ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12832

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 607 del 13/04/2016
Firmatari
Primo firmatario: SAVINO SANDRA
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 13/04/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELLA SALUTE 13/04/2016
MINISTERO DELLA SALUTE 13/04/2016
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 13/07/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12832
presentato da
SAVINO Sandra
testo di
Mercoledì 13 aprile 2016, seduta n. 607

   SANDRA SAVINO. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca . — Per sapere – premesso che:
   la collaborazione tra il servizio sanitario nazionale e le facoltà di medicina è disciplinata dalla normativa statuale, il decreto legislativo n. 517 del 1999 «Disciplina dei rapporti fra Servizio sanitario nazionale ed università, a norma dell'articolo 6 della Legge 30 novembre 1998, n. 419» e il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 24 maggio 2001, che prevede la stipula di specifici protocolli d'intesa tra regioni e università;
   in base alla citata legge, l'attività assistenziale è svolta dall'università solo in quanto necessaria ai suoi compiti istituzionali di didattica e ricerca, mentre la funzione di assicurare l'assistenza in base ai bisogni della popolazione è competenza esclusiva della regione;
   la citata vigente normativa definisce quali devono essere le strutture nelle quali realizzare la collaborazione fra servizio sanitario regionale e università, nonché i parametri per l'individuazione delle attività e delle strutture assistenziali complesse funzionali alle esigenze e di didattica e di ricerca;
   la regione e l'università, nel protocollo d'intesa, non devono condividere pariteticamente le regole per la gestione in comune dell'intero servizio sanitario regionale, ma concordare solo la regolamentazione di quella quota di assistenza che è necessaria all'università per le sue funzioni istituzionali;
   il 19 febbraio 2016 è stato approvato, in via preliminare, con delibera della giunta regionale 251 del 2016, un protocollo d'intesa tra la regione Friuli Venezia Giulia e le università di Trieste e di Udine;
   nel protocollo d'intesa in parola si delinea, a parere dell'interrogante, in difformità alla legge, una sorta di co-gestione del servizio sanitario regionale fra università e regione, estendendo il controllo e l'influenza di quest'ultima, potenzialmente a tutte le strutture sanitarie del Friuli Venezia Giulia, con il serio rischio di far dipendere l'assistenza sanitaria pubblica, da un'istituzione caratterizzata da un'altra mission e altri interessi e, per quel che riguarda la pratica assistenziale, da costi maggiori;
   l'interrogante rileva, inoltre, l'omissione di ogni indicazione di criteri espliciti, riferiti a parametri e volumi di attività necessari all'università per effettuare didattica e ricerca, che renda trasparente la decisione di riservare all'università la direzione delle singole strutture elencate nelle tabelle allegate al protocollo, secondo l'interrogante, in palese contrasto con quanto stabilito dalla legge;
   tale gestione in comune appare, secondo l'interrogante, fortemente sbilanciata a favore dell'università, perché nel protocollo d'intesa vi sono numerosi elementi posti a garanzia dell'attività scientifica e didattica dell'università stessa o degli interessi di quest'ultima, e pochi o nessuno in grado di assicurare che l'assistenza necessaria ai cittadini non ne venga compromessa;
   si deve anche tener conto dell'evidente sbilanciamento a favore dell'università per quanto riguarda la gestione del personale, poiché:
    il numero di strutture la cui conduzione è riservata, temporaneamente o definitivamente, all'università (a Trieste 25 strutture pari al 58 per cento, a Udine 22 strutture pari al 43 per cento, più di un terzo a Udine) è, a parere dell'interrogante, del tutto sproporzionato in eccesso rispetto al numero di medici universitari e ospedalieri presenti (gli universitari, sono 55 su 500 a Trieste e 56 su 645 a Udine, rispettivamente 11 per cento e 8,7 per cento);
    sono numerose le possibilità previste per affidare «temporaneamente» (ma potrebbe facilmente voler dire 20-30 anni) una struttura ospedaliera a un universitario, mentre il caso contrario, anche se teoricamente previsto, sembra molto improbabile, e in ogni caso solo per rinuncia o impossibilità dell'università;
   ad ulteriore riprova dello sbilanciamento a favore dell'università, si evidenzia che, nel protocollo di intesa non sembra esservi alcun accenno al ruolo rilevante previsto per legge (articoli 6, commi 2 e 3, e 16-sexies del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successive modificazioni, e, decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 24 maggio 2001, articolo 7), delle strutture del servizio sanitario regionale nella formazione specialistica (e delle professioni sanitarie), che invece dovrebbe esservi disciplinato;
   quanto fin qui rappresentato, oltre a costituire un iniquo trattamento verso i medici ospedalieri, che si occupano costantemente di tutelare la salute dei cittadini, azzererebbe in pratica ogni possibilità di valorizzazione professionale per i medici ospedalieri, per cui i professionisti più validi sarebbero indotti a cercare migliori opportunità fuori regione, a scapito della qualità dell'assistenza sanitaria pubblica;
   a parere dell'interrogante, il protocollo d'intesa tra la regione Friuli Venezia Giulia e le università di Trieste e di Udine risulta viziato per molteplici profili, come riscontrabile dall'esame dettagliato dei singoli articoli del protocollo in parola;
   appare, a giudizio dell'interrogante, pericolosa per i livelli di assistenza la previsione del governo del sistema sanitario di un'intera regione in co-gestione con l'università;
   sembra quanto meno inopportuna, per il buon andamento delle finanze regionali, l'espansione, seppur potenziale, di strutture a direzione universitaria in tutte le aziende sanitarie di un'intera regione;
   appare altresì ingiusto il trattamento che verrebbe riservato ai medici ospedalieri di un'intera regione, in posizione subordinata rispetto alla componente universitaria –:
   di quali elementi disponga il Governo in relazione a quanto esposto in premessa, se risultino casi analoghi di governo del sistema sanitario di un'intera regione in cogestione con l'università e se intendano assumere iniziative normative volte a implementare la disciplina dettata dal decreto legislativo n. 517 del 1999 e dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 24 maggio 2001 per evitare criticità e anomalie come quelle derivanti dal protocollo di intesa tra regione Friuli Venezia Giulia e università di Trieste e Udine, a difesa della salute dei cittadini e a salvaguardia degli interessi legittimi dei medici ospedalieri e, quindi, a tutela dell'intero sistema sanitario pubblico. (4-12832)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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