ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13048

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 617 del 02/05/2016
Firmatari
Primo firmatario: REALACCI ERMETE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 02/05/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 02/05/2016
Stato iter:
03/08/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 03/08/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 01/06/2016

SOLLECITO IL 04/07/2016

SOLLECITO IL 01/08/2016

RISPOSTA PUBBLICATA IL 03/08/2016

CONCLUSO IL 03/08/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13048
presentato da
REALACCI Ermete
testo di
Lunedì 2 maggio 2016, seduta n. 617

   REALACCI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . — Per sapere – premesso che:
   come si evince da alcuni test effettuati dal magazine il «Salvagente» per il dossier «Glifosato – il veleno nascosto», nelle acque di alcune località del biellese e del modenese, precisamente nei comuni di Brusnengo e Campogalliano, sono state riscontrate tracce della sostanza «Ampa», un metabolita del glifosato. Ciò significa che l'acqua è entrata in contatto col glifosato e che la sostanza si è accumulata e poi trasformata ovvero metabolizzata;
   oltretutto, come sottolinea, Giovanni Dinelli, professore di agronomia e culture erbacee all'università di Bologna, «i campioni sono stati raccolti all'inizio di marzo, momento dell'anno in cui è più difficile riscontrare tracce di questa molecola che, tuttavia, è sempre di difficile ricognizione e non tutti i laboratori sono in grado di riuscirci»;
   il glifosato è un principio attivo più usato al mondo negli erbicidi diserbanti. Fa parte dei cosiddetti erbicidi totali — quelli che agiscono su tutte le specie vegetali e, pertanto, sugli infestanti sia mono sia dicotiledoni. Il glifosato è un prodotto del gruppo americano Monsanto, che finora vende erbicidi con glifosato sotto il nome di «Roundup». Nella prassi il glifosato non è usato come principio attivo unico, ma in combinazione con agenti bagnanti (tensioattivi), che aumentano in modo mirato la velenosità dell'erbicida;
   la Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro), nel marzo 2015, ha classificato il glifosato come «probabilmente cancerogeno per l'essere umano». Per questo la ISDE (International society of doctors for environment) ha chiesto al Parlamento europeo e alla Commissione europea di bandire la produzione, il commercio e l'utilizzo di queste sostanze su tutto il territorio europeo;
   i rischi causati da questo principio attivo sono ormai noti. Al riguardo, bisogna ricordare che recentemente, in Germania, si è riusciti a rilevare la presenza di glifosato e dei suoi metaboliti nella popolazione in generale non solo nell'urina, ma anche nel latte materno;
   in Italia, ad oggi, nessuno monitora la presenza di glifosato o del suo metabolita «Ampa» nell'acqua potabile. E la situazione non migliora sul fronte delle acque di superficie visto che l'unica regione che cerca l'erbicida della discordia è la Lombardia. Quello che più preoccupa è la sicurezza dell'acqua che sgorga nei nostri rubinetti visto che le analisi del «Test-Salvagente», in due case, hanno trovato positività superiori ai limiti. Ma né le Arpa regionali, né le aziende che forniscono l'acqua ai cittadini controllano non essendo obbligate a farlo –:
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della questione;
   se non ritengano opportuno, anche per tramite delle agenzie specializzate dei rispettivi dicasteri e per quanto di competenza, mettere in campo iniziative volte a rendere obbligatorio il monitoraggio, da parte degli enti preposti su tutto il territorio nazionale, della presenza del glifosato e di sostanze chimiche ad esso correlate nell'acqua potabile e ad uso agricolo. (4-13048)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 4 agosto 2016
nell'allegato B della seduta n. 667
4-13048
presentata da
REALACCI Ermete

