ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12532

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 591 del 16/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: CATANOSO GENOESE FRANCESCO DETTO BASILIO CATANOSO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 16/03/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 16/03/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12532
presentato da
CATANOSO Basilio
testo di
Mercoledì 16 marzo 2016, seduta n. 591

   CATANOSO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   un vero rilancio dell'industria europea deve fondarsi anche sulla sostenibilità ambientale e sociale e non solo sulla mera competizione dei costi. Se vogliamo veramente preservare l'ambiente e allo stesso tempo mantenere la nostra competitività industriale non dobbiamo abbassare i nostri standard (i più alti a livello mondiale), ma piuttosto indurre i Paesi non europei ad innalzare i loro;
   per favorire tale processo riteniamo che, tra le varie soluzioni proposte, le seguenti siano le più interessanti: estensione del sistema Ets ai produttori che importano nell'Unione europea; introduzione di una border adjustment tax (Bat) ai prodotti che entrano nell'Unione europea, tassa calcolata sul contenuto di carbonio eccedente un benchmark di riferimento costituito dal corrispondente prodotto europeo; introduzione dell'imposta sul carbonio aggiunto 1 (Ica), uno schema fiscale simile all'Iva che attribuisce a ciascun bene o servizio (prodotto internamente o importato) le emissioni standard di CO2, associate all'energia consumata (energia elettrica, termica e trasporti) nel suo processo di produzione e distribuzione;
   in attesa dell'auspicabile adozione in tutti i Paesi non europei di efficienti schemi di emission trading o di carbon tax, AssoRinnovabili e l'interrogante ritengono che l'Unione europea debba approvare un pacchetto di 3 azioni che mirerebbero al rilancio dell'industria europea, mettendo a sistema le migliori intuizioni delle soluzioni appena descritte: il rafforzamento dell'attuale emission trading scheme (Ets) per ristabilire un segnale di prezzo di lungo periodo, attraverso l'introduzione della già prevista riserva stabilizzatrice del Mercato2 e di un prezzo floor crescente per la CO2 (così come già introdotto nel Regno Unito e in Francia), oltreché dell'incremento del fattore di riduzione lineare delle quote gratuite dal 1,74 per cento, annuo al 2,2 per cento dal 2021; l'introduzione di una border adjustment tax (Bat) sui beni e sui servizi importati in Europa, basata solo sulle emissioni derivanti dall'energia impiegata nelle attività di produzione e distribuzione degli stessi (per evitare certificazioni fraudolente, tale calcolo sarà basato sui mix energetici dei Paesi d'origine; questa azione, seppur semplificata, si ispira all'Ica – imposta sul carbonio aggiunto); l'obbligo per tutti i prodotti venduti in Europa dell'indicazione sull'etichetta del carbonio emesso per la loro produzione e, se significativo come per le automobili, per il loro funzionamento. Ciò permetterebbe di promuovere il consumo di prodotti maggiormente ecosostenibili;
   il sistema Ets ha un ruolo centrale nell'ambito delle politiche comunitarie di contrasto ai cambiamenti climatici. Tuttavia, la recessione economica, la sovrapposizione di politiche complementari e l'utilizzo di crediti internazionali hanno contribuito a creare un eccesso di offerta di permessi di emissione sul mercato; ciò sta mettendo in discussione la credibilità e l'efficacia dello schema nell'incentivare l'abbattimento delle emissioni. Con lo scopo di ridurre l'attuale eccesso di offerta e stabilizzare il mercato Ets nel lungo termine, le istituzioni europee hanno recentemente concordato sull'opportunità di introdurre una riserva stabilizzatrice del mercato (Msr) finalizzata a riassorbire l'attuale surplus e rendere l'Ets meno sensibile alle ampie variazioni della domanda di quote, spesso associata a fattori esogeni. Il meccanismo introduce implicitamente la garanzia per gli operatori che il valore delle emissioni non possa scendere eccessivamente, come avvenuto nel passato recente, replicando sostanzialmente gli effetti positivi determinati dall'introduzione di un prezzo minimo delle quote, senza subirne gli effetti negativi in termini di rigidità del sistema. Nell'attesa che il mercato si regolarizzi, è necessaria l'introduzione di un prezzo floor crescente nel tempo sul modello di quanto già introdotto nel Regno Unito, dove è stato stabilito un floor price dell'Ets pari a 20 euro/t CO2 per il periodo 2016-2020, che, nella decade successiva, dovrebbe salire fino a 30 euro, o in Francia, dove è stato fissato un prezzo di 14,50 euro/t CO2 nel 2015 e di 22 nel 2016, che salirà fino a 56 euro entro il 2020 e – target per ora indicativo – a 100 euro entro il 2030. Tale modalità di crescita nel tempo del carbon price consentirebbe alle imprese di programmare i necessari interventi, avviando una decrescita economicamente non traumatica delle emissioni;
