ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12478

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 588 del 11/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: BERNINI PAOLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 11/03/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 11/03/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 11/03/2016
Stato iter:
23/11/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/11/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 23/11/2016

CONCLUSO IL 23/11/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12478
presentato da
BERNINI Paolo
testo di
Venerdì 11 marzo 2016, seduta n. 588

   PAOLO BERNINI e GAGNARLI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
   è stata annunciata una gara motonautica di off shore dal 24 al 26 luglio nel Golfo di La Spezia (http://www.ccvgspezia.it);
   il Golfo di La Spezia è incluso nell'areale del Santuario dei Cetacei: il Santuario Pelagos per i mammiferi marini del Mediterraneo è un'area marina protetta che si estende per circa 90.000 chilometri quadrati nel Mediterraneo nord occidentale fra Italia, Francia e Sardegna. È la più grande riserva marina dell'emisfero boreale che comprende il Mar Ligure e parte del Mar Tirreno e del Mar di Corsica, è costituito dalle acque marittime interne (15 per cento) e territoriali (32 per cento) di Francia, Monaco e Italia e dalle acque pelagiche adiacenti (53 per cento);
   le principali specie di cetacei che si possono avvistare all'interno dell'area del Santuario sono: balenottere comuni (Balaenoptera physalus), capodogli (Physeter macrocephalus), zifii (Ziphius cavirostris), globicefali (Globicephala melas), grampi (Grampus griseus), tursiopi (Tursiops truncatus), stenelle striate (Stenella coeruleoalba) e delfini comuni (Delphinus delphis);
   i pericoli per queste specie sono numerosi, il principale è rappresentato dall'impatto antropico diretto e indiretto: porti (commerciali e militari), cittadine, aree industriali e sversamenti in mare di diverse tipologie costituiscono un insieme di fattori che sommati al degrado dell’habitat, al whale whatching (attività ancora non normata), all'intenso traffico marittimo (le navi veloci hanno causato la morte di molti cetacei per collisioni), e alla pesca illegale con le reti pelagiche derivanti (spadare) e le thonaille, mettono a serio rischio la sopravvivenza delle popolazioni dei cetacei nell'area;
   nel 1990 l'Istituto Tethys, a seguito delle ricerche condotte nel Mar Ligure Occidentale, propose all’«Associazione Europea Rotary per l'Ambiente» di costituire un'area marina protetta vista l'alta concentrazione di cetacei nell'area;
   nel 1993 i rappresentanti dei Ministeri dell'ambiente di Francia e Italia e il Ministro di Stato del Principato di Monaco firmano a Bruxelles una dichiarazione relativa all'istituzione di un Santuario Internazionale dei Cetacei del Mar Ligure;
   l'Assemblea generale della IUCN (The World Conservation Union) tenutasi a Buenos Aires nel 1994 promosse la risoluzione 19.92 riguardante «l'Istituzione di un Santuario marino per i grandi e piccoli cetacei nel Mar Ligure, Mediterraneo occidentale»;
   nel 1998 l'Italia approva la proposta di istituzione del Santuario;
   il 25 novembre 1999 a Roma i tre Ministri firmano l'accordo definitivo che sancisce l'istituzione del Santuario. La legge n. 391 dell'11 ottobre 2001 del Parlamento italiano ha ratificato e reso esecutivo l'accordo consentendone l'entrata in vigore effettiva il 21 febbraio 2002. L'area di circa 90mila chilometri quadrati comprende le acque tra Tolone sulla costa francese, Capo Falcone nella Sardegna occidentale, Capo Ferro nella Sardegna orientale e Fosso Chiarone in Toscana;
