ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13188

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 623 del 12/05/2016
Firmatari
Primo firmatario: PALESE ROCCO
Gruppo: MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Data firma: 12/05/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 12/05/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13188
presentato da
PALESE Rocco
testo di
Giovedì 12 maggio 2016, seduta n. 623

   PALESE. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   la recente operazione dell'Antimafia barese che ha portato a sgominare una cellula terroristica che, presumibilmente, da Bari pianificava attentati anche nel resto d'Italia e all'estero per conto dell'Isis, riporta a galla l'antica questione del porto di Bari, fin dagli anni ‘80 soprannominato «colabrodo» e come tale crocevia di ogni tipo di traffico illecito anche da parte della criminalità organizzata;
   non è una novità, a leggere la stampa neanche per inquirenti ed intelligence, che dal porto del capoluogo pugliese da sempre transitino regolarmente personaggi di spicco del terrorismo internazionale che riescono a mimetizzarsi spesso tra i turisti e, ancora più spesso e facilmente, tra le migliaia di immigrati che giungono, non sempre legalmente, nel nostro Paese e poi chiedono asilo o ottengono permessi di soggiorno;
   con queste modalità, secondo quanto si apprende dalla stampa, sarebbero passati da Bari nell'ultimo periodo almeno diciotto possibili «foreign fighters», per non parlare degli attentatori di Parigi che da Bari sono passati indisturbati anche più di una volta;
   i potenziali terroristi individuati nell'ultima operazione del 10 maggio 2016, peraltro, pare fossero tranquillamente domiciliati al centro accoglienza per richiedenti asilo di Bari dove è ormai chiaro che non vi sono solo disperati in fuga dalle guerre e che giustamente vengono accolti ed assistiti in attesa del disbrigo delle pratiche di richiesta d'asilo;
   nel centro accoglienza per richiedenti asilo di Bari, stazionano evidentemente anche cellule terroristiche che, mentre lo Stato italiano paga loro vitto, alloggio e trasporto, pianificano atti di distruzione e di morte dei cittadini anche italiani;
   negli stessi giorni in cui veniva scoperta questa cellula terroristica, nella città di Bari, nel pieno della festa patronale, la criminalità organizzata sfidava lo Stato a viso aperto minacciando sindaco e forze dell'ordine e scatenando una guerriglia urbana che ha terrorizzato e messo a rischio le migliaia di uomini, donne, bambini, turisti, che affollavano il lungomare durante la festa di S. Nicola;
   sempre nelle stesse giornate, sempre nel Barese, a Gioia del Colle, veniva sequestrato mezzo chilo di tritolo pare destinato alla camorra che voleva compiere un attentato ai danni del procuratore capo di Napoli, il barese Giovanni Colangelo. Stando a ricostruzioni di stampa, a rivelare la preparazione di questo attentato sarebbe stato un pentito della Sacra Corona Unita originario di Napoli;
   risulta evidente anche a chi non è esperto di criminalità organizzata o di terrorismo internazionale, che in Puglia ed in particolare a Bari per la sua posizione di centralità nel Mediterraneo, la criminalità locale e le organizzazioni criminali radicate nelle regioni del Sud Italia, hanno stretto prima un patto tra loro, poi hanno tessuto alleanze con la criminalità dei Paesi dell'est dalla quale si approvvigionano regolarmente di armi e droga che arrivano insieme agli immigrati clandestini o ai richiedenti asilo e riforniscono le piazze di mezza Italia. Ciò, peraltro, avviene da sempre come dimostrato a fine anni ’90 dalla stagione dell’«Operazione Primavera». Oggi, in queste dinamiche criminali mai del tutto debellate, trovano terreno fertile e facile copertura anche i terroristi;
   il passaggio degli attentatori francesi dal porto di Bari, i piani dei tre presunti terroristi scoperti il 10 maggio, ma anche la scoperta del tritolo a Gioia del Colle, sembrano essere stati scoperti solo casualmente, i primi due fatti grazie a cittadini che, allarmati dal contesto internazionale, si sono insospettiti nel vedere che questi soggetti si fotografano in luoghi inconsueti, il secondo grazie alle rivelazioni di un pentito –:
   se il Ministro non ritenga che, alla luce di quanto riassunto in premessa, non sia arrivato il momento che l'Italia, pur continuando a credere fortemente nei valori dell'accoglienza e della solidarietà cominci in autotutela ad operare delle distinzioni su chi accogliere e chi no, assumendo ogni iniziativa in sede europea per proteggere i propri cittadini non costruendo muri di confine per evitare di accogliere i disperati, ma, ad esempio, proponendo nelle zone più a rischio come quelle già oggetto di scoperta di cellule terroristiche, di accogliere ed ospitare nei centri di accoglienza solo donne e bambini;
   se il Ministro non ritenga indispensabile ed urgente che lo Stato «torni» pesantemente a Bari e in Puglia militarizzando il porto di Bari e gli altri porti pugliesi, non solo con la presenza ma anche con la possibilità di azione da parte degli uomini dell'Esercito, passando al setaccio quotidianamente il centro accoglienza per richiedenti asilo di Bari;
   se il Governo, alla luce del pericolo che ogni giorno corrono i nostri cittadini anche in zone non prettamente a rischio di attentati come Bari e la Puglia, non ritenga opportuno chiudere parzialmente i rubinetti della tolleranza per troppo tempo lasciati aperti e fare, in grande, quel che coraggiosamente in piccolo ha fatto nei giorni scorsi il sindaco di Bari, scendendo in strada al fianco dei suoi uomini e dello Stato, nonostante le minacce alla sua incolumità personale, per opporsi alla prepotenza della criminalità organizzata. (4-13188)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

asilo politico

terrorismo

migrazione illegale