ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12906

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 610 del 20/04/2016
Firmatari
Primo firmatario: MELILLA GIANNI
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 20/04/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 20/04/2016
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 20/04/2016
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 18/05/2016
Stato iter:
02/08/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 02/08/2017
GENTILE ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 02/08/2017

CONCLUSO IL 02/08/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12906
presentato da
MELILLA Gianni
testo di
Mercoledì 20 aprile 2016, seduta n. 610

   MELILLA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   9 delle 44 concessioni, oggetto del referendum del 17 aprile 2016 erano già scadute a fine 2015, alcune anche da vari mesi, altre da anni (una addirittura dal 2009). Ciononostante le compagnie petrolifere continuavano ad operare come se niente fosse. Queste piattaforme sono nel mare di 4 regioni adriatiche: Abruzzo, Marche, Veneto ed Emilia Romagna. La legge di stabilità del 2016 ha sanato queste irregolarità come si evince dal Bollettino degli idrocarburi del MISE in data 31 dicembre 2015. Si è cioè sanato a posteriori la situazione di non conformità alla legge, attraverso la modifica della disciplina della normativa sulla durata delle concessioni legandola alla vite utile del giacimento con effetto retroattivo con un grosso beneficio per le compagnie petrolifere;
   le concessioni produttive scadute e beneficiarie della modifica apportata dalla legge di stabilità sono in Italia 9, per le acque abruzzesi è stata rilasciata la B.C 5-AS scaduta il 12 novembre 2014: 5 piattaforme e 4 pozzi in un'area vicina alla costa nord di Pescara. La società concessionaria è la ADRIATICA IDROCARBURI (100 per cento ENI);
   il fondato dubbio, a giudizio dell'interrogante, è che si sia voluta scongiurare l'ipotesi di un imminente smantellamento delle piattaforme, a costi elevati per le compagnie, come ben evidenzia l'inchiesta giornalistica del Fatto quotidiano;
   inoltre, vi è il capitolo oscuro delle concessioni non più produttive con scadenze lontane nel tempo e le piattaforme mai smantellate. In Abruzzo la B.C 1 LF della Edison è scaduta il 27 agosto 2015;
   di fronte a istanze di proroga delle concessioni presentate con largo anticipo sulle scadenze originarie il Mise secondo l'interrogante non ha effettuato le verifiche necessarie ed è stato inadempiente non bloccando la produzione di idrocarburi oltre la scadenza prevista;
   il fatto che sia arrivata la sanatoria dal 1o gennaio 2016, con la legge di stabilità, rende secondo l'interrogante ancora più evidente la opacità del comportamento del Mise e dei suoi uffici preposti all'esame tempestivo delle autorizzazioni alle concessioni e proroghe alle compagnie petrolifere –:
   quali iniziative il Governo intenda assumere in relazione ai gravi fatti sopra denunciati e se intenda adottare le iniziative di competenza per rimuovere dagli incarichi i responsabili di questa situazione al fine di fare chiarezza e affermare l'interesse generale al risanamento ambientale e alla libera concorrenza del mercato. (4-12906)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 2 agosto 2017
nell'allegato B della seduta n. 847
4-12906
presentata da
MELILLA Gianni