   una tale revisione del sistema Ets, in aggiunta al previsto incremento del fattore di riduzione lineare delle quote gratuite dal 1,74 per cento annuo, al 2,2 per cento a partire dal 2021, è compatibile con la transizione dell'economia europea verso la decarbonizzazione, in quanto garantisce un segnale di prezzo trasparente e stabile su cui basare le decisioni di investimento di lungo periodo;
   tuttavia, la salvaguardia della competitività europea rimane un tema cruciale al fine di assicurare un percorso sostenibile verso la decarbonizzazione, che rende auspicabile l'estensione del sistema Ets ai produttori che esportano nell'Unione europea;
   numerose industrie hanno manifestato evidente preoccupazione riguardo alle politiche climatiche ed energetiche europee, sostenendo che le misure atte a ridurre le emissioni di gas climalteranti e inquinanti possano frenare la competitività dell'economia europea. Tali politiche, in assenza di un accordo mondiale «vincolante», potrebbero indurre il cosiddetto fenomeno del « carbon leakage», causando di fatto lo spostamento delle attività produttive e delle emissioni ad esse connesse in Paesi extra Ue, caratterizzati da politiche ambientali maggiormente permissive. Le allocazioni gratuite hanno generato distorsioni nel mercato Ets, e non si sono rivelate capaci di tutelare in modo strutturale la competitività del settore manifatturiero europeo, che opera in un mercato globale caratterizzato da standard ambientali più permissivi e processi produttivi meno efficienti;
   di conseguenza, valorizzando anche alcune riflessioni sviluppate nella proposta dell'imposta sul carbonio aggiunto (ICA3), si potrebbe proporre l'introduzione di una border adjustment tax (Bat) sui beni e servizi importati in Europa, basata solo sulle emissioni derivanti dall'energia impiegata nelle attività di produzione e distribuzione delle merci o nella fornitura di servizi. Per semplificare ulteriormente il meccanismo è necessario inoltre legare l'imposta al mix produttivo energetico del Paese d'origine, evitando così il rischio concreto di frodi connesso alle certificazioni sull'energia verde impiegata che i singoli produttori extracomunitari potrebbero esibire al fine di pagare un'imposta ridotta. Tale approccio indurrebbe peraltro i singoli Governi ad agire molto più tempestivamente per modificare i mix produttivi nazionali, laddove fossero sbilanciati sull'impiego di fonti ad elevate emissioni di CO2 (come ad esempio il carbone), attivando quindi un «circolo virtuoso» di sostenibilità ambientale;
   se allineata all'obbligo cui sono soggetti i produttori interni attraverso il sistema Ets, la Bat così configurata non sarebbe discriminatoria nei confronti di Paesi terzi e sarebbe compatibile con le norme della World Trade Organization (WTO). I prodotti dell'Unione europea, soggetti ad Ets continuerebbero a ricevere quote gratuite determinate attraverso benchmark di riferimento, l'obbligo di acquistare le eventuali quote mancanti in caso di maggiori emissioni rispetto al benchmark. I prodotti importati, quindi non soggetti direttamente ad Ets, pagherebbero la Bat sul contenuto di carbonio eccedente il benchmark di riferimento del corrispondente prodotto europeo;
   i vantaggi della Bat sulla competitività dell'industria domestica sono molteplici. A livello mondiale, sono le industrie italiane ed europee ad aver compiuto gli sforzi maggiori in termini di sostenibilità ambientale dei loro prodotti e trarrebbero quindi consistenti vantaggi competitivi se, una parte importante del carico fiscale sui prodotti importati fosse determinata in base alle emissioni di CO2. Come ampiamente dimostrato da numerosi dati statistici, il comparto manifatturiero europeo è quello che emette meno rispetto ad altre macro-zone economiche di riferimento: a parità di valore aggiunto, le emissioni di un bene equivalente risultano maggiori del 53 per cento se prodotte in Nord America, del 580 per cento se prodotte in Cina e addirittura dell'861 per cento se prodotte in India;
   ovviamente, la Bat non dovrà comportare un incremento delle entrate fiscali e dovrà quindi essere parzialmente sostitutiva di altre imposte (ad esempio l'Iva, imposte sul lavoro e altro);
   considerando che in Europa è già in vigore il sistema di emission trading obbligatorio che limita le emissioni dei settori manifatturieri energivori inclusi nello schema, la terza azione propone di sviluppare un meccanismo complementare di certificazione ed etichettatura obbligatoria sul lato retail/distribuzione delle emissioni di carbonio associate ai prodotti, al fine di promuovere il consumo di prodotti maggiormente ecosostenibili;
   l'introduzione per i prodotti venduti in Europa di un meccanismo complementare di certificazione obbligatoria sul lato retail/distribuzione permetterebbe ai prodotti europei di sfruttare i vantaggi derivanti dalle politiche ambientali già adottate in passato –:
   quali iniziative intendano assumere il Presidente del Consiglio dei ministri ed i ministri interrogati per risolvere le problematiche esposte in premesse. (4-12532)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

importazione comunitaria

produzione comunitaria

promozione commerciale