ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12826

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 607 del 13/04/2016
Firmatari
Primo firmatario: CAMANI VANESSA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 13/04/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MIOTTO ANNA MARGHERITA PARTITO DEMOCRATICO 13/04/2016
NARDUOLO GIULIA PARTITO DEMOCRATICO 13/04/2016
NACCARATO ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 13/04/2016
ROSTELLATO GESSICA PARTITO DEMOCRATICO 13/04/2016
ZAN ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 13/04/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 13/04/2016
Stato iter:
23/05/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/05/2017
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 23/05/2017

CONCLUSO IL 23/05/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12826
presentato da
CAMANI Vanessa
testo di
Mercoledì 13 aprile 2016, seduta n. 607

   CAMANI, MIOTTO, NARDUOLO, NACCARATO, ROSTELLATO e ZAN. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   in questi giorni è iniziata l'attività di disboscamento e scavo relativo al progetto «Derivazione delle Falde del Medio Brenta all'interno del Modello Strutturale degli Acquedotti del Veneto (MOSAV) e dello Schema Acquedotti Veneto Centrale (SAVEC)», nei pressi e nel letto del medio corso del fiume Brenta, destando fondati timori sia fra i cittadini che fra gli amministratori;
   nel corso degli ultimi decenni, il medio corso del Brenta (fra Bassano e Padova) è stato sottoposto all'escavazione di milioni di tonnellate di ghiaia, che hanno portato a rilevanti modifiche morfologiche e a gravi scompensi e rischi di dissesto ambientale;
   tra i vari interventi, si annovera anche la creazione del cosiddetto bacino Giaretta, sulla sponda destra del Brenta in località Camazzole (comune di Carmignano, Padova), un'enorme depressione profonda fino a 15 metri ed estesa per 90 ettari costruita negli anni 1986-88 con la motivazione di creare una vasca di laminazione, peraltro mai autorizzata come tale dall'autorità di bacino, che non ha però mai visto realizzare il completamento delle sponde arginali, e che, di fatto, ha sconvolto l'assetto idrogeologico dell'area, senza portare alcun vantaggio dal punto di vista della sicurezza idraulica;
   negli ultimi anni poi sono state proposte nuove attività di modifica morfologica del corso del Brenta, di diversa natura: scavo di nuovi pozzi per il prelievo di acqua dolce in falda; rafforzamento degli argini, ma con il prelievo «a compensazione» di ulteriore materiale; interventi per favorire la ricarica della falda;
   tali interventi, specialmente quelli di escavazione dei pozzi per il prelievo di acqua dolce, hanno conosciuto nelle ultime settimane una forte accelerazione, con l'idea di aumentare i prelievi direttamente dalla falda, con l'obiettivo di rifornire gli acquedotti della bassa pianura veneta, recentemente minacciati dalla presenza di inquinanti chimici;
   in particolare, desta perplessità la costruzione di cinque nuovi pozzi in alveo del Brenta in comune di Carmignano, per la cui protezione si prevede l'escavazione in alveo di circa centomila metri cubi di materiale, dato che quattro nuovi pozzi a ovest, fuori alveo – già previsti e autorizzati – porteranno a un prelievo di 950 litri/secondo a regime se dimostrabile, mentre i quattro pozzi già esistenti, gestiti dalla società Etra, prelevano già 800 l/s. I lavori per la costruzione di tali pozzi in alveo sono iniziati in questi giorni, destando allarme fra i cittadini e gli amministratori;
   negli ultimi mesi i rappresentanti del Gruppo ambiente di Carmignano e del Comitato «Giù le mani dal Brenta» hanno sottoposto all'attenzione del Ministero dell'ambiente, della regione Veneto, delle amministrazioni provinciali di Padova e Vicenza, del Consorzio di bonifica Brenta, del Consiglio di bacino Brenta, dei sindaci del territorio interessato e dell'Arpav numerose osservazioni e richieste di chiarimento in merito ai progetti della regione Veneto per la realizzazione di nuovi pozzi a Carmignano di Brenta;
   per quanto riguarda il progetto di difesa della sponda sinistra del Brenta, tra Cittadella, Carmignano e Fontaniva (tutti comuni siti in provincia di Padova), che prevede l'escavazione di circa 600 mila metri cubi di ghiaia a compensazione per la realizzazione di un argine di circa 600-700 metri, si evidenzia che l'intervento porterebbe a un sistematico abbassamento dell'area, in alcuni punti anche di quattro metri e mezzo, esteso da argine ad argine per qualche chilometro di lunghezza; ciò significa che tutto quello che c’è all'interno degli argini – golene, aree verdi, habitat fluviale, habitat faunistico e floreale – dovrebbe essere completamente spianato. L'ingente materiale dovrebbe essere trasportato fuori dagli argini del Brenta con l'impiego di decine di migliaia di camion e lungo una viabilità inadeguata con conseguente inquinamento ambientale;
   nel contempo, non si vede traccia di interventi sulla sponda destra del Brenta, a difesa del comune di Carmignano, che – particolarmente nella succitata località Camazzole, sul lato nord-est del bacino Giaretta – risulta fortemente indebolita, come risulta anche dalle note dell'autorità di bacino del 28 marzo 2001 e precedenti;
   sembrerebbe, invece, più ragionevole, nel caso specifico, prima di scavare nuovi pozzi in alveo, valutare l'effetto sulla falda dei già previsti nuovi pozzi costruiti extra-alveo e garantire il previsto Progetto di rimpinguamento della falda;
   va tenuto conto della grande rilevanza che il fiume Brenta occupa nell'idrografia e nell'assetto idrogeologico della pianura Padano-Veneta –:
   quali iniziative il Ministro interrogato intenda porre in atto per quanto di competenza, per:
    a) garantire il giusto equilibrio fra le esigenze di approvvigionamento idrico della bassa pianura veneta, il mantenimento del livello di falda nell'alta pianura e la protezione dell'ambiente fluviale del medio corso del Brenta;
    b) accelerare le opere di messa in sicurezza degli argini del medio corso del Brenta, evitando nel contempo che, con la scusa di interventi di protezione, si realizzino con il metodo della compensazione ulteriori e devastanti escavazioni di ghiaia, che rischiano di causare danni maggiori rispetto a quelli che si vorrebbero evitare. (4-12826)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 23 maggio 2017
nell'allegato B della seduta n. 802
4-12826
presentata da
CAMANI Vanessa

