della casa circondariale di Rovigo sono stati anzitempo trasferiti nel nuovo istituto penitenziario di Rovigo, nonostante questo fosse ben lungi dall'essere ultimato;
   nonostante le rassicurazioni provenienti dai superiori uffici (P.R.A.P. e altri) circa il fatto che la popolazione detenuta del nuovo istituto penitenziario di Rovigo sarebbe restata invariata fino a quando non fosse stato realizzato un incremento del personale di polizia penitenziaria, da alcuni giorni sono iniziati anche i trasferimenti di detenuti da altri istituti del Triveneto (Verona, Padova, e altri);
   a quanto risulta all'interrogante, per rendere funzionale il nuovo istituto penitenziario di Rovigo entro tempi brevissimi, anziché aspettare i tempi tecnici necessari per l’iter burocratico previsto dalla legge, per l'ammissione dei detenuti già ristretti presso la casa circondariale di Rovigo al lavoro esterno ex articolo 21 dell'ordinamento penitenziario sarebbe stato richiesto l'invio di ben 10 detenuti già in «articolo 21» da altri istituti penitenziari, di fatto non tenendo conto della competenza del magistrato di sorveglianza e dell'area giuridico-pedagogica in merito;
   il predetto trasferimento di 10 detenuti articolo 21 da altri istituti, comporterebbe altresì un ulteriore pregiudizio sia in termini di risorse economiche da sostenere per i relativi trasferimenti, sia in termini di ulteriore incremento del numero della popolazione detenuta del nuovo istituto e quindi, ancora una volta, senza considerare in alcun modo le esigenze del personale di polizia penitenziaria il quale, con queste premesse, in pochissimo tempo si troverà a dover far fronte ad un istituto con una popolazione detenuta più che doppia rispetto al contingente della polizia penitenziaria ivi in servizio –:
   come intenda intervenire il Ministro interrogato per garantire l'adeguamento della pianta organica della polizia penitenziaria e la sua adeguata riorganizzazione alle intervenute nuove necessità. (4-13279)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 4 agosto 2016
nell'allegato B della seduta n. 667
4-13279
presentata da
PAGLIA Giovanni

