ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13226

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 626 del 17/05/2016
Firmatari
Primo firmatario: CATANOSO GENOESE FRANCESCO DETTO BASILIO CATANOSO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 17/05/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 17/05/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13226
presentato da
CATANOSO Basilio
testo di
Martedì 17 maggio 2016, seduta n. 626

   CATANOSO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   il Comitato del Senato per le questioni degli italiani all'estero (CQIE) ha concluso l'indagine conoscitiva sui patronati che operano all'estero ed ha approvato all'unanimità un documento conclusivo il 23 marzo 2016;
   l'indagine del comitato si è occupata, altresì, della truffa perpetrata dal patronato Istituto nazionale confederale di assistenza (Inca) con sede a Zurigo nei confronti e a danno di parecchi pensionati italiani residenti in Svizzera, organizzati ora nel Comitato difesa famiglie;
   il Ministro interrogato, nella risposta fornita al Comitato per le questioni degli italiani all'estero relativamente a detta truffa, rendeva noto che «Per quanto concerne le problematiche relative all'Inca Svizzera, è opportuno premettere la sussistenza della competenza del giudice elvetico. (...) Inoltre, a seguito delle segnalazioni pervenute circa i presunti illeciti posti in essere, presso la sede Inca di Zurigo, dal Responsabile Signor Antonio Giacchetta, è stata effettuata, in data 11 novembre 2009, un'ispezione straordinaria al fine di verificare la fondatezza di quanto portato a conoscenza di questa amministrazione. (...). Dalle risultanze ispettive, tuttavia, non sono emerse gravi irregolarità amministrative o violazioni dei compiti istituzionali tali da determinare l'adozione delle misure di cui all'articolo 16 “Commissariamento e scioglimento” della legge n. 152 del 2001»;
   a dispetto ed al contrario di quanto sostenuto dal Ministro interrogato, invece, anche successivamente all'ispezione straordinaria in parola, le truffe presso l'Inca Svizzera proseguirono, poiché gli ispettori inviati all'uopo dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, vennero muniti nei fatti unicamente del mandato di verifica della attività di statisticazione delle pratiche svolte, ma non di quella amministrativo-contabile, di competenza esclusiva della Guardia di Finanza;
   a giudizio dell'interrogante occorre rilevare che il Ministro interrogato sembrerebbe disconoscere che il proprio dicastero ha facoltà di accertamento di eventuali irregolarità amministrativo-contabili, con l'esecuzione di interventi mirati, anche se unicamente sulla sede nazionale del patronato e non sull'associazione estera convenzionata;
   l'unico organismo preposto a fornire risposte sull'attività amministrativo-contabile delle associazioni estere convenzionate, è la presidenza nazionale dell'istituto di patronato con sede sul territorio italiano;
   il Ministro interrogato, nel prosieguo della risposta fornita al Comitato in questione del Senato, aggiunge che «Certamente agli Istituti di patronato, quali soggetti di diritto privato, è demandata la funzione primaria di controllo sulla attività svolta dai propri dipendenti, come previsto dalla normativa. Su questa materia il Ministero può farsi parte diligente anche per stilare linee guida che contengano le istanze principali che i Patronati stessi intendono assumere nei propri testi comportamentali codificati. In ogni caso eventuali condotte illecite non possono che essere oggetto di valutazione alla luce delle norme penali vigenti nello Stato italiano o, se poste in essere all'estero, dello Stato in cui la violazione è commessa. Per quanto concerne l'Inca, come già riferito, la vicenda è attualmente oggetto di specifica indagine da parte della magistratura elvetica. Al momento l'accesso agli atti che fanno parte dell'istruttoria svizzera non è consentita ai funzionari ministeriali. L'Istituto ha comunque deciso di continuare a svolgere la propria attività in Svizzera al fine di garantire il patrocinio ai propri assistiti e non affievolire la tutela dei lavoratori»;
   anche in riferimento a questo particolare aspetto della vicenda, il Ministro interrogato sembrerebbe disconoscere che la procedura giudiziaria è conclusa da tempo in Svizzera, con la condanna dell'Inca al risarcimento dei danni, così come disposto dal tribunale federale elvetico, in ultima istanza, nel giugno 2013;
   il patronato Inca, tuttavia, sceglie la procedura del fallimento, per non indennizzare i propri assistiti – gravemente danneggiati e truffati – chiudendo poi gli uffici dell'associazione convenzionata con l'Inca sul territorio elvetico, per riaprirli subito dopo sotto altre sigle;