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti, si rappresenta che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha da tempo focalizzato la propria attenzione sulla questione relativa al prelievo dalla falda del Medio Brenta e la costruzione dei nuovi 5 pozzi, in particolare richiedendo alla regione Veneto di illustrare le modalità con cui si è pervenuti alla approvazione del progetto e si è valutata, in sede di procedura di concessione di derivazione, l'influenza ambientale dell'opera sullo stato di qualità fluviale e sul perseguimento degli obiettivi di qualità fissati per il corpo idrico.
  La regione ha reso noto che, pur essendo state le opere sottoposte ad apposita procedura di valutazione d'impatto ambientale regionale, a seguito della quale è stato approvato il progetto ed è stata avviata l'attività relativa alla realizzazione della derivazione, non sono state ancora espletate le procedure autorizzative relative alla concessione della derivazione medesima e, di conseguenza, non è stato ancora espresso il parere obbligatorio della competente autorità di bacino nazionale.
  La stessa regione precisa, inoltre, che il decreto favorevole di compatibilità ambientale rilasciato dalla commissione regionale VIA ha considerato e recepito le prescrizioni indicate dalla Struttura regionale competente in merito alla salvaguardia degli habitat presenti nel sito, che vengono pertanto tutelati mediante opportuni accorgimenti durante la fase di cantiere e mediante opportuno e costante monitoraggio, che prevede la redazione di un apposito piano e l'obbligo di informativa alle autorità competenti.
  La realizzazione delle opere di prelievo è, inoltre, contemplata dall'accordo di programma per la tutela delle risorse idriche superficiali e sotterranee del fiume Brenta, sottoscritto nel novembre 2012 dalla regione Veneto con tutte le amministrazioni locali, con gli enti competenti nonché con il gestore del servizio Etra S.p.A. e con la società regionale Veneto Acque S.p.A., incaricata dell'esecuzione e della gestione delle opere stesse. Tale accordo prescrive, coerentemente con il parere espresso dalla commissione regionale VIA, che la portata prelevata sarà inizialmente limitata al valore di 500 l/s e potrà essere incrementata fino ad un massimo di 950 l/s solo in relazione agli esiti favorevoli del monitoraggio dei livelli di falda. Il citato Accordo prevede, a tale scopo, una commissione tecnica e un coordinamento degli enti locali che, ad oggi, risultano già operativi.
  In merito alla localizzazione dei nuovi 5 pozzi, la regione Veneto ha fatto altresì presente che la loro realizzazione avverrà in area demaniale golenale, ma fuori dall'alveo di scorrimento del fiume e che gli stessi saranno protetti da opportuni rilevati realizzati tra l'alveo e la golena, in modo da salvaguardare le opere dalle piene ordinarie del fiume.
  Le attività avviate nella fase iniziale del cantiere hanno riguardato la pulizia dell'area, con l'estirpazione della vegetazione infestante. A compensazione della riduzione di superficie forestale, la società Veneto Acque s.p.a. ha, peraltro, provveduto al versamento della quota spettante al Fondo regionale per rimboschimenti e miglioramenti colturali compensativi. La regione informa, dunque, che non si è verificata alcuna attività di «disboscamento» indiscriminato, segnalando, inoltre, che il corpo forestale dello Stato, intervenuto in sopralluogo nel corso di tali operazioni, non ha evidenziato alcuna irregolarità nell'esecuzione delle attività preliminari.
