ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13049

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 617 del 02/05/2016
Firmatari
Primo firmatario: PASTORELLI ORESTE
Gruppo: MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Data firma: 02/05/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 02/05/2016
Stato iter:
11/10/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 11/10/2016
LORENZIN BEATRICE MINISTRO - (SALUTE)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 08/06/2016

SOLLECITO IL 23/09/2016

RISPOSTA PUBBLICATA IL 11/10/2016

CONCLUSO IL 11/10/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13049
presentato da
PASTORELLI Oreste
testo di
Lunedì 2 maggio 2016, seduta n. 617

   PASTORELLI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   a seguito della comunicazione prot. n. 00600628 del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nel 2013, che segnalava la presenza anomala di sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS) diversi corpi idrici superficiali e nei punti di erogazione pubblici delle acque della provincia di Vicenza e comuni limitrofi, il dipartimento dell'Arpav di Vicenza, in collaborazione con le altre strutture dell'Agenzia e della regione, iniziava le prime indagini necessarie alla delimitazione dell'inquinamento e all'individuazione delle relative fonti di emissione;
   nel luglio 2013 le autorità informarono i cittadini sulla presenza nelle falde acquifere del Veneto, di tali composti, una nuova classe di inquinanti persistenti globali che resistono per anni nel sangue e per decenni nelle matrici ambientali;
   i PFAS (sostanze perfluoroalchiliche chimiche di sintesi utilizzate principalmente per rendere resistenti ai grassi e all'acqua vari materiali come tessuti, tappeti, carta, eccetera) sono prodotti nel Nord-est da una multinazionale di Trissino (Vicenza) che, secondo l'ARPAV, li ha immessi per decenni direttamente nel fiume Agno e in un depuratore civile che scarica nel fiume Fratta-Gorzone, la cui acqua è usata per irrigare i campi e allevare gli animali;
   la scoperta fu del tutto casuale, ma per tre anni il fascicolo è rimasto fermo negli uffici della procura. «Non possiamo procedere perché i Pfas non sono previsti come inquinanti dalla legge italiana», avevano spiegato al ilfattoquotidiano.it fonti della procura di Vicenza, aggiungendo che «non vi è indicazione del limite di concentrazione di queste sostanze nella acqua». Per contestare il reato di inquinamento delle acque serve «almeno uno studio epidemiologico»;
   la situazione è nel frattempo degenerata e ora è allarme nelle province venete di Vicenza, Verona e Padova. Sarebbero ben 59 i comuni interessati dall'inquinamento acquifero e, secondo l'assessore regionale alla sanità, sono più di 60 mila le persone contaminate nel cui sangue sono state ritrovate varie sostanze derivanti dall'inquinamento da Pfas. Concentrazioni «significativamente superiori» rispetto al resto della popolazione si legge nel biomonitoraggio condotto dall'Istituto superiore di sanità realizzato nei mesi scorsi. Di conseguenza, nei giorni scorsi vi è stato l'annuncio, da parte della procura di Vicenza, dell'apertura di un'inchiesta per danno ambientale a seguito di notizie di stampa;
   da Trissino a Montagnana, passando per Lonigo, Cologna Veneta e Vicenza tanti sarebbero i pozzi inquinati da queste sostanze che avrebbero una persistenza di ben 60 anni nell'acqua e di 5 nel sangue. Un vero e proprio disastro ambientale che tanto ricorda la terra dei fuochi; 
   la preoccupazione di tutti si rinviene nelle pagine de  ilfattoquotidiano.it: Si fa riferimento alla riunione del tavolo tecnico regionale sui Pfas, che si è svolta il 13 gennaio 2016, ed in particolare al verbale che la testata giornalistica avrebbe potuto consultare dove è racchiusa la paura dei tecnici: «Nessuna azione a tutela della salute, pericolo può estendersi in tutta Italia»;
   si tratta di un documento inedito, di cui ilfattoquotidiano.it sembra essere in possesso, e che rivela la tensione con cui le istituzioni riunite presso la regione Veneto stanno affrontando l'emergenza sanitaria relativa. Emergenza che gli stessi funzionari della direzione tutela ambiente della regione considerano «non sotto controllo»;
   al di là delle polemiche e delle reciproche accuse apparse su alcuni quotidiani in merito agli interventi più o meno tempestivi degli uni e degli altri in tale situazione di gravissima emergenza, l'intento deve essere quello di eliminare immediatamente le cause di inquinamento ed intervenire in modo rapido sulle conseguenze –:
   quali iniziative urgenti di competenza il Governo abbia intenzione di porre in essere, in collaborazione con la regione Veneto, con l'Istituto superiore di sanità e con tutti gli enti preposti alla tutela della salute dei cittadini veneti e al risanamento ambientale, al fine di scongiurare un nuovo e drammatico disastro. (4-13049)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 11 ottobre 2016
nell'allegato B della seduta n. 690
4-13049
presentata da
PASTORELLI Oreste

