ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12551

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 591 del 16/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: MAESTRI ANDREA
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Data firma: 16/03/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BRIGNONE BEATRICE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 16/03/2016
CIVATI GIUSEPPE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 16/03/2016
MATARRELLI TONI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 16/03/2016
PASTORINO LUCA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 16/03/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 16/03/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12551
presentato da
MAESTRI Andrea
testo di
Mercoledì 16 marzo 2016, seduta n. 591

   ANDREA MAESTRI, BRIGNONE, CIVATI, MATARRELLI e PASTORINO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro della giustizia, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . — Per sapere – premesso che:
   il fenomeno del «caporalato» in agricoltura si è notoriamente diffuso negli ultimi anni, come ampiamente documentato e denunciato. Il caporalato ha da tempo assunto le sembianze di una vera e propria industria, tanto da dotarsi di un sistema transregionale capace di «veicolare» centinaia di migliaia di immigrati irregolari a seconda del ciclo delle stagioni e delle produzioni agricole, da una regione all'altra del paese. Un'organizzazione criminale che ha fatto rete in tutta Italia e che si avvale di regole uniformi per la gestione della manodopera e per quella delle loro paghe. Per questo motivo non è difficile trovare le stesse braccia che raccolgono mele in Trentino, clementine in Calabria, carciofi nel Lazio, finocchi in Abruzzo, zucche e pomodori nel casertano, angurie nel foggiano o pachino in Sicilia;
   da un recente studio elaborato da «The European House-Ambrosetti», sulla base di dati della Flai Cgil relativi al 2015, sono circa 400 mila i lavoratori sfruttati dal caporalato, di cui l'80 per cento stranieri nell'80 per cento dei casi. La paga di chi lavora sotto caporali risulta essere pari alla metà di quanto stabilito dai contratti nazionali e oscilla tra i 25/30 euro per una giornata di lavoro dall'alba al tramonto. A questo importo però vengono trattenuti circa 10 euro per le «spese di gestione»: trasporto nei campi, acqua e cibo consumato ed eventualmente l'acquisto di medicinali. Infatti, il 74 per cento dei lavoratori impiegati sotto i caporali è malato e presenta disturbi che all'inizio della stagionalità non si erano manifestati. Le malattie riscontrate sono per lo più curabili con una semplice terapia antibiotica ma si cronicizzano in assenza di un medico a cui rivolgersi e di soldi per l'acquisto delle medicine;
   ad aggravare la situazione contribuisce poi il sovraccarico di lavoro, l'esposizione alle intemperie, l'assenza di accesso all'acqua corrente, che riguarda il 64 per cento dei lavoratori, e ai servizi igienici, che riguarda il 62 per cento. Solo nell'estate 2015 si stima che le vittime del caporalato siano state almeno 10;
   per il segretario nazionale della Flai-Cgil «il ricatto è doppio per gli extracomunitari perché si lega il lavoro al permesso di soggiorno, con caporali che ritirano passaporti promettendo documenti che non arrivano, costringendoli alla clandestinità»;
   ad avviso degli interroganti, la principale causa che favorisce la tirannia del caporalato in Italia tra i migranti è la legge n. 189 del 2002, meglio nota come legge Bossi-Fini, una normativa che riduce gli immigrati in condizioni sub-umane e che li pone in condizione di subire una forti ricatti sociali;
   la «Bossi-Fini», infatti, vincolando la permanenza sul territorio italiano a un permesso di lavoro, ha comportato il fatto che un numero notevole di immigrati, che in precedenza lavoravano nelle fabbriche del Nord e nel Nord-Est e che, a causa della crisi economica, ne sono stati esclusi, siano diventati manodopera a bassissimo costo pur di mantenere un contratto di lavoro e quindi poter soggiornare regolarmente in Italia. Altri migranti invece sono reclutati dai «caporali» direttamente tra i richiedenti asilo in alcuni centri di accoglienza per i richiedenti asilo. Si consideri che il richiedente asilo gode di uno statuto sostanzialmente inferiore a qualunque altro immigrato, perché non può, sulla carta, lavorare, ma necessita di denaro per sopravvivere. Quindi diviene manodopera che può essere pagata anche meno di quella regolare. A questi lavoratori si aggiungono quelli che si trovano in condizione di irregolarità totale, o di clandestinità;
   esiste poi un fattore incidente sulla determinazione della paga giornaliera ai lavoratori agricoli, dovuta dal prezzo di mercato di un prodotto. Le associazioni dei datori di lavoro affermano da sempre che è il mercato a fare il prezzo: ma poiché il mercato è per lo più costituito da un sistema di oligopolio di imprese (come ad esempio per la trasformazione del pomodoro) o addirittura in sistema di duopolio o monopolio, come accade spesso per il settore dell'ortofrutta, i cartelli delle imprese fissano arbitrariamente il prezzo del prodotto, a prescindere dall'entità della spesa sostenuta dal contadino e dal produttore. All'interno di questo prezzo deve essere compreso anche il costo della manodopera, che quindi non incide più sul costo del prodotto. Queste imprese, fissato il prezzo in base alla necessità di competere con multinazionali molto più potenti di loro, scaricano così su chi deve reclutare manodopera la responsabilità di garantire costi che possano generare profitto dal prezzo di vendita già stabilito;
   ad avviso degli interroganti, si rende necessaria l'attivazione di ogni mezzo e azione che individui le aziende che adottano tali sistemi di reclutamento e pagamento del personale che sono, una delle cause del caporalato e che blocchi le eventuali erogazioni delle risorse del piano di sviluppo rurale a tutti quei soggetti che non siano in regola con il durc (documento unico regolarità contributiva) e che non rispettino le norme contrattuali;
   durante un'audizione svoltasi al Senato, il coordinatore della Commissione agricoltura della Conferenza delle regioni ha auspicato azioni concrete di contrasto che da adottare poiché «possono portare al rafforzamento di una rete di qualità, giacché determinati comportamenti non sono solo discutibili sul piano morale, ma arrecano un grave danno all'agricoltura e all'industria alimentare italiana di qualità»;
   ad avviso dell'interrogante si dovrebbero adottare politiche positive nei riguardi di quelle aziende che impiegano manodopera in modo regolare e rispondente alle normative, dando «valore etico» ai loro comportamenti e incentivandole con la fruizione di fondi pubblici, quelli europei alle risorse regionali. L'importante è che gli indici o i parametri adottati per valutare i requisiti dell'impresa che accede a fondi pubblici siano dinamici, tengano cioè conto dei cambiamenti di metodologie di coltivazione e raccolta e delle innovazioni tecnologiche in atto o intervenute;
   poiché lo sfruttamento dei lavoratori da parte dei «caporali» è reso ancor più facile da alcune carenze pubbliche sui territori, come i trasporti e l'ospitalità, è urgente un'azione sinergica tra Stato e regioni affinché venga organizzata, almeno in certi periodi, un'articolazione del trasporto pubblico locale che metta in collegamento il personale migrante, soprattutto stagionali, con i luoghi di lavoro, oltre che incentivate le aziende in un'azione di collaborazione con gli enti pubblici locali, per la creazione di adeguati alloggi temporanei –:
   se i fatti narrati in premessa corrispondano al vero, se i Ministri interrogati ne siano a conoscenza e se il Governo non ritenga necessario e urgente intervenire con iniziativa straordinaria di contrasto al fenomeno del caporalato e di controllo sulle aziende che dell'opera del caporalato si avvalgono, usufruendo altresì dell'erogazione di risorse pubbliche. (4-12551)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

asilo politico

fissazione dei prezzi

manodopera