  Risposta. — Con l'interrogazione in esame, l'interrogante sostiene che, in materia di proroghe di concessioni di coltivazione di idrocarburi in mare entro le 12 miglia dalla costa, il Ministero dello sviluppo economico avrebbe manifestato una «opacità di comportamento», consentendo l'esercizio abusivo delle attività di coltivazione in concessioni scadute, non effettuando le necessarie verifiche e non bloccando la produzione alla scadenza delle concessioni.
  Tanto premesso, in ordine a quanto sopra evidenziato, si evidenzia che i dati sullo stato dei procedimenti, le istanze per il conferimento dei titoli o per le proroghe, nonché le relative scadenze sono integralmente pubblicati sul sito indirizzo ministeriale all'indirizzo: http://unmig.mise.gov.it/unmig/coltivazione/titolicoltivazione.asp. da cui, si ritiene che, lo stesso interrogante abbia potuto rilevare i dati riportati nell'interrogazione in parola, in quanto liberamente accessibili.
  La disponibilità e accessibilità delle informazioni fornisce concreta testimonianza di quanto sia forte l'attenzione del Ministero dello sviluppo economico per la tematica della trasparenza.
  Nello specifico, con riferimento alle concessioni oggetto dell'interrogazione (B.C1.LF, B.C5.AS, B.C11.AS, B.C12.AS, ecc.) si precisa che, allo stato, sono stati emanati i relativi decreti di proroga di vigenza, come direttamente rilevabile dal sito internet sopra richiamato. In particolare si evidenzia che l'emanazione dei relativi decreti di proroga è avvenuto nel pieno rispetto dell'intervenuta modifica del decreto legislativo n. 152 del 2006 operata dall'articolo 1, comma 239, della legge di stabilità 2016.
  Il completamento dell'iter istruttorio finalizzato all'emanazione dei decreti di proroga è stato condotto non solo nell'attento rispetto della condizione imposta dalla norma sopracitata, ma anche in un'ottica di razionalizzazione dell'area coperta dal titolo minerario, in modo da assicurare il prosieguo della vigenza per la sola vita utile del giacimento, ma anche la piena conformità della prosecuzione delle attività su aree conformi a quanto stabilito dall'articolo 9, comma 3, della legge n. 9 del 1991.
  Tale comma prevede che «l'area della concessione deve essere tale da consentire il razionale sviluppo del giacimento» riducendo, ove necessario, l'area della concessione prorogata a quella strettamente necessaria per la prosecuzione delle attività di coltivazione.
  Si precisa, ad ogni modo, che gli uffici competenti del Ministero dello sviluppo economico provvedono al rilascio delle proroghe di vigenza delle concessioni di coltivazione esistenti, sulla base di attenti approfondimenti di natura tecnico-economica.
  Tali riscontri sono stati finalizzati ad accertare la sussistenza dei requisiti che garantiscono i presupposti giuridici per accordare la richiesta proroga della concessione. In particolare, qualora sulla base della stima del potenziale residuo del campo insistente in una concessione di coltivazione, venga confermato l'esaurimento dello stesso, è immediatamente fatto obbligo alle Società titolari di programmare tempestivamente le chiusure minerarie dei pozzi esistenti e le attività di decommissioning delle infrastrutture esistenti.
  In merito alle attività previste nei titoli concessori, si rappresenta che le stesse sono svolte sotto il controllo continuo degli uffici centrali e periferici della Direzione generale per la sicurezza anche ambientale delle attività minerarie ed energetiche ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse del Ministero dello sviluppo economico.
  In particolare i suddetti uffici effettuano verifiche in materia di sicurezza e buon governo dei giacimenti, nell'ambito dell'ordinaria attività di vigilanza e, in particolare, in occasione dei procedimenti di proroga anche al fine di accertare la sussistenza delle condizioni per assentire alla proroga richiesta.
  Negli anni 2015 e 2016 i citati uffici di vigilanza hanno effettuato oltre 5.000 controlli e verifiche, la maggior parte dei quali sulle installazioni in mare.
  Tali attività di vigilanza hanno contribuito a determinare risultati in termini di sicurezza in linea con Paesi a grande tradizione mineraria, quali Norvegia e Regno Unito (nel 2015 si sono registrati 0,45 infortuni seri ogni milione di ore lavorate nell’upstream italiano in linea con le performance di sicurezza della Norvegia (0,53) e del Regno Unito (0,24) e nettamente superiori sia a quelli raggiunti in altri settori.
  Le misure di controllo vengono eseguite in modo più specifico in occasione del rinnovo dei titoli, comportando sovente il superamento della scadenza naturale della concessione, con conseguente ritardo nel completamento dell'istruttoria relativa alla proroga medesima.
  Altre cause ricorrenti che comportano, per l'istruttoria, il superamento dei termini di scadenza sono:
   la presentazione di programmi di studio di nuove tecnologie o comunque di programmi complessi, che richiedono l'esame degli uffici tecnici dell'amministrazione stessa, della commissione consultiva CIRM (commissione per gli idrocarburi e le risorse minerarie) e l'eventuale consulenza di istituti di ricerca nazionali;
   l'esigenza di effettuare specifiche prove e verifiche tecniche.

  Relativamente ad altre concessioni attualmente non in produzione e ormai scadute, si segnala che le tre concessioni contraddistinte con le sigle «A.C. 9.AG», «A.C 14.AS», «A.C. 16.AG», scadute tra il 2009 e il 2015, ricadono nell'alto Adriatico, in un'area in cui sono in corso accertamenti circa il potenziale rischio di subsidenza e, pertanto, attualmente non possono produrre, ai sensi dell'articolo 8 del decreto-legge n. 112 del 2008. Tale norma difatti prevede che in tale area la produzione sia sospesa fino all'accertamento, da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e di ISPRA, della mancanza di rischi di subsidenza sulle coste.
  Il Ministero dello sviluppo economico, in base al principio di precauzione, non ha pertanto avviato i procedimenti di proroga in attesa dei risultati degli approfondimenti richiesti dalla normativa.
  Inoltre per la concessione «D.C. 3.AG» la società Eni ha presentato istanza di rinuncia, in quanto ha ritenuto conclusa la vita utile del giacimento. Il Ministero dello sviluppo economico ha valutato i dati tecnici ed economici presentati da Eni e, anche alla luce della situazione dei mercati internazionali, ha ritenuto corretta la valutazione della società, alla quale ha prescritto di effettuare tutte le attività di chiusura mineraria dei pozzi e di rimozione degli impianti; tali operazioni sono state concluse recentemente e a breve verrà emanato il provvedimento definitivo di cessazione della concessione.
  Si evidenzia, pertanto, che le attività di coltivazione nelle concessioni rilasciate dal Ministero dello sviluppo economico appaiono essersi svolte nella piena regolarità amministrativa, sulla base delle concessioni e delle autorizzazioni previste.
  Nelle concessioni scadute, per le quali risultano presentate regolarmente le istanze di proroga, la coltivazione prosegue oltre il termine di scadenza in forza del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 (articolo 34, comma 19). Esso prevede infatti che, al fine di garantire l'attuazione dei programmi di sviluppo e la sicurezza dei sistemi energetici, gli impianti in funzione, compresi quelli esistenti nell'ambito dei titoli minerari di ricerca e coltivazione di idrocarburi, possano continuare «ad essere eserciti fino al completamento delle procedure autorizzative in corso previste sulla base dell'originario titolo abilitativo». Non vi è stata, pertanto, nessuna sanatoria a posteriori effettuata in seguito alla legge di stabilità 2016.
  In conclusione si conferma, sulla base di quanto sopra descritto, che le azioni amministrative adottate dal Ministero risultano essere regolari, in linea con gli indirizzi di Governo e con i principi di buona amministrazione.
Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economicoAntonio Gentile.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

concorrenza

industria petrolifera

oleodotto