  Risposta. — Si risponde congiuntamente alle interrogazioni in esame, attesa l'analogia della materia trattata.
  L'Istituto superiore di sanità, in collaborazione con la regione del Veneto, ha condotto, nella zona interessata, uno studio in materia di inquinamento acquifero, al fine di caratterizzare l'esposizione a sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) in soggetti residenti in aree di alcune province del Veneto interessate da presumibile esposizione incrementale a questi inquinanti, rispetto a gruppi di popolazione di controllo residente in altre aree geografiche del Veneto, identificate in base ai dati disponibili sulla contaminazione da PFAS della filiera idrica. Nell'ambito dello studio è stata condotta anche un'analisi genetica con l'obiettivo di caratterizzare i soggetti arruolati per la presenza di una variante allelica del trasportatore renale OATP1A2 presumibilmente coinvolto nel bilanciamento secrezione/riassorbimento di tali sostanze.

  Sono stati selezionati i seguenti comuni:
   per l'area a esposizione incrementale: Montecchio Maggiore, Lonigo, Brendola, Creazzo, Altavilla, Sovizzo, Sarego;
   per l'area di controllo: Mozzecane, Dueville, Carmignano, Fontaniva, Loreggia, Resana, Treviso.

  I risultati dello studio sono stati illustrati dal responsabile scientifico dello studio per l'Istituto superiore di sanità in due presentazioni pubbliche organizzate dalla regione Veneto tenutesi a Venezia il 20 e 21 aprile 2016. Hanno partecipato a questi incontri i sindaci dei comuni coinvolti nello studio e rappresentanti della stampa.
  Tali risultati hanno evidenziato concentrazioni nel siero della maggior parte dei PFAS dei residenti nelle aree interessate dalla contaminazione delle acque significativamente superiori a quelle dei residenti delle aree identificate come di controllo. All'interno del gruppo degli esposti sono stati inoltre identificati sottogruppi a maggiore esposizione (residenti nella ULSS 5).
  Relativamente all'analisi genetica i dati ottenuti indicano che non c’è relazione tra i livelli di dose interna dei PFAS e il genotipo analizzato. Pertanto, la dose interna così come evidenziata dallo studio di biomonitoraggio è determinata essenzialmente dall'esposizione esterna e non dalle caratteristiche genetiche individuali studiate.
  L'Istituto medesimo ha, inoltre, fornito alla regione del Veneto le schede individuali delle analisi effettuate, per la restituzione dei dati alle persone arruolate per l'indagine, corredate da alcune note esplicative.
  Lo studio sugli allevatori è tuttora in corso: la regione del Veneto è in fase di arruolamento dei soggetti, per cui l'istituto è in attesa di ricevere i campioni sui quali effettuare l'analisi.
  In ultima analisi, si evidenzia che in data 2 maggio 2016 la regione Veneto ha trasmesso al Ministero della salute i risultati e le prime elaborazioni relative alla determinazione della concentrazione dei biomarcatori di esposizione nel siero e l'analisi genetica di una variante allelica del trasportatore renale OATP1A2. I dati forniti necessitano di ulteriori approfondimenti, anche in relazione a possibili correlazioni con gli esami anamnestici della popolazione sottoposta agli esami ematici, ma, dalla prima analisi statistica, confermano fenomeni di accumulo delle sostanze in esame nei pazienti esposti con una significatività di p<0.05.
La Ministra della saluteBeatrice Lorenzin.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica sanitaria

inquinamento

diritto alla salute