   nel novembre del 2001 le parti della Convenzione di Barcellona decisero di inserire il Santuario nella lista delle «Specially Protected Areas of Mediterranean Importance» (SPAMIs);
   in seguito alla ratifica dell'accordo finale da parte del Principato di Monaco nel 2000, della Francia nel 2001 e dell'Italia nel 2002, l'accordo sul Santuario entra in vigore nel febbraio del 2002;
   il 17 febbraio 2003 si è tenuta a Monaco, Paese depositario dell'accordo, la prima conferenza delle parti contraenti, nel corso della quale sono state discusse e approvate le linee guida per la redazione del piano di gestione del Santuario;
   con l'istituzione del Santuario Pelagos, le parti contraenti si sono impegnate a:
    a) garantire uno stato di conservazione favorevole dei mammiferi marini proteggendoli, insieme al loro habitat, dagli impatti negativi diretti o indiretti delle attività umane;
    b) valutare periodicamente lo stato delle popolazioni di mammiferi marini, le cause di mortalità e le minacce che gravano sul loro habitat e in particolare sulle loro funzioni vitali, come l'alimentazione e la riproduzione;
    c) esercitare la sorveglianza e intensificare la lotta contro ogni forma di inquinamento che abbia o sia suscettibile di avere un impatto diretto o indiretto sullo stato di conservazione dei mammiferi marini;
    d) esercitare la sorveglianza nel Santuario e intensificare la lotta contro ogni forma di inquinamento, di origine marittima e tellurica, che abbia o sia suscettibile di avere un impatto diretto o indiretto sullo stato di conservazione dei mammiferi marini;
    e) adottare strategie nazionali miranti alla soppressione progressiva degli scarichi di sostanze tossiche nel Santuario, accordando la priorità a quelle elencate nell'Allegato I del protocollo della Convenzione di Barcellona relativa alla protezione del Mar Mediterraneo contro l'inquinamento derivante da fonti e attività situate a terra;
    f) vietare ogni cattura deliberata e qualsiasi forma di disturbo intenzionale dei mammiferi: possono, tuttavia essere autorizzate ricerche specifiche;
    g) regolamentare l'osservazione dei mammiferi marini a fini turistici;
   l'inserimento del Santuario per i mammiferi marini nella lista di aree specialmente protette di importanza mediterranea (Specially Protected Areas of Mediterranean Importance – SPAMIs) – impegna i 17 Stati e gli organismi internazionali aderenti al protocollo SPA al rispetto della vincolistica di cui sopra;
   la legge n. 391 del 2001, ratifica ed esecuzione dell'accordo internazionale del 25 novembre 1999, vieta le competizioni di imbarcazioni veloci a motore nelle acque territoriali italiane ricadenti nel Santuario dei Cetacei –:
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della gara di off shore prevista ed, eventualmente, come sia stato possibile autorizzarla;
   come i Ministri interrogati intendano garantire l'attuazione di ogni punto previsto dall'accordo e dalla legge di ratifica;
   quali iniziative intendano assumere i Ministri interrogati al riguardo, anche in considerazione dei numerosi episodi di ship-strike (collisioni dei cetacei con i natanti) – oggetto anche di una approfondita ricerca scientifica –, episodi che è necessario prevenire. (4-12478)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 23 novembre 2016
nell'allegato B della seduta n. 708
4-12478
presentata da
BERNINI Paolo