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame relativa all'utilizzo del glifosato quale principio attivo di alcuni erbicidi e del prodotto dal nome commerciale Roundup che incorpora il predetto principio attivo, nonché al rinvenimento di tracce di acido ammino metil fosfonico (AMPA), che ne costituisce il prodotto di degradazione in ambiente acquatico, nelle acque dei comuni di Campogalliano (Provincia di Modena) e Brusnengo provincia di Biella), sulla base degli elementi acquisiti dalle competenti direzioni generali del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, dal Ministero della salute nonché dagli affari territoriali competenti, si rappresenta quanto segue.
  Come noto, nel novembre 2015 l'EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha concluso la valutazione dei dati presentati dall'industria produttrice e delle informazioni messe a disposizione dallo IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell'Organizzazione mondiale della sanità) in riferimento al prodotto Roundup, l'erbicida contenente il principio attivo denominato glifosato.
  Nell'aprile 2015, lo IARC aveva concluso la propria valutazione, ritenendo che il principio attivo in questione dovesse essere classificato come «probabile cancerogeno per gli esseri umani», mentre l'EFSA è giunta alla conclusione che risulta improbabile che il glifosato sia cancerogeno per l'uomo.
  Alle stesse conclusioni dell'EFSA è giunto anche lo stato membro rapporteur (Germania) che ha esaminato sia le informazioni dello IARC sia i dati sperimentali forniti dall'industria produttrice.
  In questo quadro di incertezza scientifica a livello internazionale, la commissione europea ha ritenuto opportuno il rinvio della decisione attesa entro dicembre 2015, relativa al ritiro o al mantenimento del glifosato sul mercato, impegnandosi a presentare entro il 30 giugno 2016 una proposta di decisione da sottoporre al voto degli stati membri, nell'ambito del comitato permanente istituito ai sensi dell'articolo 58 del regolamento (CE) n. 178 del 2002.
  Il 16 maggio 2016 la Commissione congiunta FAO e OMS, che ha il compito di stabilire i limiti massimi dei residui di pesticidi ammissibili nelle derrate alimentari, ha dichiarato che «è improbabile che l'assunzione di glifosato attraverso la dieta sia cancerogena per l'uomo» (« Summary Report from the May 2016 Joint FAO/WHO Meeting on Pesticide Residues (JMPR)»).
  Nel corso dei lavori del comitato permanente piante, animali, alimenti e mangimi (sezione fitosanitaria) svoltisi a Bruxelles il 7-8 marzo 2016 e il 18-19 maggio 2016, la delegazione italiana ha manifestato il proprio avviso contrario alle proposte di rinnovo dell'autorizzazione del glifosato presentate dalla Commissione Ue rispettivamente per 15 e per 9 anni.
  Nell'ultima riunione del citato comitato, tenutasi il 6 giugno 2016, la commissione europea ha sottoposto al voto degli stati membri una nuova proposta che prevedeva il rinnovo temporaneo dell'autorizzazione (comunque non oltre il 31 dicembre 2017) per consentire all'Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) di concludere i lavori in corso per la classificazione armonizzata del glifosato. Riguardo a quest'ultima proposta, la delegazione italiana insieme ad altre delegazioni, tra cui quella francese e quella tedesca, si sono astenute, andando così a costituire una «minoranza di blocco» (in tale contesto l'astensione equivale ad un voto contrario). La commissione ha pertanto annunciato che sottoporrà nelle prossime settimane la decisione al «Comitato di appello».
  In questo quadro, nel caso in cui la proposta della Commissione Ue fosse approvata, i prodotti erbicidi a base di glifosato potrebbero continuare ad essere commercializzati anche successivamente al 30 giugno 2016, fino ad una nuova decisione europea conseguente alla classificazione dell'ECHA (attesa entro marzo 2017).
  Nel caso in cui la sostanza attiva fosse classificata dall'ECHA come probabile cancerogeno, il suo impiego nei prodotti ad azione erbicida non sarebbe più ammesso sul territorio dell'Unione europea.
  Viceversa, qualora la classificazione del glifosato non indicasse questo tipo di pericolo o altri pericoli equivalenti, l'impiego del glifosato potrebbe continuare.
  Al di là della divergenza delle opinioni scientifiche sugli aspetti di tossicità per l'uomo da parte degli organismi scientifici internazionali sopra citati, è opportuno sottolineare che nel parere dell'EFSA sono state evidenziate alcune lacune di informazione riguardanti il potenziale di contaminazione delle acque superficiali, non adeguatamente considerate nella proposta di decisione presentata dalla Commissione europea.
  A tale proposito l'ISPRA, sulla base dei dati di monitoraggio ambientale delle acque superficiali e sotterranee presentati di recente («Rapporto nazionale pesticidi nelle acque. Dati 2013-2014» – edizione 2016), ha evidenziato una contaminazione diffusa e significativa delle acque superficiali da parte del glifosato e del suo principale metabolita AMPA.
  Gli ultimi dati di monitoraggio si riferiscono anche alla regione Toscana, che dal 2014 si è aggiunta alla Lombardia, unica regione fino al 2013 ad aver inserito il glifosato (dal 2003) e il suo metabolita AMPA (dal 2007) nei piani di monitoraggio delle acque.
