ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12695

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 599 del 31/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: PARENTELA PAOLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 31/03/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 31/03/2016
Stato iter:
13/12/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 13/12/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 13/12/2016

CONCLUSO IL 13/12/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12695
presentato da
PARENTELA Paolo
testo di
Giovedì 31 marzo 2016, seduta n. 599

   PARENTELA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   in Calabria, il volume complessivo di acqua prelevata per uso potabile è di 421.992, milioni di metri cubi. In base ai dati aggiornati forniti dalla struttura «ItaliaSicura» della Presidenza del Consiglio dei ministri, la quantità d'acqua prelevata da sorgenti è di 194.311 milioni di metri cubi mentre la quantità prelevata da pozzo è di 170.930 milioni di metri cubi. Il prelievo dai corsi d'acqua superficiali è di 46.723 milioni di metri cubi e quello dai laghi e bacini artificiali è di 10.027 milioni di metri cubi. Non tutta l'acqua prelevata viene immessa ed erogata. Infatti, cento milioni di metri cubi dell'acqua prelevata mancano al volume dell'acqua immessa nelle reti che è pari a 327.622 milioni di metri cubi. E, considerata la perdita delle reti pari al 35,4 per cento si arriva ad una quantità di acqua erogata di 211.612 milioni di metri cubi. In pratica, la quantità d'acqua erogata risulta la metà di quella prelevata nella regione;
   emblematica la realtà del territorio di Lamezia Terme dove, nell'ambito dei 162 chilometri quadrati del territorio comunale, sono state censite ben 104 sorgenti con portata maggiore a sei litri al minuto. Tra le 36 sorgenti censite, nell'ex comune di Nicastro, nei primi decenni nel secolo scorso, ci sono alcune con portate di centinaia di litri al secondo. In particolare, 4 sorgenti denominate Candiano, Sabuco, Cappellano e Risi, complessivamente risultano in grado di fornire circa 20 miliardi di litri d'acqua all'anno. Ci si rende conto della rilevanza di questo dato se si considera che la quantità d'acqua complessivamente immessa nelle reti del comune di Lamezia Terme, di 6 miliardi e 631 milioni di litri. Non tutta l'acqua immessa viene erogata perché a Lamezia Terme il 23,7 per cento viene dato per disperso e così, mezzo miliardo di litri dell'acqua immessa nella rete viene a mancare con un quantitativo complessivamente erogato è pari a 5.061 miliardi di litri. In pratica, la quantità d'acqua erogata a Lamezia Terme è il 25 per cento della quantità fornita da quattro sorgenti presenti nei propri confini comunali. Si consideri, poi, che per ogni cittadino residente nel comune più ricco d'acqua d'Italia, la quantità d'acqua erogata è complessivamente di 197 litri al giorno ben cento litri in meno della quantità media erogata ai cittadini calabresi che è di 296 litri al giorno;
   nel Sud Italia si prevede una riduzione delle precipitazioni del 10 per cento in inverno e del 3 per cento in estate. Il deficit idrico stimato, per fine secolo, è dell'ordine di centinaia di milioni di metri cubi per le falde idriche di alcune regioni con effetti devastanti per l'agricoltura. In particolare, in Calabria si è rilevato l'aumento sia di periodi di siccità idrologica sia di precipitazioni brevi e intense e, quindi, una maggiore frequenza di alluvioni e piene straordinarie;
   la Calabria ha la più ampia disponibilità delle migliori acque potabili d'Europa, tuttavia, il 49,4 per cento della popolazione – secondo i dati del 2015 resi noti dall'ISTAT per la ricorrenza della giornata mondiale dell'acqua erogata – non ha fiducia a bere acqua del rubinetto e il 37,7 per cento dei cittadini ritiene irregolare l'erogazione dell'acqua nelle abitazioni. Per le caratteristiche geolitologiche delle rocce serbatoio e per la composizione dell'aria attraversata dalla pioggia prima d'infiltrarsi nel sottosuolo, infatti, l'acqua delle sorgenti calabresi presenta composizione chimica, biologica e temperatura ottimali dal punto di vista della potabilità;
   negli stessi territori ricchissimi d'acqua di ottima qualità, le norme nazionali e le direttive europee «in materia di valorizzazione e razionale utilizzazione delle risorse idriche e di tutela delle acque dall'inquinamento», restano ampiamente disattese e così la grande disponibilità d'acqua altro non fa se non provocare dissesti e frane sui rilievi collinari e alluvioni in pianura troppa acqua persa dalle reti idriche fatiscenti –:
   quali iniziative il Governo intenda adottare al fine di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e se non ritenga necessario ed urgente assumere le iniziative normative attuative di programmazione indicate sia nella direttiva 2000/60 dell'Unione europea sia negli obiettivi della strategia nazionale per la biodiversità per le aree «Acque interne» e «ambiente marino» e nelle azioni della strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare al fine di proteggere la risorsa acqua, promuovere un suo utilizzo sostenibile in tutti i settori e, al contempo, garantire la sua conservazione per le generazioni future. (4-12695)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 13 dicembre 2016
nell'allegato B della seduta n. 713
4-12695
presentata da
PARENTELA Paolo