   pertanto, come certifica il Ministro interrogato nella propria risposta al CQIE, l'Inca continua ad essere presente in Svizzera, svolgendo la propria attività, tuttavia sotto altra veste, ovvero sigla, e continuando a percepire il finanziamento del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, come se nulla fosse accaduto;
   come evidenzia il documento finale approvato dal CQIE, i patronati operano all'estero per il tramite di associazioni locali, con le quali stipulano convenzioni ad hoc che, tuttavia, rappresentano solo una finzione giuridica, poiché i poteri sono saldamente rinchiusi nelle mani dei patronati nazionali. Infatti, i mandati sono intestati al patronato nazionale, la statistica presentata al Ministero del lavoro e delle politiche sociali è intestata alla sede romana del patronato, e il finanziamento del dicastero predetto avviene tramite la sede nazionale, la quale poi, oltre a introitare le risorse economiche, provvede a distribuirle come crede;
   in merito, lo stesso Comitato per le questioni degli italiani all'estero, nella sua relazione conclusiva, precisa: «Sul piano formale i patronati all'estero operano come associazioni a legislazione locale, pertanto sebbene disciplinate dalla norma locale, sono ulteriormente e principalmente coordinate e condizionate da specifiche convenzioni tra le sedi nazionali e le associazioni stesse. Le convenzioni disciplinano e impongono alle associazioni estere obblighi di comportamento ed inoltre disciplinano le modalità organizzative e di modus di statisticazione delle pratiche di qualsiasi natura e attinenti a qualsiasi tipologia di intervento. Malgrado le condizioni delle associazioni sul piano giuridico siano quelle di associazioni libere locali, le sedi nazionali dei patronati utilizzano una gestione diretta sia sul piano operativo che organizzativo»;
   se la situazione verificatasi in Svizzera presso il patronato Inca fosse avvenuta sul territorio nazionale, i responsabili, oltre alle conseguenze civili e penali, sarebbero incorsi nella pena accessoria del commissariamento del patronato, in applicazione della legge n. 152 del 2001;
   nonostante l'accertamento di siffatti gravi irregolarità ed illeciti, come confermati peraltro dallo stesso Ministro interrogato, il CQIE ha approvato un documento finale, nel quale non si fa cenno alcuno – quale conclusione dovuta dell'indagine eseguita – a successivi passi volti all'acquisizione delle effettive responsabilità. Tali conclusioni mostrano, a giudizio dell'interrogante, un limite palese, se non si porranno lo scopo di individuare responsabilità civili e penali grazie alla consegna dei documenti acquisiti alle Autorità giudiziarie, alla Guardia di Finanza e alla Ragioneria dello Stato. In assenza dei passi successivi e conseguenti, il lavoro svolto sarà assolutamente privo di effetti a giudizio dell'interrogante;
   il Comitato di difesa delle famiglie danneggiate in ordine a diversi milioni di euro nella ben nota questione svizzera, ha chiesto da mesi che vengano accertate le responsabilità, se ve ne sono, dei vertici nazionali dell'Inca Cgil e che, conseguentemente continui l'attività di accertamento delle responsabilità in essere;
   gli italiani residenti in Svizzera e truffati dall'Inca Cgil di Zurigo hanno dovuto subire anche la beffa di vedere riaprire le sedi Inca, dopo nemmeno un anno di inattività. Sul sito del patronato sono indicati cinque uffici: Basilea, Berna, Bellinzona, Ginevra e Neuchatel. Per tornare a operare, al patronato Cgil è stato sufficiente costituire una nuova società: «Patronati insieme»;
   il processo penale svizzero non è ancora entrato in fase dibattimentale, mentre Giacchetta è già a piede libero e ha pure trovato un nuovo lavoro, e i pensionati truffati ancora aspettano di capire chi gli restituirà le loro pensioni;
   i pensionati e interrogante, forti delle sentenze della giustizia civile elvetica, ritengono che la Cgil dovrebbe rispondere per l'operato del suo dipendente infedele;
   a giudizio dell'interrogante e del Comitato di difesa delle famiglie danneggiate, non deve assolutamente accadere che l'indagine conoscitiva del CQIE sull'operato dei patronati all'estero, condotta con grande equilibrio e sensibilità, cada nell'oblio e si traduca alla fine, come già paventato da uno dei responsabili delle strutture di patronato, in «un topolino partorito da una montagna» –:
   quali iniziative di competenza abbia adottato o intenda adottare il Ministro interrogato per risolvere le problematiche sollevate dal documento approvato dal Comitato del Senato per le questioni degli italiani all'estero il 23 marzo 2016.
(4-13226)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sindacato

associazione

legislazione locale