ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13176

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 623 del 12/05/2016
Firmatari
Primo firmatario: TOTARO ACHILLE
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Data firma: 12/05/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 12/05/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13176
presentato da
TOTARO Achille
testo di
Giovedì 12 maggio 2016, seduta n. 623

   TOTARO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   dal sito www.gaiaitalia.com, si apprende che secondo la stampa iraniana, l'ufficiale di polizia iraniano Ali Moayyedi, avrebbe affermato che l'Italia è pronta ad aumentare la cooperazione con l'Iran nel settore della lotta al narcotraffico. In particolare, il generale ha affermato che il nostro Paese è pronto a sostenere la polizia iraniana con mezzi di sorveglianza contro i trafficanti (The Iran Project);
   di cooperazione nel settore anti-droga, tra l'altro, ha anche parlato a New York il Ministro della giustizia italiano Orlando, con il Ministro dell'interno iraniano Rahmani Fazli (Fars News);
   in Iran, vi è un tragico ricorso alla pena di morte per combattere il narcotraffico, come evidenziano anche i dati di Nessuno tocchi Caino, secondo i quali delle almeno 970 persone giustiziate nel 2015, almeno 632 (pari al 65,2 per cento), sono state impiccate per casi relativi alla droga, mentre delle almeno 60 esecuzioni registrate dall'Iran Human Rights Documentation Center nel 2016, al 23 marzo, almeno 34 sono state effettuate per droga, di cui 17 annunciate dal regime iraniano;
   la repressione del narcotraffico attraverso la pena di morte è una linea politica rivendicata dalle autorità iraniane, come risulta anche da un commento pubblico, rilasciato il 13 novembre 2015, dal Presidente Hassan Rouhani che ha sostenuto che l'Iran ha impiccato centinaia di criminali colpevoli di reati legati alla droga per prevenire il traffico di droga verso l'Europa. In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, Rouhani ha osservato che «la maggior parte delle esecuzioni in Iran riguardano il traffico illecito di droghe», e ha avvertito che «se abolissimo la pena di morte, aumenterebbe il traffico di droga verso i Paesi europei e questo sarebbe dannoso per voi»;
   la legge iraniana prevede la pena di morte per il possesso di più di 30 grammi di eroina o di 5 chili di oppio ed i reati legati alla droga sono processati in tribunali rivoluzionari, che normalmente procedono ben al di sotto degli standard internazionali sul giusto processo. I processi si svolgono a porte chiuse e, spesso, senza un'adeguata difesa legale. I giudici hanno la facoltà di limitare a pochi casi l'assistenza legale degli imputati durante le indagini preliminari. In base all'articolo 32 della legge anti-narcotici, i condannati a morte per droga non hanno il diritto di presentare ricorso. Solo il procuratore generale o il capo della Corte suprema possano impugnare la sentenza capitale per reati di droga;
   osservatori sui diritti umani ritengono che molti di quelli giustiziati per questo tipo di reato possano essere in realtà oppositori politici e a salire sul patibolo sono molto spesso piccoli spacciatori, quasi mai implicati in azioni armate e molti sono membri delle minoranze etniche iraniane, ragazzi emarginati a cui resta solamente il narcotraffico per sopravvivere, mentre spesso sono gli stessi servizi di sicurezza iraniani ad essere implicati nel narcotraffico, poiché sono i Pasdaran a gestire l'intero mercato nero iraniano, compresa una parte del traffico di droga. Proprio per questo motivo, nel 2012 il dipartimento del tesoro USA mise nella lista delle sanzioni il generale iraniano Gholamreza Baghbani, comandante della Forza Qods (unità speciale dei Pasdaran). Non solo: il traffico di droga è uno dei primi mezzi di sostentamento del gruppo terrorista libanese Hezbollah, particolarmente in America Latina (The Business Insider);
   inoltre, l'uso della pena di morte per contrastare il traffico di droga si pone in violazione dei trattati internazionali poiché il Patto internazionale sui diritti civili e politici, che pure ammette un'eccezione al diritto alla vita universalmente garantito per quei Paesi che ancora non hanno abolito la pena di morte, fissa il limite ai «reati più gravi». La giurisprudenza si è evoluta al punto che gli organismi delle Nazioni Unite sui diritti umani hanno dichiarato i reati di droga non ascrivibili alla categoria dei «reati più gravi». Il limite dei «reati più gravi» per l'applicazione legittima della pena di morte è sostenuto anche dagli organismi politici delle Nazioni Unite i quali chiariscono che per «reati più gravi» s'intendono solo quelli «con conseguenze letali o estremamente gravi». Pertanto, le esecuzioni per reati di droga violano le norme internazionali sui diritti umani;
   l'Italia è il Paese riconosciuto internazionalmente per la battaglia a favore della moratoria universale delle esecuzioni capitali ed una nuova risoluzione sarà votata quest'anno dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite –:
   se sia vero che l'Italia intende cooperare con l'Iran nel settore della lotta al narcotraffico, ed in caso affermativo, in cosa consista questo programma di cooperazione;
   in particolare, se sia vero quanto affermato dal generale Ali Moayyedi per il quale l'Italia sosterrà la polizia iraniana con mezzi di sorveglianza contro i trafficanti;
   se e come intenda il Governo affrontare con le autorità iraniane il problema del ricorso alla pena di morte per combattere il narcotraffico coerentemente con l'impegno a sostegno della moratoria universale delle esecuzioni capitali. (4-13176)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

traffico di stupefacenti

diritti umani

pena di morte