  La posizione contraria dell'Italia al rinnovo dell'autorizzazione del glifosato è stata motivata anche dalla constatazione che questa sostanza e il suo metabolita, se ricercati, risultano presenti e in quantità significative specialmente nelle acque superficiali.
  Pertanto, anche nell'ipotesi in cui in sede europea fosse approvata la proposta di rinnovo dell'autorizzazione del glifosato, le amministrazioni italiane dovrebbero coerentemente mettere a punto appropriate misure di mitigazione del rischio.
  Sulla base degli elementi forniti dal Ministero della salute, si forniscono di seguito le seguenti precisazioni.
  In ordine alle procedure autorizzative relative agli agenti bagnanti, si sottolinea che i coadiuvanti, cui appartengono i bagnanti, non sono tesi ad aumentare la velenosità della sostanza attiva, ma ad aumentare l'assorbimento della stessa da parte dell'infestante target e, quindi, come risultato complessivo, a diminuire la quantità di sostanza attiva da utilizzare.
  Di conseguenza, in termini di pericolosità della sostanza attiva per l'uomo e per l'ambiente, l'uso di coadiuvanti permette di ridurre l'impatto quantitativo del glifosato.
  Si precisa che i coadiuvanti, sebbene ciò non sia ancora stato espressamente disposto dalle misure comunitarie di attuazione del regolamento (CE) n. 1107 del 2009, sono sottoposti a procedura autorizzativa da parte del Ministero della salute, la quale prevede la valutazione preliminare dei potenziali rischi che comporta l'associazione tra il prodotto fitosanitario ed il coadiuvante. Tale procedura è stata anche sottoposta all'attenzione della Commissione Ue, al fine di accelerare l'emanazione di un regolamento che disponga per tutti gli stati membri una procedura autorizzativa obbligatoria e comune per i coadiuvanti.
  Con riferimento inoltre alla situazione specifica del comune di Campogalliano (provincia di Modena) e della regione Emilia-Romagna, l'assessore regionale alle politiche per la salute ha comunicato al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare quanto segue.
  A seguito delle notizie pubblicate il 23 aprile 2016 sulla rivista «Test – Il Salvagente», che riferiva della presenza di AMPA in un campione di acqua prelevato dalla rete di Campogalliano ed analizzato presso un laboratorio di Latina, l'azienda Usl di Modena ha preso contatti con il servizio regionale competente e con l'agenzia regionale per la prevenzione, per l'ambiente e l'energia (ARPAE), al fine di poter eseguire le opportune analisi per verificare l'effettiva presenza del glifosato e del suo metabolita AMPA. ARPAE ha già acquisito le competenze tecniche per il controllo analitico di tali sostanze, ma non dispone, come nella maggior parte delle regioni, della strumentazione adeguata per un loro monitoraggio efficace. Pertanto, nell'ambito degli accordi interagenziali, l'agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (ARPAT) si è resa disponibile ad analizzare per conto di ARPAE i campioni di acqua prelevati nel territorio della regione Emilia-Romagna.
  Si specifica che l'acquedotto in questione, gestito da AIMAG S.p.A., è alimentato da cinque pozzi siti in comune di Campogalliano e serve, oltre a Campogalliano, i comuni di Soliera, Novi di Modena, alcune aree del comune di Carpi e il comune di Moglia in provincia di Mantova, per un totale di circa 30.000 abitanti.
  L'azienda Usl in data 2 maggio 2016 ha quindi prelevato alcuni campioni di acqua dai cinque pozzi di approvvigionamento e da tre punti della rete di distribuzione a Campogalliano, Novi e Soliera e li ha inviati al laboratorio ARPAT di Livorno, richiedendo nel contempo all'ente gestore di eseguire analisi in autocontrollo. Sono stati puntualmente prelevati alcuni campioni, analizzati presso il laboratorio Hera di Sasso Marconi.
  Si sottolinea che le analisi eseguite per la determinazione del glifosato e di AMPA hanno dato tutte esito negativo (concentrazioni inferiori al limite di rilevabilità che è pari a 0,005 microgrammi/L) nei campioni esaminati dai laboratori coinvolti, sia nell'ambito del controllo ufficiale sia in autocontrollo.
  Al di là delle decisioni che assumerà la commissione europea rispetto al rinnovo o meno dell'autorizzazione del glifosato prossima alla scadenza, la Regione Emilia-Romagna ha comunque valutato, insieme ad ARPAE, di predisporre idonee azioni di controllo analitico di tale molecola e del suo principale metabolita (AMPA), tali da consentire una conoscenza dell'entità della loro presenza nell'ambiente ed ha già avviato un primo monitoraggio esplorativo in quanto il periodo di uso prevalente di tale erbicida è compreso tra maggio e ottobre. Le analisi relative ai suddetti campioni, come da accordi tra le due agenzie regionali, saranno effettuate dal laboratorio di ARPA Toscana, uno dei due laboratori del sistema agenziale attualmente attrezzati.
  Per la predisposizione del piano, nell'ambito del monitoraggio finalizzato alla classificazione dello stato ambientale delle acque, si è operata una valutazione dei corsi d'acqua da sottoporre a controllo, sulla base dell'utilizzo del glifosato nelle aree drenanti. La scelta delle aree ritenute significative si è tradotta nella selezione di 20 stazioni della rete ritenute maggiormente idonee per una copertura territoriale degli areali stessi in base ai seguenti criteri:
   numero di riscontri positivi di fitofarmaci analizzati da ARPAE;
   preferenza per sezioni di chiusura di bacino e sottobacino;
   stazioni della rete ambientale anche ad uso potabile.