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, inerente lo svolgimento di una gara motonautica di off shore nel golfo di La Spezia, sulla base degli elementi acquisiti dalla competente direzione generale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per quanto di competenza, si rappresenta quanto segue.
  Il divieto di svolgimento di competizioni di imbarcazioni veloci a motore (ivi comprese le cosiddette moto d'acqua – jet ski, wetbike, etc.), disposto dall'articolo 5 della legge n. 391 dell'11 ottobre 2001, di ratifica da parte dell'Italia dell'accordo internazionale relativo alla creazione nel Mediterraneo del santuario Pelagos per i mammiferi marini (di cui alcune specie caratterizzate da habitat costieri, come appunto i tursiopi), da considerarsi esteso anche alle acque interne, oltreché alle acque territoriali, in virtù del primario scopo di tutela delle specie di mammiferi marini in esse presenti e particolarmente in zone dove la conformazione costiera e/o del fondale marino (golfi, ampie baie, canyons, etc.) ne costituisce habitat d'elezione e determina una localizzazione della linea di base a distanze anche significative dalla linea di costa, è da sempre stato applicato a partire dall'adozione della richiamata legge di ratifica.
  In occasione di ogni eventuale richiesta di svolgimento di dette competizioni, pervenuta per il tramite delle capitanerie di porto interessate, la competente direzione generale per la protezione della natura e del mare (PNM) del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha segnalato al reparto ambientale marino (R.A.M.) del corpo delle capitanerie di porto – guardia costiera – la necessità di attivarsi presso il comando generale delle capitanerie di porto, nonché le direzioni compartimentali marittime e le capitanerie di porto interessate, al fine di esercitare la puntuale applicazione del relativo divieto disposto dall'articolo 5 della citata legge n. 391 del 2001.
  A tale scopo, peraltro, la suddetta direzione generale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con nota del 17 luglio 2015, concernente la «applicazione del divieto di svolgimento di competizioni di imbarcazioni veloci a motore nel santuario Pelago» ed inviata al R.A.M., nel rammentare il consolidato indirizzo del disposto divieto, ha ulteriormente richiesto al predetto reparto l'emanazione di apposita circolare indirizzata alle direzioni marittime e capitanerie di porto territorialmente competenti nell'area del santuario Pelagos, volta all'adozione dei relativi provvedimenti di competenza.
  Il menzionato reparto ambientale marino, con conseguente nota diramata al comando generale delle capitanerie di porto e a tutte le direzioni marittime delle stesse – Guardie Costiere territorialmente competenti nell'area del santuario Pelagos – nel richiamare quanto già rappresentato in una precedente nota del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha ribadito la necessità di esercitare la puntuale applicazione del divieto previsto dalla citata legge n. 391 del 2001, richiedendo altresì di «voler porre in essere la più ampia azione di vigilanza a garanzia della massima tutela dell'ambiente marino nello spirito dei principi ispiratori del santuario Pelagos».
  Per quanto riguarda, infine, gli episodi di ship-strike (collisioni di natanti con cetacei), corre l'obbligo di rappresentare che, anche sulla base di recenti monitoraggi promossi dalla citata direzione generale PNM del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, e sviluppati anche in ambiti internazionali a scala di bacino Mediterraneo cui l'Italia aderisce (accordo Pelagos, accordo Accobams, convenzione di Barcellona, etc.), detto fenomeno sembrerebbe essere significativo nelle acque mediterranee, caratterizzate, come noto, da un intenso traffico marittimo, solo in termini potenziali. Risulta, infatti, essere occasionale, se non raro, in termini di frequenza di eventi, nelle acque del santuario Pelagos, nonché essenzialmente circoscritto a rari esemplari delle specie Balaenoptera physalus e Physeter macrocephalus, stante le loro peculiari caratteristiche etologiche (behavioural patterns). Tale fenomeno è, inoltre, correlato direttamente a velocità superiori ai 13-15 nodi, come possono essere quelle raggiunte dalle navi ad alta velocità denominate NGY (Navires à Grande Vitesse) o HSC (High Speed Craft) e dalle imbarcazioni a motore da diporto, mentre, molto più raramente è correlato al normale naviglio commerciale.
  Peraltro, si segnala che, nel quadro degli accordi internazionali citati, l'Italia sta attivamente partecipando alla valutazione della possibile definizione tecnica e successiva adozione di tools atti a ridurre, e possibilmente eliminare, il rischio di tali eventi.
  Alla luce delle informazioni esposte, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per quanto di competenza, continuerà a tenersi informato e continuerà a svolgere un'attività di monitoraggio nei confronti dei soggetti territorialmente competenti, anche al fine di valutare eventuali coinvolgimenti di altri soggetti istituzionali.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

mammifero marino

inquinamento marino

inquinamento d'origine tellurica