ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12517

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 590 del 15/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: DI MAIO LUIGI
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 15/03/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 15/03/2016
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 15/06/2016

SOLLECITO IL 29/07/2016

SOLLECITO IL 28/10/2016

SOLLECITO IL 09/01/2017

SOLLECITO IL 30/03/2017

SOLLECITO IL 30/05/2017

SOLLECITO IL 28/07/2017

SOLLECITO IL 30/10/2017

SOLLECITO IL 18/12/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12517
presentato da
DI MAIO Luigi
testo di
Martedì 15 marzo 2016, seduta n. 590

   LUIGI DI MAIO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   l'interrogante ha incontrato una delegazione di lavoratori della società Gepin Contact Spa, con sede legale a Roma e una distaccata a Casavatore, in provincia di Napoli, collegati con la società Uptime (compartecipata al 70 per cento da Gepin Contact e al 30 per cento da Sda Express Courier);
   la Gepin Contact Spa è stata detentrice dei servizi di assistenza clienti del gruppo Poste italiane dal 2003 per la gestione dei servizi di risoluzione dei reclami per Poste italiane e Sda. Tuttavia, nel 2014, la nuova dirigenza designata dal Governo Renzi e affidata alla dottoressa Luisa Todini, presidente, e al dottor Francesco Caio, amministratore delegato, ha deciso di indire una gara al massimo ribasso che ha condotto, con un importo di 0,296 centesimi di euro al minuto per la chiamata che ha visto vincere la commessa alla società I Care, che di fatto già oggi sta espletando il servizio;
   è evidente come la crisi occupazionale di Gepin Contact Spa, che presso il sito di Casavatore conta 220 dipendenti, deriva integralmente dalle decisioni di Poste italiane che hanno condotto alla risoluzione unilaterale del rapporto in essere da oltre 10 anni;
   l'azienda, con lettera del 21 settembre 2015, ha tentato di chiedere al Gruppo Poste italiane di trovare una soluzione che potesse garantite la salvaguardia dei livelli occupazionali, offrendo diverse soluzioni, ma alla lettera non è tutt'ora pervenuta risposta;
   intanto, i lavoratori si sono visti avviare il 6 aprile 2015 la cassa integrazione ordinaria che scadrà il prossimo 13 aprile 2016;
   secondo quanto si apprende da fonti di stampa, nell'aprile 2015, il proprietario pro tempore della Gepin Contact Spa è stato arrestato con l'accusa di bancarotta fraudolenta per un crac da 170 milioni di euro. Poco dopo l'azienda è stata ceduta ad un'altra proprietà, ma la sensazione è che questa sia subentrata solo per smantellare;
   di fatto, di fronte al silenzio di Poste italiane e alla disdetta pervenuta il 29 dicembre 2015, con una proroga formale di 6 mesi fino al 30 giugno prossimo, Gepin Contact il 26 febbraio 2016 ha di fatto annunciato la mobilità per 350 dei 430 dipendenti tra Roma e Napoli, decretando di fatto la chiusura del sito di Casavatore, che – secondo fonti di stampa verrebbe chiuso, mentre, presso la sede di Roma, dovrebbero essere tagliati 130 dei 230 posti di lavoro;
   la scadenza della procedura è prevista per il prossimo 10 maggio;
   il 9 febbraio 2016 è stato aperto un tavolo di crisi al Ministero dello sviluppo economico nel corso del quale l'amministrazione di tale Ministero si è impegnata a convocare Poste italiane, tuttavia, a distanza di oltre un mese non vi è stata alcuna novità;
   i lavoratori del sito di Casavatore hanno organizzato manifestazioni di protesta dinnanzi la direzione generale della Campania di Poste italiane, fino alla prefettura ove chiederanno un incontro col prefetto;
   il 9 marzo 2016 il Ministero dello sviluppo economico ha convocato le sigle di categoria nazionale e le aziende del settore call center coinvolte negli esuberi generati dalle gare di Poste italiane ed Enel entrambe partecipate dello Stato, ma non è ben chiaro quale sia stato l'esito dell'incontro;
   è evidente come in tutta questa vicenda si sia realizzata, per l'interrogante, una gara al massimo ribasso senza tenere in alcuna considerazione la clausola sociale;
   il 13 febbraio 2016 è entrato in vigore il comma 10 dell'articolo 1 della legge 28 gennaio 2016, n. 11, recante deleghe al Governo per l'attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture. Il primo periodo di tale comma stabilisce che «in caso di successione di imprese nel contratto di appalto con il medesimo committente e per la medesima attività di call center, il rapporto di lavoro continua con l'appaltatore subentrante, secondo le modalità e le condizioni previste dai contratti collettivi nazionali di lavoro applicati e vigenti alla data del trasferimento, stipulati dalle organizzazioni sindacali e datoriali maggiormente rappresentative sul piano nazionale» –:
   quali urgenti iniziative intenda assumere il Ministro del lavoro e delle politiche sociali per la salvaguardia dei livelli occupazionali e per il rispetto delle clausole sociali;
   quali urgenti iniziative intenda assumere il Ministro dello sviluppo economico per la risoluzione della crisi aziendale di cui sopra e, in particolare, se non ritenga, vista la drammaticità della situazione, di dover sposare una interpretazione estensiva del citato comma 10 dell'articolo 1 della legge 28 gennaio 2016, n. 11, invitando, in sede di tavolo tecnico, le parti ad applicare immediatamente il dettato normativo anche ai bandi di gara usciti prima della sua entrata in vigore, ma il cui iter procedurale non è ancora concluso;
   quali urgenti iniziative di competenza, il Governo, nella sua qualità di azionista di Poste italiane, intenda assumere al fine di evitare che l'azienda indica gare al massimo ribasso e senza tenere in alcuna considerazione la clausola sociale. (4-12517)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

risoluzione

gara d'appalto

clausola sociale