  In generale la regione Emilia-Romagna ricerca i prodotti fitosanitari nelle acque superficiali e sotterranee (comprese quelle destinate alla potabilizzazione), nelle acque potabili, negli alimenti di origine vegetale e animale e nei mangimi attraverso monitoraggi e piani di controllo annuali che seguono le indicazioni delle norme comunitarie e nazionali di settore.
  Per acque destinate alla potabilizzazione si intendono tutte le tipologie di acqua destinate ad essere immesse nella rete, prelevate a monte del processo di potabilizzazione (superficiali o sotterranee), o anche in uno stadio intermedio del processo stesso. Tali acque, prima di essere immesse in rete, subiscono, a cura dei gestori acquedottistici, trattamenti idonei a rendere tali acque «potabili» cioè conformi a quanto previsto dalle normative di settore (decreto legislativo n. 31 del 2001). Più in particolare, le sostanze ricercate e rilevate devono essere in concentrazioni inferiori ai valori di parametro indicati dalla norma stessa.
  Dall'ultimo report del 2014 sui risultati del monitoraggio ambientale della regione Emilia-Romagna risulta che nelle acque potabili tutti i campioni sono conformi ai limiti di legge indicati dalla citata norma nazionale specifica (decreto legislativo n. 31 del 2001) anche in aree dove sono state rilevate quantità di pesticidi in percentuali maggiori nelle rispettive fonti di approvvigionamento, a dimostrazione dell'efficacia dei trattamenti di potabilizzazione eseguiti dagli enti gestori.
  Il monitoraggio regionale, così come impostato, è sufficientemente rappresentativo per evidenziare la presenza di quanto ricercato a livello ambientale nel territorio dell'Emilia-Romagna, ma saranno sicuramente utili anche i dati dei gestori acquedottistici che hanno la responsabilità della qualità dell'acqua potabile erogata e l'esperienza di Campogalliano.
  L'analisi di questo quadro, orientata in prima battuta alle fonti superficiali di approvvigionamento, per le motivazioni già espresse, potrà quindi consentire una valutazione della situazione e le azioni da intraprendere soprattutto e prioritariamente laddove se ne ravvisi la necessità. Per quanto riguarda nello specifico le acque potabili, l'eventuale presenza di glifosato nelle acque superficiali e la relativa concentrazione, potrà orientare i soggetti competenti ad un controllo analitico mirato, anche all'acqua di rete erogata dagli acquedotti, unitamente ad una sua ispezione per verificare anche lo stato degli impianti e i relativi trattamenti di potabilizzazione.
  La regione Emilia-Romagna ha pertanto comunicato che non ritiene utile in questa fase ricercare il glifosato e il suo metabolita nelle acque potabili, senza avere prima un quadro della loro presenza ambientale nel territorio regionale.
  In conclusione, alla luce del processo attualmente in corso e delle decisioni che saranno assunte entro breve a livello europeo, il Governo valuterà le iniziative più opportune da adottare in merito, al fine di assicurare la protezione dell'ambiente e la tutela della salute umana.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

ricerca medica

erbicida

acque superficiali