  Sempre secondo quanto riferito dalla regione Veneto, la realizzazione del sistema di protezione del prelievo dalle piene ordinarie del fiume non comporterà alcuna «asportazione» di materiale al di fuori dell'ambito fluviale, ma un semplice riposizionamento dello stesso. La regione evidenzia, in particolare, che l'ipotesi della asportazione di materiale afferisce ad un progetto di variante a suo tempo presentato dalla Veneto Acque s.p.a., attualmente non approvato dalla regione medesima e l'istruttoria ad esso relativa è stata sospesa. Il progetto attualmente in esecuzione è pertanto esclusivamente quello già approvato con parere favorevole della commissione regionale VIA, che non prevede il reperimento di materiale dall'alveo del Brenta.
  Relativamente alla necessità di mantenere i livelli di falda e salvaguardare il bacino idrico, la regione Veneto ha fatto presente che con tale finalità sono già state realizzate due briglie pilota lungo l'asta del fiume Brenta, nei pressi di Bassano del Grappa e Nove. Il monitoraggio dei livelli di falda attuato ha, ad oggi, fornito esiti positivi sulla ricarica dell'acquifero.
  Per quanto riguarda il progetto di difesa della sponda sinistra del Brenta, la regione ha precisato altresì che si tratta, in particolare, di un sistema che consiste nella realizzazione di interventi di ripristino dell'officiosità dei corsi d'acqua conseguenti a calamità naturali o diretti a prevenire situazioni di pericolo, consistenti anche nella rimozione dagli alvei di materiali litoidi in esubero ovvero di materiale vegetale la cui presenza sia di ostacolo al libero e regolare deflusso delle acque, a «costo zero», ossia senza oneri a carico dell'Amministrazione, operando la compensazione degli oneri derivanti dalla realizzazione dell'opera con il valore del materiale estratto riutilizzabile. Allo stato attuale, il relativo progetto preliminare risulta approvato ed il soggetto affidatario dovrà provvedere alla redazione del progetto definitivo che dovrà essere completo degli elaborati necessari per l'acquisizione dei pareri di legge e sottoposto a valutazione d'impatto ambientale. In tale sede saranno, quindi, esaminate tutte le interferenze e gli effetti che i lavori in questione potrebbero avere sull'ambiente circostante e solo al termine di dette verifiche il progetto potrà essere approvato o meno, o approvato con prescrizioni.
  Pur prendendo atto delle informazioni fornite dalla regione Veneto, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha comunque intrapreso sull'argomento in questione una intensa attività di interlocuzione tecnica con l'autorità di bacino nazionale competente, al fine di assicurare che vengano svolte tutte le analisi necessarie alla valutazione dell'effettiva compatibilità della captazione in relazione al bilanciamento tra le esigenze di approvvigionamento idrico della bassa pianura veneta e la disponibilità a livello locale e regionale, nel rispetto degli obiettivi ambientali fissati per il Brenta dal piano di gestione delle acque delle Alpi Orientali.
  Al fine di comprendere i problemi reali e definire le iniziative del caso, si sono svolti nei mesi scorsi, anche con il coinvolgimento della segreteria tecnica del Ministro, degli incontri con i comitati per la difesa del Brenta e l'autorità di bacino competente. Nell'ambito di tali incontri, tra l'altro, è stato chiesto all'autorità di bacino, in qualità di soggetto territoriale competente, con particolare riferimento al piano di gestione delle acque vigente, di acquisire ulteriori informazioni in relazione a quanto segnalato dai Comitati, anche attraverso sopralluoghi in loco. In quest'ottica il Ministero continuerà a svolgere un'attività di monitoraggio sulle attività in corso programmando anche ulteriori incontri tecnici.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

corso d'acqua

idrogeologia

degradazione dell'ambiente