  Risposta. — L'interrogazione inerente il nuovo carcere di Rovigo pone in evidenza una realtà carceraria decisamente complessa ed articolata, rispetto alla quale l'impegno dell'amministrazione penitenziaria e l'attenzione del Ministro della giustizia sono stati rivolti nel massimo grado.
  Ciò non soltanto perché il 29 febbraio scorso il nuovo carcere di Rovigo è stato e inaugurato, alla presenza del Ministro della giustizia, del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, del capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e delle più alte cariche della regione, ma soprattutto perché sono in via di definitiva risoluzione le residue criticità che il varo di una struttura tanto complessa inevitabilmente ha comportato.
  L'opera in questione è stata, difatti, lungamente interessata da operazioni di collaudo statico e tecnico-amministrativo, di competenza del Ministro delle infrastrutture, e soltanto il 31 dicembre 2015 è stata provvisoriamente presa in consegna dall'amministrazione penitenziaria, ancorché priva di utenze, energia elettrica, gas, acqua e telefono.
  Il Ministero della giustizia ha avviato, anche nella fase di provvisoria acquisizione, tutte le iniziative necessarie per favorire la tempestiva funzionalità della struttura, ed anzi per assicurare le esecuzioni di lavorazioni aggiuntive, finalizzate alla sicurezza e alla funzionalità del nuovo istituto, emerse in corso d'opera.
  Tutte le attività realizzate si inseriscono coerentemente, peraltro, nel più ampio progetto di rivisitazione e ridefinizione dell'edilizia penitenziaria, residenziale e di servizio, negli istituti penitenziari del Paese e rientrano nell'ambito dei numerosi interventi, messi in campo nell'ultimo anno, per superare definitivamente la criticità del sovraffollamento attraverso l'adozione di misure strutturali realmente efficaci, come di recente riconosciuto anche da Strasburgo.
  Sono stati, infatti, emanati i decreti ministeriali di chiusura di alcuni istituti con caratteristiche non adeguate al nuovo modello detentivo ed è, altresì, proseguita l'attività istituzionale volta alla riqualificazione e valorizzazione del patrimonio demaniale in uso all'amministrazione penitenziaria, con l'obiettivo di conferire adeguate condizioni di dignità e vivibilità alle persone detenute e agli operatori in carcere.
  In tale contesto, il nuovo carcere di Rovigo si pone come una struttura innovativa, dotata anche delle più moderne tecnologie necessarie a garantire la sicurezza, che corrisponde ad un'idea evoluta di esecuzione della pena, in linea con i lavori degli stati generali dell'esecuzione penale.
  Il nuovo istituto conserverà la vocazione di casa circondariale, con annessa sezione di reclusione, destinata ad accogliere detenuti condannati in via definitiva e con fine pena superiore ai cinque anni, secondo una analisi complessiva delle esigenze del distretto e del rispetto dei vincoli di territorialità.
  Sarà così possibile perseguire l'obiettivo di deflazionare progressivamente gli istituti del Veneto, garantendo più elevati standard di vivibilità alla popolazione detenuta, che potrà usufruire di ampi spazi per attività trattamentali e risocializzanti. La situazione relativa al sovraffollamento, segnalata dagli interroganti, appare, peraltro, già in fase di miglioramento: a fronte della nuova capienza di 1.839 posti, risultano, difatti, presenti 2.144 detenuti, a fronte dei 2235 detenuti nell'ottobre dello scorso anno.
  Il carcere di Rovigo è, difatti, entrato effettivamente in funzione nel mese di aprile, ospitando i 27 detenuti già assegnati alla vecchia struttura ed accogliendo, nel corso del mese di maggio, coloro che, originariamente ristretti a Rovigo, erano stati trasferiti negli istituti di pena limitrofi, dopo la chiusura di parte del vecchio istituto.
  Dopo una prima fase di necessario rodaggio – che ha visto alcuni servizi, quale quello del vitto, dipendere ancora dal vecchio istituto – il nuovo penitenziario di Rovigo ha preso a funzionare in totale autonomia, con contestuale chiusura della vecchia struttura, avvenuta il 22 maggio scorso.
  Con l'assegnazione, alla data dell'8 giugno scorso, di 80 detenuti e la contestuale chiusura della vecchia struttura si persegue, pertanto, l'obiettivo di deflazionare progressivamente gli istituti del Triveneto garantendo più elevati standard di vivibilità alla popolazione detenuta del distretto, che potrà usufruire di ampi spazi per le attività trattamentali e risocializzanti.
  Oltre alle attività già avviate nel vecchio penitenziario, nella nuova struttura la Direzione si propone di realizzare progetti di peculiare rilevanza trattamentale, con particolare attenzione a progetti formativi che garantiscano l'acquisizione di qualifiche professionali, facilmente spendibili all'esterno.