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame sulla base degli elementi acquisiti dallo scrivente Ministero, si rappresenta quanto segue.
  In via preliminare, si evidenzia che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha approvato con decreto del direttore generale della direzione per il clima e l'energia n. 86 del 16 giugno 2015 la Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Snac). L'obiettivo principale della Strategia è quello di elaborare una visione generale sui percorsi comuni da intraprendere per far fronte ai cambiamenti climatici contrastando e attenuando i loro impatti.
  La strategia ha delineato un quadro di conoscenze sullo stato attuale degli impatti dei cambiamenti climatici e delle vulnerabilità delle risorse ambientali e dei settori economici interessati e ha individuato un primo insieme di proposte d'azione suddivise per tipologia (infrastrutturali, normativo-regolamentari, eco-sistemiche) e per priorità (entro è oltre l'arco temporale del 2020).
  La Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici sarà attuata attraverso l'elaborazione del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici che insieme alla strategia dovrà indicare i temi e i modi di internalizzazione delle tematiche di adattamento ai cambiamenti climatici nei piani e programmi settoriali, nazionali, distrettuali, regionali e locali.
  In particolare, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, mediante accordo da concludere in sede di Conferenza Stato-Regioni si impegna a definire attraverso il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc):
   ruoli e responsabilità per l'attuazione delle azioni e delle misure di adattamento nonché strumenti di coordinamento tra i diversi livelli di governo del territorio;
   scenari climatici di riferimento alla scala distrettuale/regionale, relativi impatti e vulnerabilità;
   azioni integrate di adattamento, valorizzando opportunità e sinergie; o stima delle risorse umane e finanziarie necessarie; o indicatori di efficacia delle misure di adattamento;
   modalità di monitoraggio e valutazione degli effetti delle azioni di adattamento.

  Al fine di perseguire efficacemente gli obiettivi indicati nella strategia, con particolare riferimento alla creazione di un sistema di governance in grado di assicurare la gestione ottimale della risorsa idrica e di affrontare le crisi da scarsità sotto l'egida della cooperazione, del dialogo tra le parti e dell'attenzione alle specificità territoriali, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il 13 luglio 2016, ha istituito, a livello di ogni distretto italiano, gli Osservatori permanenti sugli utilizzi idrici, dando avvio, su tutto il territorio nazionale, ad una nuova modalità di gestione sostenibile dell'acqua, basata sulla condivisione delle informazioni, sulla concertazione con gli attori territoriali e sulla programmazione strategica.
  Gli osservatori rispondono all'esigenza di far sì che le prese di decisione delle amministrazioni pubbliche preposte al governo dell'acqua si basino su di un patrimonio di dati il più possibile esteso, affidabile e condiviso, che consenta di fondare razionalmente la programmazione, garantendo, soprattutto in condizioni di significativa severità idrologica, il miglior equilibrio possibile tra la disponibilità di risorse reperibili ed i fabbisogni per i diversi usi, in un contesto di sostenibilità ambientale, economica e sociale e nel pieno rispetto delle finalità di raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici. Ciò anche al fine di adempiere a quanto previsto dalla direttiva 2000/60/CE, la quale, per l'appunto, chiede di agevolare un utilizzo idrico sostenibile fondato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili.
  Gli Osservatori sono strutture snelle, prettamente operative, partecipate da tutti i principali attori distrettuali, pubblici e privati; al loro interno si effettua la raccolta, l'aggiornamento e la diffusione dei dati relativi alla disponibilità e all'uso della risorsa idrica dei distretti, compreso il riuso delle acque reflue, le importazioni e le esportazioni di risorsa ed i volumi eventualmente derivanti dalla desalinizzazione, e sono formulate proposte, tecnicamente basate, per la regolamentazione dei prelievi e degli usi, in funzione degli obiettivi fissati dai Piani di gestione dei distretti idrografici ed in coerenza con gli indirizzi forniti della Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici.
  Gli osservatori operano anche da cabina di regia per la previsione e gestione degli eventi di carenza idrica e siccità, garantendo un adeguato flusso di informazioni, necessarie per la valutazione dei livelli della criticità, della sua evoluzione, dei prelievi in atto, e per la definizione delle azioni più adeguate per la gestione proattiva degli eventi da scarsità.
  Le attività degli osservatori sono ovviamente «tarate» a seconda dei vari scenari gestionali e di severità idrologica, secondo un criterio di proporzionalità ed efficienza. Nelle situazioni normali, in cui i valori degli indicatori (portate/livelli/volumi/accumuli) sono tali da prevedere la capacità di soddisfare le esigenze idriche del sistema naturale ed antropico, gli osservatori individuano ed implementano le reti osservative e gli strumenti necessari al monitoraggio dei volumi prelevati dai diversi soggetti, predisporranno gli indicatori ed i parametri di riferimento (idrologici, idraulici, agronomici, ambientali, di siccità e relativo impatto economico) rappresentativi della situazione di disponibilità idrica e di soddisfacimento dei fabbisogni del distretto, per la costruzione di una serie storica di riferimento che consenta l'inquadramento e la classificazione degli stati di carenza idrica e siccità, e definiscono il modello proattivo di gestione delle crisi idriche.
  In caso di «scenario di severità idrica bassa» o di «scenario di severità idrica media», gli osservatori assumono invece il ruolo di cabine di regia, provvedendo alla valutazione delle misure più appropriate per la mitigazione degli impatti della carenza idrica e della siccità, sulla base degli elementi conoscitivi disponibili e proponendo l'attuazione delle stesse misure.
  Infine, in caso di «scenario di severità idrica alta», allorquando, malgrado siano già state prese tutte le misure preventive, è presente uno stato critico non ragionevolmente prevedibile, nel quale la risorsa idrica non risulta sufficiente ad evitare danni al sistema, anche irreversibili, gli osservatori forniscono il supporto informativo/operativo al fine di contribuire alla definizione delle decisioni per la gestione dell'eventuale emergenza da parte degli organi della Protezione civile nazionale e delle altre autorità competenti coinvolte.
  Si rassicura, comunque, che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare monitora costantemente l'impatto regolatorio delle normative di settore senza ridurre in alcun modo lo stato di attenzione su tali tematiche.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione delle acque

risorse idriche

salvaguardia delle risorse