  Alcuni di questi progetti sono stati presentati da enti di formazione accreditati, presenti sul territorio, con i quali la direzione si propone di stipulare protocolli d'intesa finalizzati alla realizzazione di corsi di formazione nel settore dell'agricoltura e di manutenzione del verde, corsi finalizzati all'acquisizione di titoli professionali, realizzazione di laboratori.
  La nuova struttura si presta, pertanto, ad avviare un innovativo percorso risocializzante.
  Il nuovo penitenziario è una struttura architettonica importante, capace di destinare ampi spazi, al chiuso ed all'aperto, non solo – come già ricordato – per l'insediamento di attività produttive in favore delle persone detenute, ma anche di ospitare, in termini residenziali, almeno 20 famiglie di operatori penitenziari negli alloggi allo scopo realizzati, e di offrire residenzialità ad almeno 150 appartenenti al corpo, nella nuova moderna caserma, dotata anche di attrezzature sportive.
  Ad oggi, sono già aperte le sei sezioni detentive e la caserma destinata al personale di polizia penitenziaria, arredati con manufatti prodotti in proprio dagli istituti dotati di lavorazioni industriali.
  Anche le operazioni di trasloco dal vecchio istituto sono state realizzate mediante esclusivo impiego di detenuti ammessi al lavoro esterno e con utilizzazione di automezzi ed attrezzature speciali in dotazione all'amministrazione penitenziaria, con abbattimento dei costi di almeno il 60 per cento.
  Ed è proprio a tal fine che sono stati trasferiti presso il nuovo complesso di Rovigo nove detenuti in regime di articolo 21 dell'OP, provenienti da altri istituti del distretto che, cessate le contingenti esigenze, sono stati ricondotti negli istituti di provenienza.
  Come è inevitabile nel passaggio ad un nuovo modello detentivo, la piena funzionalità della nuova struttura ha evidenziato talune criticità, già risolte o in via di soluzione.
  In particolare, relativamente alla caserma agenti, sono stati resi fruibili circa 100 posti letto e sono stati emanati dal direttore generale del personale e delle risorse del DAP i decreti di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 314 del 2006, propedeutici alle procedure di assegnazione degli alloggi collettivi. Nel contempo, sono stati richiesti i fondi per il completamento degli arredi e delle suppellettili.
  Per quanto concerne, inoltre, l'organico di polizia penitenziaria del nuovo istituto, lo stesso è stato, di recente, implementato di ulteriori 12 unità rispetto alle 58 previste con decreto ministeriale del 2013, raggiungendo le 70 presenze.
  Fermo restando che saranno assicurate dalla competente Direzione generale ulteriori dotazioni quando il penitenziario funzionerà a pieno regime, si rappresenta che il Provveditorato regionale ha, di recente, diramato un interpello distrettuale – per n. 10 unità – per contribuire a rafforzare l'organico, sebbene, allo stato, non si registrano particolari situazioni di difficoltà, tanto che il comandante del reparto ha potuto assicurare la piena fruibilità dei diritti soggettivi del personale, comprese le ferie estive, in misura addirittura superiore a quanto contrattualmente previsto.
  In esito all'interpello, la dotazione organica è stata incrementata di 4 unità nel ruolo degli agenti/assistenti, in attesa di nuove assegnazioni che saranno effettuate all'esito di ulteriori procedure selettive.
  Appare doveroso precisare, peraltro, che i numerosi sistemi tecnologici installati nel nuovo plesso (consolle per apertura/chiusura cancelli, interfono in uso ai detenuti, automatizzazioni varie, videosorveglianza attiva in sala operativa, eccetera), unitamente alle disposizioni inerenti l'utilizzo esteso della cosiddetta sorveglianza dinamica, già consentono una gestione razionale ed efficiente dei reparti detentivi, con modalità non praticabili nel vecchio e vetusto plesso.
  Pur attraverso le inevitabili criticità che la destinazione ad uso di una importante opera pubblica comporta, può quindi affermarsi che il nuovo carcere di Rovigo costituisce struttura innovativa, capace di destinare ampi spazi, al chiuso e all'aperto, non solo all'insediamento di attività produttive a favore delle persone detenute, ma, soprattutto, a favorire l'integrazione con la società civile e con il mondo esterno, assicurando condizioni di dignità e decoro ai detenuti ed a quanti, a diverso titolo, sono chiamati ad operarvi.
  Il nuovo complesso di Rovigo potrà essere destinato a svolgere anche la funzione di polo formativo regionale, per gli operatori penitenziari del Triveneto, con un apprezzabile abbattimento dei costi.
  Si sperimenta, in tal modo, un nuovo modello di detenzione, maggiormente adeguato alle esigenze di risocializzazione della pena ed a garantire i diritti fondamentali dell'individuo.

Il Ministro della giustiziaAndrea Orlando.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

personale carcerario

trasferimento di detenuti

stabilimento penitenziario